ben altro da fare.»
Cosi infatti era. Non appena ristabilito l’ordine nel teatro, Hans Holoff aveva ordinato ai suoi di riprendere le operazioni secondo i piani prestabiliti. Tre uomini furono sguinzagliati in caccia dei due fuggiaschi.
Altri raggiunsero il ponte superiore, cominciando a scaricare il container depositato dal terzo elicottero. Altri ancora si portarono nella stiva numero quattordici, mettendosi ad armeggiare attorno alle cinque casse perfettamente allineate.
Di Bono e Goose si muovevano con estrema cautela, ma quando Lionel giro per primo l’angolo di un corridoio, un pugno lo colpi con violenza in piena faccia. Il comandante lo vide cadere a terra, mentre da dietro l’angolo sbucava Pat Silver in posizione di attacco.
«Accidenti», esclamo immediatamente, aiutando Lionel ad alzarsi. «Pensavo di aver a che fare con i terroristi.»
«Presto, signor Silver», taglio corto Di Bono. «Dobbiamo cercare di metterci in contatto con la terraferma.»
«Come facciamo?» chiese Pat. «Ho provato alcuni telefoni, ma sono tutti muti. Inoltre ho visto i terroristi che portavano via dalle cabine i telefoni portatili dei passeggeri. E siamo soltanto in tre, disarmati, mentre loro sono una ventina o piu, armati fino ai denti.»
«Sono convinto», replico Di Bono, «che uno dei miei ufficiali sia sfuggito alla cattura, e penso che abbia prelevato alcune pistole dall’armeria. Credo anche di sapere dove si sta nascondendo.»
Il
«Sono il vice ministro della Difesa di Israele», si senti dire in un tono che fugo immediatamente ogni suo dubbio.
«Lei e dunque il famoso Oswald Breil. E un onore conoscerla. Sono Iosif Bykov. Se quanto si dice sui vostri servizi d’informazione e vero, credo sia inutile spiegarle di che cosa mi occupo.»
Oswald annui, invitandolo a proseguire.
«Quella nave trasporta le dieci testate nucleari di un missile intercontinentale balistico SS 20», riprese Iosif in tono concitato. «Che cosa c’entri, puo ben capirlo. Ma sappia che l’unica persona in grado di svelarci il piano dei terroristi e nelle mie mani. Sono pronto a consegnarvela, purche il mio ruolo in questa vicenda venga dimenticato.»
Rosslyn. 23 luglio 1999
Sara Terracini continuava a studiare le quattordici colonne, apparentemente disposte tenendo unicamente conto del peso che dovevano reggere. Era invece convinta che in quella disposizione ci fosse una logica dettata da leggi misteriose.
«‘Teca dov’e riposta una cosa preziosa’… ‘Tempio di Gerusalemme’… ‘Chiave che conduce al Tesoro’», continuava a ripetere, indicando a Toni Marradesi il punto dove le linee che congiungevano le colonne della parte orientale formavano una tripla
Se le sue supposizioni erano esatte, tra il Tempio di Gerusalemme e Rosslyn ci doveva essere un’ulteriore analogia. Improvvisamente il suo volto s’illumino.
«E ora di tornare in albergo», disse di botto. «Devo esaminare alcuni documenti e vedere se un certo nostro amico ha risposto al mio ultimo messaggio.»
Nessuno dei quattro, uscendo, noto che uno sguardo seguiva ogni loro mossa.
Rientrata in albergo, Sara collego alla rete il computer portatile che aveva con se, aprendo la casella dei messaggi in arrivo. Letta la notizia del dirottamento, aveva mandato infatti subito un messaggio a Oswald Breil, che pero non aveva ancora risposto. Anche questa volta la casella era vuota. Evidentemente il suo minuscolo amico aveva cose piu gravi di cui occuparsi, penso con disappunto.
17
Mediterraneo meridionale. 23 luglio 1999
Didier Fosh avanzava a testa bassa sullo scalandrone della corvetta israeliana, scortato da due uomini di Bykov armati. Sul ponte lo aspettavano Breil con i suoi collaboratori e lo stesso Bykov.
Sull’ultimo scalino Fosh sembro inciampare, e uno dei due guardiani si chino per aiutarlo. L’incauto movimento basto perche Fosh gli strappasse con una mossa fulminea la pistola.
«Non scoprirete mai i segreti dei miei fratelli», esclamo, puntando l’arma verso Bykov e facendo fuoco. Poi si punto la pistola alla tempia.
Oswald gli fu addosso come il fulmine, caricandolo con la spalla destra. Il colpo, inferto all’altezza del bacino, fu sufficiente perche l’arma di Fosh si alzasse. Invece di entrare nella tempia, il proiettile si conficco nella parte alta della testa, uscendo dalla calotta cranica.
Bykov era steso sul ponte. Da un angolo della bocca gli colava un rivolo di sangue. Rosso come i rubini dei Romanov.
«Va bene cosi», riusci a mormorare prima di morire. «E troppo tempo che Nadja mi aspetta con nonno Igor.»
Il referto comunicato poco dopo a Oswald Breil dal personale medico della
A Oswald fu anche consegnato cio che era stato trovato addosso al banchiere. Tra l’altro, un cordoncino rosso impreziosito da un filo d’oro zecchino.
Pat Silver e Lionel Goose seguirono il comandante per i passaggi e le scale normalmente usati dall’equipaggio, dove potevano sperare di non imbattersi nei terroristi. Scesero diversi piani, fino al ponte sotto cui c’era soltanto lo scafo della
Raggiunto il reparto dell’inceneritore, l’odore sgradevole dei rifiuti li colpi come una mazzata, ma Di Bono chiamo sottovoce il suo subalterno.
Vassalle sbuco subito da dietro uno dei forni, impugnando la pistola. Dietro di lui fecero capolino poco dopo anche Maggie e Gerardo. Con un grido soffocato, la giovane getto le braccia al collo di Pat, stringendosi disperatamente a lui.
«Presto, presto», li interruppe concitatamente Di Bono. «Dobbiamo riuscire a tornare sui ponti superiori. Forse troveremo un modo per metterci in contatto con il mondo esterno e comunque, rimanendo qui nascosti, non saremo di nessun aiuto.»
Quindi ordino al sestetto di dividersi in tre gruppi, ognuno con una pistola, incaricando Maggie e Pat Silver di cercare un sistema di comunicazione funzionante. Gli altri intanto avrebbero studiato le mosse dei terroristi. Si sarebbero ritrovati tutti li dopo un’ora.
Sul corridoio si apriva una lunga fila di porte. Pat consegno la pistola a Maggie, dicendole in un soffio: «Vedi se riesci a trovare un telefono che funzioni, o un cellulare sfuggito ai terroristi. Io intanto cerco di raggiungere la sala radio. Ci troviamo qui tra dieci minuti».
Quindi si dileguo, mentre Maggie cominciava a ispezionare le cabine.
La sua ricerca apparve subito infruttuosa: le perquisizioni erano state fatte con grande cura. Per scrupolo provo comunque tutti i telefoni di ogni stanza, ma sempre con la stessa delusione.