— Siete un contrabbandiere — gli disse alla fine.
Ng socchiuse gli occhi sottili. — Si, tra le altre cose.
— Dicono che volete comperare una pietra.
— A patto che sia quella giusta.
— Dicono che l’offerta e interessante.
— Si — confermo Ng. — Molto interessante.
Meirelles abbasso la voce, in modo da renderla appena udibile sopra il tintinnio dei bicchieri e il brusio di altre conversazioni. — Come faccio a sapere che posso fidarmi?
— Non potete — rispose Ng. — Dovete fidarvi oppure no. Io non posso garantire nulla.
— Capisco — disse Meirelles.
Ma alla fine s’accordarono. Ora il giorno era giunto e lui si sentiva sopraffatto da un nervosismo che minacciava di tradirlo. La polizia militare aveva occhi dappertutto.
Quando risuono l’ultimo fischio, Meirelles sollevo lo sguardo, quasi con costernazione. I canali piu profondi della miniera erano gia invasi dalle ombre. La parete occidentale era buia e il cielo si tingeva di blu di china. All’interno delle tende dei
Si arrampico a fatica su per le rampe di scale e si sottopose ancora una volta alla perquisizione, prima di uscire dalla zona recintata. La paura, questa volta, non poteva difenderlo. Una guardia dall’aria bovina lo scruto negli occhi e gli ficco le mani nei vestiti mentre i colleghi guardavano e facevano commenti osceni. — Va bene — gli disse infine la guardia, con disprezzo. — Vai pure.
Lui si diresse subito alla baracca, salendo a gambe rigide su per la collina. Con mano tremante tolse il foglio di lamiera ondulata che gli serviva da porta.
La pietra era ancora la, dentro il materasso.
Meirelles la tiro fuori e la fisso con aria irritata. Era stata la pietra a metterlo in quella situazione impossibile. Doveva incontrare Ng in un bar della citta vecchia: l’avrebbe trovato? Oppure avrebbe incontrato, al suo posto, la polizia?
Era disposto a rischiare la sua vita per quella di Pia. Senza pensarci due volte. Ma se la polizia lo prendeva, che cosa ne sarebbe stato di lei?
Quel dannato pezzo di roccia, penso. E proprio allora, tenendolo in mano, avverti parte del suo mistero arrivare fino a lui. Per un attimo fu sopraffatto dal ricordo della bambina che gli correva incontro dalla porta della loro casa di Cubatao… e gli venne in mente che era stata la pietra a mantenerlo onesto per tutta la durata degli ultimi tre anni trascorsi a Pau Seco. Un altro uomo, o meglio un uomo senza pietra, avrebbe finito per dimenticare il passato e costruirsi una nuova vita. Si sarebbe crogiolato nel lusso di poter dimenticare. Meirelles non aveva avuto tale privilegio.
Confuso, avvolse la pietra in un pezzo di tela cerata e se la nascose nei pantaloni.
Fuori era buio. Le colline erano punteggiate di fuochi, e dalla citta vecchia cominciava a giungere un crescendo di voci e di suoni.
Era ora di andare all’appuntamento con Ng.
Il bar non aveva nome. Del resto, anche tutti gli altri bar della citta vecchia di Pau Seco non l’avevano. Erano intercambiabili, svolgevano la medesima funzione, dunque non c’era ragione di distinguerli con un nome o con altro. Meirelles riconobbe quello che cercava perche si trovava all’incrocio tra la strada della miniera e il lurido sentiero che costeggiava i
Per arrivarci, aveva oltrepassato la collina dove si trovava la baracca di Ng, e proprio mentre guardava in quella direzione, due militari corpulenti gli erano passati accanto quasi correndo. Tramortito dalla paura, lui si era voltato a guardarli un’altra mezza dozzina di volte, mentre si facevano strada su per la collina, fendendo il buio con le luci elettriche ad alta pressione. Meirelles non aveva dubbi sul luogo cui erano diretti. Stavano cercando Ng. Sapevano il suo nome e dove viveva.
Il vietnamita poteva esserne al corrente oppure no. In entrambi i casi, penso, era possibile che l’omino fosse ancora al bar. In attesa. Pronto a concludere l’affare. Lui penso al denaro e si passo la lingua sulle labbra.
Ma se la polizia sapeva di Ng, riflette, non avrebbe tardato molto a trovarlo. C’erano militari dappertutto. Magari ce n’erano anche al bar, ad aspettare che lo scambio venisse effettuato, e in questo caso lui rischiava di essere arrestato insieme al vietnamita. Oppure Ng progettava di appropriarsi della pietra senza pagare. Meirelles si sentiva impotente, ma sapeva che la pietra era la sua unica arma.
Chiuse gli occhi e spinse la porta con le spalle sospirando.
Dentro c’era soltanto la penombra consueta e il clamore delle voci. Il puzzo della
Era seduto al tavolo con altri tre. Indossava la solita maglietta lacera e i pantaloni da lavoro cenciosi. Gli altri erano vestiti in modo analogo, ma portavano cappelli a tesa larga calati sugli occhi alla maniera delle
— L’hai portata? — chiese l’omino in un soffio.
Meirelles si senti quasi mancare. Era evidente, dal suo comportamento disinvolto e quasi divertito, che l’orientale non sapeva nulla del raid della polizia alla sua baracca, e non immaginava neppure lontanamente di essere ricercato.
Doveva dirglielo?, si chiese Meirelles.
Scruto i compagni del vietnamita. Erano in tre. Due uomini e una donna. L’uomo sulla sinistra era alto, forse americano, con l’espressione attenta e un paio di occhi che indugiarono nei suoi forse un po’ troppo a lungo. Quello sulla sinistra era piu basso e anche piu nervoso, con i capelli lunghi, color bianco sporco. La donna che sedeva tra di loro era di una bellezza enigmatica, ma sembrava turbata: teneva le mani intrecciate e aveva la fronte corrugata.
— E qui — disse Meirelles, con la voce roca, in inglese. — E qui… l’ho portata.
Vide una luce sottile brillare negli occhi scuri di Ng.
— Dategli il denaro — suggeri il vietnamita.
— Non vedo la pietra — protesto l’uomo con i capelli bianchi.
La donna gli tocco la mano, come per comunicargli qualcosa, magari un avvertimento. L’americano alto si limito a guardare.
L’uomo con i capelli bianchi sospiro, si mise una mano in tasca e ne tolse due pezzi di carta. Uno per Ng e uno per lui. Un oggetto cosi privo di consistenza, penso Meirelles. Per un attimo, lo scambio sembro ridicolo. L’oneirolita, una cosa solida, per quel pezzo di carta.
Lo stese e lo guardo abbastanza a lungo per capire che, almeno, sembrava regolare: un assegno della banca di Bradesco, con una cifra cosi alta, in cruzeiros, da fargli girare la testa. — D’accordo — udi la sua voce dire. — Va bene.
Ng intasco il suo assegno e sorrise.
Meirelles tiro fuori la pietra esotica avvolta nel pezzo di tela cerata. L’uomo dai capelli bianchi la guardo con sospetto. — Come facciamo a sapere che e proprio quella che vogliamo?
Ma la donna gli sfioro di nuovo il braccio. — E quella giusta.
Ng strinse la mano di Meirelles, per sigiare la felice conclusione dell’affare.
Ma se gliel’avesse detto, Ng avrebbe preteso che lui restituisse il denaro?
Tasto l’assegno che aveva in tasca, una presenza che gli riscaldava il cuore. Un biglietto di ritorno tra le braccia di sua moglie e di sua figlia. Un biglietto per uscire da Pau Seco e tornare a Cubatao. Un pezzo di carta in grado di assicurargli una vita migliore.
Ritiro la mano, mentre l’orientale si alzava. Gli americani erano gia in piedi.
— Aspettate — disse.
— Che cosa c’e? — chiese Ng socchiudendo gli occhi.
Meirelles senti il sudore imperlargli la fronte. Guardo il vietnamita in faccia. Non era abituato a facce come la sua, cosi difficili da decifrare.
— La polizia — disse con un filo di voce. — Qualcuno vi ha tradito.
L’omino lo fisso con aria grave, per un tempo che gli parve interminabile. Si piego sul tavolo di legno, con le nocche serrate e una espressione terribile negli occhi. Meirelles non riusci a distogliere lo sguardo.
Ma Ng si limito a stringergli la mano una seconda volta.
— Grazie, Roberto — gli disse. — Grazie per avermelo detto.
I tre americani lo seguirono fuori.
11
Ng descrisse il posto, che si trovava sulla strada, e disse loro di aspettare la. Un autocarro sarebbe venuto a prelevarli.
— Potrebbe essere una trappola — brontolo Byron. — Chi ci assicura che non ci avete venduto?
Keller si aspetto una reazione irritata da parte del vietnamita, invece lui scrollo soltanto la testa. — Ho anch’io il mio onore — assicuro. — Non tradisco chi mi paga.
Cosi s’incamminarono lungo la strada che univa la miniera alla citta vecchia, nascosti dai vestiti, dal buio della notte e dal viavai delle persone attorno a loro. Evitarono i falo e camminarono con le spalle curve, non troppo adagio ma nemmeno troppo in fretta, attenti alle pattuglie della polizia. Fuori dalla citta si mantennero al riparo del bosco. Un cane dal torace magro si affianco a loro per mezzo chilometro, saltellando su tre gambe. Byron gli tiro dietro un sasso, per convincerlo ad allontanarsi.
Finalmente arrivarono nel punto che Ng aveva descritto, uno slargo nella strada allo sbocco di una pista disboscata che proveniva da ovest. La mezzanotte era gia passata e il traffico era molto ridotto. Per due volte dei grossi diesel d’anteguerra passarono rombando accanto a loro, diretti verso Pau Seco. Una volta, invece, transito un mezzo di trasporto militare. Per il resto del tempo la strada rimase vuota, e nella notte si udirono soltanto i rumori del bosco.
Keller era caduto in una specie di vigile dormiveglia, quando un furgone si fermo sul margine della strada, svegliandolo. Il cielo andava gia schiarendosi e lui fu in grado di leggere la parola