Presi alcuni volumi, si accomodo a uno dei tavoli da lettura e comincio a consultarli.

Rientro al suo alloggio che era ormai tardi. Aveva due libri sotto braccio e la testa piena di slogan antizaristi. Ma le notizie storiche sicure erano ben poche.

Come capitava sempre piu spesso, Chalva Tanzic arrivo da lui poco dopo che era rientrato.

«Quei libri ti serviranno a poco, vecchio mio», disse subito.

«In che senso?» chiese Iosif, chiudendo il libro e respingendo la fiaschetta di vodka scadente che l’altro gli offriva.

«Nel senso che la Russia sta cambiando, e la cultura non ti servira a molto. Bisogna agire. E agire subito puo significare arrivare prima degli altri a godere i frutti del nuovo corso di Gorbacev.»

Iosif lo scruto con aria interrogativa, e Tanzic continuo: «Ho chiesto di essere trasferito a Mosca, e credo che Kaplan dara il suo assenso, pur di togliermi dai piedi».

E lo sguardo torvo del georgiano parve cercare un suo cenno di consenso. Iosif si dichiaro dispiaciuto che se ne andasse. Tanzic era un tipo pericoloso, ma anche l’unica persona con cui riuscisse a scambiare qualche parola.

New York. Aprile 1986

«Studio Grant e Associati», rispose la voce coltivata di una segretaria.

«Sono Maggie Erriot. Vorrei parlare con l’avvocato Grant.»

«A che cosa devo il piacere della chiamata?» esordi subito Derrick non appena fu in linea. «Spero che non sia dovuta a motivi professionali. Non mi piacerebbe affatto saperti nei guai.»

«No, sta’ tranquillo. Timothy e io ci sposiamo.»

«Che bella notizia», esclamo Grant con finto entusiasmo. In realta non provava quasi nessuna simpatia per Timothy. «Avvertiro subito qualcuno dei vecchi compagni di scuola.»

Maggie sapeva a chi si riferiva. Inevitabilmente penso a Pat Silver, alla sera in cui erano stati finalmente sul punto di confessarsi la loro passione. Se solo si fosse lasciata andare un po’ prima… Ma ormai l’uomo della sua vita era Timothy, o almeno cercava di convincersene.

Patrick Silver portava un abito di estrema eleganza, fatto in Italia. Al solerte impiegato della Investments Bonds Bank si era presentato come Jeremy Grunmann, commerciante di preziosi, appena trasferito a New York. Per meglio marcare il suo personaggio — quello di uno dei tanti uomini di affari ebrei ortodossi della metropoli americana —, indossava il classico copricapo ebraico e un paio di occhiali con la montatura spessa e nera. Si era anche lasciato crescere basette e barba.

Poso con disinvoltura sulla scrivania la valigetta che nascondeva la microcamera, posizionandola in modo che inquadrasse la tastiera dell’impiegato.

«In che cosa possiamo esserle utile, signor Grunmann?»

«Il mio lavoro mi costringe a continui spostamenti, lasciandomi molto poco tempo. Quindi vorrei aprire uno di quei nuovi conti telematici, su cui e consentito operare via computer, in modo da risparmiare tempo per le operazioni bancarie.»

Il conto telematico era un fiore all’occhiello di quella banca. Tramite un computer e un modem, il correntista poteva collegarsi via linea telefonica ed effettuare le operazioni bancarie che escludevano il maneggio di somme reali.

Da quando Derrick Grant gli aveva suggerito di buttarsi nel mondo della telematica, Pat aveva seguito il consiglio alla lettera, diventando un grande esperto di computer.

E una settimana prima, con il cognome Denver, aveva gia aperto un conto, non telematico ma ordinario, presso un’altra filiale della stessa banca.

L’impiegato digito la sua parola d’ordine per accedere al sistema, avendo riguardo di coprire con le spalle eventuali sguardi indiscreti del cliente, ma non si curo della valigetta posata sulla scrivania, che invece stava riprendendo ogni suo movimento.

Espletate le formalita, consegno a Silver un floppy disk: «Questo e il programma che le permettera di accedere al sistema ed effettuare le operazioni consentite. Per qualsiasi problema, non esiti a contattare il numero stampato sul dischetto. Il nostro servizio clienti e a sua disposizione, signor Grunmann».

Quando torno a casa dopo aver versato tremila dollari sul conto del commerciante di preziosi Grunmann, Pat Silver disponeva di un programma per effettuare le operazioni, di un numero d’identita personale e di una chiave di accesso per operare sul suo conto corrente. Ma, soprattutto, la telecamera aveva ripreso fedelmente i movimenti delle dita dell’impiegato sulla tastiera.

Nell’appartamento che aveva affittato in Flatbush Avenue, a Brooklyn, il telefono squillo dopo pochi istanti.

«Per fortuna tua madre sa sempre dove ti nascondi», disse allegramente Derrick. «Che cos’e tutto questo mistero? Stai architettando uno dei tuoi ‘affari’?»

«Ho soltanto seguito i tuoi consigli e studiato bene i computer», ribatte Pat.

«Ah, bravo. Ma sara meglio non indagare a quali fini. Comunque, ti chiamo per darti una bella notizia: Maggie si sposa.»

«Davvero?» chiese Patrick, sorpreso di provare una strana sensazione di disagio. «Be’, sono ormai diversi anni che frequenta quel funzionario federale… Come si chiama? Che tipo e?»

«Si, stanno insieme da sei anni. Lui si chiama Timothy Hassler. Non lo conosco molto bene, ma mi ha sempre dato l’idea di essere un tipo molto attento. Non so se alla carriera o a tutto cio che lo circonda. Collabora con tutti i servizi segreti del mondo. Va spessissimo in Europa, soprattutto in Italia. Ma non mi pare esattamente che vada pazzo per il rischio. E un burocrate, finito per caso nell’antiterrorismo. Insomma, non mi e mai stato un granche simpatico. Comunque, contenta Maggie…»

Gia… Contenta Maggie… «Ma lo sara davvero?» si scopri a pensare Pat, e il pensiero passo inevitabilmente a che cosa sarebbe successo se l’avesse avuta accanto a se. La sua vita sarebbe probabilmente stata diversa. Molto diversa.

«Che silenzio, Pat. A che cosa pensi?»

«A niente di particolare, Derrick. Cioe, un po’, magari, ai bei tempi. Ma mi hai dato proprio una bella notizia.»

Conclusa la conversazione, Pat si sedette al computer. «Forza, al lavoro», si disse, muovendo sveltamente le dita sui tasti.

Ekaterinburg. Aprile 1986

Iosif Drostin si stava avviando verso la biblioteca con due libri sotto il braccio. I volumi ufficiali non gli erano serviti a niente. Piu li leggeva, piu capiva che erano testi di regime, privi di attendibilita storica.

Quando appoggio i due volumi sul bancone, Nadja gli sorrise.

«Trovato niente, Iosif?»

«Niente d’interessante», rispose lui scuotendo la testa. «Da questa roba non viene la minima luce sulla vicenda dell’eccidio.»

«Credo che avresti bisogno di letture piu approfondite», replico Nadja con un sorriso tra lo sbarazzino e il misterioso.

«Cioe?»

«Be’, in quanto bibliotecaria ho accesso a canali particolari.»

«Il mercato nero, intendi?»

«Non soltanto. Spesso ci viene inviato in visione qualche volume prima che la macchina della censura si metta in moto. Alcuni li ho nascosti in una stanza, e quando sono stati ufficialmente sconsigliati ho fatto finta di essermene dimenticata. Ehi, non mi farai la spia, vero, compagno?»

«Fossi matto. I libri sconsigliati mi interessano moltissimo.»

«Appunto, mi pareva. L’istinto non mi inganna mai. Be’, credo che nella mia stanza segreta potrai trovare letture piu interessanti. Ma che cosa stai cercando di preciso?»

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