bene dal favorire le manovre di qualunque gruppo, suo o altrui che sia. Non ne ho ne l’autorita ne l’interesse.»

«Potrebbe pentirsene.»

«E una minaccia?»

«Diciamo un’osservazione.»

Eleanor Jacobsen punto le mani sul tavolo e si levo in piedi. «Riservi le sue osservazioni all’indagine, senatore. E adesso, se vuole scusarci…»

Si avvio per uscire dalla stanza, e Andie le tenne dietro ben volentieri.

Una volta nel corridoio, Andie trasse un sospirone. «Dio ci scampi, che individuo malefico!»

La senatrice annui. «Ho cercato di escluderlo dalla missione, ma e riuscito lo stesso a intrufolarsi. Il fatto e che piu di tanto non potevo insistere, pena il rischio che trapelasse qualche indiscrezione. Quei vampiri dei media farebbero qualunque cosa, pur di mettere le mani su una notizia di questo genere.»

«Pensa che creera altri fastidi?»

«No. Comunque sara un gran sollievo rientrare a Washington. Trovato niente, in biblioteca?»

«Nada. Il motto ufficiale e: Quali occhi dorati? Ah, quelli? Semplici lenti a contatto.»

La Jacobsen sorrise debolmente. «Be’, continua a provare.»

«Ci torno oggi pomeriggio.»

«Puo anche darsi che le cliniche del Jacarepagua ci forniscano qualche indizio piu sostanzioso di quelli reperiti sinora.»

Andie pondero se non fosse il caso di riferire alla senatrice del suo incontro con Skerry. E se la Jacobsen non le avesse creduto, neppure con l’aiuto della memocassetta? Skerry l’aveva pure avvertita di tenere la cosa per se fin quando non fossero tornate a Washington. Passo loro accanto, lungo il corridoio, una robocameriera, gran balenio di lucette azzurre e cinguettio di sensori. Andie rabbrividi. A detta di Skerry la Jacobsen veniva sorvegliata di continuo, e forse a spiarla erano le macchine, oltreche le persone. Per rivelarle quanto aveva saputo, avrebbe dovuto attendere davvero che fossero tornate alla base. Al sicuro.

«Di che cosa volevi parlarmi, Andie?»

«Oh, io… ecco, volevo chiederle soltanto che ne pensa di Ribeiros.»

Le sopracciglia della Jacobsen s’inarcarono in un moto di perplessita. «Mi pareva di avervi gia accennato, a dire il vero. Comunque… Freddo, imperturbabile. Sembrerebbe collaborare, ma l’apparenza inganna.»

«Quindi nutre qualche sospetto?»

«Si. Ma neanche uno straccio di prova.»

«Be’, ad ogni modo sono sicura che presto scopriremo qualcosa.» Andie si auguro di apparire piu fiduciosa di quanto in realta non fosse.

«Ammesso che vi sia qualcosa da scoprire.» Eleanor le regalo una breve stretta sulla spalla. «Andiamo, ti do un passaggio fino in clinica.»

Dure ore dopo, mentre le colonne alfanumeriche delle variazioni demografiche ondeggiavano attraverso lo schermo in quelle che ai suoi occhi affaticati apparivano ormai solo macchie indistinte, Andie decise di andare a vedere se Karim avesse fatto qualche progresso. Magari aveva scoperto un branco di supermutanti appollaiati sopra una jacaranda. O alla guida di tutti i taxi di Rio. Insomma, una cosa qualunque.

Lo trovo in giardino che parlava a certi ricoverati provvisti di vistose fasciature al cranio. Alcuni di loro, avendo gli occhi bendati a protezione della luce, indossavano cuffie radar. All’avvicinarsi di Andie, la porta si apri ruotando con un gemito meccanico. Karim levo lo sguardo e sorrise. Poi, congedatosi, le si fece incontro.

«Non sapevo che qua dentro si potesse ottenere accesso ai pazienti.» Andie diede un’occhiata per la stanza, ammirando il rigoglio di bromeliacee in fiore, la lussureggiante varieta di piante in vaso, il ruscello artificiale.

«Be’, a dire il vero non e che abbia proprio chiesto il permesso», ammise Karim sorridendo. «Sono solo andato un po’ in giro per vedere cosa mi riusciva di trovare.»

Andie rise. «Cosi hai curiosato senza dar troppo nell’occhio, hai aspettato di avere via libera, e ti sei intrufolato qui.»

«Confesso ogni addebito, vostro onore. Allora, come va? Scoperto qualcosa?»

Andie avverti un curioso formicolio nel bel mezzo della schiena, come se qualcuno la stesse fissando. Nell’afferrare Karim per un braccio si getto una fugace occhiata alle spalle, ma il corridoio appariva deserto.

«Dai, usciamo un attimo», gli rispose. «Ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia?»

«Ottima idea. Possiamo prenderci il libratore di Craddick completo di conducente. Tanto i signori senatori sono tutti impegnati in un altro dei loro interminabili abboccamenti con Ribeiros. Andranno avanti a chiacchierare per ore e ore. Viva la liberta!» E si mosse verso l’uscita.

«Vai a capire di che staranno discutendo», disse Andie mentre attraversavano di buona lena il parcheggio asfaltato. Nella vampa implacabile del pieno sole pomeridiano poteva quasi vedere le ondate di calore levarsi dal suolo bollente. Chissa che a socchiudere gli occhi non le riuscisse di scorgere l’incerta sagoma di Skerry baluginare in mezzo a quel torrido rimescolio…

«Qualunque sia l’argomento, non credo proprio che caveranno un bel nulla, da Ribeiros. Quel tizio e piu sfuggente di un’anguilla.» Karim aspetto che Andie prendesse posto sul sedile posteriore dell’affusolato libratore scarlatto, poi sali a sua volta.

«All’albergo», ordino al guidatore. Sfrecciarono via, agilmente schivando altri libratori, zigzagando in mezzo al traffico a tutta velocita. Andie resistette all’impulso di stringere le palpebre. Si accorse che il conducente li sbirciava dal retrovisore. Inforcava un paio di impenetrabili lenti a specchio. Chissa di che colore aveva gli occhi.

In capo a un quarto d’ora stavano camminando lungo il litorale di Copacabana, pienamente a loro agio nei minuscoli costumi da bagno di moda fra i carioca. Attorno a loro i bagnanti se la spassavano nell’acqua, tra scrosci, risa e gridolini deliziati ogni qual volta un’onda si frangeva su di loro.

«E tu che cosa hai scoperto?» gli chiese Andie.

Karim si strinse nelle spalle. «Non molto. Di certo non e un laboratorio genetico. Piuttosto una clinica specializzata in chirurgia plastica. Che ha fatto la fortuna di Ribeiros. Una ritoccatina qua, una riaggiustatina la, e adesso non c’e facoltosa femmina di Rio che non ricorra a lui per farsi rimodellare il naso, il petto o il fondoschiena.»

«E gli occhi?»

«Gia, gli occhi. A quanto pare il buon Ribeiros fa un sacco di chirurgia oculare, vero? E ora che mi ci fai pensare, direi proprio che e un ramo piuttosto inconsueto per un esperto di chirurgia plastica.»

«Naturalmente puo sempre servirsi di uno specialista. I pazienti che abbiamo visto noi magari si son fatti semplicemente togliere le zampe di gallina. A quel che ho sentito dire la pelle nuova e tremendamente sensibile alla luce, e ad aggravare l’inconveniente ci si mettono anche i farmaci rigeneranti.»

«Da cui, probabilmente, la ragione di tutte quelle fasciature.»

«A meno che invece quella gente non sia entrata in clinica per farsi cambiare il colore degli occhi.» Ecco, ce l’aveva fatta a sputare il rospo.

«Come?»

«Voglio dire», continuo Andie in tono deciso, «che se qualcuno volesse cambiarsi colore agli occhi e farli diventare… supponiamo dorati, potrebbe forse rivolgersi a Ribeiros o a uno dei suoi assistenti.»

«Dorati alla maniera dei mutanti?»

«Proprio cosi.» Karim scosse il capo. «Ma anche supponendo che sia possibile, per quale motivo dovrebbero sottoporsi a un intervento del genere?»

«In modo da passare per mutanti. Per integrarsi nella futura razza dominante.»

«Razza dominante? I mutanti?» Rimase li a fissarla per un lungo istante. «Andie, mi sa proprio che devi aver passato troppo tempo sotto il cocente sole brasileiro. Ti e bastato credere di aver visto un venditore di gelati con gli occhi d’oro per riempirti il capo con ipotetiche legioni di supermutanti.»

«Ridi, ridi pure, ma io sono certa sia di quel che ho veduto sia delle sensazioni che ho provato. E da quando siamo qui che continuo a notare dappertutto gente i cui occhi sembrano reagire alla luce in modo strano.»

«Lo so. Praticamente non hai quasi parlato d’altro.»

«Per forza. Tutta la situazione mi appare molto sospetta. Questa citta mi fa accapponare la pelle. Non e certo come l’immaginavo. Ma non ti sembra strano che Rio sia cosi tranquilla? Non ti aspettavi di trovarla giorno e notte in festa?»

«Ora che me lo dici, ti confessero che a parte il traffico pare anche a me molto piu inerte di quanto credevo. Ci sono un paio di discoteche aperte, ma sostanzialmente non e che sia un posto piu animato di Georgetown il

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