Era appena entrata nella decima cabina, quando un fruscio la costrinse a voltarsi. Si vide davanti Hans Holoff con un livido sorriso di trionfo, affiancato da due uomini armati. Le sfilo la pistola di mano, dicendole con il suo duro accento tedesco: «Lei e molto bella, signora, ma altrettanto ingenua. Il computer di bordo ci ha segnalato ogni suo movimento a mano a mano che sollevava le cornette. Forza, venga con noi».

Maggie fu bruscamente portata nel teatro con gli altri ostaggi, e dopo qualche istante senti una mano sfiorarle affettuosamente una spalla. Voltatasi, vide suo marito, che cercava di tranquillizzarla.

Sentendo che il coraggio stava per abbandonarla, gli si strinse.

Hans Holoff sali sul palcoscenico e impugno il microfono.

«Tra poco piu di un’ora sarete liberi: stiamo per andarcene. Avete visto che cosa significa non attenersi rigorosamente ai nostri ordini, quindi badate bene a cio che fate. Per evitare sorprese, porteremo con noi due ostaggi, e precisamente due signore», disse, indicando le prescelte tra la folla. «Vi consiglio di seguirci con le buone e di non costringerci a usare di nuovo armi. Gli altri devono soltanto aspettare che vengano aperte le porte antincendio, che chiuderemo. Addio.»

La prima donna indicata da Holoff era Paola Lari. La seconda, Maggie.

«Un momento, signore», sbotto Timothy. «Sono un dirigente dell’antiterrorismo americano. Credo che come ostaggio possa esservi piu utile io di mia moglie. Prendete me.»

Holoff rimase un attimo pensoso, con un sorriso strano, poi rispose: «Un dirigente dell’antiterrorismo yankee, eh? Niente meno. Mi ha convinto. Sua moglie puo rimanere qui. Venga lei con noi».

Maggie torno a stringersi al marito e scoppio in singhiozzi: si stava sacrificando per lei, e soltanto poco tempo prima lei lo aveva tradito. Ma due uomini in tuta bianca la strapparono dalle braccia di Timothy, spingendolo via con le armi puntate alla schiena.

Pat arrivo all’appuntamento con un leggero ritardo. Per raggiungere la sala radio e constatare che i terroristi l’avevano messa fuori uso c’erano voluti molto di piu dei dieci minuti previsti. Atteso invano che Maggie lo raggiungesse, dopo mezz’ora decise di andarsene, oppresso da un sinistro presentimento.

Tornato nel locale dell’inceneritore, dovette aspettare un po’ in preda a una profonda ansia prima che arrivassero gli altri. Quando finalmente li vide, la fiammella di speranza che si era concesso si spense. Maggie non era con loro.

Pat spiego rapidamente quanto era accaduto, assumendosi la colpa di averla lasciata sola.

«Devo ritrovarla», concluse. «A ogni costo. Potete darmi una delle vostre pistole, visto che io ho dato la mia a Maggie?»

«E meglio che venga con lei», replico Pietro Vassalle. «Per cercare la signora Hassler le occorre qualcuno che conosca bene la nave.»

Nel teatro, intanto, Derrick Grant era stato il primo ad avvicinarsi alla pesante porta in acciaio, capace di resistere due ore al fuoco.

Raggiunto da altri, incoraggiati dal suo atteggiamento deciso, cercarono tutti insieme di forzarla, ma inutilmente: quella barriera in acciaio non avrebbe mai ceduto.

«La Queen of Atlantis si e fermata», annuncio l’ufficiale addetto al radar.

L’omino riflette qualche istante, quindi chiese al comandante della Sa’ar 5: «Puo far venire l’ufficiale medico?»

Il giovane medico si presento subito nella sala comando.

«Come sta il banchiere?» gli chiese Oswald.

«Migliora, signor vice ministro. Credo di poter azzardare che se la cavera.»

«Tra quanto pensa che potremo interrogarlo?»

«Se tutto continua cosi, fra due, tre giorni al massimo.»

«No, non possiamo aspettare tanto a lungo. Con ogni probabilita quell’individuo fa parte di una setta di assassini pronti a tutto, anche a uccidersi, come ha visto. Si sono impadroniti di una nave con circa cinquemila persone. E su quella nave ci sono anche tante testate nucleari da distruggere mezzo mondo. Non crede che basti per sottoporre quell’individuo a una terapia intensiva per sciogliergli la lingua?»

«Se intende Pentotal o simili, devo ricordarle le condizioni di quell’uomo: non credo possa reggerli. Comunque, signor vice ministro, se si assume la responsabilita, posso provare.»

Rosslyn. 23 luglio 1999

Sara busso e poi apri di slancio la porta della camera di Toni Marradesi senza aspettare una risposta.

Il suo collaboratore era chino sul computer portatile, perso in chissa quale ricerca. Giro appena lo sguardo nella sua direzione.

«Potevo essere nudo, o in compagnia di una bella cameriera», borbotto.

«Sarebbe piu facile trovarti tramutato nel rospo delle fiabe», ribatte scherzosamente Sara.

«Eh, gia. Ha parlato la famosa Mangia Uomini. Quel rospo, caso mai, sputalo tu. Quale sensazionale scoperta ti ha indotto a violare la mia privacy?»

«Guarda qui», taglio corto Sara, posando sul tavolo due planimetrie che erano appena uscite dalla sua stampante portatile.

«Questa e una ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, e quest’altra la pianta della Cappella di Rosslyn. Come vedi, sono molto simili. Ma c’e un’altra cosa: come sai, il Sancta Sanctorum del Tempio — ovvero il luogo dov’erano custoditi gli oggetti piu sacri dell’ebraismo, come l’Arca dell’Alleanza, la Menorah eccetera — era esattamente al centro di un simbolo ebraico: una Stella di Davide tracciata tra elementi architettonici disposti con apparente casualita. Gli antichi progettisti del Tempio non lasciavano niente al caso. Basta sovrapporre la planimetria del Tempio di Gerusalemme a quella di Rosslyn, et voila. Guarda.»

E Sara sovrappose i due fogli, accostandoli a una lampada.

Non appena li vide, Toni Marradesi sollevo lo sguardo con aria piena di ammirazione. Quindi diede un’occhiata all’orologio.

«Forza, dobbiamo sbrigarci», disse. «L’orario di visita sta per finire, e Rosslyn sara tutta nostra per l’intera notte. Dai, andiamo.»

Mediterraneo meridionale. 23 luglio 1999

Sulla corvetta, Breil era chino sul letto di Didier Fosh, dalla cui bocca le parole uscivano come flebili lamenti. Il narcotico stava facendo effetto.

«Di quale organizzazione fa parte, Fosh?» chiese.

«Sono uno dei dodici membri, oltre al Gran Maestro, del Consiglio Supremo del Nuovo Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo», rispose il banchiere con voce appena udibile, ma scandendo ogni sillaba come un automa.

«Qual e il vostro piano? Volete far esplodere il carico nucleare della Queen of Atlantis

Fosh non rispose. Sembrava aver perso conoscenza. Oswald ripete immediatamente la domanda, rendendosi conto che a Fosh restavano ormai soltanto pochi istanti di lucidita. Il banchiere annui.

«Dove si riunisce il Nuovo Ordine? Chi e il Gran Maestro? Qual e il vostro obiettivo? Avete intenzione di compiere altri attentati?»

Le ultime parole di Fosh furono molto confuse. «Spodestare Satana… La diga che alimenta il vizio… L’onda purifichera i peccati, e sulle rovine ricostruiremo il Regno di Cristo… L’antica strada della Citta Eterna… La villa…»

Poi il corpo del banchiere ebbe un ultimo sussulto, e, scuotendo la testa, il medico di bordo gli copri gli occhi con il lenzuolo. Didier Fosh non avrebbe piu detto niente a nessuno.

Sentendo le voci farsi vicine, Pietro Vassalle e Pat Silver si nascosero sotto uno dei tavoli della roulette, da dove non potevano scorgere molto piu dei piedi e delle gambe di chi passava.

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