Si rivolse a Catalina Jobim, la bibliotecaria addetta al reparto consultazione.

«Potrebbe suggerirmi altre fonti che trattino l’argomento dell’inconsueta pigmentazione oculare? Una pigmentazione oculare dorata, per l’esattezza?…»

La bibliotecaria in verde ostento un’aria perplessa.

«Ma, signorina Greenberg, che cosa sarebbero questi occhi dorati di cui mi parla?»

«Oh, solo certa gente che ho visto per strada», minimizzo Andie. «I loro occhi mi sono parsi cosi… belli. Ero curiosa. La vostra popolazione mutante e numericamente piuttosto modesta, in fondo.» Fece una pausa, fissando con attenzione la Jobim. «Esistera pure una qualche documentazione in proposito, vero?»

«No», replico la bibliotecaria in tono reciso. «Niente del genere. Quel che lei ha visto erano probabilmente lenti a contatto. Ne sono certa.» Sorrise. «Rimarrebbe sbalordita, se sapesse quante mode pazzesche nascono qui da noi. L’anno scorso portavano tutti i capelli rossi. Tutti, le dico. Adesso gli occhi dorati. E domani chissa cos’altro inventeranno.»

Andie avrebbe voluto crederle, ma il modo strano in cui l’altra la fissava non fece altro che accrescere i suoi sospetti. Ringrazio la bibliotecaria e si congedo. Era quasi mezzogiorno.

A pranzo, la Jacobsen aveva un’aria piu riservata del solito.

«Trovato qualcosa?» domando, gingillandosi con una fetta di popone.

«Niente», ammise Andie. «E prego gia di scovare un indizio, una traccia, non pretendo proprio una prova tangibile, dell’esistenza di questi supermutanti… tanto per aver qualcosa da riportare a casa.»

«Come ti capisco.»

Andie si domando se nel corso delle indagini il suo capo non fosse incappata in qualche ostacolo imprevisto. Comunque le sembrava inverosimile. Se c’era qualcuno capace di veder chiaro attraverso le cortine fumogene, si trattava proprio di Eleanor Jacobsen. Ma la senatrice appariva tesa e preoccupata. Arrivate al dessert, Andie penso bene di porre una domanda precisa.

«Non e nulla, Andie», rispose la Jacobsen. «E risparmiami quegli sguardi materni. Il clima tropicale non fa per me. Tutto qui.»

Sebbene a malincuore, Andie lascio perdere. Avendo un’ora libera subito dopo pranzo, prese in considerazione la possibilita di godersi una passeggiata lungo la spiaggia, ma poi decise che non era il caso: il sole del primo pomeriggio picchiava troppo forte. D’altra parte le veniva l’agitazione, alla sola idea di rimanersene li rinchiusa a respirare l’aria condizionata dell’albergo. Bisognava che uscisse, non foss’altro che per una semplice camminata attorno all’isolato.

Svoltando all’angolo dell’Avenida Rio Branco si allontano rapidamente dai bassi, aerodinamici libratori coi parabrezza schermati che si allineavano lungo il viale silenzioso — troppo silenzioso in quell’ora inerte — e cammino per parecchi isolati attraverso il quartiere elegante, ammirando le sgargianti vetrine dei negozi di Rio do Sul Mall. La strada era pressoche deserta, fatta eccezione per una ragazza vestita di rosa che stava sgridando due bambini. Incrociata un’invitante via trasversale, Andie fece sosta a un caffe, attratta dalle tovaglie vivacemente colorate e dall’ombra di una jacaranda purpurea in piena fioritura.

I tavolini erano quasi tutti vuoti. Seduto a uno di essi un uomo scarno, in costume da bagno, fumava e scrutava il proprio orologio, in attesa di qualcosa. Accanto al compubar un altro uomo, con barba e occhiali neri, sorseggiava una birra.

Andie scelse un tavolino presso l’albero. Il cameriere, un mulatto dagli occhi castani e dai riccioli biondi, si avvicino per prendere l’ordinazione domandando, in cadenzato portoghese: «Tazza o ipodermica di caffeina?»

«Tazza, per favore.»

Andie lo guardo inserire l’ordinazione nel bar. Poi si rilasso contro lo schienale curvo del sedile di plastica e rimase a osservare la strada. Le giungeva, assai smorzato, il lontano pulsare del traffico. Provo la tentazione di vagabondare giu per l’isolato fino a scomparire, dando un calcio alle indagini parlamentari e dimenticando ogni preoccupazione circa il colore degli occhi della gente.

Un’ombra piu scura venne a incombere su di lei.

«Mi scusi», l’apostrofo in perfetto angloamericano una voce tenorile. «E libero questo posto?»

Alzando lo sguardo, Andie constato che il barbuto del bar adesso le stava accanto. Prima che potesse replicare per le rime all’importuna richiesta, quello si era gia seduto.

«Desidero essere lasciata in pace», dichiaro freddamente. L’uomo sorrise e si tolse le lenti scure, mettendo in mostra due occhi chiarodorati.

«E proprio sicura di non gradire la mia compagnia, signorina Greenberg?» Si mise comodo, esaminandola attentamente. Torno il cameriere recando una tazzina di nero liquido fumante. Senza rendersi ben conto di quello che faceva, Andie prese a versarvi cucchiaini di zucchero riempiendola sin quasi all’orlo. Quando il cameriere si fu allontanato, Andie torno immediatamente a rivolgersi allo sconosciuto interlocutore.

«Come fa a sapere chi sono?»

«E per quale motivo non dovrei conoscere il nome dell’assistente amministrativa di mia cugina Eleanor?» Si strinse nelle spalle, bevve un sorso di birra. «Mi chiamo Skerry. E risparmiero a entrambi un mucchio di tempo e un sacco di fastidi, signorina Greenberg. Io lo so perche siete qui. E magari sono anche in possesso di qualche informazione che potrebbe tornarvi utile.»

«Per esempio?»

«Lei e preoccupata per questa storia del supermutante ancor piu di quanto non lo sia la mia esimia parente. E fa bene, ad esserlo. Eleanor si sta sbagliando. Cerchi di farglielo capire, prima che sia troppo tardi.»

«Vuol dire che quaggiu ci sono davvero dei supermutanti? Che non si tratta solamente di chiacchiere?» D’un tratto, a dispetto di se stessa, Andie desiderava credergli.

Skerry alzo le spalle. «Difficile a dirsi. Ora come ora, tutto quel che sappiamo e che sono riusciti a produrre un qualche genere di agente mutageno capace non solo di evidenziare, ma anche di esaltare la potenziale tendenza a certe specifiche mutazioni. Questo, per lo meno, e quanto emerge dai risultati ottenuti. Non ho idea di come ci siano riusciti, e non so neppure fin dove possano essersi spinti.»

«Chi e implicato in questa faccenda?»

«Gran parte degli operatori attivi localmente nel campo della ricerca medica. Ribeiros e la pedina piu importante, certo. Ma e inutile che stiate a perder tempo. Non riuscirete mai a incastrarlo. E troppo ben protetto, e credo che la cara Eleanor se ne stia rendendo conto.»

«Mi spiega perche dovrei darle retta? Come fa a sapere tutte queste cose?»

Skerry sorrise. «Diciamo che ho i miei canali… e i miei sistemi per venire a sapere le cose. E poi non sono ostacolato da norme e regolamenti ufficiali.»

«Ma insomma, qual e il motivo della sua presenza qui?»

«Non credera mica che il Congresso degli Stati Uniti sia l’unico organismo interessato alla questione del supermutante…»

«E del supermutante, a lei, chi gliene ha parlato? Qual e la sua fonte d’informazione?»

«Ho buone orecchie. Migliori, a dire il vero, di quelle di cui dispone gran parte dei nostri uomini politici… Guardi che le si sta freddando il caffe.»

Andie ne prese un sorso, reagendo con una smorfia a quell’infame sciroppo zuccherino, e si affretto a posare la tazza. «Quindi, secondo lei, dovrei credere che uno sconosciuto chiacchierone sbucato dal nulla sta conducendo la sua indagine privata sulla medesima questione che interessa a noi, con la differenza che costui conosce gia tutte le risposte? Pretendo troppo se le chiedo per conto di chi agisce, lei?»

«Diciamo soltanto che si tratta di un gruppo… molto particolare.»

«Particolare come sono particolari i mutanti?»

Le rivolse un beffardo gesto di saluto. «Brava davvero. Persino piu sveglia di quanto immaginavo.»

«E da solo, qui?»

«No, siamo venuti in due, a dare un’occhiata.»

«Perche non parlarne alla Jacobsen?»

Lui scrollo il capo. «Sarebbe solo una perdita di tempo. Mia cugina e una signora di saldi principi. E io non e che sia esattamente il benvenuto, in certi raffinati ambienti mutanti.»

«Capisco. Be’, e se le parlassi io, a nome suo?»

«Ci crederebbe ancora meno.»

«Ma allora perche si e rivolto a me?»

«Perche lei fa parte di una commissione governativa autorizzata a indagare. Potrebbe indirizzarla verso le

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