Suo zio l’afferro per un braccio costringendolo a rimettersi in marcia.

«Ne hai gia visti, di Stranieri, no?» disse, ridendo forte. «Sai bene che nei cunicoli non vive solo l’Umanita.»

Si, questo Eric lo sapeva.

Fin da bambino aveva accompagnato Thomas e la sua banda nelle spedizioni militari o commerciali verso i cunicoli dell’interno. Sapeva che i loro abitanti guardavano con disprezzo la sua gente, sapeva che erano piu ricchi e conducevano una vita piu tranquilla e sicura, e tuttavia provava pieta per loro perche, in fin dei conti, non erano che Stranieri, mentre lui era membro dell’Umanita.

E lui era fiero di appartenere all’Umanita, non solo perche la sua gente viveva nei cunicoli di superficie, cioe quelli piu vicini alla dispensa dei Titanici, ma anche perche questo enorme vantaggio era controbilanciato dai pericoli connessi a quella posizione, e una vita di pericoli conferiva grandezza all’Umanita. La sua gente era superiore, nonostante l’inferiorita tecnologica. Cosa avrebbero potuto fare, infatti, gli abitanti dei cunicoli interni, se l’Umanita non li avesse riforniti delle materie prime di cui abbisognavano? Cosa avrebbero fatto gli armaioli, i vasai, i tintori e tutti gli altri artigiani di quei cunicoli, se l’Umanita non avesse piu portato loro le cose di cui avevano bisogno, cioe cibi, stoffe, metalli? Quelle cose che l’Umanita aveva audacemente rubato ai Titanici? No, l’Umanita era il popolo piu grande e coraggioso tra quanti vivevano nei cunicoli. Ma non era questo il punto.

Il punto era che con gli Stranieri non bisognava avere altri rapporti all’infuori di quelli strettamente necessari. Loro erano Stranieri, e dovevano restare al loro posto.

Si, il commercio era utile, perche l’Umanita aveva bisogno di armi, di vasellame, di fasce lombari, di bisacce, in cambio delle materie prime che non avrebbe saputo lavorare. Capitava anche che qualche donna Straniera si unisse a un membro dell’Umanita, e viceversa, ma erano casi rari, e le donne in questione non riuscivano mai ad amalgamarsi bene con l’Umanita. Capitava poi inoltre che qualche volta si venisse alle mani con gli Stranieri, e questa, dopo le razzie nel territorio dei Titanici, era la fonte di maggiore piacere, di piu grande eccitazione, per i guerrieri…

Commercio, unione con le loro donne, guerra. Tutto qui. Per il resto, non bisognava mai avere a che fare con gli Stranieri. Erano tabu, e se capitava di incontrarne uno isolato lungo i cunicoli, lo si uccideva senza rimorso.

Non era certo a loro, dunque, che bisognava chiedere consiglio per il primo Furto!

Eric stava ancora meditando sull’enormita dei consigli di suo zio, quando giunsero alla fine del viaggio. Si trovavano in un ampio cunicolo cieco, sulla cui parete di fondo si scorgeva una linea che partendo dal pavimento arrivava ad altezza d’uomo e poi tornava a curvarsi fino a raggiungere il pavimento.

Era la porta che dava sul territorio dei Titanici.

Thomas il Distruggitrappole si soffermo un momento, con le orecchie tese. Quando ebbe la certezza che non si udivano rumori sospetti nelle vicinanze, si volto, e portatosi le mani a imbuto intorno alla bocca, emise il lungo richiamo modulato di riconoscimento della sua banda. Poco dopo, gli altri quattro guerrieri e l’apprendista li raggiunsero, e poi, a un segnale del capo, si accoccolarono vicino alla porta.

Prima mangiarono, in fretta e in silenzio. Eric mangio meno degli altri perche sapeva di doversi mantenere sveglio e leggero in previsione del Furto. Suo zio gli lancio un’occhiata di approvazione quando vide che tornava a riporre gran parte del cibo nella bisaccia.

Il pavimento, sotto i loro piedi, vibrava e gorgogliava incessantemente, segno che si trovavano proprio al di sopra di una delle tubature dell’impianto costruito dai Titanici. In quel punto correvano due enormi tubi. Uno era la fognatura, dove l’Umanita gettava i rifiuti e seppelliva i morti dopo le cerimonie di rito, l’altro era una conduttura d’acqua potabile, a cui gli uomini attingevano per le loro necessita, e senza la quale non avrebbero potuto sopravvivere. Eric sapeva che al ritorno, prima di rimettersi in cammino verso casa, Thomas avrebbe aperto un foro in quel tubo, per riempire le borracce di acqua fresca. Qui, vicino al territorio dei Titanici, si trovava l’acqua piu fresca e dolce.

Finito di mangiare, Thomas si alzo e chiamo Roy il Corridore. Mentre gli altri guardavano, i due si avvicinarono alla parete cieca, nel punto dove correva la linea curva, e vi appoggiarono l’orecchio. Finalmente, soddisfatti, inserirono una punta di lancia in quella linea che era una fessura e, facendo leva, trassero pian piano verso di se il macigno che faceva da porta. Non appena l’ebbero tolto e deposto con cautela sul pavimento, un fiotto di luce abbacinante si riverso nel corridoio.

Territorio titanico. E quella luce strana, sfolgorante, era la luce dei Titanici. Eric aveva visto molti guerrieri uscire in quella luce, ed ora toccava a lui.

Impugnando la pesante punta di lancia, suo zio sporse la testa oltre l’apertura, guardando in tutte le direzioni. Quando ebbe finito, si ritrasse. «Non ci sono trappole» disse a voce bassa. «Quella che ho distrutto nel corso dell’ultima spedizione e ancora lassu, appesa al muro. Non l’hanno nemmeno riparata. E ora va’, Eric, ragazzo mio.»

Eric si alzo e si diresse con lui verso la porta, ricordando di tenere gli occhi bassi. Suo zio lo esamino attentamente per accertarsi che tutto fosse a posto, gli fece impugnare una selce leggera ma molto aguzza e gli imparti gli ultimi consigli: «Se ti vede un Titanico, un’arma piu pesante non ti servirebbe. Devi cercare di metterti al riparo, piu in fretta che puoi, e intanto lanciargli contro la punta di lancia. Forse il Titanico non riuscira a distinguere fra te e l’arma, e inseguira quella.»

Eric annui macchinalmente. Sapeva a memoria anche quella parte delle istruzioni. Aveva la bocca asciutta, e il cuore che gli batteva forte.

Thomas il Distruggitrappole si tolse dalla fronte la fascia con la lampada e l’avvolse intorno alla testa di Eric. Poi spinse il giovane oltre la soglia. «Vai a commettere il tuo Furto, Eric» bisbiglio. «Vai, e torna uomo.»

5

Eric varco la soglia. Era in territorio titanico. La strana luce dei Titanici, il loro mondo incredibile, lo circondavano. I cunicoli, l’Umanita, tutto quello che gli era familiare, era rimasto alle sue spalle.

Un’ondata di panico gli sali dallo stomaco alla gola.

Non guardare in alto. Tieni gli occhi bassi altrimenti resterei paralizzato dalla paura. Tienti rasente al muro. Tieni lo sguardo fisso sul muro e seguilo. Volta a destra e segui il muro. Corri.

Eric volto a destra. Sfioro con la spalla il muro e comincio a correre tenendo gli occhi bassi e sfiorando il muro con la spalla a intervalli regolari. Correva piu svelto che poteva, contando mentalmente i passi.

Venti passi. Da dove proveniva la luce? Era ovunque, cosi bianca, cosi scintillante… Venticinque passi. Sfiora il muro con la spalla. Soprattutto non ti allontanare mai dal muro. Trenta passi. Con una luce simile, la sua lampada era inutile. Trentacinque passi. Il pavimento era diverso da quello dei cunicoli. Era piano e duro. E cosi anche il muro. Quaranta passi. Corri tenendo sempre gli occhi bassi. Sfiora la parete con la spalla. Continua a correre. Tieni gli occhi sempre bassi. Quarantacinque passi.

Per un pelo non ando a sbattere contro la costruzione di cui gli aveva parlato lo zio, ma la prontezza di riflessi e gli avvertimenti ricevuti gli permisero di voltare in tempo a sinistra. Qui il colore era diverso e anche il materiale. Tieni gli occhi bassi. Non guardare in alto. Giunse davanti a un ingresso che pareva quello di un piccolo cunicolo.

Non devi entrarci, Eric. Superalo. Correndo, riprese a contare. Ancora venticinque passi, ed ecco un secondo ingresso, piu ampio, vi s’infilo. In principio sara buio. Illuminerai le pareti con la luce della tua lampada.

Eric si fermo, ansimando. Era contento di trovarsi al buio. Dopo la spietata luce abbagliante a cui non era abituato, il tenue chiarore della sua lampada gli ricordava i suoi cunicoli dandogli un senso di sicurezza.

Sapeva di potersi permettere un attimo di sosta. La prima parte, la peggiore, era passata. Non era piu allo scoperto.

Aveva seguito le istruzioni ed era ancora vivo. Il peggio era passato. E adesso poteva rischiare di dare un’occhiata. Moriva dalla voglia di farlo.

Si volse prontamente, col cuore stretto dalla paura, alzo gli occhi, e guardo.

Il grido che gli sfuggi involontariamente dalle labbra lo atterri quasi quanto cio che vide. Chiuse gli occhi e si ritrasse nell’ombra, incapace di muoversi. Non era possibile! Non poteva avere visto bene. Non poteva esistere

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