Rochelle. Raggiungila.»

«E dove andremo, signore? De Serrault ci ha detto che le accuse di Filippo IV sono state inviate a tutti i sovrani d’Europa. Nessun luogo sara piu sicuro per noi Templari.»

«Esistono terre ancora inesplorate, e vi rifugerete li. E un viaggio lungo e difficile, ma non impossibile. I comandanti della nostra flotta conoscono bene la rotta. Si tratta di terre ricche d’oro e d’argento, popolate da indigeni ospitali, convinti che siamo la reincarnazione di una loro divinita.»

«Sono dunque ancora una volta costretto a fuggire davanti al pericolo? Mi ripugna, ma non posso che inchinarmi al vostro ordine. Consentitemi tuttavia una promessa solenne: tornero. Tornero per difendere i miei confratelli. Lo giuro sulla Croce.»

De Molay parve non sentirlo nemmeno e continuo: «A La Rochelle sono alla fonda diciassette navi. Non possiamo farle cadere nelle mani di Filippo IV. Dobbiamo portarle in salvo assieme al nostro tesoro».

«Ma ci vorranno diversi giorni, e come potremo trasportare tutto di nascosto?»

«Non sto parlando del Tesoro dell’Ordine, Bertrand, ma soltanto di alcuni oggetti sacri che custodiamo da quando li scoprirono i fondatori nei sotterranei del Tempio di Gerusalemme. Io vi copriro per quanto mi sara possibile. Se necessario, arrivero fino ad ammettere le colpe che mi verranno contestate. La mia vita vale molto poco al confronto con l’importanza di quegli oggetti.

«Basta cosi. Tra due giorni partirai per La Rochelle sotto mentite spoglie. Sarai preceduto da una staffetta con i miei ordini. In quella citta portuale ti si uniranno altri fratelli. Prenderai il comando della flotta, che successivamente dividerai. Dieci navi si fermeranno in Scozia, il cui sovrano non potra mai mostrarci alcuna ostilita. Si terranno pronte a tornare in Francia, qualora altri Cavalieri dovessero trovarsi nelle condizioni di lasciare questo Paese. Con le altre sette, le piu solide e veloci, tu farai invece rotta per quelle terre lontane. Dio ti assista.»

«Debbo parlarvi» disse Bertrand a Luigi e Shirinaze, convocati con la massima urgenza nel suo alloggio. «Il re sta per imprigionare tutti i Templari di Francia. E io sono stato destinato a una missione della massima segretezza e importanza. Credo sia meglio che voi due vi rifugiate in Italia, nel castello di Valnure.»

Luigi alzo su di lui uno sguardo intimidito, e ci volle qualche istante perche potesse parlare.

«E da tempo che voglio dirvi una cosa, Bertrand», sbotto finalmente, «ma non ho mai trovato il coraggio. Adesso… adesso… pero…» e di nuovo s’interruppe, arrossendo intensamente. «Shirinaze e io ci amiamo», disse infine tutto d’un fiato. «Quindi… quindi devo rinunciare a diventare Cavaliere. Ma palesare il nostro amore a mio padre e ai miei parenti sarebbe molto difficile. Shirinaze e devota alla nostra religione, ma le sue origini… persino il colore della sua pelle… Non avremmo vita facile in nessun luogo cristiano. Portateci con voi.»

Bertrand sorrise e annui.

Aveva occhi acuti, la confessione del suo protetto non lo aveva colto di sorpresa. Rimase qualche istante in silenzio, quindi annuncio in tono solenne: «Mi siete stati affidati dal destino o dalla famiglia. E giusto che rimaniate con me».

Castello di Valnure. 10 gennaio 1999

Era quasi l’una di notte, e Gerardo di Valnure stava cercando con scarso successo di canticchiare un’aria della Camera di un libertino di Stravinsky, a cui aveva appena assistito al teatro di Reggio Emilia. Il cancello si apri automaticamente, illuminato dai fari dell’auto. Per una strana associazione d’idee gli venne in mente Paola, ferma in quello stesso punto una ventina di giorni prima. Da allora si erano sentiti un paio di volte, ma non si erano visti. Per fortuna, anche lei sembrava poco propensa ai legami duraturi.

Scese dall’auto e, sotto una pioggia sottile, apri il portoncino della sua abitazione, apprestandosi a salire le scale. Un forte colpo alla nuca gli fece perdere i sensi. Rimase svenuto diversi minuti, consentendo agli assalitori di scappare.

Quando si riprese, stento a ricordarsi dove fosse. Si massaggio la testa, che sembrava volesse esplodere. Poi ricordo tutto, e in particolare che Giacomo aveva preso un giorno di liberta per andare a trovare una parente malata. Sali le scale reggendosi al corrimano. Entro in casa.

I ladri avevano frugato ovunque con metodo, e la casa era nel caos totale. Fatto un sommario controllo, Gerardo constato che mancavano soltanto alcuni pezzi d’argenteria: per fortuna la cassaforte a muro, dov’erano custoditi i gioielli di famiglia, documenti e contanti, non aveva ceduto.

Lasciatosi cadere su una poltroncina dello studio, ancora confuso, Gerardo fece vagare lo sguardo nel locale in cerca di eventuali altri danni. E fu allora che noto il computer: i ladri lo avevano acceso. Erano davvero ladri? Che cosa stavano cercando?

Parigi. Notte del 4 ottobre 1307

I quattro carri carichi di fieno non uscirono dal portone principale del Tempio, ma da uno secondario, e si allontanarono rapidamente con il favore della notte. Sul primo carro c’erano Bertrand e Paul, sul secondo Luigi e Shirinaze, e sul terzo Jean Marie de Serrault, che aveva deciso di rifugiarsi in Scozia, dove aveva parenti. Con loro erano partiti una dozzina tra Cavalieri e sergenti.

Gli otto giorni di viaggio per La Rochelle trascorsero senza intoppi, e finalmente davanti al piccolo convoglio comparve la citta, vagamente simile a San Giovanni d’Acri per l’alto muro di cinta turrito da cui era protetta. Alcune navi erano ormeggiate in banchina, altre dondolavano pigramente all’ancora in rada.

Era notte, e le porte erano sprangate.

«Sono Bertrand de Rochebrune, Cavaliere del Tempio: reco un salvacondotto e ordini del Gran Maestro Jacques de Molay per il comandante della flotta», annuncio Bertrand all’alt della sentinella.

«Una staffetta ci ha preannunciato il vostro arrivo, Cavaliere», gli fu risposto. «Il comandante della flotta vi sta aspettando. Vi condurro da lui.»

Le sagome delle navi si stagliavano nella notte. Erano strane, molto diverse dalle galee e cocche su cui Bertrand era abituato a viaggiare nel Mediterraneo. Avevano i bordi piu alti, una prua ancora piu sollevata e vele diverse.

Bertrand le stava ancora osservando con interesse, quando si senti salutare da una voce familiare. Con un trasalimento riconobbe il comandante che l’aveva portato in salvo da San Giovanni d’Acri.

Patron Magri si sporgeva con un largo sorriso dal parapetto della nave piu grossa. «Sono lieto d’incontrarvi di nuovo, Bertrand.

«Cosi travestito, ho stentato a riconoscervi», continuo quando lo ebbe davanti a se sul ponte. «Sono ai vostri ordini, secondo il dispaccio inviatomi dal Gran Maestro. La flotta e pronta a salpare.»

Quindi spiego che l’armatore veneziano per il quale navigava nel Mediterraneo era morto, e lui aveva deciso di rimanere al servizio del Tempio, ricevendo il comando di quella flotta.

«Come vedete», spiego, «queste cocche nordiche sono diverse dalle nostre, dovendo affrontare mari ben piu difficili.»

Concluse con la massima celerita le operazioni di carico; il convoglio di diciassette navi mise la prora al mare e comincio il lungo viaggio.

«Ho ormai percorso diverse volte la rotta verso le terre sconosciute, Bertrand», spiego patron Magri quando ebbe terminato di dirigere le manovre. «Sono luoghi mirabili, dove frutti e verdure crescono spontanei. Intratteniamo buone relazioni con gli indigeni, che sono gente pacifica e ingenua.»

«Come fate a seguire la rotta?» chiese Bertrand.

«Basta dirigere a occidente e seguire una stella che chiamiamo Merika. Il viaggio puo durare anche qualche mese, ma in questa stagione i venti sono favorevoli.»

Castello di Valnure. 15 gennaio 1999

Gerardo scosse ancora una volta la testa. No, c’era di sicuro qualcos’altro. Doveva esserci.

Nelle sue ricerche si era sempre limitato ai testi seri, rifuggendo da quelli fantasiosi, che romanzavano la vicenda dei Templari. Ma a un certo punto non gli erano piu bastati, e si era visto praticamente costretto ad

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