Quando la
Pochi minuti piu tardi Derrick Grant chiamo il padre a Rio de Janeiro, dov’era tuttora di stanza. Lo tranquillizzo per quella chiamata fuori orario e venne subito al dunque, cercando di esporlo nella maniera piu logica, anche se era proprio la logica il punto debole della situazione. Infatti il tono di suo padre non fece niente per nascondere la perplessita.
«Mi chiami nel cuore della notte, e da cosi lontano, per dirmi che una tua amica e una visionaria?»
«Papa, Maggie Erriot e una ragazza con la testa molto sulle spalle.»
«E anche una gran bella ragazza, a quanto ricordo», lo interruppe il padre. «Non vorrei che la cotta ti facesse stravedere.»
«Macche stravedere, papa. Persino l’FBI fa spesso ricorso a medium o sensitivi per risolvere casi particolarmente intricati.»
«L’FBI, eh… No, non mi convincerai mai. Ma prova a vedere se riesci a convincere un mio amico, li a New York. E Timothy Hassler, lavora non so bene in quale branca federale che si occupa di terrorismo. Ti do il suo numero di telefono.»
Pat Silver era tornato a New York dopo una lunga «vacanza». Nato nel Michigan, era vissuto li soltanto per il periodo universitario, ma amava considerarla la sua citta perche era l’unico posto al mondo in cui gli riusciva facile vivere come piaceva a lui.
Vivere alla grande. E di truffe. La sua tecnica consisteva nel raggirare molte persone per piccoli importi — al massimo qualche centinaio di dollari —, astuto stratagemma che lo metteva largamente al riparo da un ricorso dei truffati alla giustizia.
Trovo lo spunto che cercava da qualche giorno in una pagina interna del
Non perse tempo: apri in una banca del vicino New Jersey un conto intestato a un puro frutto della sua fantasia, la Saving Ltd, e si fece fare timbri e carta intestata.
Il primo giorno di raccolta gli frutto settecento dollari, carpiti a ingenui risparmiatori convinti di trovarsi di fronte un bravo venditore del colosso finanziario che consegnava loro un contratto in piena regola, con tanto di firme e timbri. Non certo della Saving Corporation, pero, ma della quasi omonima Saving Ltd.
Quando una settimana piu tardi estinse il conto nella banca del New Jersey, Pat Silver disponeva di seimiladuecento dollari.
Timothy Hassler, un bell’uomo dai capelli castano chiari, era sui trent’anni. Aveva dato appuntamento a Derrick e Maggie in un piccolo ristorante all’angolo tra la Cinquantunesima e Lexington Avenue.
Terminato il suo racconto, la bella giovane di colore abbasso gli occhi scuri.
«Negozi di toeletta per animali negli Stati Uniti ce ne sono a migliaia, per non parlare dei bar d’angolo con insegne rosse», commento Hassler con non velata ironia. «Da quale pensa sia meglio partire per dare un fondo di verita alle sue visioni?»
«Ho
«Il campo di ricerca si restringe molto», ribatte Hassler senza abbandonare il tono ironico. «Posso pero sapere verso quale punto cardinale sono orientate di solito le sue
Fu Derrick a replicare: «Potrebbero bastare una cartina topografica e un compasso per tracciare un cerchio di nove miglia intorno alla capitale. Ridurremmo di molto il campo della ricerca. Una volta individuato il luogo, lei potrebbe mandare un paio di agenti al terzo piano del palazzo da dove si vedono il caffe e il negozio di animali. Certo… sempre ammesso che quel palazzo esista».
«Io non so quanto le mie
Hassler aveva molti dubbi sulle
Ekaterinburg. 1980
In fabbrica si diceva che Dmitrij Kaplan, il capo reparto, fosse il referente del KGB, e tutti lo temevano. Tutti tranne Iosif.
«Drostin!» ordino la voce di Kaplan attraverso gli altoparlanti del grande capannone. «Nel mio ufficio appena finisci il turno.»
Iosif non alzo nemmeno lo sguardo dalla sua monotona occupazione, limitandosi ad annuire.
Kaplan era molto piu alto della media e di corporatura massiccia, seppure con un anello di adipe alla vita. Bastavano i suoi occhi torvi a suscitare timore.
«Dove si posa il mio sguardo», era solito vantarsi, «la produzione migliora.»
Drostin entro nello sgabuzzino ricavato in un angolo del capannone principale. Kaplan era seduto su una sedia sgangherata davanti a una scrivania colma di carte.
«Non sono soddisfatto del tuo rendimento, Drostin», dichiaro, trapassandolo con il famoso sguardo. Ma Iosif, in piedi davanti a lui, non apparve per niente intimorito.
«Sta’ attento, Drostin, ti tengo d’occhio», concluse Kaplan fissandolo in tono minaccioso.
Iosif usci dalla stanza lasciando volutamente lo sgabuzzino aperto. Incurante di cio che Kaplan gli urlava dietro, senti la porta sbattere alle sue spalle.
Tornato a casa, si senti svuotato e inutile. Le minacce del capo reparto non lo avevano intimorito, ma quel genere di vita lo stava logorando. Le uniche cose che riuscissero a distrarlo erano il ricordo di nonno Igor e la storia che gli aveva dettato. Sedette sul letto e prese uno dei quaderni. Sentito improvvisamente bussare alla porta, lo poso sul letto e ando ad aprire.
Chalva Tanzic, georgiano, passava per duro e violento. Lui e Iosif si erano sempre tenuti a distanza, forse per l’istintiva sensazione che uno scontro si sarebbe risolto in maniera molto grave.
«Che cosa ti ha detto quel figlio di puttana?» chiese, con due occhi venati di odio.
Iosif sapeva che poco tempo prima Chalva e Kaplan avevano avuto un diverbio. «La solita roba: non gli piace il mio rendimento.»
«Sei un ragazzo in gamba, Drostin. Questo trattamento nei tuoi confronti non e giusto. Kaplan merita una lezione per quello che sta facendo a tutti noi.»
«Cosi ci tiriamo contro la polizia segreta», provo a ribattere Iosif.
«Credi davvero a quella storia? Kaplan e troppo stupido persino per essere del KGB. No, Drostin, le cose stanno cambiando. Parole come
«Lo sai che non mi interesso di politica.»
«Ma quale politica, Drostin, qui si tratta del nostro avvenire. Se davvero dovesse esserci una rivoluzione economica, conosco almeno cento modi per diventare ricco in fretta», replico il georgiano. «Conta pure su di me», concluse congedandosi. «Per qualsiasi cosa.»
Iosif scrollo le spalle e, rimasto di nuovo solo, riprese il quaderno.
«