avviando verso la porta. «Alt! Questo non e giusto! Ho salvato la vita del vostro amico!» Stava inveendo contro l’interno della porta chiusa. «Dannazione.»
Matt prese a calci la parete e fece altri inutili tentativi per staccare il tubo. Niente da fare. Era gia bell’e morto. Se l’avessero lasciato in vita, sarebbe stato solo per curare la ferita alla schiena di Rake.
«Bastardi!» grido. «Ingrati bastardi!»
Si lascio cadere sul letto di stracci unti, tiro su la coperta e chiuse gli occhi. Nemmeno Nikki e gli altri avevano ora piu alcuna possibilita di sopravvivere. Per un po’ penso alla lenta asfissia. La respirazione sempre piu difficile, la sensazione di avere sonno, sdraiarsi, chiudere gli occhi e non svegliarsi piu. C’erano di certo modi peggiori di morire, compreso probabilmente anche quello che i motociclisti avevano in serbo per lui.
Il tempo passo. Forse si era appisolato quando la porta venne di nuovo spalancata. Bass rimase sull’uscio come aveva fatto la prima volta, bloccando la visuale di cio che c’era dietro di lui. Questa volta vi era, tuttavia, qualcosa di diverso. Questa volta teneva la mano sinistra dietro la schiena e nella sua enorme zampa destra, ciondolante lungo il fianco, una pistola.
«Merda. Bass, no», lo imploro Matt in un mezzo sussurro. «Non diro a nessuno di voi. Lo prometto.»
«Farai meglio a ricordartelo», borbotto Bass. «E un bene per te che tu sia un bugiardo tanto scadente.»
Si chino e lancio la pistola di Matt, facendola scorrere sul pavimento fino a quella specie di giaciglio. Matt non aveva ancora afferrato il significato di quel gesto, quando vide arrivare dietro la pistola anche le chiavi delle manette, un paio di jeans asciutti e una camicia da lavoro. Senza dire un’altra parola, Bass si volto e usci dalla capanna.
Al suo posto, occupando molto meno spazio, c’era Frank Slocumb.
35
«Non e incredibile, Lewis? Questo ragazzo sopravvive al crollo di una miniera, percorre un centinaio di metri in un fiume sotterraneo e finisce catturato da Bass Vernon e la sua pazza banda!»
«Sei proprio un bel tipo», disse Lewis a Matt.
Lewis, il tubo nel petto ancora fissato alla camicia, era incastrato tra Frank e Matt nella cabina del malconcio furgone Ford rosso anni Quaranta. Dietro, tra scatole e teloni, c’era il fratello minore Lyle. Kyle era rimasto a sorvegliare la fattoria.
«Frank», scherzo Matt, ancora stordito per lo scampato pericolo con i motociclisti, «a parte forse quando sei uscito dal ventre di tua madre, giuro che nessuno e mai stato piu felice di me di vederti.»
«Chi dice che mamma era felice?» s’intromise Lewis. «Stava per tagliarsi la gola quando lo ha visto.»
«E voleva tagliare la tua quando ha visto te.»
Matt rise con loro. Erano appena passate le dieci di una mattinata nuvolosa. Il furgone aveva percorso sobbalzando una strada in terra battuta, ripida e profondamente solcata, per circa mezz’ora, aggirando la montagna che conteneva sia la miniera Belinda sia il deposito di materiale tossico.
«Ti sei fatto proprio una bella gita, Matt», commento Frank. «Otto chilometri in tutto, forse nove e mezzo da dove sei partito a dove ti ha trovato la banda di Vernon. Sei un uomo fortunato.»
«Temevo che sarei morto cadendo dalla cascata, poi ne fui convinto quando Bass e entrato con quella maledetta pistola in mano.»
«E il suo modo di fare. Bass e pazzo come un cavallo. Anche cattivo, a seconda della droga che sta prendendo. Non credo di averlo mai visto lasciare uscire vivo qualcuno dal suo campo. E tu, Lewis?»
«A parte noi», rispose Lewis.
«Sapeva che noi facciamo il miglior whisky della valle. Quello che coltivano in quel buco infernale non c’interessa. Hanno pero piu armi e munizioni dell’esercito statunitense e le cose che fanno bang ci sono sempre piaciute.» Frank scoppio a ridere, accompagnato da Lewis. «Nel corso degli anni hanno imparato ad avere fiducia in noi, almeno per quanto Bass riesca a fidarsi di qualcuno. Devi avere fatto qualcosa di veramente speciale, se ci ha creduti quando gli abbiamo detto che ci si puo fidare di te e ti ha lasciato andare.»
«Ho salvato la vita di Rake», rispose Matt semplicemente.
«Nessuno ti dara una medaglia per questo», commento Lewis.
Matt controllo l’ora. Doveva esserci stata sufficiente aria nella grotta per consentire a Nikki e agli altri di sopravvivere fino a quel momento. Prego che Nikki, o Ellen, non l’avessero dato per spacciato e avessero deciso di uscire per il fiume. Era improbabile che gli dei lasciassero scampare due persone in una sola mattina per quella via.
«Quanto ancora?» domando.
«Siamo quasi arrivati», rispose Frank. «Non si puo arrivare direttamente alla galleria che intendiamo usare dalla casa di Vernon.»
«E Vernon vi ha spiegato di che cosa ho bisogno? Avete portato gli esplosivi?»
Frank sorrise.
«Penso proprio di si», rispose Lewis.
«Perche pensi stia guidando tanto adagio?»
Matt trattenne il fiato e fisso, al di la della finestrella, Lyle che, tranquillamente disteso tra i pacchi, fumava una sigaretta.
«Vi devo tantissimo», ammise Matt.
Percorsero gli ultimi quattrocento metri fuoristrada, insinuandosi tra gli alberi e superando radici. Nel punto in cui Frank si fermo, non si notava alcuna galleria lungo la base rocciosa dell’enorme montagna rimboschita.
«Dove andiamo da qui?» chiese Matt, mentre scaricavano due grandi zaini dal camioncino, due sacche piu piccole in nylon e una lunga sacca color cachi con un’insegna dell’esercito degli Stati Uniti stampinata sopra.
«Solo perche tu non vedi niente, non vuole dire che non ci sia qualcosa», replico Frank, passando a Matt uno dei grandi zaini e due rotoli di corda. «Qui ci sono un sacco di entrate nella montagna. Il trucco sta nel sapere quale finisce di colpo in grandi e profondi buche.»
Solo Lewis non era caricato come gli altri quando attraversarono la ventina di metri di terreno ricoperto di foglie e arbusti per raggiungere la collina. Matt si senti sempre piu eccitato all’idea di rivedere Nikki viva.
L’entrata al tunnel, completamente nascosta dietro un affioramento roccioso, era alta solo un metro e trenta, una fessura frastagliata grande abbastanza per fare passare una persona carponi, ma di certo nessuno con bagagli. Ammucchiarono la loro attrezzatura davanti all’entrata, quindi Matt e Frank entrarono, tirando ciascuno una estremita di corda. Matt non si sorprese affatto nel vedere che il suo battito era relativamente lento e regolare, malgrado quel passaggio fosse tanto stretto.
Guidati da una potente torcia elettrica, avanzarono per nove metri nello stretto tunnel, prima di giungere in un atrio alto abbastanza da potersi drizzare e sufficientemente largo per tutti loro e per l’attrezzatura. Frank lego insieme le corde, formando un lungo cappio a un’estremita e lasciando sporgere dal nodo sufficiente corda da usare come cinghia. Lewis stava facendo la stessa cosa all’esterno. Un pezzo alla volta, trascinarono dentro l’equipaggiamento, mentre la corda vuota veniva resa a Lewis e Lyle la legava attorno ad altri attrezzi.
Svelti! Avrebbe voluto gridare Matt. Affrettatevi!
Il tragitto nella montagna per questa via gli parve piu lungo e stretto che quello dal crepaccio, ma non vide salti ne acqua fino a che non superarono un fiume su alcune assi proprio verso la fine del cammino.
L’ambiente di cio che una volta era l’entrata al deposito di sostanze tossiche era completamente cambiato. Gran parte del soffitto era crollata e aveva creato una nuova grotta all’esterno della vecchia. Si poteva raggiungere il soffitto della nuova caverna, a circa sei metri sopra di loro, solo arrampicandosi su una parete di roccia cui mancavano dieci gradi per essere verticale. Il pavimento era ricoperto di detriti e una parte della parete di destra era crollata, lasciando uno strano e liscio incavo che sembrava fosse stato prodotto da un gigantesco cucchiaio per gelati.