Dalle urla di rabbia dei suoi carcerieri aveva capito che Luigi e il bambino si erano salvati. Tanto le bastava, adesso poteva anche morire. Ma non subito. C’era un debito che qualcuno doveva saldare.

Intanto Luigi aveva adagiato il bambino sotto una mangrovia e si era seduto accanto a lui per riprendere fiato. Da quando aveva raggiunto la salvezza, non aveva piu prestato attenzione alla battaglia.

Gli indigeni furono loro addosso quasi senza che se ne accorgesse.

Luigi riusci a gettarsi sul corpo del figlio per proteggerlo, sentendo la punta di una lancia contro il costato. Chiusi gli occhi, attese il colpo di grazia, pregando Dio che almeno il piccolo fosse risparmiato.

Ma all’improvviso senti un indigeno gridare qualcosa, e immediatamente la pressione della punta della lancia venne meno.

Bertrand era solo in una maleodorante segreta nei pressi della cattedrale di Vienne. Non era prostrato tanto dalla prigionia, quanto dal senso d’impotenza da cui si sentiva bruciare sempre piu con il passare dei giorni. A poca distanza da li i suoi confratelli stavano per subire una condanna ingiusta, e non poteva fare niente per impedirlo.

Le guardie lo sorvegliavano a vista, ma ai turni di notte erano state assegnate le piu giovani, con cui riusciva a scambiare qualche parola. Con una, in particolare. Sui vent’anni, era stata arruolata nella guardia del papa da soli sei mesi. Trattava Bertrand con un singolare tono di deferenza. Si avvicinava spesso allo spioncino e, attraverso l’inferriata, lo informava sull’andamento del processo.

«Sembra quasi che papa Clemente temporeggi, che aspetti qualcosa prima di decretare la fine dei Cavalieri del Tempio», gli disse una sera.

«Dov’e il re di Francia?»

«Si trasferira da Lione a Vienne in primavera.»

«Ecco che cosa sta aspettando il papa. L’arrivo del suo prediletto figliolo. Soltanto allora sapremo quale destino ci attende.»

«So che non ne parlerete mai con nessuno», sbotto inopinatamente il ragazzo, parlando a voce bassissima e premendo la faccia contro l’inferriata.

E Bertrand, sbalordito, lo senti aggiungere: «Quasi ogni racconto che ho sentito da bambino aveva come protagonista un Templare. Non credero mai che uno solo di voi abbia potuto rinnegare la Croce e macchiarsi delle terribili colpe di cui vi accusano».

Piacenza. Marzo 1999

Il funerale di Giacomo fu mesto e breve. Per volonta di Gerardo, in riconoscimento per il suo fedele servizio, l’anziano maggiordomo fu sepolto nella cappella dei conti di Valnure, nel cimiterino adiacente al castello.

Mentre Paola gli si stringeva, il nobile piacentino ebbe un moto di commozione vedendo la pesante lastra di marmo nascondere per sempre la bara nella tomba. Quindi si segno, giurando a se stesso che avrebbe fatto tutto il possibile per scoprire chi avesse ucciso Giacomo.

«Mi spiace doverti lasciare solo in una giornata come questa», disse Paola quando furono a casa, «ma ho un impegno imprescindibile in sala registrazione, a Roma.»

Gerardo la guardo negli occhi e credette di vedervi qualcosa. Chissa, forse quel sentimento di cui lui aveva paura. Le fu grato per il semplice motivo che fosse li. Senza di lei, quell’evento sarebbe stato ancora piu sconvolgente. La accompagno fino all’auto e la segui con lo sguardo finche non scomparve oltre il cancello. A quel punto senti tutto il peso della solitudine.

Era rientrato in casa da pochi attimi, quando la portineria lo avverti che un corriere aveva appena consegnato una busta per lui.

Chiese che gliela portassero. Sapeva che si trattava del dischetto con la chiave per decifrare le informazioni inviate da Sara Terracini.

8

Roma. Marzo 1999

Sara Terracini poso il giornale sulla scrivania e diede di piglio alla cornetta del telefono. In prima pagina, su quattro colonne, campeggiava il titolo: «Misterioso omicidio di un domestico nel castello di Valnure».

Pochi istanti piu tardi era in linea con Gerardo.

«Non voglio parlare della tragedia per telefono», gli disse subito. «Hai ricevuto il pacchetto del corriere?»

«Ah… si, sto cercando di far funzionare il… marchingegno.»

«Non appena ci sarai riuscito, richiamami via computer.»

Circa mezz’ora piu tardi uno scampanellio le segnalo che qualcuno stava cercando di contattarla. Non appena ebbe la certezza che si trattava di Gerardo, digito: ‹COM’E SUCCESSO?›

‹HO TROVATO GIACOMO SEDUTO DAVANTI AL COMPUTER. QUALCUNO GLI AVEVA SPARATO IN PIENA FRONTE. CREDO CHE L’ASSASSINO SI SIA FATTO SVELARE LE PASSWORD D’ACCESSO E ABBIA ESEGUITO UNA COPIA DI TUTTO IL DISCO FISSO. HO TROVATO IL PROGRAMMA DI BACKUP INSERITO. MA PER FORTUNA NON AVEVO ANCORA DECODIFICATO IL TUO MESSAGGIO.›

‹NEL DISCO C’ERANO INFORMAZIONI IMPORTANTI?›

‹TUTTI I RISULTATI DELLE MIE RICERCHE SUL SIGILLO, ANCHE SE NON ERANO UN GRANCHE.›

‹QUINDI ADESSO SANNO QUELLO CHE HAI SCOPERTO.›

‹TEMO PROPRIO DI SI, SEMPRE AMMESSO CHE DIETRO QUESTA SERIE D’INCIDENTI CI SIA DAVVERO UN’ORGANIZZAZIONE. E COMINCIATO TUTTO AD AKKO.›

‹DIMMI OGNI COSA DETTAGLIATAMENTE. CONOSCO PERSONE CHE POSSONO DARCI UNA MANO.›

‹AD AKKO LA MIA AUTO E STATA INVESTITA DA UN CAMION PIRATA.›

‹CHI ERA A CONOSCENZA DEL TUO SOGGIORNO?›

‹QUASI NESSUNO, ESCLUSI IL MIO MAGGIORDOMO E LA DIRETTRICE DEL MUSEO DI AKKO, L’UNICA PERSONA CON CUI HO AVUTO UN CONTATTO LI.›

Quasi contemporaneamente, nella villa sull’Appia Antica si stava svolgendo un’altra riunione del Gran Consiglio. In piedi davanti al grande tavolo in noce c’era l’uomo che aveva provocato l’incidente di Akko. Apri un astuccio e ne estrasse quattro dischi luccicanti.

«In questi CD-Rom e copiato tutto il disco fisso del computer di Gerardo di Valnure. Il loro esame mi ha convinto che non abbia ancora scoperto molto su di noi. Pero c’e un messaggio di posta elettronica in codice, che nessuno dei miei programmi di decodifica e riuscito a decifrare. E stato spedito da un centro studi e ricerche di qui. Ho raccolto informazioni: pare che sia in rapporti con i servizi segreti israeliani.»

«Israele? Pessima gatta da pelare. Dobbiamo saperne di piu. Subito. Comunque hai fatto un ottimo lavoro, Hans. Per quel messaggio proveremo a utilizzare i nostri codici», disse il Gran Maestro.

«Non sara facile. E una chiave molto complicata.»

«E tra le cose di Gerardo di Valnure immagino non ci fosse.»

«No, non e stata trovata. Dev’essere su un dischetto che probabilmente aveva con se.»

Dicembre 1311

«La Commissione Papale sta per emettere il giudizio», disse la giovane guardia attraverso lo spioncino.

«Non credo che tutti i vescovi si siano lasciati condizionare dal papa», rispose Bertrand de Rochebrune.

«Corrono molte voci sullo strano modo con cui devono votare.»

«Cioe?»

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