«Non sembra che gli anziani del clan condividano la tua opinione.»

«Vedi, loro sono piuttosto conservatori. Tradizionalisti. Troppo tradizionalisti.» Si acciglio.

«In che senso?» Parve ad Andie che sul volto di Michael aleggiasse un’espressione esasperata.

«Be’, nelle relazioni umane, per esempio. Io mi vedo con una ragazza, e siccome loro non approvano, debbo stare attentissimo a non incorrere in sanzioni disciplinari.»

«E una mutante?»

«No.»

«E cosa ti farebbero?»

«Mi ordinerebbero di scegliere fra troncare la relazione e venire espulso. Vogliono che sposi qualcuno all’interno del clan.»

Andie lo fisso sorpresa. «Matrimoni combinati? Veramente credevo che fossero fuori moda da tempo immemorabile.»

«Non nella stagione dei mutanti.»

«Come?»

«Oh, scusa, una battuta mia. Vedi, non ha importanza quel che succede nel mondo esterno. Qui dentro e sempre la stagione dei mutanti. E cio significa che quel che importa e la tradizione.»

«E scommetto che una storia d’amore non consentita e sempre fuori stagione, vero?» Andie gli batte amichevolmente sulla spalla. «Non lasciarti scoraggiare. Michael.»

«Faro il possibile.» Sorrise. «Cambiando argomento, che te ne pare di Stephen Jeffers? E lui che abbiamo deciso di proporre in sostituzione di Eleanor Jacobsen.»

«Be’, mi sembrerebbe una buona scelta», rispose Andie. «A Eleanor piaceva di sicuro. Ricordo che lui le stava continuamente alle costole per sollecitarla a promuovere emendamenti legislativi in favore dei mutanti. Ma pensi che quelli del tuo clan riusciranno a convincere il governatore Akins a nominare Jeffers?»

Annuendo, Michael si appoggio contro un ripiano della cucina. «Certo. Halden riesce ad essere molto persuasivo, quand’e il momento. E Akins sa che e indispensabile tener buoni in qualche modo i mutanti, se non vogliamo che abbiano a ripetersi le violenze del Novantacinque, quando nacque l’Unione mutante.»

«Dio, speriamo di no.»

«Se c’e qualcuno in grado di scongiurare una simile evenienza, e proprio Jeffers. Lavorerai anche tu per lui?»

«Ne dubito. Probabilmente vorra tutto personale nuovo. E io ne approfittero per prendermi un periodo di vacanza. Continuo a fare sogni orribili in cui rivivo di continuo la scena del delitto. Per tenerli a bada pensavo di sottopormi a un innesto ipnotico.»

«Nel caso continuassero, ti converrebbe magari provare a chiedere aiuto ai nostri guaritori.»

Andie sorrise. «Be’, se la loro terapia dovesse consistere in qualcosa tipo quella mente di gruppo che ho sperimentato, potrei anche prenderti in parola.» Diede un’occhiata all’orologio. «Cielo, com’e tardi! Bisogna che scappi, se non voglio perdere la navetta per Washington. Buona fortuna, Michael. Teniamoci in contatto.»

14

Timon Akins, governatore dell’Oregon, il primo settembre affido a Stephen Jeffers l’incarico di portare a termine il mandato di Eleanor Jacobsen. Andie apprese la notizia a pranzo, allorche sugli schermi piazzati nella tavola calda del Senato ando in onda un’intervista con il nuovo senatore. Spinse da parte il suo piatto di riso al curry. L’appetito le era passato.

Quindi Halden era stato davvero convincente, proprio come aveva garantito Michael. E adesso, penso, che ne sara di me?

«Ma tu non mangi», la rimprovero Karim in tono gentile. «Cosa c’e che non va?»

«Nulla», menti lei. «Sto pensando al resoconto del nostro viaggio in Brasile. Immagino che il tuo capo si appresti a comunicarlo.»

«Probabilmente Craddick si comportera meglio di Horner. Come sai gli ho suggerito che dovresti presentarlo anche tu, insieme a lui, ora che la Jacobsen e morta.»

«Gia. E lui ha cortesemente rifiutato. Ma non c’e mica da fargliene una colpa. Chi sono, io, in fin dei conti? L’ex assistente di una senatrice morta.»

«Quali sono i tuoi programmi immediati?»

«Vuotare la scrivania e prendermi una bella vacanza.» Scosto la sedia e si alzo. «Anzi, penso che incomincero subito. Ci vediamo stasera.»

Gli ascensori la trasportarono in fretta al quindicesimo piano, mentre l’aria condizionata le faceva accapponare la pelle. Rabbrividendo, Andie apri la porta dell’ufficio.

Dopo la sua visita a Denver nulla di nuovo, da parte dei mutanti. In fondo era passata solo una settimana. Comunque erano gia riusciti a mettere in sella il loro nuovo senatore. Be’, se avessero avuto bisogno di lei l’avrebbero chiamata.

L’insediamento di Jeffers era previsto per l’indomani. Il successore della Jacobsen, con la sua bellezza da divo della televisione e i suoi abiti italiani in pura seta, avrebbe di certo mandato in visibilio la stampa.

Andie non si aspettava di conservare il posto, ma era pronta a offrire i suoi servigi durante il periodo del passaggio delle consegne al nuovo personale. Poi forse, avrebbe avuto tempo per due settimane a Cancun o a Mendocino o al ClubMoon. Dopo di che… be’, avrebbe dovuto pensare seriamente al futuro.

Suono l’avvisatore alla porta. Andie senti Caryl parlare con qualcuno. La porta dell’ufficio si apri, e fece il suo ingresso un uomo con folti capelli castani, carnagione abbronzata e occhi d’oro.

«Signorina Greenberg? Lieto di rivederla.»

Andie scatto in piedi. «Oh, senatore Jeffers… non l’aspettavamo fino a domani…»

Jeffers sorrise. Aveva denti magnifici.

«Chiedo scusa per il disturbo. Era mia intenzione incontrare il personale quanto prima, e non volevo che organizzaste un qualche genere di severa, imbarazzante cerimonia.»

Andie gli restitui il sorriso. Jeffers dava la netta impressione di essere meno formale della defunta senatrice Jacobsen. Prese la mano che lui le porgeva, apprezzando la decisione e il calore della sua stretta.

«So che lei era indispensabile alla senatrice Jacobsen, e temo che almeno i primi tempi mi tocchera assillarla di continuo. Perche lei rimane, vero?»

«Oh… be’, si, naturalmente.» Andie si meraviglio della propria arrendevolezza. Ma lui era cosi affascinante. E poi, subentrare al posto di un senatore assassinato doveva costituire un compito immenso, e lei avrebbe potuto essergli senza dubbio di grande aiuto. Le vacanze, dopotutto, potevano anche attendere un po’.

«Magnifico! Immagino che al momento sia impegnata, pero vorrei poter fare quattro chiacchiere con lei, incominciare a conoscerla un pochettino. Dobbiamo prepararci a lavorare in stretta collaborazione.» Un altro smagliante sorriso. «Gia impegnata, per cena?»

Andie penso a Karim. Per quella sera gli aveva promesso un mangiarino tutto suo… ma lui avrebbe compreso. Le si presentava l’occasione di partire subito col piede giusto nei confronti del nuovo capo. La senatrice Jacobsen non l’aveva mai invitata a cena.

«Nulla che non possa rimandare», rispose.

«Se per lei va bene, mandero un libratore a prenderla alle sette.» L’orologio che portava al polso tintinno, e aggrottando le sopracciglia il senatore chino lo sguardo a controllare. «Hmm, bisogna che scappi. Ho da incontrarmi con alcuni colleghi.» Le sorrise di nuovo, anche se stavolta meno intensamente. Ma parve solo a lei, o veramente Jeffers le fece anche l’occhiolino? «Ci vediamo stasera, Andie.» E se ne ando, senza neppure lasciarle il tempo di ricambiare il suo gesto di saluto.

Entro Caryl, si raccolse dietro l’orecchio una bionda ciocca ribelle, e si appoggio contro lo stipite della porta. «Non male, se mi e consentito esprimere un’opinione spassionata.»

Andie si mise a sedere. «Che contrasto, con la Jacobsen…»

«Sai com’e, le donne che ricoprono cariche pubbliche debbono essere piu formali, stare sempre sul chi

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