cosmico. Sotto quella radiazione cosmica penetrante, gli occupanti della nave non sarebbero sopravvissuti a lungo.
Le stelle lontane non mostravano alcun moto percettibile sullo schermo, ed anche se la nave filava a trentamila chilometri al secondo si aveva una sensazione di immobilita.
Il computer esplorava lo spazio a grandi distanze per individuare qualsiasi corpo in arrivo, piccolo ma di dimensioni pericolose, che potesse trovarsi su una rotta di collisione, e la nave deviava leggermente per evitarlo, nel caso estremamente improbabile che tale operazione fosse necessaria. Date le dimensioni ridotte di un possibile oggetto in arrivo, la velocita con cui veniva superato, la mancanza di effetti inerziali conseguenti al cambiamento di rotta, era impossibile stabilire se fosse accaduto qualcosa di definibile con l’espressione «scamparla per un pelo».
Trevize dunque non si preoccupava di certe cose, non ci pensava neppure distrattamente. La sua attenzione era concentrata interamente sulle tre serie di coordinate che Deniador gli aveva fornito, e in particolar modo sulle coordinate che indicavano il punto piu vicino a loro.
— Qualcosa che non va in quelle cifre? — chiese Pelorat ansioso.
— Non sono ancora in grado di dirlo — rispose Trevize. — Le coordinate, di per se stesse, non sono di alcuna utilita, a meno di non conoscere il punto zero ed i parametri usati per fissarle… la direzione in cui segnare la distanza, per cosi dire… l’equivalente di un meridiano fondamentale, eccetera eccetera.
— Come puoi ricavare questi dati? — domando Pelorat interdetto.
— Ho ricavato le coordinate di Terminus e di alcuni altri punti noti rispetto a Comporellen. Inserendole nel computer, il computer calcolera quali debbano essere i parametri di base che le correlano perche Terminus e gli altri punti si trovino in posizione corretta. Sto solo cercando di ordinare le idee per poter programmare adeguatamente il computer: una volta fissati i parametri, le cifre dei Mondi Proibiti potrebbero acquistare un significato.
— Potrebbero, e basta? — disse Bliss.
— Potrebbero, e basta, temo — disse Trevize. — Questi sono dati vecchi… comporelliani, probabilmente, ma non ne siamo certi. E se si basassero su parametri di misura diversi?
— Si, allora?
— Allora, questi numeri non avrebbero alcun significato. Ma… non ci resta che scoprirlo.
Le mani di Trevize si mossero rapide sui tasti lievemente luminosi del computer, fornendogli le informazioni necessarie. Poi Trevize poso le mani sui contorni tracciati sul ripiano della scrivania, ed attese, mentre il computer calcolava i parametri delle coordinate note, si fermava un istante, interpretava le coordinate del Mondo Proibito piu vicino tramite gli stessi parametri, e infine confrontava quelle coordinate con la mappa galattica racchiusa nella sua memoria.
Sullo schermo apparve un campo stellare, che si mosse rapidamente, focalizzandosi. Raggiunta la stasi, si espanse, e le stelle schizzarono lateralmente in ogni direzione, fino a rimanere in numero limitato. Era impossibile seguire con lo sguardo quel cambiamento velocissimo; tutto si riduceva ad un’esplosione di macchioline. Infine sullo schermo resto solo uno spazio di un decimo di parsec su ambedue i lati (stando all’indice graduato sotto lo schermo). Non si verificarono ulteriori cambiamenti, e l’oscurita dello schermo era interrotta soltanto da una mezza dozzina di scintille fioche.
— Qual e il Mondo Proibito? — chiese Pelorat sottovoce.
— Nessuno di quelli — rispose Trevize. — Quattro sono nane rosse, una e una nana quasi-rossa, e l’ultima stella e una nana bianca. Tutte stelle che non possono avere nel loro sistema un mondo abitabile.
— Come fai a capire che siano nane rosse con un semplice sguardo?
Trevize disse: — Non stiamo guardando delle stelle vere; stiamo guardando un settore della mappa galattica memorizzata nel computer. Ognuna e classificata. Non si vede, e normalmente nemmeno io potrei vedere, ma quando sono in contatto manuale come in questo istante, qualsiasi stella osservi, percepisco una quantita considerevole di dati.
Il tono desolato, Pelorat disse: — Allora le coordinate sono inutili.
Trevize lo fisso. — No, Janov. Non ho ancora finito. C’e ancora la questione temporale. Le coordinate del Mondo Proibito risalgono a ventimila anni fa. In questi ventimila anni, sia il Mondo Proibito che Comporellen hanno ruotato attorno al centro della Galassia, e puo darsi che ruotino a velocita diverse, e lungo orbite con inclinazioni ed eccentricita differenti. Col trascorrere del tempo, dunque, i due mondi possono essersi avvicinati o allontanati… e in ventimila anni il Mondo Proibito puo essersi spostato da mezzo parsec a cinque parsec rispetto alla vecchia posizione. In tal caso non comparirebbe certamente in questo quadrato di un decimo di parsec.
— Cosa facciamo, allora?
— Diciamo al computer di spostare la Galassia indietro nel tempo di ventimila anni, in relazione a Comporellen.
— Puo farlo? — chiese Bliss impressionata.
— Be’, non sposta temporalmente la Galassia vera e propria, pero puo spostare temporalmente la mappa contenuta nella sua memoria.
Bliss disse: — E noi vedremo succedere qualcosa?
— Osserva — rispose Trevize.
Molto lentamente, le sei stelle scivolarono sullo schermo. Una nuova stella, fino a quel momento invisibile, si insinuo nel campo visivo dal margine sinistro dello schermo, e Pelorat la indico eccitato. — Ecco! Ecco!
Trevize intervenne: — Spiacente: un’altra nana rossa. Sono comunissime: almeno tre quarti delle stelle della Galassia sono nane rosse.
L’immagine sullo schermo si stabilizzo.
— Be’? — fece Bliss.
Trevize disse: — Fatto. Questo angolo della Galassia si presentava cosi ventimila anni fa. Al centro dello schermo c’e il punto dove il Mondo Proibito dovrebbe trovarsi, se si fosse mosso ad una velocita media.
— Dovrebbe, ma non c’e — sbotto brusca Bliss.
— Non c’e — convenne Trevize, sorprendentemente tranquillo.
Pelorat emise un lungo sospiro. — Ah, peccato, Golan.
— Un attimo, non disperate. Non prevedevo di trovare la stella in quel punto.
— No? — fece Pelorat sbalordito.
— No. Vi ho spiegato che questa non sia la Galassia vera e propria, ma la mappa galattica del computer. Se una stella non figura sulla mappa, logicamente non la vediamo. Se quel pianeta viene chiamato “Proibito”, ed e definito cosi da ventimila anni, era prevedibile che non comparisse nella mappa: infatti, manca, e noi non lo vediamo.
Bliss commento: — Forse non lo vediamo perche non esiste. Puo darsi che le leggende comporelliane siano false, o che le coordinate siano sbagliate.
— Verissimo. Comunque, il computer adesso puo calcolare quali dovrebbero essere le coordinate attuali, dopo avere individuato il punto dove dovesse trovarsi il Mondo Proibito ventimila anni fa. Usando le coordinate modificate in base al tempo, una correzione possibile solo attraverso l’uso della mappa stellare, ora noi siamo in grado di passare al campo stellare reale della Galassia reale.
Bliss disse: — Ma tu hai ipotizzato uno spostamento a velocita media per il Mondo Proibito. E se la sua velocita non fosse stata media? Adesso le coordinate non sarebbero esatte, vero?
— Vero. Ma una correzione basata su una velocita media, quasi certamente, si avvicinera di piu alla posizione effettiva del mondo che non un calcolo privo di correzione temporale.
— Tu speri! — fece Bliss dubbiosa.
— Esatto — disse Trevize. — Spero… E adesso diamo un’occhiata alla Galassia reale.
Pelorat e Bliss osservarono tesi, mentre Trevize (forse per alleviare la sua stessa tensione e rimandare l’attimo cruciale) parlava sottovoce, come se stesse tenendo una lezione.
— E piu difficile osservare la Galassia reale. La mappa del computer e una costruzione artificiale, ed e possibile eliminare i particolari che non interessano. Se c’e una nebulosa che ostruisce la visuale, io posso toglierla; se la prospettiva d’osservazione e inadeguata per i miei scopi, posso cambiare l’angolazione, e via dicendo. Ma la Galassia reale va presa cosi com’e, e se voglio cambiare qualcosa devo muovermi fisicamente nello spazio, il che richiedera molto piu tempo rispetto ad una semplice regolazione della mappa.
Mentre parlava, lo schermo mostro un ammasso stellare cosi ricco di singole stelle da sembrare un