Buio, notte profonda, e pioggia battente. I muscoli di Len si tesero, il suo cuore comincio ad accelerare i battiti. Questo e il momento, penso. Ora le prendero la mano, e andremo insieme.
La strada che conduce al passo e aspra e tortuosa. Non c’e nessuno dietro di noi. La pioggia cade battente, e ora e ghiacciata. Ora il ghiaccio si e tramutato in neve. Il Signore ha steso il suo mantello per coprirci. Presto. Presto, verso il passo, sopra la strada ripida e il fango che diventa ghiaccio.
«Len, devo riposare».
«Non ancora, dammi la mano, ora…»
Nel budello nero del passo, con la neve che cade e i cumuli bianchi dell’inverno ancora alti e immacolati, dove il sole non puo giungere. Ora possiamo riposare un momento, un momento soltanto.
«Len, questa sembra una tormenta, una bufera di primavera. Potrebbe richiudere il passo, prima di domattina».
«Bene. Allora non potranno seguirci».
«Ma noi moriremo di freddo. Non sarebbe meglio tornare indietro?»
«Ma proprio non hai fede? Non vedi che tutto questo viene fatto per noi? Vieni!»
Avanti, in alto, attraverso la sella, e giu, dall’altra parte, con passo veloce, molto piu veloce dei muli per il carico dei carri. Oltre il luogo dell’accampamento, e ancora avanti, per il roccioso, sassoso pendio. C’e un suono, un canto portato dal vento.
«Ecco, senti? Dove sono quelle lenzuola?»
Mettero l’abito del pentimento. Gli Ismaeliti non hanno carri, non hanno bestiame, che si possa spezzare le gambe tra le rocce. Essi marciano per tutta la notte, lontano dalle dimore dell’iniquita, per ritornare al deserto pulito, dove tutta la loro vita e una penitenza per i peccati dell’uomo. Anch’io devo fare penitenza. La riconoscero, quando mi verra mandata, e l’accettero con animo umile e lieto.
Avviciniamoci, ora, ma non troppo, nella notte e nel cadere della neve. Essi cantano e gemono mentre camminano, spingendosi nel passo inferiore, sparsi su di una linea irregolare. Se si guardano alle spalle vedranno solo due Ismaeliti, due della loro banda.
Non si guardano alle spalle, i loro sguardi sono fissi a Dio.
Giu, ora, lungo il sentiero scolpito nella roccia, e la, a Bartorstown, nella stanza di controllo, qualcuno veglia. Non Jones, non e il suo turno, ma qualcuno c’e. Qualcuno che osserva le piccole luci che palpitano sul pannello. Qualcuno che pensa, Ecco, i pazzi Ismaeliti ritornano al loro deserto. Qualcuno che sbadiglia, e si accende la pipa, in attesa dell’arrivo di Jones, per poter ritornare a casa.
Qualcuno con un pulsante vicino al proprio dito, pronto a usarlo.
Non lo ha usato.
E l’alba. Gli Ismaeliti sono scomparsi nel vento e nella neve turbinante.
Joan. Joan, alzati. Joan guarda, siamo usciti dal passo.
Siamo liberi.
Lode al Signore, che ci ha liberato da Bartorstown.
29.
Era una bufera di primavera. Riuscirono a sopravvivere, rannicchiati in un buco nella roccia, come due creature selvagge che si tenevano vicine per avere un po’ di tepore. La neve blocco il passo superiore, e copri le loro tracce, e quando la bufera fu passata essi fuggirono a sud, seguendo la linea spezzata delle montagne, vigili, furtivi, pronti a nascondersi al minimo segno di vita umana.
«Ci inseguiranno».
«Ho lasciato una lettera. Ho giurato…»
«Ci daranno la caccia. Lo sai».
«Credo che non abbiano scelta. Si».
Ricordava le radio, ricordava come gli uomini di Bartorstown erano riusciti a seguire le tracce di due adolescenti fuggiaschi, tanto, tanto tempo prima.
«Dovremo essere prudenti, Len. Molto prudenti».
«Non aver paura.» Sporse il mento, deciso, ostinato, gia ispido della barba che cominciava a crescere. «Non ci riporteranno la. Te l’ho gia detto, la mano del Signore e su di noi. Egli ci terra al sicuro».
Piper’s Run e la mano di Dio. Quelli erano i fardelli dei primi giorni. C’era come una nebbia sul mondo, che oscurava ogni cosa, salvo una visione della vecchia casa, e del sentiero diritto e sicuro che portava a essa. Vedeva i campi verdi illuminati dal sole, i meli nodosi con i vecchi tronchi scuri sommersi di boccioli profumati, il fienile e l’aia quieta, in attesa, l’aia immersa in una tiepida pace dorata. E c’era un sentiero, e i suoi piedi lo percorrevano, e niente avrebbe potuto fermarlo.
Ma c’erano degli ostacoli. C’erano montagne, crepacci, rocce, c’era il freddo, c’erano la stanchezza e la sete e il dolore. Ed egli comprese che prima di raggiungere quel paradiso di pace doveva fare penitenza. Doveva pagare per il male che aveva fatto lasciando quel luogo. Ed era giusto. Se lo era aspettato. Soffriva in letizia, senza mai notare lo sguardo di dubbio e di sorpresa che entrava negli occhi di Joan, e lentamente sfumava in disprezzo.
L’estasi dell’umiliazione e della penitenza e dell’espiazione rimase con lui fino al giorno in cui cadde, e batte il ginocchio contro una roccia, e il dolore fu solo dolore, senza avere nulla di santo. Il mondo ondeggio e vortice intorno a lui, e assunse d’un tratto le vere proporzioni, e tutta la nebbia si dissolse. Aveva fame, aveva freddo, era stanco. Le montagne erano alte e le praterie immense. Piper’s Run era distante mille miglia. Il ginocchio gli faceva un male del diavolo, e un brontolare sordo dell’antica ribellione si fece udire in lui, per dire, Va bene, ho fatto la mia penitenza. Ora basta.
Fu questa la fine della prima fase. Joan ricomincio a guardarlo con gli occhi di un tempo, e gli disse:
«Sai, c’e stato un momento in cui non eri molto diverso da un Nuovo Ismaelita. Cominciavo ad avere paura.»
Borbotto qualcosa, sulla penitenza che faceva bene all’anima, e la fece stare zitta. Ma, intimamente, le sue parole lo colpirono, e lo riempirono di vergogna. Perche c’era molta verita in esse.
Ma lui doveva ugualmente ritornare a Piper’s Run. Solo che adesso si rendeva conto che la strada sarebbe stata lunga, e difficile, com’era stata lunga e difficile la strada seguita per lasciare il paese, e capi anche che nessuna potenza mistica lo avrebbe portato la. Avrebbe dovuto andarci a piedi, con le sue forze umane.
«Ma quando saremo arrivati la,» diceva, «Saremo al sicuro. Gli uomini di Bartorstown non possono toccarci, a Piper’s Run. Se ci denunciassero, denuncerebbero se stessi. Saremo al sicuro.»
Sicuri nei campi e nelle stagioni, sicuri nella quiete della negazione del pensiero e del desiderio. Una mente contenta e un cuore riconoscente. Papa diceva che erano quelle le piu grandi benedizioni. E aveva ragione. Piper’s Run e il luogo dove ho smarrito quei doni, Piper’s Run e il luogo dove io potro ritrovarli.
Solo che, quando ora io penso a Piper’s Run, lo vedo molto piccolo e molto lontano, e c’e una bellissima luce su di esso, come la luce di una sera di primavera, ma non riesco a vederlo piu da vicino, rimane sempre lontano dai miei occhi. Quando penso a mamma, e a papa, e a mio fratello James, e alla piccola Esther, non riesco a vederli chiaramente, e i loro volti sono tutti confusi e sfocati.
Vedo me stesso, e vero, mi vedo correre con Esau attraverso un pascolo di notte, inginocchiato nella paglia del fienile, mentre la cinghia di papa cala dall’alto sulla mia schiena, dolorosa, cattiva. Vedo me stesso com’ero allora. Ma quando cerco di vedere me stesso come saro, un uomo adulto, ma di nuovo parte di Piper’s Run, non ci riesco.
Cerco di vedere Joan con la cuffia bianca e l’umilta della terra, e neppure questo posso vedere.
Eppure io devo tornare indietro. Devo trovare quello che avevo la, e che non ho piu avuto da quando sono partito. Devo trovare la certezza.
Devo trovare la pace.
Poi una sera, al tramonto, Len vide l’uomo che guidava un carro da mercante, tirato da grandi cavalli attraverso una verde ondulazione della prateria, apparendo per breve tempo sulla linea del cielo, e scomparve cosi rapidamente che Len non fu sicuro di averlo veramente visto. Joan era inginocchiata al suolo, stava accendendo il fuoco. Le disse di spegnerlo, e quella notte camminarono a lungo sotto il chiarore della luna, prima che lui volesse fermarsi.
Si unirono a una banda di cacciatori… era sicuro, questo, perche gli uomini di Bartorstown non andavano con i cacciatori, e Joan lo sapeva, e conosceva coloro che appartenevano alla sua gente, e nessuno di loro era nella banda. Raccontarono una fantastica storia di un attacco dei Nuovi Ismaeliti, per giustificare le loro condizioni, e i cacciatori scossero la testa e sputarono.
«Quei maledetti diavoli assassini,» disse uno di loro. «Anch’io sono un credente,» e guardo cauto al cielo, «Ma uccidere non e il modo giusto di servire il Signore.»
Eppure tu ci uccideresti, se lo sapessi, penso Len, ci uccideresti per servire il Signore. E tormento Joan, che non aveva mai avuto bisogno di controllare in quel modo le sue parole, finche lei non ebbe paura di pronunciare anche il suo nome.
«Ma e tutto cosi?» gli bisbiglio, di notte, nell’intimita delle loro coperte. «Sono tutti come dei lupi pronti a sbranarti?»
«Per Bartorstown, si. Non dire mai da dove vieni, non dare mai il piu lieve indizio, non farli mai sospettare.»
I cacciatori li lasciarono a dei mercanti, che vennero loro incontro in un luogo gia fissato, e che dovevano andare a sud-est con un carico di pellicce e di rame. Joan si assicuro che non ci fossero uomini di Bartorstown tra loro. Tenne la bocca ben chiusa, guardando con occhi dubbiosi i piccoli paesi bruciati dal sole nei quali si fermarono, le fattorie solitarie che incontrarono durante il loro viaggio.
«Sara diverso a Piper’s Run, vero, Len?»
«Si, sara diverso.»
Piu dolce, piu mite, piu verde, piu fertile, si. Ma in altri modi no, non sara diverso. Non sara affatto diverso.
Cos’e che si stende sull’intero paese, nelle strade polverose e nel lento battito degli zoccoli dei cavalli, nei volti delle persone?
Ma Piper’s Run e casa mia.
In una notte chiara, a mezzanotte, gli parve di vedere il tendone di un carro solitario che viaggiava lontano, scintillante sotto la luna. Prese Joan e si allontanarono verso est, da soli, lungo fiumi disseccati, biancheggianti nel sole d’estate, faticando e andando di fattoria in fattoria, di paese in paese, in una lenta avanzata.
«Ma che cosa
E lui le rispose, irato:
«Vive.»
I giorni dell’arsura e del sole passarono. Le lunghe, aspre miglia si srotolavano. La visione di Piper’s Run sbiadiva, poco a poco, per quanto egli vi si aggrappasse tenacemente, scolorita dal sole e dalla distanza e dalla fatica, fino a quando non fu cosi debole da potersi a malapena distinguere. Aveva proseguito per molto tempo sullo slancio, e ora questo si stava consumando. E l’uomo sul