«Credo che la politica le piaccia piu di ogni altra cosa, perfino piu che cucinare», disse Melanie. «Scommetterei che i suoi distintivi li porta persino a letto.»

Passo loro accanto, a occhi bassi, la bionda Jena.

Sue Li sospiro. «Tuo fratello ci sta creando qualche problema. Quanto mi spiace, per quella povera ragazza…»

«A me invece per niente», ribatte Melanie. «Jena ne ha gia a bizzeffe, di corteggiatori. E per Michael, piuttosto, che sono in pensiero.»

«Che cosa vuoi dire?» Sua madre le rivolse un’occhiata penetrante, e Melanie si senti arrossire.

«Ecco», spiego, «il fatto e che Jena non gli piace. O meglio, gli piace, ma non nel modo che vorreste voi.» Poi, in tono imbarazzato, soggiunse: «E penso che non sia giusto cercare di fargli fare cio che lui non vuole».

«Quel che si dice un atteggiamento leale», commento asciutta Sue Li.

Personalmente, Melanie era dell’opinione che Jena fosse un’antipatica presuntuosa innamorata solo del suo specchio… Ma, a dire il vero, provava un maligno compiacimento nel vedere qualcun altro, una volta tanto, far da bersaglio alle occhiate inquisitorie e ai commenti compassionevoli del clan. Penso bene di compiere una nuova scorreria tra i favolosi pasticcini della zia, domandandosi se Zenora fosse una buona cuoca perche mutante, o sebbene mutante…

Una calda luce gialla riempiva le finestre del bungalow dei Ryton, spandendosi nelle tenebre circostanti. Il sole era tramontato da quasi un’ora. Michael apri la porta pian piano, pronto a defilarsi al primo accenno di guai. Sua madre, seduta al tavolo di cucina, leggeva, volgendogli le spalle. Melanie e papa non si vedevano. Sentendolo entrare, Sue Li sollevo lo sguardo dal piccolo schermo.

«Hai mangiato?» gli domando con voce stanca.

«No.»

«Togliti la giacca, intanto che ti preparo un panino.» E subito si alzo, facendo strusciare sul pavimento le gambe di legno della sedia, e si mise a trafficare per la cucina.

Con quella luce che le scintillava sui capelli neri, col viso che pareva incorniciato dal collo a cappuccio del suo maglione scarlatto, la mamma ricordo a Michael una stampa che aveva veduto una volta, un’antica stampa giapponese di una geisha in kimono color fragola e relativa sciarpa.

Appese il giubbotto all’attaccapanni, e sistematosi sulla sedia lasciata libera da sua madre sbircio il testo rimasto in attesa sullo schermo, un racconto dell’orrore tratto da chissa quale antica raccolta.

«Ti piace davvero leggere questa roba?»

«Certo. Primo, mi trasporta in un mondo completamente diverso, e poi mi da la gioia di poter tornare alla mia vita normale.»

«Magari per me fosse cosi semplice…» commento Michael. «Gli altri dove sono?»

«Tuo padre e rimasto a chiacchierare con Halden e Zenora. Jimmy e Melanie sono qui accanto, da Tela, a guardare non so che programma sul suo megativu.»

Porto in tavola un panino ripieno di polpetta alla soia e una tazza di cioccolata, poi sedette dinanzi a suo figlio. Un’espressione pensosa le aleggiava sul volto.

«Michael», esordi, «lo so che ti senti offeso per tutto quello che pretendiamo da te. Ma non pensare che tuo padre voglia essere troppo rigido, nei tuoi confronti.»

«E allora perche si comporta a quel modo?»

Sue Li sospiro. «E preoccupato. Lo sai bene quant’e importante, per lui, costruire per il futuro. Ma ti assicuro che e enormemente orgoglioso di te…»

«Lo credo! Orgoglioso di aver messo al mondo un mutante doppio. Benissimo, ma se va cosi fiero di suo figlio, perche non me lo dice apertamente?»

«Devi capire che e molto difficile, per lui.»

Prima di replicare, Michael mando giu un boccone del suo panino.

«Gia, e cosi va a finire che rende tutto molto piu difficile a me. E a Mel.»

«Lo so.»

«A te e mai capitato di trovarti nella nostra situazione?»

Un tenue sorriso le increspo le labbra. «Naturalmente. Ma le cose andavano in modo diverso quand’ero ragazzina io. Si respirava molto piu entusiasmo, all’interno del clan. Avevamo la sensazione di trovarci alle soglie di una nuova epoca. Eh, si, i favolosi anni Settanta, quando tutto sembrava possibile…»

«E dimmi, com’era?»

«Oh, eccitante. Sconcertante. Soprattutto per noi bambini.» Rimase qualche momento in silenzio, mentre l’emozione di vecchi ricordi rifioriva a colorarle le gote. «Ci pareva che il mondo intero fosse pieno di scoperte e di promesse. Che tutti i vecchi schemi stessero cambiando. E cosi era, in un certo senso. Ma poi venne la violenza. E per molti versi le cose rimasero le stesse di prima, per noi.»

Michael si appoggio allo schienale della sedia. «Nessuno penso che il Tempo dell’Attesa potesse essere terminato?»

Sua madre annui tristemente. «Ero molto giovane, allora, e non sempre avevo una chiara consapevolezza di quanto avveniva durante i convegni. Pero ricordo bene che un anno venne proposto ufficialmente di farci avanti, rendendo la nostra esistenza di pubblico dominio. Parecchi membri anziani si opposero strenuamente, e successe che il clan si suddivise in due fazioni. Ando poi a finire che negli anni Novanta alcuni di noi uscirono effettivamente allo scoperto. In precedenza i convegni erano molto piu affollati, ci partecipava il doppio di persone. Ma la vera scissione era avvenuta ben prima di allora, negli anni Sessanta e Settanta, e i fautori dell’apertura avevano abbandonato il clan. Alcuni andarono a stabilirsi in California. Fra loro c’era anche il ragazzo che avrei dovuto sposare.»

«E cosa gli e capitato… a loro, e a lui?»

Un’ombra le oscuro i lineamenti delicati. «Finalmente stiamo incominciando a ritrovarci. Forse un giorno saremo di nuovo tutti assieme, come ai vecchi tempi. Quanto a quel ragazzo… be’, nessuno ne ha piu saputo nulla.»

Michael smise di masticare il panino e scruto sua madre come se la vedesse per la prima volta. Si rendeva conto, all’improvviso, che un’ampia parte della sua vita privata gli era completamente ignota. Senti che un rinnovato sentimento di rispetto nei confronti di lei gli andava sbocciando dentro.

«E morto?»

«Credo di si.»

«E… com’era?»

Sue Li tese una mano a scansargli delicatamente dalla fronte un ciuffo di capelli. «Assomigliava un poco a tuo cugino Skerry. Un ribelle. Era quello, che lo rendeva cosi attraente. E che avrebbe reso impossibile viverci insieme.»

Michael fu tentato di rivelarle che aveva veduto Skerry. Stava gia per parlare ma all’ultimo istante decise di non farne nulla. Se lei si fosse lasciata sfuggire una mezza frase con qualcuno, sarebbero venuti ad asfissiarlo con mille domande. E poi, ora come ora, gli piaceva particolarmente avere qualche piccolo segreto tutto per se…

3

La musica proveniente dal robostereo dello Hardwired rimbalzava sulle piastrelle rosa del bagno sfaccettandosi in bizzarri echi distorti, uiaouuu, uiaouuu, simili al lontano gemito di un gatto elettronico. Melanie, accesa in volto, osservava la propria immagine accaldata nel vetro incrinato dello specchio. Una serata fin troppo tiepida, per essere la meta di febbraio.

La Valedrina che aveva trovato nell’armadietto dei medicinali di sua madre le ronzava piacevolmente attraverso il cervello, provocandole appena un lievissimo stordimento. Si ravvio i capelli con un pettinino giallo, continuando a esaminare la propria immagine riflessa. Una mezza cinesina dai morbidi capelli castani la fisso di rimando. Eccola la, nient’altro che una graziosa, normalissima ragazza intenta a trascorrere una piacevole serata fuori casa.

Si, una graziosa, normalissima ragazza… ma con gli occhi d’oro.

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