Omsk.

Una figura sbuco dall’oscurita brandendo il manico di un piccone. Il colpo si abbatte sul suo volto all’altezza dello zigomo. A salvargli la vita fu un istintivo movimento di difesa: se il manico lo avesse colpito in piena faccia, Kaplan sarebbe morto all’istante.

Iosif Drostin non riusciva a prendere sonno, quando qualcuno busso alla sua porta.

«Kaplan non ti dara piu fastidio», gli disse Tanzic con il solito lampo torvo negli occhi.

New York. 1980

I due uomini che aveva davanti erano molto gentili, ma la stavano sottoponendo a un vero e proprio interrogatorio, mentre Hassler rimaneva in silenzio in un angolo.

«E proprio sicura di non essere mai stata in quella localita, signorina Erriot?» le chiese uno dei due.

«E a Washington?» incalzo l’altro al diniego di Maggie.

«Naturale che ci sono stata: almeno due volte, di cui una in gita scolastica. Ma se vuole sapere se avevo gia visto quel crocevia, la risposta e ancora una volta no.»

«La prego di capire, signorina. Noi siamo qui per verificare il singolare fatto che una sua visione premonitrice ci abbia permesso di sventare un attentato al Congresso degli Stati Uniti.»

«Cosi e, tenente, che lei mi creda o no», ribatte Maggie in tono seccato.

«Le crediamo, signorina», continuo imperturbabile il tenente, mentre Hassler annuiva, «ma abbiamo bisogno di verificare quanto potrebbero esserci utili queste sue… sensazioni.»

«Oppure», intervenne l’altro, «se le sue premonizioni possano essere soltanto effetto di casualita, o… o di qualcos’altro. Lei conosceva Kalid Moktar?»

«E stato mio padrino alla cresima», ribatte Maggie in tono canzonatorio, ma ne assunse subito uno di profonda irritazione. «Ascoltatemi bene, signori, e in particolare lei, Hassler. Io non ho idea di quali siano le mie potenzialita, ne quanto possa corrispondere a verita cio che riesco a vedere in certi momenti. Ma in questo caso, la corrispondenza c’era. O no?

«Non so se sono una sensitiva, o se una sbalorditiva serie di casualita mi ha permesso d’indicare un particolare incrocio stradale tra i milioni che ci sono negli Stati Uniti, facendo sventare un’azione terroristica. E pero certo che, se mai dovesse succedermi di nuovo, mi guardero bene dall’informarvi.»

«Signorina Erriot», intervenne in tono pacato Hassler. «Cerchi di capirci. Non e facile credere che una persona possa aver visto come su uno schermo panoramico un evento destinato a verificarsi di li a qualche giorno. Avendo seguito questa vicenda dall’inizio, posso confermare che le cose si sono svolte come dice lei. Ma deve consentire anche che qualcuno nutra dubbi su un fatto… perlomeno… diciamo… singolare.»

«Sono io la prima a nutrire dubbi, signor Hassler, ma si tratta di situazioni che sfuggono completamente al mio controllo.»

Cosi detto, Maggie alzo gli occhi neri e incontro lo sguardo di Hassler. Lo trovo carino, elegante, con bei lineamenti. Insomma, del tutto all’altezza della situazione. Chissa perche, pero, il suo pensiero corse subito a Pat Silver.

«Comunque non posso fare niente per sedare i vostri dubbi, se non ripetere all’infinito come sono andate le cose.»

I due uomini dell’FBI si scambiarono un cenno e strinsero entrambi calorosamente la mano a Hassler. Quindi, formulata qualche imbarazzata espressione di scusa a Maggie, se ne andarono.

«Posso accompagnarla a casa, signorina Erriot? Anzi, posso chiamarla Maggie?» chiese Timothy, fissandola negli occhi.

Derrick Grant si aggirava con aria indaffarata nel tribunale, e Pat Silver lo seguiva con un’aria stranamente preoccupata. Derrick si giro verso di lui: «Sta’ tranquillo, Pat, andra tutto benissimo».

Era una cosa di poco conto e, per un avvocato con la determinazione e la voglia di emergere che animavano Derrick, tirarlo fuori dai guai sarebbe stato abbastanza facile.

Un incauto imprenditore edile aveva acquistato da Silver un terreno per costruirvi un centro commerciale. Appena versata la sostanziosa caparra, aveva pero scoperto che l’indice di edificabilita gli avrebbe consentito di costruire al massimo un capannone. Per questo aveva denunciato Pat e richiesto un risarcimento astronomico.

Derrick Grant dimostro che non c’era stato raggiro, e che era caso mai stato il querelante a effettuare un incauto acquisto.

«Pranziamo insieme?» chiese Pat quando furono fuori dell’aula.

«Molto volentieri, ho giusto il tempo per un brunch: nel pomeriggio devo studiare a fondo un’altra causa.»

Andarono nel primo fast food che trovarono. Avevano molte cose da dirsi, ma gli anni di amicizia inseparabile al campus rendevano difficile parlare. Si studiavano, quasi volessero verificare i cambiamenti prodotti in loro dal tempo.

A rompere finalmente il ghiaccio fu Pat. «Sei proprio in gamba, Derrick, farai strada.»

«A proposito di fare strada, di che cosa ti occuperesti con precisione?»

«Hai visto. Intermediazioni, affari.»

«Chiamali affari. Cerca di non metterti ancora nei guai. I giudici non saranno indulgenti una seconda volta. Non sei cambiato, Pat. La laurea in ingegneria elettronica ti consentirebbe di trovare un lavoro onesto e ben remunerato, ma tu preferisci ballare sul filo. Pensaci. Nell’elettronica si puo fare fortuna. Il computer e l’avvenire delle comunicazioni.»

Negli occhi verdi di Silver comparve un lampo: l’elettronica, gia. Un mondo molto interessante, ma in un senso completamente diverso da quello che gli stava consigliando Derrick.

«Dove sono finite le vecchie amicizie del campus?» chiese per cambiare discorso.

Derrick capi dove voleva arrivare: conosceva bene la sua passione per Maggie, anche se Pat non lo aveva mai ammesso.

«Intendi Maggie, eh?»

«Be’…»

«Annie e tornata in Nuova Scozia e, a parte un paio di cartoline, non ho notizie di lei. Con Maggie, invece, mi sento con una certa regolarita.» E Derrick fece una pausa studiata, da vero avvocato.

«Come sta?» chiese Pat, non riuscendo a dissimulare una certa emozione.

«Non male. Frequenta un funzionario federale che si occupa di terrorismo. Te ne avevo parlato: e un conoscente di mio padre.»

Hassler guidava con sicurezza. Aveva mani lunghe e affusolate. Nelle tre sere in cui si erano frequentati era stato estremamente gentile. Maggie ne osservo il profilo: la fronte era alta e il naso leggermente aquilino. Gli occhi, intelligenti e acuti, in certi momenti riuscivano a metterla a disagio.

Il ristorante Chez Napoleon di Manhattan era molto raffinato ed elegante, il vino rosso che Timothy le serviva con generosita le stava dando alla testa. Quando uscirono, il braccio energico con cui lui la cinse alla vita le fece piacere. Si giro, e le loro bocche si unirono in un bacio appassionato. I loro corpi rimasero stretti a lungo.

Era una calda sera d’estate. Timothy parcheggio in una piazzola a poca distanza da Queens Bridge Park.

Maggie senti la sua mano insinuarsi sotto la camicetta. I suoi capezzoli si ersero, e rabbrividi di piacere. Rimase ferma anche quando lui si mise ad armeggiare per reclinare il sedile. Poi sposto il busto per aiutarlo a spogliarla.

Quando lo senti dentro di se, si convinse che lo amava.

Ekaterinburg. Aprile 1981

A circa un anno di distanza da quello che la polizia locale aveva archiviato come incidente, dopo aver lottato a lungo con la morte, subito varie operazioni chirurgiche e trascorso un lungo periodo di convalescenza, Kaplan

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