Molti passeggeri e membri dell’equipaggio si avviarono nella direzione indicata da Mills, e il tavolo presidiato da uno dei terroristi in tuta bianca si copri di telefoni cellulari e apparecchi radio portatili.
Poco dopo altri terroristi si aggiunsero al gruppo iniziale. Erano quelli che avevano perquisito a fondo la nave.
«Sono tutti qui, colonnello», disse uno di loro. «Il resto della nave e deserto. Agli uomini della sicurezza e stato provveduto secondo gli ordini.»
La nave passeggeri piu grande del mondo si era trasformata in un lager in viaggio verso la morte.
Roslin. 23 luglio 1999
L’accoglienza riservata al gruppo di studiosi dal sovrintendente della Cappella di Rosslyn fu cortese.
«Influenti funzionari del nostro governo mi hanno esortato a fornirvi la massima collaborazione, e sono lieto di farlo.
«Consentitemi dunque di accompagnarvi in un primo sopralluogo. Quando vi sarete orientati» potrete operare fuori del normale orario di visita, anche se ovviamente non vi e consentito manomettere in alcun modo le strutture, ne prelevare campioni o eseguire analisi che possano in qualsiasi modo danneggiare il sito. A questo proposito e tassativo che lasciate la porta della Cappella aperta, per un eventuale nostro controllo.»
La struttura principale era protetta da un tetto in lamiera e da un percorso in ferrotubi che consentiva di esaminare anche le sculture e i fregi nella parte alta della Cappella.
Il sovrintendente fu prodigo d’informazioni storiche, ma non sfioro uno solo dei dubbi che la singolare costruzione poteva far sorgere. Sara finse educatamente la massima attenzione, ma sia lei sia Toni sapevano gia a memoria quanto andava spiegando.
«William St Clair, terzo e ultimo principe di Orkney, comincio la costruzione della Cappella di Rosslyn nel 1446, e alla sua morte, avvenuta nel 1484, fu tumulato nella parte occidentale della struttura, che non venne praticamente mai completata», disse il sovrintendente.
«Tra il 1589 e il 1590, pero», continuo, «la Cappella fu duramente censurata dalle autorita ecclesiastiche, che la definirono ‘edificio e monumento d’idolatria, in nessun modo adeguato per insegnarvi la Parola e amministrarvi i Sacramenti’. Oliver St Clair, discendente di William, fu piu volte invitato a demolire gli altari, e nel 1592 fu convocato presso l’Assemblea Generale, che lo minaccio di scomunica se non avesse prontamente provveduto. La demolizione venne certificata il 31 agosto di quell’anno, e da allora Rosslyn ando progressivamente in rovina. Comunque, tra alterne vicende, e sopravvissuta fino ai nostri giorni, e purtroppo c’e chi si ostina a voler scoprire misteriosi simbolismi celati nelle raffigurazioni statuarie e nella stessa architettura.»
La visita duro poco meno di cinquanta minuti, dopo di che i quattro visitatori si congedarono dal cortese sovrintendente, ringraziandolo e dicendogli che avrebbero cominciato le loro ricerche quella sera stessa.
Si stavano inoltrando nelle anguste vie di Roslin, quando Toni diede di gomito a Sara, indicandole la prima pagina di un giornale in un’edicola.
«Dirottata la
Si precipitarono ad acquistarne due copie. Un uomo, fermo davanti a un portoncino sull’altro lato della viuzza, si frugo nelle tasche in cerca della chiave fin quando non li vide allontanarsi ed entrare nel loro albergo. Disinteressatosi di chiave e portoncino, entro in un pub, sedendosi davanti a una vetrinetta da cui poteva tenere d’occhio precisamente quell’albergo.
Mediterraneo meridionale. 23 luglio 1999
L’ordine impartito da Oswald Breil al comandante della
Intanto si era fatto raggiungere da due persone: il direttore del Mossad, Erma, e il capitano Bernstein, una sua vecchia conoscenza, un uomo prezioso per l’«Istituto», capace di scardinare ogni segreto di qualsiasi computer.
«Non riesco a capire che cos’abbiano in testa questi terroristi», disse l’omino. «Non c’e stata nessuna richiesta, e la nave continua a procedere al minimo verso Haifa.»
In quel momento un ufficiale della corvetta israeliana, dopo aver educatamente bussato, entro nella sala comando.
«Chiedo scusa, signor vice ministro», spiego mettendosi sull’attenti: «ci e appena arrivato un messaggio da uno yacht che naviga a poca distanza da noi. Il proprietario, Iosif Bykov, chiede di poter parlare con lei. Sostiene di avere informazioni di vitale importanza.»
I passeggeri avevano trascorso una prima notte insonne e angosciata. Di Bono era riuscito a ottenere dai terroristi che una piccola equipe di cuochi preparasse una prima colazione, servita con le attrezzature mobili usate per i buffet.
Il terrore serpeggiava evidente, ma il comportamento di tutti era esemplare.
Di Bono stimo che le coste israeliane non dovevano distare piu di una quarantina di miglia. La
Lionel Goose si era trovato vicino a Sam e Debbie Ride, i due coniugi del Maryland con cui aveva cenato al tavolo del comandante. Agitatissima, la giovane signora sembrava non rendersi conto della situazione e continuava a protestare con il marito, ordinandogli in tono petulante di fare qualcosa.
«Guardi», si lamento con Lisa Goose come una bimbetta viziata, «mi si e spiegazzato tutto il vestito. Ed e costato un occhio della testa, nientemeno che…» Ma s’interruppe di colpo, in preda al panico.
Il telefono cellulare che non aveva voluto consegnare ai dirottatori si era messo a trillare. Nel silenzio teso della sala, lo squillo risuono come la campana di una cattedrale. Immediatamente due dei terroristi le furono addosso, strappandole la borsa e prendendo l’apparecchio.
Debbie Ride fu trascinata sul palcoscenico, dove il colonnello Mills le punto freddamente la pistola alla tempia.
«Fermati, assassino!» grido Lionel Goose, gettandosi verso la terribile scena e travolgendo l’uomo che dal palcoscenico puntava il fucile mitragliatore sugli ostaggi.
Il colpo della pistola di Mills parti prima che Lionel gli fosse addosso. Il cranio di Debbie Ride esplose come una zucca matura.
Ma gli altri terroristi sparsi per la sala non potevano aprire il fuoco per il timore di colpire Mills e il loro compagno.
Le mani di Goose calarono su Mills come due magli. Gli anni non gli avevano fatto dimenticare il durissimo addestramento ai tempi dei Berretti Verdi: il suo furore ne fece un’arma letale. Con un sinistro scricchiolio di ossa, il collo di Mills si piego in una posizione innaturale.
Gli ostaggi cominciarono a tumultuare, e i terroristi esplosero alcune raffiche di mitra in aria per ristabilire la calma.
Lionel si senti afferrare per l’avambraccio. «Presto, di qui», gli grido il comandante Di Bono, trascinandolo lontano dai due corpi senza vita.
Buttatisi oltre le quinte, i due salirono la ripida scaletta che portava alla passerella sopra il palcoscenico, dov’erano appese le luci e le attrezzature di scena. Di Bono fece cenno a Lionel di chinarsi, spingendolo verso la porticina in fondo alla passerella. Si trovarono in un’intercapedine sopra il teatro. Gli spari si stavano rarefacendo. I terroristi erano evidentemente riusciti a ristabilire l’ordine.
«Grazie, comandante», disse Lionel con voce affannata.
«Sono io che devo ringraziarla per aver creato questo diversivo con il suo coraggio. Saremo molto piu utili da liberi che da prigionieri dei terroristi.»
Guidati da Pietro Vassalle, Maggie e Gerardo avevano intanto raggiunto il ventre della nave nella zona di poppa, sul ponte piu basso, quello dell’inceneritore dei rifiuti, dei contenitori di combustibile e delle acque di scarico. Erano tutti e tre armati di pistola. L’inceneritore produceva un fetore nauseabondo, ma non sembrava quasi loro vero di essere sfuggiti ai dirottatori.
«Qui non dovrebbe trovarci nessuno», disse l’ufficiale italiano. «E comunque penso che i terroristi abbiano