cosi, anche sopra il fracasso di quella dannata Honda che guidano.»

«Come fai a saperlo?»

«Erano qui. Due di loro. A nemmeno due metri da quella parte. Mi hanno quasi investito.»

«La moto e a una cinquantina di metri da qui. Pensi di farcela, Lewis?»

«Basta che tu mi dia una mano. Questo dannato buco comincia a darmi fastidio.»

La sua spacconeria non riusci a mascherare l’evidente dolore e il respiro affannoso. Matt gli cinse la vita come prima, ma questa volta lo senti appoggiarsi di piu a lui.

«Ospedale?» chiese Matt speranzoso.

«Andrei prima all’inferno.»

Quando raggiunsero la Vulcan, Lewis stava tossendo di nuovo.

«Non sara facile», osservo Matt, aiutandolo a mettersi a cavalcioni sul sedile del passeggero. «La moto non si e comportata molto bene nel bosco.»

«Allora faresti meglio a partire alla svelta. Quella che stanno guidando loro e fatta apposta per questo bosco.»

«Pensi di farcela?»

«Metti in moto e partiamo, fratello.»

Pose la mano destra sulla spalla di Matt e gli afferro la camicia, il braccio sinistro stretto al petto per immobilizzarlo. Matt teneva nelle borse della Vulcan e della Harley un kit d’emergenza, ma questo non era il momento di giocare al dottore. Avvio il motore e comincio lentamente a ripercorrere la strada che aveva preso deviando dal sentiero. Nel giro di pochi secondi udirono piu forte il rumore del motore dietro di loro a sinistra. Era impossibile che riuscissero a svignarsela.

«Vai!» ordino Lewis. «Non preoccuparti per me. Ce la faro. Vai da quella parte. E piu corta.»

Matt accese gli abbaglianti e mise il piede sulla leva del cambio. Non aveva mai provato la Kawasaki fuoristrada, ma ora era il momento di farlo. Girando leggermente l’acceleratore, la Vulcan balzo in avanti nella fitta boscaglia. I successivi quattrocento metri furono spaventosi. Guido a una velocita tra i trenta e i cinquanta, prestando attenzione solo agli alberi piu grandi e fendendo il sottobosco a fatica. La Vulcan rimbalzava senza pieta su radici e pietre. Parecchie volte ebbe l’impressione che Lewis stesse per essere sbalzato a terra, ma in qualche modo l’uomo riusci sempre a riprendere la presa e a tenersi avvinghiato a lui. I rami sbattevano contro la visiera di Matt e gli strappavano la pelle gia escoriata. Piu di una volta si trovarono a volare e ad atterrare poi con sufficiente velocita da rimanere ritti. Dopo una serie di sobbalzi che per poco non fecero sfuggire a Matt la moto, uscirono dal bosco e imboccarono il sentiero che si allontanava dalle colline. Matt ridusse per un attimo la velocita e nel silenzio si senti solo il regolare tamburellamento del suo motore. «Stai bene?» chiese.

«Basta che mi porti alla fattoria», grugni Lewis. «E non mi invitare piu a fare altri giretti.»

Dopo pochi mimiti dal loro arrivo alla fattoria, i fratelli di Lewis erano gia in azione. Kyle spinse la motocicletta di Matt nel fienile, prese il kit d’emergenza dalla borsa, quindi nascose la moto sotto un telone. Frank aiuto Matt a stendere Lewis su un divano sbrindellato nel grande e ingombro soggiorno. Sopra di loro, una balaustra correva lungo il corridoio del secondo piano, dirimpetto a numerose porte. Matt vide Lyle aprire lassu un armadio ed estrarne ogni genere di fucili, pistole e addirittura due armi semiautomatiche. «Che cosa sta facendo?» domando. «I miei familiari sono dei bastardi molto abili», rispose Frank in tono piatto, indicando l’arsenale, «Non amiamo correre rischi.»

Matt uso un paio di cesoie per tagliare la camicia inzuppata di sangue di Lewis. Kyle torno, pose la cassetta del pronto soccorso accanto al divano, poi ando in cucina e torno con un vasetto senza etichetta mezzo pieno di una sostanza appiccicosa, densa, pungente, color beige. Spalmo quell’unguento sul viso di Lewis e tolse il nero altrettanto pungente. Sotto la mimetizzazione, Lewis era pallido e tirato. Guardo Matt e lesse i suoi pensieri.

«Niente ospedale.»

Matt si aggiusto lo stetoscopio attorno al collo e s’inginocchio accanto a Lewis.

«Per favore, procuratemi una scodella d’acqua calda», chiese. «Metteteci dentro del sapone, se ne avete, del sapone per stoviglie andrebbe meglio. E un asciugamano pulito.»

I fori del proiettile, per nulla aiutati dalla corsa attraverso il bosco, erano quasi del tutto coagulati, anche se il sangue fluiva ancora dal bordo della ferita d’uscita. Matt pose le mani sulla schiena di Lewis e le osservo mentre l’uomo inspirava. La parte destra si muoveva decisamente piu della sinistra. Lo ausculto con lo stetoscopio e il suo sospetto venne confermato. Parte del polmone perforato di Lewis si era afflosciata. Infilo sul braccio destro di Lewis l’apparecchio per misurare la pressione e lo gonfio per chiudere l’arteria brachiale che correva sotto la curvatura del gomito. Auscultando sopra l’arteria con lo stetoscopio, sgonfio lentamente il bracciale, finche non senti il sangue riprendere a pulsare attraverso il vaso. Il suono indico il valore piu alto della pressione sanguigna di Lewis, 110, equivalente alla forza necessaria per alzare una colonna di mercurio a 110 millimetri. La situazione avrebbe potuto essere peggiore, decisamente peggiore.

«Lewis», comincio a spiegare, «il tuo polmone e collassato. L’unico modo che ho per rimetterlo in funzione e infilarti una sonda nel torace. E l’unico posto in cui posso farlo e l’ospedale.»

Lewis scosse la testa cupamente e distolse lo sguardo.

«D’accordo, d’accordo», accetto Matt. «Faro quello che posso. Frank, sopra c’e una stanzetta con un letto. Voglio che la ripuliate e che mettiate sul letto le lenzuola piu candide che avete e anche due cuscini con federe pulite. Capito?»

«Dammi dieci minuti», rispose Frank.

«C’e dell’altro. Avro bisogno di un paio di pinze puntute come un ago.»

«Ne abbiamo una.»

«E un tubo in plastica del genere che usate per travasare benzina.»

«Abbiamo anche quello.»

«Bene. Per ultimo, avro bisogno di un guanto di gomma dalla cassetta del pronto soccorso.» Gemette. «Maledizione, non importa. Avevo tirato fuori i guanti e li avevo messi nello zaino. Senti, per quello che devo costruire, un profilattico andra ancora meglio. Sai cosa intendo, un preservativo. Uno di voi puo correre in citta e portarmi una confezione da tre?»

Per un attimo cadde il silenzio, poi Lyle disse: «Ne ho qui un paio».

Matt fisso ogni fratello, mentre Lyle andava in camera da letto. Se gli Slocumb pensavano che vi fosse qualcosa di strano, con la loro espressione calma lo mascheravano bene. Sorridendo senza denti ma con orgoglio, Lyle gli porse i due preservativi. L’incarto era stropicciato ma intatto.

«Non voglio sapere nulla», borbotto Matt a nessuno in particolare. «Non voglio sapere nulla.»

In attesa che tutto fosse pronto, Matt permise a Kyle di spalmargli una sostanza appiccicosa sulla faccia.

«Uh, questa roba brucia!»

«Mi sa che hai bisogno di un rasoio nuovo, dottore», scherzo Kyle.

Appena la stanza al piano di sopra fu pronta, Lewis venne portato su. Respirava a fatica e il suo colorito si era fatto piu scuro. Matt aveva letto come si eseguiva l’inserzione di una sonda nel petto in un manuale sugli interventi d’emergenza. La maggior parte dei metodi descritti da un ex portaferiti in Vietnam erano fantasiosi. Alcuni, come la toracotomia d’urgenza per l’inserzione della sonda che stava per effettuare, erano decisamente spettacolari. L’elemento principale era il profilattico. Dopo averlo srotolato e avergli tagliato via la punta, avrebbe usato del nastro adesivo per attaccare la base del preservativo all’estremita del tubo da travaso che spuntava dal petto. Il floscio tubicino in lattice avrebbe funzionato perfettamente da valvola unidirezionale, lasciando uscire l’aria dalla cavita polmonare senza farne entrare. Le dita di un guanto in gomma avrebbero forse funzionato, ma non altrettanto bene e di certo non in modo tanto pittoresco.

Le lenzuola sul letto al piano superiore, con uno scolorito motivo floreale, erano sorprendentemente pulite, e odoravano anche di pulito. Dieci minuti di bollitura avevano eliminato benzina e altre sostanze contaminanti dal tubo di travaso lungo un metro e venti, e largo sei millimetri e dalla pinza appuntita. La cassetta del pronto soccorso era completa e includeva anche un visore d’ingrandimento, filo di sutura, potenti antibiotici iniettabili e Xylocaina, un anestetico locale. Matt puli i fori del proiettile, li spalmo di pomata antibiotica e li ricopri con garze. Utilizzo quindi la Xylocaina per rendere insensibile la zona sopra e sotto la ferita d’uscita.

«Lewis», spiego Matt, «cerchero di addormentare questa zona quanto piu posso, ma fara ugualmente

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