«Allora, non mi importa sapere perche e nemmeno chi ha incominciato», le apostrofo Jeff in tono aspro. «Le regole le conoscete: niente risse dentro l’Hardwired. Siete espulse per due settimane. Fuori!»

L’intero club se ne stava buono e cheto. Era stato spento anche il robostereo. File di facce osservarono curiose mentre Tiff e Cilla, imprecando, varcavano in fretta la soglia del bagno. Giunta all’estremita del bar, Tiff si fermo.

«Attenta a te, mutosa, prima o poi ti ritrovo!» grido.

Melanie le rispose con un gesto osceno. Tiff replico allo stesso modo, poi usci dal locale sempre stringendosi con l’altra mano il polso ferito.

Jeff agevolava l’operazione tenendo la porta aperta. «Fuori di qui, signorine. Avanti, anche voi due.»

Melanie cerco in extremis d’individuare Germyn percorrendo con lo sguardo la folla assiepata, poi lascio perdere. Con ogni probabilita sua cugina doveva aver ripreso la strada di casa al primo accenno di agitazione, portandosi via il libratore. Poco male, penso. Germyn non era mai stata un granche, come compagnia. Recupero quindi la sua giacca a vento arancione dall’attaccapanni a muro e usci nel parcheggio. Kelly le ando dietro senza fiatare. Melanie la sbircio con la coda dell’occhio. Per quale motivo l’aveva aiutata? In fondo, a parte una saltuaria frequentazione scolastica, si conoscevano appena.

Il peso di quel silenzio ando crescendo su di loro, finche a un certo punto Melanie non ne pote piu.

«Grazie», sbotto. «Comunque non eri obbligata, sai?»

Kelly si strinse nelle spalle. «Be’, mica potevo star li a guardare mentre ti facevano a fettine, non credi? E poi quelle due serpi non le ho mai potute soffrire. Tu pero dovresti stare piu attenta. Non ci vuol niente a provocarle.»

«Gia, me ne sono accorta», dichiaro Melanie con amarezza. «Ad ogni modo sono state loro a creare il casino. Io pensavo solo ai fatti miei.»

«Me l’ero immaginato», replico Kelly, dando un calcio a un sassetto vagabondo.

L’attimo dopo, colpita da un pensiero improvviso, Melanie si fermo.

«Ascolta, sei tu che frequenti mio fratello, vero?»

«Gia.»

A questo punto Melanie osservo con maggiore attenzione la sua salvatrice. Kelly, pur secondo canoni decisamente nonmutanti, poteva senza dubbio definirsi una bella ragazza. Tutti quei capelli neri, e quei grandi occhi azzurri… Ma, a parte questo, cosa ci trovava Michael in lei di tanto interessante? Da un punto di vista puramente erotico Jena risultava assai piu conturbante, e poi era bravissima in tutti gli sport telecinetici. Ma forse a Michael non importava.

Tutto sommato, Kelly appariva molto piu attraente di Jena. A scuola i ragazzi normali le ronzavano attorno di continuo; mezza squadra di calcio, per lo meno. Non che lei li degnasse della minima attenzione. Be’, poteva anche darsi che avesse una propensione per i mutanti. Succedeva, a volte. A Melanie torno in mente il ragazzo lentigginoso che quando lei frequentava il secondo anno le era stato appresso per almeno sei mesi. Certa gente provava un’attrazione irresistibile per i mutanti. Forse suo fratello provava un’attrazione irresistibile per i normali… Comunque era pazzo a rischiare un provvedimento disciplinare da parte del clan solo per il gusto di incontrarsi con una ragazza normale, pur se graziosa come Kelly McLeod.

«Serve un passaggio?» domando Kelly.

«Be’, diciamo di si. A quanto pare mia cugina mi ha lasciato a piedi», rispose Melanie. «Spero che non ti dispiaccia.»

«Non c’e problema. Dai, andiamo.» E Kelly fece strada verso un libratore color grigioargento.

«Bello», commento Melanie con una punta d’invidia. «E tuo?»

«No, di mia madre. Coraggio, salta su.»

Una volta a bordo Kelly premette il pulsante di accensione, ma tutto quel che ottenne fu un sordo brontolio. Provo ancora, inutilmente. Il motore non voleva saperne di mettersi in moto.

«Miseriaccia.» Kelly aziono l’apertura del cofano e ridiscese dal libratore. Pochi secondi dopo era di ritorno, scura in volto, stringendo una manciata di cavetti arancioni.

«Cos’e successo?», domando Melanie.

«Hanno tagliato i figli dell’accensione», spiego Kelly. «Scommetto che e stata quella schifosa di Tiff. Non credevo che ne avrebbe avuto il tempo.» Si sposto sul retro del libratore e incomincio a frugare nel bagagliaio.

Melanie la segui. «E adesso che si fa?» domando in tono smarrito. Lei non ne aveva mai capito granche di libratori.

«Voglio tentare una riparazione di fortuna prendendo qualche filo nella borsa degli attrezzi di papa», rispose Kelly, tirando fuori qualcosa dal bagagliaio e tornando poi rapidamente sul davanti della vettura. «Ne tiene sempre una di scorta, in questo libratore. Ecco, prendi qua.» Porse a Melanie una torcia elettrica. «Illumina qui sopra.»

E chinatasi sul motore si mise a trafficare con quelle che a Melanie parvero due file di spinotti metallici, collegandoli sopra e sotto con un verde conduttore a treccia, e serrando ogni tanto l’estremita di un conduttore con l’aiuto di un piccolo cacciavite.

«Ti spiace tenere la lampada un poco piu alta?»

Melanie si affretto a eseguire.

Infine, risollevandosi con un borbottio soddisfatto, Kelly si puli le mani con uno straccio.

«Ecco fatto. Speriamo che funzioni.»

Dopo di che si allungo da fuori sul sedile di guida e premette di nuovo il pulsante di avviamento. Per un attimo non accadde nulla. Poi, con uno stridulo lamento, il libratore riprese vita. Le ragazze si scambiarono un sorriso di sollievo. Kelly ripose gli attrezzi nel bagagliaio.

«Accidenti, che brava!» esclamo Melanie sbalordita. «Ma dove hai imparato?»

«Mio padre ha sempre avuto il pallino della meccanica», spiego Kelly. «Probabilmente per via del suo lavoro di pilota. E io non facevo altro che stargli attorno finche lui non incominciava a insegnarmi come riparare questo o quell’aggeggio.» Guido il libratore fuori del parcheggio. «A Michael sembra molto buffo che io sia capace di usare utensili e roba del genere.»

«Quant’e che uscite insieme?»

«Circa due mesi. Praticamente da quando siete tornati da quel vostro raduno.»

«Devi volergli davvero bene», azzardo Melanie misurando le parole.

«Proprio cosi», rispose Kelly. Fermo il libratore a un incrocio, e intanto che aspettava il verde diede un’occhiata a Melanie. «Non sembreresti molto d’accordo.»

Melanie esito. Che i mutanti fossero poco socievoli lo sapevano tutti, ma non le andava di fornire troppe informazioni a un estraneo. Tuttavia, se Kelly aveva intenzione di legarsi seriamente a Michael, bisognava che conoscesse la verita.

«Oh, per me non c’e problema. Michael sembra contento. Ma a mio padre verrebbe un colpo, se venisse a saperlo.»

«E perche?»

«Ai mutanti non sono concessi legami sentimentali al di fuori del clan.»

Kelly la fisso sbalordita. «Stai scherzando.»

«Neanche un po’. Le amicizie nonmutanti sono a malapena tollerate. Ma niente di piu. Chi si vuole sposare deve scegliere all’interno del clan. E considerato un buon sistema per mantenere il clan integro e forte nel caso che la situazione torni a peggiorare, come successe negli anni Novanta.»

«Insomma, vi preparate all’assedio.»

«Diciamo cosi.»

Il semaforo passo finalmente dal rosso al verde.

«E chi non si sposa all’interno del clan?»

«Rischia un provvedimento disciplinare. O peggio.»

«Provvedimento disciplinare?» Kelly non pote trattenere una risata. «E che cosa vorrebbe dire? Vi danno bacchettate sulle mani? O vi mandano a letto senza cena?»

«Non c’e niente da ridere», ribatte Melanie. «E una brutta faccenda, invece. I membri del clan sottoposti a provvedimento diventano dei paria.»

«Chi l’avrebbe immaginato…» Kelly si scanso dagli occhi una ciocca di capelli. «Sembra quasi uno di quegli

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