Si scruto attenta il viso quasi che non l’avesse mai veduto prima, pietrificata dalla stranezza di quegli occhi, duplice insinuante promemoria della sua ambigua natura. Una mutante. Neutra, per giunta. E chi, mutante o normale, chi mai avrebbe voluto aver qualcosa a che fare con lei?

Forse, pero, applicando un paio di lenti a contatto… Serro le palpebre, godendosi la momentanea consolazione che le veniva da quel pensiero. Certo, sovrapporre al marchio dorato della mutazione un bel marrone scuro o nocciola chiaro. Almeno avrebbe preso semplicemente l’aspetto di una qualunque ragazza di origine asiatica. Chissa che strano effetto le avrebbe fatto vivere una vita da nonmutante, penso. Camminare per strada e confondersi facilmente tra la folla…

La porta del bagno si spalanco di colpo e fecero il loro ingresso, chiacchierando fitto fitto, Tiff Seldon e Cilla Cole. Si fermarono contemporaneamente nel vedere Melanie. Poi Tiff prosegui decisa in direzione dei gabinetti. Di corporatura atletica e robusta, il cranio sormontato da un cespuglio di gialli capelli a spazzola, sopravanzava Melanie di tutta la testa.

«Oh, scusami tanto», le disse in tono esageratamente cortese nel passarle accanto, e le affibbio a tradimento un rude colpo d’anca.

Melanie cadde in avanti e si riprese a stento, evitando per un pelo di urtare rovinosamente la fronte contro lo specchio.

«Ehi, attenta!» esclamo, rivolgendo di sbieco all’altra un’occhiata furibonda. Era sicurissima che l’avesse fatto apposta.

Intanto, appoggiata al muro piastrellato che fronteggiava il lavandino, le magre braccia spavaldamente conserte, uno spinello fra le labbra, due anellini d’argento infilati in ciascuna narice, capelli verdevivo un paio di centimetri piu lunghi di quelli dell’amica, Cilla, irradiando malignita, la gratificava d’un sogghigno soddisfatto.

«Attenta tu, mutosa!» risono sprezzante da dentro uno dei cubicoli la voce di Tiff. «Senti, perche non ci fai vedere qualche giochetto, eh?»

Melanie butto il pettine dentro la borsetta e fece per andarsene. Ma Cilla le sbarro il passo.

«Ehi tu, mutocchia, ti hanno fatto una domanda, non hai sentito?»

«Togliti di mezzo, Cilla», scandi Melanie con voce gelida ma col cuore che le martellava in petto. Tiff e Cilla erano due persone aggressive e crudeli, tipiche rappresentanti di quella marmaglia che amava infierire sui mutanti per puro divertimento.

«Ma guarda un po’ che razza di maleducata!» Cilla scosse la testa con aria di beffarda riprovazione, e incalzandola da destra costrinse Melanie ad arretrare fin contro la parete. Melanie cerco di sgusciare sulla sinistra, ma si ritrovo all’improvviso bloccata da Tiff, che incombeva su di lei con un sorriso cattivo. Infilandosi una mano massiccia sotto la camicetta, Tiff tiro fuori un coltello, che baleno argenteo nella luce dei fluorescenti. Poi afferro Melanie per una spalla, agitandole davanti al viso la piccola, scintillante vibrolama.

«Graziosa vero? Mio fratello non se n’e accorto nemmeno che gliel’ho fregata dal giubbotto…» Il fiato di Tiff sapeva di vino o birra, e negli occhi le danzava un bagliore sinistro. «Pensavo di provare a farci un lavoretto d’intaglio… magari con una mutosina, eh?» A sottolineare la battuta le usci di gola un risolino aspro.

Melanie fisso il coltello col fiato sospeso. Possibile che avessero davvero intenzione di ferirla?

La vibrolama saetto vicinissima, mentre Tiff simulava un primo affondo contro il mento della sua vittima. Melanie chiuse gli occhi. L’avrebbe sentita nessuno, se si fosse messa a urlare? Sua cugina Germyn l’aspettava al bar. Forse sarebbe venuta a cercarla. O magari poteva anche succedere che se Melanie si fosse concentrata intensamente, ma proprio al massimo delle sue forze, avrebbe scoperto di possedere lei pure qualche facolta mutante. E allora sarebbe riuscita in un istante a scagliare Tiff lontano da se, per poi librarsi in aria e sfuggire alle sue aguzzine. Strinse forte gli occhi gia serrati, cercando spasmodicamente di proiettare contro le due nonmutanti un’ondata di energia mentale. Ma quanto piu si sforzava, tanto piu sentiva di indebolirsi. Infine, disperata, rinunzio. Lucidamente consapevole della propria impotenza, comprese che non avrebbe potuto sottrarsi all’aggressione.

Riapri gli occhi, domandandosi quanto mancasse al momento in cui la lama avrebbe incominciato ad affondarle nelle carni, e quanto male le avrebbe fatto. Forse sarebbe morta, e allora Tiff avrebbe passato in galera il resto dei suoi giorni. Niente male, come prospettiva. Anche il cecchino che dieci anni prima aveva ucciso tre mutanti al World Trade Center era finito in carcere. Rimaneva un fatto, pero: Melanie non aveva nessuna voglia di morire.

«Tiff, non farlo», imploro. «Te ne pentirai.»

Ruotando silenziosamente sui cardini, la porta del bagno si spalanco. Kelly McLeod, bocca aperta, mani artigliate attorno alla borsetta, si blocco sulla soglia.

«Ti consiglio di usare un altro bagno, McLeod!» intimo Tiff in tono minaccioso. «Questo e occupato.» Continuava a impugnare saldamente il coltello sotto il mento di Melanie.

Kelly venne avanti con le mani sui fianchi.

«Ehi, che sta succedendo?»

«Oh, solamente un lavoretto d’intaglio con una mutosina», rispose Cilla ridacchiando. «Sei venuta a darci una mano?»

«Ma siete impazzite?» esclamo Kelly rivolgendole uno sguardo colmo di ripugnanza. «Si puo sapere cosa vi ha fatto?»

Cilla la fisso corrucciata. «E a te che te ne frega? Sarai mica una che gli piacciono i mutosi, per caso, no?… Oh, Tiff, che ne diresti di darla pure a lei una ripassatina?»

«Vattene, Kelly, o faranno male anche a te!» ansimo Melanie.

Ma Kelly non le diede retta. Avanzo invece rapidamente, afferro gli anelli che pendevano dal naso di Cilla e tiro forte. Cilla emise uno strillo terrificante, incominciando a percuotere Kelly a piene mani.

«Lasciatela stare!» grido Kelly. «Capito? Toglietele subito le mani di dosso!»

«Fatti i fatti tuoi, McLeod!» replico Tiff, lasciando Melanie per puntare la vibrolama contro la nuova venuta.

«E tu vai a farti fottere!»

Tiff tento con uno scatto di colpirla, ma Kelly lascio andare gli anelli e si scanso schivando il coltello, che prosegui la corsa andando a scalfire invece il braccio di Cilla. La ragazza porto d’istinto una mano a coprirsi la ferita e comincio a lamentarsi forte, mentre il sangue le filtrava tra le dita.

«Stai zitta, Cilla!» le grido Tiff. «Devo avere un po’ di plastipelle in borsetta. Dio quante storie, ti ho appena sfiorata!»

Cilla serro le labbra troncando a mezzo un singhiozzo e si diede precipitosamente a rovistare nella borsa di Tiff alla ricerca della benda.

Kelly scoppio in una risata. «Ma fai sempre tutto quel che ti dice lei?»

«Amica dei mutosi!» bercio Cilla. Si giro di scatto e la colpi in pieno volto con un manrovescio che fece vacillare Kelly e mando rosse striature di sangue a spiaccicarsi sulla parete. Tiff bestemmio, lascio andare Melanie e si volse sollevando la mano armata per colpire Kelly.

Melanie colse l’occasione al volo. Con un balzo fu addosso a Tiff, le afferro la mano che impugnava il coltello e se la porto alla bocca, affondando i denti nel polso.

Tiff caccio un urlo di dolore. Melanie serro forte le mascelle e mantenne la presa, mentre l’altra cercava inutilmente di liberarsi. Il gusto salato del sangue di Tiff le inondo il palato. Il coltello cadde a terra tintinnando, e con un calcio Melanie lo scaravento nell’angolo accanto alla porta. Vide Kelly e Cilla accapigliarsi furiosamente. La stanza si era fatta all’improvviso affollata e rumorosa, un putiferio di gente che si agitava e di voci che rimbombavano.

«Ahi! Lasciami, maledetta mutante!» urlo Tiff.

Va’ all’inferno, penso Melanie continuando a stringere.

«Basta, ragazze! Fatela finita!»

Jeff, il buttafuori dello Hardwired, si insinuo a fatica nella mischia chinando il capo per schivare i colpi, e riusci a separare Cilla e Kelly beccandosi soltanto un paio di calci. Il suo compare, il calvo e tarchiato Ron, agguanto Melanie e Tiff.

«Lasciala andare, ragazzina!» ordino a Melanie scrollandola piuttosto brutalmente.

Seppur controvoglia, Melanie apri la bocca per liberare il polso malconcio dell’avversaria.

Guardandole disgustato, Jeff le spinse tutte e quattro verso l’uscita. «Le ragazze sono sempre le peggiori», commento rivolto a Ron, il quale assenti con aria da intenditore.

«Bestiacce feroci», dichiaro burbero.

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