macchina fece del suo meglio per compensare la sorprendente goffaggine di Hamlin come guidatore. Maneggiava la leva di guida rozzamente, spingendola troppo, spesso cercando di scavalcare la mente giroscopica della macchina, interferendo con la delicata omeostasi che teneva il veicolo nella sua giusta corsia. Macy, dal suo punto di vista privilegiato, osservava le operazioni di Hamlin con sentimenti contrastanti. Evidentemente Hamlin, dopo quattro o cinque anni che non guidava piu, aveva perso qualsiasi abilita un tempo avesse posseduto, e questo lo stava preoccupando, perche gli era venuto in mente che durante la sua assenza aveva potuto perdere anche altre capacita. Percio si stava costringendo a una frenetica concentrazione, stringendo la leva con mani sudate e cercando di sottomettere la macchina ai suoi voleri. Macy sapeva che poteva sfruttare la paura di Hamlin, accentuando la sua angoscia. Credi di essere tornato in vita, Nat, ma non e tornato proprio niente, soltanto il tuo ego e le tue parolacce. Hai perso le tue capacita manuali. Non saresti capace di tagliare pupazzetti di carta, figuriamoci pezzi da museo. E cosi via. Minando la fiducia in se stesso di Hamlin, attaccando la sua giustificazione principale per aver espulso Macy. Indebolendo la sua presa sul sistema nervoso centrale, predisponendolo a essere rovesciato. Credi di essere ancora un grande artista? Gesu, non sei neanche capace di guidare! Il Centro Riab ti ha fatto a pezzi, Nat, e non tornerai mai piu intero. E poi, dopo aver gettato Hamlin nel panico, poteva fare un tentativo di conquista.

Il processo era gia bene avviato. I fumi della tensione filtravano fino alla cittadella interiore di Macy. L’odore oleoso della paura e del dubbio. Forza, dagli una spinta, e vulnerabile adesso. Ma era inutile, Macy lo sapeva. Non aveva ancora trovato i punti di appoggio mediante i quali scaraventare Hamlin giu dalla sua posizione dominante. E anche se cosi fosse stato, non avrebbe osato farlo a centottanta chilometri all’ora; per quanto buona fosse l’omeostasi di quella macchina, non era programmata per l’autoguida, e mentre lui e Hamlin lottavano per il controllo, la macchina poteva andare fuori strada, finire contro un muro o contro il traffico proveniente dalla direzione opposta, in un’orgia di feedback positivo.

Cosi Macy rimase passivo mentre Hamlin percorreva faticosamente l’autostrada, e con piu abilita guidava la macchina lungo le stradine alberate e piene di curve che conducevano alla casa dove un tempo aveva vissuto. Posteggio la macchina a qualche centinaio di metri di distanza. Abbandono la strada e cammino cautamente nel bosco. Il paesaggio estivo gli spezzava il cuore, li. Le foglie cosi verdi, appena spuntate. Fiori gialli e bianchi. Chipmunk e scoiattoli. Cespugli di felci frondose. Avevano arginato la marea urbana li, l’inondazione di cemento e inquinamento, l’assalto dell’estinzione. Un avamposto di vita naturale conservato per i piu ricchi.

Ed ecco, al di la di quell’abbagliante macchia di sorprendenti betulle, la casa. Alte mura di massi grigio- marrone, legati con antica malta grigia. Finestre piombate scintillanti nella luce della luna. Il cuore di Hamlin che batteva forte. Antichi ricordi in una danza agitata. Guarda, guarda li. Lo stagno, il torrente, la piscina. Esattamente come Lissa li aveva descritti, esattamente come Macy li aveva visti attraverso le lenti della memoria di Hamlin. E lo studio. Dove tanti miracoli erano stati creati.

…Perche sei venuto qui?

Un pellegrinaggio. Un viaggio sentimentale.

…E la casa di qualcun altro adesso.

Perche non vai a farti fottere, Macy?

…Ho a cuore il tuo benessere. Non puoi andare in giro cosi. Potrebbero esserci dei cani. Sistemi di allarme. Lo sai cosa ti succederebbe se venissi preso?

Hamlin non rispose. Avanzo cauto verso lo studio, e Macy capto un abbozzo di piano per forzare una finestra ed entrare. Hamlin si aspettava forse di trovare il suo laboratorio intatto, le complicate apparecchiature psicoscultoree ancora al loro posto. Assurdo. Lo studio probabilmente era stato trasformato nella serra di una ciarliera matrona suburbana. Hamlin continuo ad addentrarsi furtivamente nel boschetto che costeggiava il torrente. Che ci provi. L’allarme comincera a suonare, e nel giro di dieci minuti qui sara pieno di poliziotti. Una frenetica caccia attraverso i boschi. Cyber-cani lucidi, dai musi piatti, che scivolavano con cingoli silenziosi sulle foglie cadute dell’anno scorso, puntando sugli indicatori termici che tradivano l’uomo in fuga. Il fuggiasco circondato, intrappolato, catturato. Identificato come Paul Macy, ricostruzione Riab, ma la polizia, dopo aver parlato con Gomez C., scopre che Macy era stato infestato da una riapparizione della sua precedente identita. Quindi. Azione rapida. Wham! Aghi nel braccio. Hamlin eliminato una seconda volta.

E la sua minaccia di distruggere il loro corpo comune, in caso di guai? No, penso Macy, non puo farlo mentre e lui a comandare il cervello cosciente. Un uomo non puo spegnere il proprio cuore a volonta. Poteva farlo quando era quaggiu, dove sono io, collegato a tutte le connessioni neurali. Cosi Hamlin morira una seconda volta, e il corpo sopravvivera. Per essere usato da me. Forza Nat. Continua a strisciare, penetra nello studio, fai scattare l’allarme, sveglia i cani, rimettimi sulla strada verso una vita indipendente. Si. Ti saro molto grato.

Cos’e che sta uscendo dalla piscina? La ciarliera matrona suburbana in persona! Venere sulla conchiglia. Una donna sulla quarantina, alta, non propriamente grassa ma ben fornita, capelli scuri, lunghi fianchi curvi, cosce grassottelle, faccia amabile e vacua. La passerina castamente nascosta da un minuscolo cache-sex; seni nudi, pieni, probabilmente non tanto alti quanto lo erano un tempo. Guarda sorpresa Hamlin che viene verso di lei.

Pronta reazione adrenalinica anche da parte di Hamlin. Pupille dilatate, pulsazioni accelerate, irrigidimento dell’uccello. Nessuna meraviglia che sia eccitato. La situazione quintessenziale dello stupro. Giorno, sobborghi, donna sola, scarsamente vestita, l’uomo che emerge dagli alberi. La scaraventa a terra, la mano sulla bocca, le allarga le cosce, glielo infila dentro. Ooom. La sbatte per bene e scappa. Un’altra tacca sul cazzo.

…Ahaha! Ci risiamo. Il vecchio vizio.

Non scocciarmi, scatto Hamlin. Con uno sforzo recupero il suo equilibrio sessuale, i modi cortesi. Le rivolse un sorriso sesso-cortese e un piccolo cenno col capo. Tutto sotto controllo. — Spero di non averla spaventata, signora. — La voce untuosa.

— Non fatalmente. — Gli occhi della donna passarono dalla sua faccia, al distintivo Riab, di nuovo alla faccia. Un po’ confusa ma non allarmata. Non cerco di coprirsi il seno, malgrado la situazione fosse potenzialmente provocante. La posa spigliata della classe superiore. — Mi scusi se faccio un tremendo errore, ma lei non e… non e…

— Nat Hamlin, si. Quello che abitava qui. Ma il mio nome e Paul Macy adesso.

…Bugiardo!

— L’ho riconosciuta subito. Che piacere conoscerla! — Evidentemente non si rendeva conto che non era opportuno per un ricostruito tornare nei luoghi del suo vecchio io. Oppure non le importava. — Lynn Bryson, a proposito. Abitiamo qui da due anni. Mio marito e chirurgo genetico. Desidera qualcosa da bere signor… Macy? O qualcosa da fumare?

— No, grazie, signora Bryson. Avete comprato la casa dalla … vedova di Hamlin?

— Dalla signora Hamlin, si. Che donna affascinante! Naturalmente non voleva piu abitare qui, con tutti quei ricordi terribili da una parte e dall’altra. E nata una meravigliosa amicizia fra noi, mentre la casa cambiava di mano.

— Ho sentito parlare molto bene di lei — disse Hamlin. — Naturalmente io non ho alcun ricordo. Lei mi capisce.

— Naturalmente.

— Il passato di Hamlin e un libro chiuso per me. Ma lei comprendera che ho una certa curiosita naturale circa le persone e i luoghi della sua vita. Come se fosse, in un certo senso, un mio famoso antenato, e sentivo di dover sapere qualcosa di piu su di lui.

— Naturalmente.

— La signora Hamlin abita ancora in questa zona?

— Oh, no, si e trasferita a Westchester. Bedford City, credo.

— Si e risposata?

— Si, naturalmente.

Il coltello che affondava nella piaga, per Hamlin.

— Per caso conosce il nome del nuovo marito? — Con molta cautela, nascondendo ogni traccia di tensione.

— Potrei trovarlo — disse la donna. — Un nome ebreo. Klein, Schmidt, Katz, qualcosa del genere, una parola corta, tedesca. Uno che lavora nel teatro, un produttore, una persona molto a modo. — Il suo sorriso si allargo. I suoi occhi scrutarono il corpo di Hamlin con compiaciuta sensualita. Come se non le dispiacesse l’idea di essere sbattuta. La sua maniera di entrare in intimita con il grande artista scomparso. Se solo sapesse. Via quel triangolino

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