antichi culti.»

«A te, forse», ribatte Melanie freddamente. «Ma e il modo in cui viviamo. E se vuoi continuare a vederti con mio fratello, farai bene a renderti conto dei rischi che corre per te.»

Kelly rimase in silenzio per qualche istante, concentrandosi nella guida. Rosse, gialle, bianche, infinite luci di altri libratori sfrecciavano accanto a loro.

«Grazie per l’avvertimento», disse infine in tono sommesso. «Non volevo essere scortese, ne offenderti in alcun modo.»

«Oh, dai, lascia perdere», concluse Melanie. «Ma dimmi, i tuoi come l’hanno preso, il fatto che frequenti mio fratello?»

Kelly si strinse nelle spalle. «Non e che facciano salti di gioia, ma insomma cercano di abituarsi all’idea. Sono sicura che a mia madre Michael piace. Quanto a mio padre… be’, diciamo che comunque lo tratta educatamente.»

«Tu, per lo meno, Michael a casa tua puoi farcelo entrare apertamente. Dubito che lui ti portera a conoscere i nostri genitori. E ad ogni modo non credo che ti darebbe molto gusto incontrare mio padre.»

«Ti diro, ai miei e proprio piaciuto vedere Michael levitare. Sapessi pero quanto l’ho dovuto pregare, prima di riuscire a convincerlo… A proposito, tu che cosa sai fare?»

«Che cosa vuoi dire?»

«Qual e il tuo potere mutante?»

«Nessuno. Sono una neutra.» Melanie si rincantuccio nel sedile, cercando di far trasparire il meno possibile l’amarezza che le incrinava la voce.

«Davvero? Non sapevo che esistessero anche mutanti neutri.»

«E invece e cosi. Ogni tanto succede. Io sono l’unica, nella mia famiglia, a non avere neanche un briciolo di capacita. Incredibile, vero? I miei genitori cercano di fare buon viso, ma io lo so che ci sono rimasti parecchio male. A volte penso di non essere affatto una mutante. Puo darsi che all’ospedale, quando sono nata, mi abbiano scambiata con un’altra.»

«E quegli occhi, allora, da dove ti sarebbero venuti?»

Melanie sospiro. «Anche le mie teorie sono disfunzionali.»

Mentre ancora le aleggiava in volto un sorriso di affettuosa comprensione, Kelly fermo la macchina davanti alla casa di Melanie. Spense il motore e si volse a guardarla.

«Senti, Melanie, ti ringrazio sinceramente per tutto quello che mi hai detto. A tuo fratello voglio bene sul serio, e nonostante le difficolta spero che potremo essere amiche.»

«Be’, si, certo, se vuoi…»

Kelly annui.

«Ciao, allora. E grazie per il passaggio.» Melanie scese dalla macchina, richiuse lo sportello, e mentre Kelly usciva a marcia indietro dal viale rimase li a guardare i fari gialli del libratore tracciare il loro sentiero di luce attraverso la nebbia che si andava infittendo.

Che strano, penso, essersi fatta un’amica a causa di una rissa. E una nonmutante, per giunta.

Bill McLeod guardo con raccapriccio il livido che segnava il volto della sua primogenita. E che cos’erano quelle macchie rossastre che aveva sui vestiti? Sua moglie, seduta accanto a lui sul divano, si distolse dalla sua lettura per levare su Kelly uno sguardo preoccupato.

«Si puo sapere cosa diavolo ti e successo?»

«Ero all’Hardwired. Sono rimasta coinvolta in una rissa.»

«Una rissa?»

«Proprio cosi. Dentro i bagni. Due ragazze hanno aggredito Melanie Ryton. Avevano una vibrolama.»

«Un coltello?» McLeod provo una stretta allo stomaco. Ma allora era sangue, quello che chiazzava la camicetta di sua figlia! «Dio mio, Kelly, ti hanno ferito?»

«No. Comunque era un coltello piuttosto piccolo.»

«Ti consola scoprire che tua figlia e un’esperta di coltelli!» commento lui in tono caustico. «E poi chi sarebbe, questa Melanie Ryton? Qualcosa a che vedere con Michael?»

«E sua sorella.»

McLeod scosse la testa. Un altro Ryton! Come avrebbe fatto a liberarsi di quella maledetta famiglia?

«Sei proprio sicura di star bene?» domando Joanna.

«Tutto a posto, mamma. Solo un po’ in disordine, capirai.»

«Ma dovevi per forza entrarci anche tu?» domando McLeod.

Kelly gli getto un’occhiata colma di disgusto. «E secondo te che cosa avrei dovuto fare? Starmene li buona buona a guardare?»

Il tono di quella risposta fece sbottare l’ira che gia gli covava dentro. «Kelly, avresti potuto rimanere ferita! E incomincio a pensare che te lo saresti meritato!»

«Che cosa vorresti dire?»

«Voglio dire che stai andando in cerca di guai! Sempre attorno a questi mutanti… Lo vedi che bei risultati? Possibile che tu non abbia altre amicizie?»

«Bill!» l’ammoni Joanna con voce indignata.

Tranquillamente appoggiata al muro, con le mani in tasca, Kelly non parve accusare il colpo.

«Papa, Melanie e una persona del tutto inoffensiva. Non ha nemmeno qualcuno di quei poteri che hanno gli altri mutanti. Solo quegli occhi strani. Eppure le danno tutti addosso perche e una mutante. E io non lo sopporto.»

«Questo ti fa onore», convenne Joanna. «E infatti noi ti abbiamo sempre insegnato a difendere i tuoi ideali, non e vero, Bill?»

Lui annui impaziente. «Ma certo, chi dice il contrario? Pero non e questo il punto. Il fatto e che ormai dovresti avere imparato a tenerti alla larga dai guai. Le beghe dei mutanti non ti riguardano. Perche non ti trovi un po’ di amici con gli occhi normali?»

L’autocontrollo di Kelly incominciava a sgretolarsi. «Perfetto», replico, gli occhi ridotti a due fessure sotto l’impeto d’una collera crescente. «Quindi domani, per prima cosa, dirai a Cindy che deve smetterla di incontrarsi con Reta. Si, facciamola finita, con questi mutanti. Ma ci pensi? Diventeremo i famosi McLeod, implacabili avversari dei mutanti!…» Poi, con voce stridula di rabbia, soggiunse: «E invece a me, guarda caso, i mutanti piacciono, e non m’importa se la pensi diversamente!»

«Bill, mi state facendo venire il mal di testa. Non potreste lasciar perdere per un po’?» si lamento Joanna con tono irritato.

McLeod incominciava a pensare di avere gestito male la situazione. «Non posso far finta di niente», insiste, sulla difensiva. «Cerca di capirmi, Kelly, non e che io voglia proibirti di vedere questi mutanti, ma sarei molto piu contento se tu passassi piu tempo in compagnia della gente normale. E se dessi un taglio a quella tua storia con Michael Ryton. Hai sempre avuto da scegliere, con tutti i bei ragazzi che ti fanno il filo. Me lo sai dire per quale ragione devi metterti per forza insieme a un mutante?»

«Dio santo, ho sempre piu spesso l’impressione che in questa famiglia trattiate anche me come una mutante!» ribatte Kelly. «Perche mai non dovrebbero piacermi? E comunque non ho la minima intenzione di smettere di incontrare Michael. E molto piu interessante di qualunque altro ragazzo abbia mai conosciuto. E anche se si tratta di un mutante, be’, che male c’e?»

«Calmati, Kelly», intervenne Joanna. «Tuo padre e giustamente rimasto sconvolto al pensiero di quel coltello. Non ti sembra una reazione motivata? Rifletti: ti presenti a casa col viso contuso, coi vestiti coperti di sangue…»

«Sono solo poche macchie.»

«… e ci racconti che sei reduce da una rissa in un bar. Be’…»

«Certo, mi rendo conto», ammise Kelly, dondolandosi imbarazzata da un piede all’altro. «E mi dispiace. Ma preferite che vi racconti bugie?»

«No, ovviamente no. Anzi, sono fiera che tu abbia avuto il coraggio di difendere Melanie. Anche tuo padre e orgoglioso di te.»

McLeod si senti riprendere da una vampata d’irritazione. «Jo, fammi il favore di non parlare di me come se io non fossi nemmeno presente!»

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