Dai documenti risultava essere Flavio Tomasetti, biologo milanese.

Aprile 1312

Lorenzo di Valnure chiamo suo cugino Bertrand nel salone del castello, davanti al grande camino acceso.

«Ho ricevuto da poco un dispaccio da Vienne», disse senza preamboli. E si mise subito a leggere ad alta voce la parte della bolla papale Vox in Excelso riguardante la sorte dell’Ordine Templare.

«In considerazione della cattiva reputazione dei Templari, del sospetto e delle accuse che gravano su di loro; in considerazione della cerimonia segreta di ammissione, della condotta perversa e irreligiosa di molti dei suoi membri; in considerazione dello scandalo, ormai non piu sanabile; in considerazione dell’eresia, dei terribili misfatti; in considerazione del fatto che la Santa Romana Chiesa soppresse in passato, per motivi ben piu lievi, altri celebrati Ordini, Noi, non contravvenendo alle regole della Cavalleria, e non senza intima sofferenza, non in virtu di una sentenza giudiziaria, ma ex autoritate apostolica, sopprimiamo l’Ordine suddetto con tutte le sue istituzioni.

«Clemente Pontefice della Santa Romana Chiesa, a Vienne il 3 aprile 1312.»

Bertrand rimase in un silenzio assorto: sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma aveva continuato a sperare.

«I miei fratelli avevano ragione. Quello che la Cristianita acclama come il suo Pastore non e che un nemico della comunita di Cristo e dell’intera umanita. E avevano anche ragione di chiedere a noi sopravvissuti di costituirci in una societa segreta per combatterlo. Fino alla morte, per il trionfo della verita.»

«Che espressioni aspre. Mi stupisci, Bertrand.»

«Mi sono stupito io stesso nel pronunciarle, ma, credimi, non c’e alternativa. Dovro rientrare al piu presto in Scozia per preparare i miei fratelli a una lunga battaglia contro il Maligno.»

«Sia come vuoi, Bertrand. Qui avrai sempre un amico e alleato fedele. Ma, ti prego, parlami ancora di mio figlio Luigi, della sua sposa, del mio nipotino. Se tornassero, li accoglierei a braccia aperte.»

La nave veleggiava maestosa seguendo la costa. Avvistatala, Luigi si precipito al coperto tra la vegetazione. Quel mattino si era allontanato dal villaggio dicendo che andava a pesca. In realta voleva cercare d’individuare la base di de Ceillac, impresa che fino ad allora non gli era riuscita. I guerrieri Calusa erano costantemente in agguato e avevano gia ucciso quasi trenta Tequesta in una serie d’imboscate.

La nave viro improvvisamente, puntando verso il largo. Luigi la segui con lo sguardo sino a quando, al tramonto, non la vide raggiungere l’isola piu lontana e scomparire.

«Adesso so dove ti nascondi, de Ceillac», esclamo.

Maggio 1999

Sotto le mentite spoglie del biologo Tomasetti, Gerardo di Valnure si era unito a una delle tante visite guidate ai laboratori di Roslin, circa sedici chilometri a sud di Edimburgo, luogo assurto a grande fama da quando vi era stato effettuato un importante esperimento di clonazione.

Il viaggio organizzato prevedeva una settimana di soggiorno nel paesino scozzese, inclusa un’escursione alla cappella.

La prima caratteristica singolare consisteva proprio nel nome della localita e in quello della cappella; la pronuncia era uguale, ma si scrivevano in maniera diversa: Roslin e Rosslyn. Facendo ricerche sull’origine gaelica, Gerardo aveva scoperto che Roslin significa «antico sapere che si tramanda nel tempo».

Finse un grande interesse quando gli venne illustrato lo straordinario procedimento scientifico che aveva portato a clonare la celeberrima pecora Dolly, ma il suo vero interesse era rivolto in ben altra direzione.

Sara Terracini compose il numero telefonico del suo insostituibile collaboratore, Toni Marradesi, pregandolo di andare da lei.

I preziosi volumi di cui si accingeva a esaminare le procedure di restauro erano di straordinaria importanza, ma ormai non riusciva piu a togliersi dalla mente le vicende dei Templari.

Quando Toni comparve sulla porta con la sua perenne aria indaffarata, gli scocco subito un sorriso angelico, ma capi che la tecnica non funzionava piu.

«Forza, sputa il rospo», sbotto infatti lui. «In quale pasticcio vuoi ficcarci, questa volta?»

«Niente, Toni… Solo che tu sei l’unico…»

«L’unico pazzo capace di seguirti nelle tue follie. Lasciamo perdere. Di che cosa mi devo occupare?»

«Ricordi quando ci hai detto che esiste la possibilita che i Templari siano sbarcati in America prima di Colombo?»

Marradesi annui, e lei continuo.

«Hai nominato un paese presso Edimburgo e una cappella della famiglia St Clair. Be’, devo saperne tutto il possibile.»

«Quanto tempo mi dai?»

«Gerardo di Valnure e a Roslin e ci restera tre giorni. Ho la sensazione che potrebbe avere bisogno di noi.»

Il pullman della visita guidata svolto in una stradina quasi al centro del paese, infilandosi tra due antiche locande. Appena oltre l’angolo comparve la cappella di Rosslyn, protetta da un tetto in lamiera. Vi si entrava attraverso un piccolo cottage zeppo di souvenir e fotografie in vendita.

L’imponente parete ovest stonava con la perfezione architettonica dell’insieme: diroccata, sembrava che i costruttori non fossero riusciti a completarla.

La guida si soffermo soltanto brevemente a descrivere i bassorilievi sui montanti del portale d’accesso, ma quanto bastava perche Gerardo vi riconoscesse le pannocchie di mais. Come poteva, l’anonimo scalpellino che le aveva scolpite con incredibile precisione, conoscere quel vegetale almeno dodici anni prima che Cristoforo Colombo scoprisse l’America?

Gerardo si stacco dal gruppo, fermandosi a osservare un’iscrizione in latino sopra un portale.

PIU FORTE DEL VINO E IL RE, PIU FORTE DEL RE E UNA DONNA, MA SU TUTTI TRIONFA LA VERITA.

Grazie a una e-mail speditagli dal prezioso Marradesi e ricevuta collegandosi in rete con Piacenza, Gerardo sapeva quale ne fosse la fonte: le Antichita giudaiche di Flavio Giuseppe, dove si legge che Zorobabele, trovandosi con altri due ebrei alla reggia di Dario come sua guardia del corpo, rispose con queste parole all’indovinello: «E piu forte il vino, il re o una donna?»

Compiaciuto della risposta, Dario gli disse che d’ora in avanti lo avrebbe fatto sedere al suo fianco e chiamato «cugino»: gli chiedesse pure cio che desiderava. Allora Zorobabele gli ricordo l’impegno preso quando era divenuto re: ricostruire Gerusalemme e il suo Tempio e restituire i vasi sottratti e portati a Babilonia da Nabucodonosor. Cosi Dario ordino che fosse fatto.

Ecco dunque un primo indizio che rinviava al Tempio.

Quindi Gerardo conto il numero dei pilastri: erano dodici. Ma nella zona orientale della cappella c’era un’altra coppia di colonne gemelle, di piu pregevole fattura: una seconda analogia con l’interno del Tempio di Gerusalemme, di cui ricordava bene la struttura.

E due colonne gemelle, denominate Jachim e Boaz, risalenti ai rituali d’iniziazione dei Templari, costituivano tuttora una componente importante nell’arredo delle sedi della massoneria, che molti consideravano un’erede dei Cavalieri del Tempio.

Il terzo indizio, gli aveva detto l’e-mail, lo avrebbe trovato sulla parete esterna. Fu infatti esaminando con attenzione quei bassorilievi che scopri due figure: un uomo bendato, inginocchiato e coperto da una tunica, tenuto

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