ristorante di prora. Oltre ai buffet nei pressi della piscina, utilizzati prevalentemente per la seconda colazione e per gli spuntini notturni, a bordo c’erano infatti due ristoranti pressoche identici, uno a prora e l’altro a poppa, capaci di ospitare gli oltre tremila passeggeri in due turni successivi.

Al tavolo del comandante, quella sera, con i coniugi Goose avrebbero pranzato il piu anziano dei tre medici di bordo, il secondo ufficiale e una coppia di giovani coniugi di Baltimora.

New York. Giugno 1999

Maggie aveva preparato un’ottima cena per festeggiare il ritorno del marito, che pero la pilucco distrattamente. E poco prima del dolce le chiese a bruciapelo: «Quando pensi che finira la tua trasmissione?»

«Tra circa un mese. Faremo la solita pausa estiva.»

«Non intendevo questo», ribatte nervosamente Timothy. «Quando la smetterai, per trasferirti finalmente a Washington con me?»

«Finche lo share sara cosi alto, non credo che interromperanno la trasmissione. Ancora oggi Labyrinth e uno dei talk show piu seguiti.»

«D’accordo, ma chi segue il nostro matrimonio?»

«In che senso?»

«Non te ne accorgi? Viviamo di fatto separati. Per colpa del tuo maledetto Labyrinth ci vediamo soltanto nei week-end, e non sempre. Se tu vivessi a Washington con me…»

«Sara il caso di precisare che a Washington non vivrei con te, ma aspettando te. Ci vedremmo con la stessa frequenza di adesso, con la sola differenza che passerei le giornate chiusa in casa. Al massimo potrei fare un po’ di shopping con la moglie di qualche tuo collega. Sai la noia. E un genere di vita che non fa per me.»

«Quando mi hai sposato, sapevi che assumevi degli obblighi nei miei confronti.»

«Sapevo che c’erano obblighi reciproci. Non hai comperato una donna al mercato degli schiavi, Timothy: l’hai sposata. Una donna fedele ma innamorata del suo lavoro.» I toni della discussione stavano pero salendo troppo, per cui Maggie cerco di assumere un atteggiamento piu pacato. «Forse non e colpa del lavoro se il nostro matrimonio e in crisi. Dipende da altro», continuo guardandolo fisso negli occhi, mentre lui manteneva la sua aria dura e scostante.

«E da che cosa?»

«Oh, accidenti, lo sai. Un figlio, Timothy. Voglio un figlio prima di diventare troppo vecchia.»

Lui la scruto con uno sguardo mai visto prima, in cui alla freddezza si mescolava un velo di supponenza.

«E che cosa ti fa credere che io abbia intenzione di mettere al mondo un figlio negro?»

Maggie non replico. Non c’era niente da dire: il suo matrimonio era finito.

Quando poco dopo Timothy si ritiro in camera da letto, rimase nel soggiorno. Per non scoppiare a piangere, cerco conforto nell’unico vero amico che aveva. Era tardi, ma sapeva che Derrick Grant rimaneva spesso in ufficio fino a ore impossibili. Sollevo la cornetta del telefono e compose il numero.

«Maggie! Che piacere scoprire che anche le celebrita non scordano gli amici», esclamo Derrick non appena la segretaria gli ebbe passato la comunicazione. Ma dal tono di Maggie aveva capito che qualcosa non andava: sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. «Come va?» si affretto a chiederle.

«Sono stanca, Derrick. Ho bisogno di staccare. Da tutto e da tutti.»

«Capisco benissimo, Maggie. E un pezzo che non mi parli dei tuoi fenomeni medianici. Continuano a estenuarti come un tempo?»

«La trasmissione e la famiglia non mi lasciano tempo per cercare la giusta concentrazione, quindi ho messo un po’ da parte le mie sensazioni. Anche per questo vorrei ricaricarmi, prendere un periodo di vacanza.»

«A proposito di famiglia, come va con Timothy?»

«Peggio non potrebbe andare. Temo che questa sera abbiamo avuto l’ultima discussione.»

«Oh, su, a caldo si dice sempre cosi. Poi si fa la pace.»

«Questa volta temo sia difficile. E sento terribilmente la mancanza di qualcuno con cui parlare. Quanto vorrei non aver perso il contatto con gli amici di un tempo.»

«Senti», rispose Derrick dopo un attimo di silenzio intento. «A proposito di vacanze e vecchi amici, uno dei miei clienti e Charles Thomas, presidente delle Maritime Cruise Lines. Proprio questo pomeriggio mi ha offerto una crociera su una delle sue navi. Verresti con me? Pare che la Queen of Atlantis sia la piu bella nave mai costruita.»

«E un’ottima idea, Derrick, ma ho bisogno di pensarci un po’. La mia trasmissione sara sospesa per tutto luglio, ma in agosto dovro rientrare a New York per preparare la nuova serie.»

Quando poso il ricevitore, Maggie si vide davanti Timothy.

«Chi era?» le chiese con l’aria di non essere affatto turbato dall’enormita detta pochissimo tempo prima.

«Derrick Grant. Mi ha proposto una crociera sulla Queen of Atlantis, la nave che fa un viaggio intorno al mondo», rispose Maggie, ormai decisa a non inasprire inutilmente la situazione.

Timothy parve illuminarsi di colpo.

«Ho… ho detto una cosa che non penso», riprese in un tono completamente diverso. «Ti prego di scusarmi. E colpa dello stress, del troppo lavoro. Una crociera farebbe benissimo anche a me. Posso chiederti di accompagnarti?»

Gli occhi neri di Maggie lo fissarono. Cio che il marito le aveva detto era orribile, ma sapeva bene che in un momento di rabbia puo capitare di lanciare gli insulti piu tremendi, per pentirsene non appena tornata la calma.

Aveva comunque tempo per prendere una decisione: anzitutto Derrick doveva verificare la disponibilita di posti su una nave che i media indicavano come completamente prenotata per mesi. In secondo luogo non era detto che l’eventuale disponibilita di posti coincidesse con la pausa della sua trasmissione.

Aveva tempo… Tempo…

Intanto, ancora chiuso nel suo studio, Derrick Grant aveva gia chiamato il numero privato di Charles Thomas, chiedendogli quali fossero le disponibilita per lui, e forse qualche amico, sulla Queen of Atlantis.

Dopo una settimana trascorsa con gli altri tecnici a mettere a punto il sistema, Pat Silver era ormai di casa alla US Gambling Lotteries, dov’era riuscito a conquistarsi la fiducia di tutti. Nonostante la sua anacronistica aria da hippy, sembrava il piu preparato di tutta la squadra di tecnici.

Aveva organizzato ogni cosa con la massima cura sin da quando aveva letto che la celebre lotteria intendeva cambiare le modalita di trasmissione dei dati. Si era informato su quale ditta avesse ottenuto l’appalto e, forte delle sue capacita nel campo e di un curriculum creato sui due piedi, si era fatto assumere con il nome di Phil Darren.

Il piano escogitato dalla sua fervida mente era abbastanza semplice. Doveva soltanto riuscire a mettere le mani sul computer centrale della US Gambling Lotteries. Aspettava l’occasione.

Porto Cervo. Giugno 1999

Comodamente seduto nel patio della villa, Iosif Bykov scorreva con apparente scarso interesse i documenti che Didier Fosh gli posava davanti. Aspettava che l’altro venisse al dunque. Il presidente dell’Institut Bancaire de Lausanne non era di sicuro venuto fino a li soltanto per mostrargli i saldi dei conti correnti.

E finalmente Fosh si decise. «Ho un affare molto interessante da proporle, signor Bykov.»

«Mi dica, sono sempre molto interessato a un buon affare.»

«Un governo che mi consentira di non rivelarle, conoscendo i rapporti di affari che ho in tutto il mondo, mi ha chiesto se posso reperire armi di fabbricazione russa. Mi e subito venuto in mente lei. Sono diversi anni che le sue societa lavorano con la nostra banca, e… diciamo… non e difficile capire che lei non commercia in caviale o icone antiche.»

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