«Quattrocento joule», ordino Crook, senza guardare Matt. «Iniettategli anche cento milligrammi di Xylocaina. Rimandiamo per ora il Propranolol.»

In quel momento, la rianimazione, che avrebbe dovuto essere semplice e ben riuscita, poteva prendere o una o l’altra strada. Fortunatamente, un potere piu grande di chiunque in quella stanza decise che non era giunta l’ultima ora per quel boscaiolo. Alla defibrillazione elettrica segui la Xylocaina che avrebbe dovuto ricevere immediatamente, che a sua volta fu seguita da un’altra scarica e all’improvviso eccoli la, un decente pattern sul monitor e una funzionale pressione sanguigna.

«Ben fatto», si congratulo Matt.

Robert Crook non si degno di rispondere.

Nel giro di pochi minuti lo stato cardiaco del paziente si era stabilizzato. Il colorito era migliorato e la pressione era salita e si manteneva costante. Crook fece cenno a Matt di spostarsi in un angolo, dove avrebbe potuto parlargli sottovoce senza farsi sentire.

«Mi creda sulla parola», mormoro aspramente, «e inizi a cercare un altro posto dove esercitare la professione. Qualche posto molto lontano da qui.»

«Ma qui mi piace», ribatte Matt. «Sono cresciuto qui. Ho sempre pensato che sarei invecchiato qui.»

«Ebbene, puo benissimo invecchiare da qualche altra parte. Cioe, se vuole invecchiare. Ha oltrepassato i limiti, Rutledge.»

«Non so di che sta parlando.»

«Ad alcune persone verra fatto del male, e io non sarei affatto sorpreso se lei fosse una di quelle.»

«Mi sta minacciando…»

«Dottor Crook?»

Julie Bellet stava indicando lo schermo del monitor, dove erano apparsi alcuni battiti irregolari.

«Altri cinquanta milligrammi di Xylocaina per endovena», ordino con rabbia Crook, prima di rivolgersi di nuovo a Matt: «Lei non fa fesso nessuno».

Matt allungo il braccio e afferro l’uomo per la cravatta e la camicia, senza farsi notare dalle infermiere.

«Neppure lei», ribatte con voce stridula. «Non mi minacci mai piu.»

Stupito, le guance infuocate, Crok si stacco e, sistemandosi cravatta e camicia, torno al capezzale.

Matt non ricordava di avere mai aggredito fisicamente qualcuno da adulto. Stupido! Totalmente stupido! Era stata una fortuna che nessuno avesse visto cosa aveva fatto. Con i pugni chiusi, roteo su se stesso e, senza lanciare neppure un’occhiata all’indietro, lascio l’unita di Terapia Intensiva. Era evidente, penso, che Crook sapeva della loro incursione nella discarica tossica. Ma l’avvertimento proveniva da Armand Stevenson o il cardiologo aveva oltrepassato i limiti della sua posizione alla BC C? E precisamente, cosa aveva inteso dire sostenendo che: «ad alcune persone verra fatto del male?» Quali persone?

Gli Slocumb!

Matt ando subito nella camera di Nikki per vedere se l’agente di polizia era arrivato. Era rimasto lontano da Lewis Slocumb anche troppo. Arrivo alla camera proprio mentre l’agente Tarvis Lyons percorreva a pesanti passi il corridoio. Lyons era stato compagno di classe di Matt al liceo regionale di Montgomery. Il soprannome di Tarvis, «Fossile», si riferiva alla velocita con cui faceva quasi tutto. Matt si era meravigliato che Tarvis fosse riuscito a prendere il diploma, per di piu con la fedina penale pulita, ma era rimasto addirittura scioccato quando, tornato a casa dopo l’internato, aveva scoperto che era entrato nella polizia. Difficile credere che qualcuno potesse affidargli un paio di manette, per non parlare di una pistola di servizio.

«Ehi, Ledge, che succede», lo saluto Lyons, usando il soprannome di Matt al tempo del liceo. La sua voce era di un’ottava piu alta di quanto ci si sarebbe aspettati dalla sua stazza.

«Grimes ha mandato te?»

Matt spero di non avere dato troppo rilievo al «te».

«Oggi e la mia giornata libera, il che significa che sono disponibile per gli straordinari. Il capo ha detto che c’e una bambola da sorvegliare.»

«Grimes ha chiamato bambola la dottoressa Solari?»

«Ehm, non ricordo esattamente.»

«E un medico, Tarvis. Cioe dodici anni di studi dopo il liceo. Credo si sia guadagnata qualcosa di piu rispettoso di un semplice ‘bambola’ da parte tua. Verra qui anche Grimes?»

«Ha detto che sara qui tra poco per interrogarla.»

«Fa’ esattamente quello che ti dice.»

«E proprio quello che ha detto lui.»

«Cosa?»

«Ha detto che devi aspettare e fare esattamente quello che ti dice.»

Matt sospiro. «Senti, appostati qui fuori. Assicurati che o tu o una delle infermiere conosca personalmente chiunque venga qui a visitarla. Io devo lasciare l’ospedale per alcune ore. Terro sempre acceso il cercapersone. Chiama il centralino dell’ospedale se hai delle domande e la telefonista mi trovera.»

«Ho capito, Ledge», commento Lyons. «Giochi ancora a pallacanestro?»

«Si, si, anche se non ho piu un gran braccio e, a dire il vero, nemmeno gambe.»

«Sei sempre stato un gran tiratore, Ledge.»

«Grazie, Tarvis. Tieni d’occhio la dottoressa Solari.»

Matt si fermo sull’uscio e lascio che gli occhi si abituassero alla fioca luce della camera. Nikki dormiva, respirando rumorosamente attraverso la maschera a ossigeno. Preoccupato per cio che aveva detto Crook, non vedeva l’ora di arrivare alla fattoria degli Slocumb. Corse nella saletta delle infermiere e prescrisse un controllo neurologico ogni mezz’ora per due ore, quindi uno ogni ora per cinque ore. Un’ultima occhiata a Tarvis Lyons che stava portando fuori da una stanza vuota una sedia, e via di corsa alla motocicletta.

Il viaggio fino alla fattoria gli parve interminabile. Ancora una volta, tutti i sensi di colpa che Matt aveva provato per avere messo in pericolo la vita di Lewis Slocumb riemersero. Crook era uno stupido, ma aveva ragione. Lui aveva passato il segno. Forse sarebbe stato meglio lasciar cadere l’intera faccenda, dimenticare la discarica tossica e ammettere di non poter dare del filo da torcere alla Belinda Coal Coke piu di quanto avesse potuto fare suo padre. Gli vennero poi in menti i volti sfigurati di Darryl Teague e Teddy Rideout. Quanti altri come loro ce ne saranno? Quanti altri gia ce ne sono? No, decise, mentre si fermava davanti alla fattoria, per nulla al mondo avrebbe fatto marcia indietro. Avrebbe soltanto fatto attenzione a non mettere nessun altro in pericolo in nome della sua crociata.

Proprio come Lewis l’aveva atteso sulla veranda la notte della loro escursione nella miniera, cosi ora ad attenderlo vi era Frank. Se ne stava appoggiato alla balaustra, un fucile dall’aspetto efficiente tra le braccia. Matt si chiese se i fratelli avessero in qualche modo saputo che stava arrivando. «Come sta?» domando Matt.

«Se la sta passando piuttosto male, soprattutto per il dolore alla spalla. Ma e ancora vivo e non fa che imprecare.»

«Questo e un buon segno. Frank, mi spiace veramente di averci messo cosi tanto per tornare. Ho avuto molto da fare in ospedale. Non ho potuto allontanarmi prima.»

«Sapevamo che saresti tornato appena ti fosse stato possibile.»

Nessun accenno di irritazione o di diritto acquisito. Questi uomini, duri e forti, erano abituati a prendere la vita come veniva e a concedere ai loro amici il beneficio del dubbio. Lewis, che indossava solo un paio di jeans sbrindellati e nulla dalla vita in su, era nella camera al piano superiore, appoggiato a due cuscini in una poltrona dallo schienale diritto in legno di quercia. Aveva un ottimo colorito e la benda attorno al torace era inzuppata di sangue, come era prevedibile. Il sistema di drenaggio era intatto e la garza che aveva avvolto alla meglio all’estremita del preservativo era impregnata di sangue secco e di sangue che si stava seccando. Chiaramente l’apparato stava funzionando bene.

Frank Slocumb e i suoi fratelli avevano dimostrato di essere degli infermieri in gamba. La stanza era sorprendentemente pulita e gli parve che le lenzuola fossero state lavate da quando era stato li l’ultima volta. I tre uomini rimasero in un angolo della stanza, fieri e rispettosi, mentre lui lavorava.

«I tuoi fratelli sono stati bravi, Lewis», dichiaro Matt, auscultando con lo stetoscopio e notando che i suoni respiratori si estendevano in ogni area di entrambi i polmoni.

«Sapevano cosa sarebbe successo loro se non lo fossero stati. Allora, vivro?»

«Frank ha detto che eri troppo irascibile per morire, e aveva ragione.»

Matt sistemo l’attrezzatura per una endovenosa e chiese che appendessero al soffitto un grosso filo di ferro

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