Rochebrune. Fu soltanto un attimo, ma basto a far capire al Gran Maestro del Nuovo Tempio che lo aveva riconosciuto.

17 luglio 1999

Sara Terracini scosse la testa, irritata. Non ne veniva a capo. Non ne veniva a capo! Ma s’impose la calma.

Ripercorse mentalmente, punto per punto, tutto il lavoro fatto, cercando ogni possibile errore. Per esempio, aveva studiato tutto con sufficiente scrupolo?

Le torno in mente la misteriosa costruzione di Roslin. Forse la chiave del mistero era nascosta proprio in quella singolare Cappella. Ecco che cosa doveva chiedere a Oswald, capace di arrivare dove altri non potevano: un permesso per visitarla con licenza di ficcare il naso ovunque.

Come sempre succedeva, basto il pensiero del suo minuscolo amico per ridarle il sorriso. Diede un’occhiata all’orologio: poteva ancora concedersi qualche ora di sole sulla spiaggia di Fregene. Stava per spegnere il computer, quando uno scampanellio le tolse persino l’idea di andare al mare.

Pochi minuti piu tardi aveva gia finito di comunicare con Oswald. Ma quei pochi minuti erano bastati a riempirla di un’eccitazione febbrile.

L’idea che un personaggio pericoloso come Hans Holoff fosse sulla stessa nave di Gerardo di Valnure la riempiva di angoscia. Compresse il file ricevuto da Oswald, con la foto di Holoff e alcune sommarie informazioni, e lo invio per posta elettronica a Gerardo, nella speranza che avesse la buona abitudine di controllare la sua casella anche quando era in vacanza.

Entrato nel suo appartamento e tratto un sospiro di sollievo nel trovarlo deserto, Gerardo di Valnure constato tuttavia con disappunto l’assenza di campo nel suo telefono cellulare: le coste italiane si stavano allontanando, e sarebbero occorse diverse ore prima che entrassero nel campo di un altro gestore.

Sapeva che sarebbe stato molto pericoloso utilizzare la linea telefonica di bordo per contattare Sara. Se le sue supposizioni erano esatte, aveva a che fare con gente che aveva occhi e orecchi ovunque.

Ma non poteva fare altrimenti. Verifico che la presa di almeno uno dei cinque apparecchi telefonici del suo appartamento fosse compatibile con il collegamento del suo computer portatile, e vide con sollievo che cosi era.

Inserito il plug nella presa e acceso il computer, provo a connettersi. Il fischio del modem gli disse che era in linea. Adesso doveva soltanto aprire il programma di linguaggio criptato e scrivere un messaggio.

In quello stesso momento Sara stava per inviargli il suo messaggio, quando un nuovo scampanellio nel computer la interruppe. ‹SARA, E SUCCESSA UNA COSA GRAVE›, lesse nella finestrella. ‹TEMO CHE L’UOMO CHE HA LASCIATO CADERE LA BOMBA NEL TAXI SIA QUI A BORDO.›

‹GUARDA SE E QUESTO», rispose immediatamente lei, digitando i comandi per inviargli il file compresso.

Qualche istante piu tardi l’ingrandimento del particolare della foto con Holoff si materializzo sullo schermo del portatile di Gerardo.

‹E LUI!› rispose immediatamente. ‹COME HAI FATTO?›

‹HO APPENA RICEVUTO QUESTA FOTO DAL MIO AMICO DI TEL AVIV. DICE CHE E UN TIPO MOLTO PERICOLOSO. SI CHIAMA HANS HOLOFF, E UN EX AGENTE DEI SERVIZI DELL’EST. CHIEDE SE PUOI TENERLO D’OCCHIO CON DISCREZIONE, ALMENO FINCHE LA NAVE NON ENTRERA NELLE ACQUE TERRITORIALI ISRAELIANE. TI RACCOMANDA DI NON COMMETTERE IMPRUDENZE. SE LE COSE SI COMPLICANO, DICE DI LASCIAR PERDERE.›

‹VA BENE, LO TERRO D’OCCHIO E CERCHERO DI TENERTI INFORMATA. ›

Mar Ionio. 17 luglio 1999

Il teatro della Queen of Atlantis era gremito. Alla fine del concerto di Paola Lari, durato oltre un’ora, tutti gli spettatori applaudirono entusiasticamente.

Gerardo di Valnure, pero, non lo aveva seguito con grande attenzione. Era interessato a ben altro: uno spettatore solitario, seduto poche file piu avanti. Non appena vide Holoff alzarsi, lascio anche lui il teatro.

A poca distanza da loro, Derrick Grant rimase galantemente in piedi fin quando Maggie non si fu accomodata a un tavolo abbastanza defilato del Dioniso, il bar principale.

«Molto brava quella cantante», commento.

«Davvero, proprio una voce magnifica», convenne Maggie. «Ma ho bisogno di parlarti di una cosa.»

«Sono a tua completa disposizione.»

«Se siamo su questa nave… e perche abbiamo una missione», continuo lei con aria trasognata.

«Che cosa dici, Maggie?»

«Non lo so di preciso, ma sento che la nostra presenza qui non e dovuta al caso… Abbiamo un compito molto importante.»

«Mio Dio!» esclamo Derrick, sorridendo. «E io che pensavo volessi dirmi tutta un’altra cosa.» Ma smise subito di scherzare, facendosi sollecito. «Sei tesa, Maggie. O, meglio, lo sono i rapporti con tuo marito, e sempre piu. L’ho capito da un pezzo.»

«E vero. Credo che ormai il nostro matrimonio sia definitivamente andato a rotoli.»

Ma Maggie non aveva voglia di confidarsi nemmeno con il suo migliore amico. Per fortuna vide tra i frequentatori del bar Lionel Goose con la moglie.

Salutatili allegramente con la mano, li invito: «Volete bere qualcosa con noi, signori Goose?»

A pochi tavoli di distanza, Gerardo stava sorseggiando un ottimo Margarita, facendo scorrere lo sguardo sugli arredi del salone. Sembrava avere un fortissimo interesse per la specchiera che rivestiva una delle pareti. Era l’unico modo per tenere d’occhio di nascosto Hans Holoff.

Anche Iosif Bykov era seduto a un tavolo del bar Dioniso, quando si senti chiedere in buon russo da uno sconosciuto se poteva sedersi con lui. Riconobbe immediatamente la voce.

«Ha avuto conferma del bonifico?» gli chiese l’uomo non appena si fu seduto.

«Posso sapere con chi ho il piacere di parlare?»

«Puo chiamarmi Hans. Sono la persona con cui si doveva incontrare.»

Iosif lo valuto con attenzione. Aveva un’espressione dura e minacciosa. Gli occhi erano gelidi, quelli di un uomo abituato a uccidere. Ma non gli faceva paura.

«Si, ho ricevuto un fax dall’Institut Bancaire de Lausanne.»

«Quindi e ora che mi comunichi la collocazione della merce.»

«No. Saro io a decidere quando farlo.»

«Le ricordo che i miei datori di lavoro sono a conoscenza di alcune cose del suo passato.»

«Non c’e bisogno che mi ricordi niente. Ricordi casomai lei che l’esatta collocazione di cio che le interessa la conosco soltanto io.»

Gerardo di Valnure vide Holoff alzarsi con un gesto di stizza, represso, ma chiarissimo. L’altro, invece, l’uomo che aveva incontrato nel corridoio accanto alla sua porta e che poi aveva saputo essere un ricco uomo d’affari russo, rimase seduto imperturbabile.

Holoff usci velocemente dal bar, e Gerardo penso che sarebbe stato molto imprudente seguirlo ancora.

Sebastian Chalag era nato a Manila ventisette anni prima. Da quasi tre era imbarcato sulle navi delle Maritime Cruise Lines come aiuto-cuoco. Faceva parte di una squadra di otto addetti a preparare le decorazioni che ornavano le portate dei buffet e quasi ogni piatto dei commensali nei vari ristoranti.

Non si sentiva bene dalla notte prima, ma ci sarebbe voluto ben altro per tenere il coscienzioso filippino lontano dal suo posto di lavoro. Stava infatti passando uno straccio umido sul collo di un cigno di ghiaccio che aveva appena finito di scolpire con maestria, quando si senti ardere nei visceri una vampata di calore. Poi gli si annebbio la vista, e le emorragie cominciarono a devastare i suoi organi interni.

Вы читаете Profezia
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату