miglior cosa che puoi fare e dimenticartene. Altrimenti finiresti solo per cacciarti in qualche inutile pasticcio.»
«Probabilmente hai ragione tu.»
Melanie si sprofondo dentro i soffici cuscini marrone chiaro. Era arcistufa di rivedere all’infinito la morte della Jacobsen. La senatrice Eleanor Jacobsen non c’era piu. Melanie voleva dimenticarla. Cosi come voleva dimenticare Tamlin.
Benjamin sbadiglio e diede un’occhiata all’orologio. «Personalmente sono cotto, bimba. Rimani pure alzata, se vuoi, ma io me ne vado a nanna.» Le regalo uno di quei suoi sbrigativi sorrisi di traverso, e un momento dopo non c’era gia piu.
Sospirando, Melanie si sintonizzo su un vecchio film degli anni Ottanta, capitando nel bel mezzo di una scena d’amore. Guardo, sentendo crescere in se il desiderio.
Vorrei che Ben lo facesse con me, penso, vorrei sentire la sua bocca su tutto il mio corpo… Osservo gli amanti sullo schermo accoppiarsi abilmente, appassionatamente, ansimando e contorcendosi. Prese uno spinello, mordendone via l’estremita per ottenere un effetto piu rapido.
Forse non gli piacciono le donne, penso. Ma allora che ci andava a fare, al club? E io che ci sto a fare, qui? Perche mi ha salvato e mi ha trovato un lavoro? E un posto dove vivere? Ormai era li da quasi un mese. Diede un rapido, tenero sguardo d’insieme all’elegante soggiorno, soffermandosi sulla lussuosa tappezzeria e sulla magnificenza delle rosse coperte navajo.
Trascorsa la prima settimana, aveva smesso di chiudere la porta a chiave, domandandosi se lui se ne sarebbe accorto. Nessuna reazione. Dentro casa aveva cominciato a indossare scintillanti, opalescenti sottovesti che rivelavano il suo corpo piu di quanto non lo nascondessero. Per l’effetto che gli facevano, avrebbe anche potuto infilarsi un saio. Vivevano insieme come fossero fratello e sorella. Ma lei ne aveva gia due, di fratelli, e di un altro non sapeva proprio che farsene.
Lo spinello la rilasso, e Melanie avverti quel familiare, insistente, vivace pizzicorino cominciare a velllicarla in mezzo alle gambe. Al diavolo, non le andava piu di masturbarsi. Fosse stata telepatica, avrebbe potuto installare a Ben qualche suggestione erotica durante il sonno… Ma non era telepatica. Sospiro. Bene, bisognava che si arrangiasse con un approccio vecchia maniera.
Spense il video e si diresse alla camera di Ben. Sotto la porta non filtrava alcuna luce. Meglio cosi. Premette pian pianino col palmo della mano, e il battente si dischiuse in perfetto silenzio. Entro. La forma di lui, distesa sul letto, nella semioscurita si intravvedeva appena. Il suo respiro andava e veniva regolare. Dormiva.
Melanie scanso le coltri. Benjamin era nudo. Man mano che gli occhi si assuefacevano alla penombra, pote ammirare la sua robusta, muscolosa corporatura. Gli tocco il viso, delicatamente.
«Mel?»
Si alzo a sedere, ammiccando sorpreso.
Melanie sgancio la fibbia che le fermava la veste sulla spalla, e il serico indumento cadde a terra formando un cerchio attorno ai suoi piedi. Ne usci con un passo, si chino su di lui, in punta di dita percorse la sua pelle dal torace all’inguine. Basto quel tocco leggero a farlo entrare in erezione.
Dolcemente, lo bacio. Lui fece l’atto di tirarsi indietro, allungando una mano a recuperare il lenzuolo.
«Dai, vattene a letto.»
«Non ho sonno.»
Gli prese l’altra mano e se l’appoggio sul petto.
«Mel, non dovresti farlo», le disse in tono quasi supplichevole. Pero non ritrasse la mano.
Lei si mosse lievemente, perche meglio avvertisse la sensazione del capezzolo turgido contro il palmo. Quando lascio la presa, lui mantenne la mano dov’era, le si fece piu accanto, copri l’altra mammella con la mano libera. Melanie sospiro e chiuse gli occhi. Un attimo dopo senti l’umido calore della sua bocca leccare, succhiare, spostandosi da una mammella all’altra.
Scivolo sul letto aderendo con tutto il corpo a quello di lui, provando l’esaltante contatto della sua virilita e la strana, solleticante sensazione del villoso intreccio che Benjamin aveva sul petto e sulle braccia. Voleva toccare ed esplorare ovunque. Essere toccata ed esplorata.
La strinse a se baciandole i seni, il collo, le labbra. E lei rispose, ansimando, strofinandosi contro di lui sull’impulso di una cadenza ignota eppure irresistibile. Le mani di Ben si mossero fra le sue gambe, dapprima lentamente titillando, poi audacemente, rapidamente, ritmicamente arpeggiando. Melanie udi una voce gridare e comprese che doveva essere la sua stessa voce, ma non le importava. Ben era dentro di lei, adesso, e lei stava esplodendo, prorompendo in ondate di intenso piacere. Lui era suo per sempre. Per sempre.
Riuniti attorno al tavolo in tek nel seminterrato di Halden, gli anziani del clan sedevano cupi e silenziosi. Non gli era mai capitato, penso Michael, di assistere a un consiglio cosi fiacco e abbacchiato. Persino i distintivi della fraternita che la maggior parte di loro ostentava apparivano opachi, privi del consueto sfavillio. Suo padre, soprattutto, che in camicia azzurra dalle maniche disegualmente arrotolate se ne stava li inerte a trastullarsi con una tazza di te…
«E necessario concordare la candidatura di qualcuno che porti a termine il mandato di Eleanor Jacobsen», dichiaro Halden. «Mi incontrero lunedi col governatore Akins, e per allora dobbiamo esserci accordati sulla sostituzione. Prima decidiamo, piu possibilita abbiamo di vedere ratificata la nostra scelta.»
«Ma perche prendersi il disturbo?» obietto Zenora. «Finiremo solo per fornire un altro bersaglio alle armi dei normali.»
«Se assumiamo un atteggiamento del genere, allora si che verremo sconfitti!» ribatte Halden in tono aspro.
«E bravo zio, fatti sentire!» si intromise una voce ben nota. L’intero gruppo si volse, all’unisono: cinquanta paia di occhi dorati videro una fiammeggiante colonna colore arancio che in lenta rotazione accanto al fluidivano grigio argento andava pian piano plasmandosi in forma umana: un atletico mutante maschio in stivali neri, jeans, maglietta viola, giaccone militare e ampio sorriso incorniciato da una riccioluta barbetta castana. Skerry. Al suo fianco, con aria timorosa, una donna dai capelli rossi, abbigliata con un impeccabile completo grigio. Michael la riconobbe per Andrea Greenberg, l’assistente di Eleanor Jacobsen. Che diavolo ci faceva, qui, insieme a quella testa balzana?
«Pace e bene a tutta la compagnia!» esclamo Skerry giovialmente. «Scusate l’intrusione ad effetto, ma come sapete ho un debole per i colpi di scena. Dunque, desidero innanzitutto presentarvi una mia cara amica. Su, coraggio, di’ ciao ai bravi mutanti, Andie.»
Lei annui, esitante. «Salve.»
«Skerry, che significa questa bravata?» insorse Zenora. «Portare una nonmutante a una nostra riunione privata, e proprio in un momento come questo? Ti ha dato di volta il cervello?»
«Non ancora, zietta. Ho solo trent’anni, ricordi? E poi questa non e mica una normale qualsiasi, sai? Andie Greenberg e stata assistente di Eleanor Jacobsen.»
«Calmati, Zenora. Garantisco io per lei», intervenne James Ryton.
«Continuo a non capire il motivo della sua presenza.»
«Capirai, capirai», promise Skerry.
Facendo levitare attraverso tutta la stanza una sedia bianca pieghevole, Michael la depose accanto ad Andie. Mentre lei prendeva posto, egli le rivolse una rassicurante strizzatina d’occhio.
«E raro averti fra di noi, Skerry. A cosa dobbiamo l’onore?» domando Halden.
«Date un’occhiata a questa.» Skerry getto sul tavolo una memocassetta.
Halden si acciglio. «Che roba e?»
«Ti va di dare una smossa a questo branco di poltroni? Di indurii a trovare qualcuno che completi il mandato di Eleanor Jacobsen? Ecco, li dentro c’e qualcosa che dovrebbe far battere forte forte i vostri cuori mutanti, gente. C’e il motivo per cui dobbiamo riavere qualcuno al Congresso appena possibile. C’e la prova che in Brasile si svolgono ricerche mutagene.»
«In Brasile? Ma allora non erano solo vuote dicerie?»
Skerry annui. «Stanno facendo studi sui tessuti germinali. In particolare, procedure di mappaggio cromosomico in soggetti umani.»
«… Cercando, evidentemente, di individuare e isolare mutazioni che possano essere riprodotte in vitro… quindi la cosa e molto piu seria di quanto immaginassimo», commento Halden, pallido in volto. Porse la memocasseta a Zenora, e lei la inseri nel lettore della videoparete.
