— Nessun prestigiatore e in grado di predire il futuro con secoli di anticipo.
— Nessun prestigiatore e in grado di fare realmente quello che da l’impressione di fare.
— Via, Golan, non riesco a pensare ad alcun trucco che mi permetta di predire quello che accadra tra cinque secoli.
— Non riusciresti a pensare nemmeno a un trucco che permetta a un illusionista di leggere un messaggio nascosto in uno pseudo-cubo quadridimensionale a bordo di un satellite orbitale automatico. Eppure, io l’ho visto fare da un illusionista. Non hai mai pensato che la Capsula del Tempo ed il simulacro di Hari Seldon potrebbero essere manovrati dal Governo?
Pelorat assunse un’espressione di disgusto. — Non farebbero mai una cosa del genere!
Trevize sbuffo sprezzante.
— E se ci provassero, li scoprirebbero — aggiunse Pelorat.
— Non ne sono tanto sicuro. Comunque, il fatto e che non sappiamo come funzioni la Psicostoria.
— Be’, io non so come funzioni questo computer, pero so che funziona.
— Perche altri sanno come funzioni. E se nessuno conoscesse il suo funzionamento, allora? Se cessasse di funzionare per un motivo o per l’altro, non sapremmo proprio come intervenire. E se tutt’a un tratto la Psicostoria cessasse di funzionare…
— I membri della Seconda Fondazione conoscono i meccanismi della Psicostoria.
— Chi te lo dice, Janov?
— Si dice.
— Si puo dire qualsiasi cosa… Ah, abbiamo la distanza della stella del Mondo Proibito… precisissima, spero. Diamo un occhiata ai dati.
Trevize li studio a lungo, muovendo di tanto in tanto le labbra, quasi stesse eseguendo qualche calcolo mentalmente. Infine, senza alzare lo sguardo, chiese: — Che sta facendo Bliss?
— Dorme, vecchio mio — rispose Pelorat. Poi, di colpo sulla difensiva soggiunse: — Bliss ha un grande bisogno di sonno, Golan. Restare parte di Gaia attraverso l’iperspazio le costa un dispendio notevole di energia.
— Lo immagino — disse Trevize, girandosi verso il computer. Poso le mani sulla scrivania e mormoro: — Effettueremo numerosi Balzi, ed ogni volta il computer controllera. — Quindi, torno a staccare le mani e disse: — Seriamente, Janov. Cosa sai della Psicostoria?
Pelorat parve sorpreso. — Nulla. Essere uno storico, come me, e diversissimo dall’essere uno psicostorico… Certo, conosco i due principi fondamentali della Psicostoria, ma quelli li conoscono tutti.
— Gia, persino io li conosco. Il primo assioma afferma che il numero di esseri umani oggetto dell’indagine debba essere abbastanza grande da permettere un grande esame statistico valido. Ma cosa vuol dire “abbastanza grande”?
Pelorat disse: — L’ultima stima della popolazione galattica si aggira sui dieci quadrilioni, e probabilmente e una valutazione per difetto. Mi pare che questo sia un numero abbastanza grande.
— Chi te lo dice? Come lo sai?
— Lo so, perche la Psicostoria funziona, Golan. Per quanto si voglia insistere con la logica, funziona.
— Ed il secondo assioma afferma che gli esseri umani non debbano essere consapevoli della Psicostoria, in modo che la conoscenza non condizioni le loro reazioni… Ma gli esseri umani sono consapevoli dell’esistenza della Psicostoria.
— Solo della sua esistenza, vecchio mio: non e questo che conta. Il secondo assioma afferma che gli esseri umani non debbano essere consapevoli delle predizioni della Psicostoria, ed infatti non lo sono… i membri della Seconda Fondazione invece devono esserne al corrente, ma loro rappresentano un caso particolare.
— E partendo da questi due soli assiomi e stata elaborata la scienza della Psicostoria: si stenta a crederlo.
— Non partendo da questi due soli assiomi — replico Pelorat. — Ci sono anche teorie matematiche superiori e raffinati metodi statistici. Stando al racconto tradizionale, Hari Seldon creo la Psicostoria prendendo come modello la teoria cinetica dei gas. Ogni atomo o molecola di un gas si muove a caso, quindi non possiamo conoscere ne la velocita ne la posizione di questi atomi. Pero, usando il metodo statistico, possiamo estrapolare le regole che governino il loro comportamento generale, con precisione notevole. Allo stesso modo, Seldon intendeva estrapolare il comportamento generale delle societa umane anche se le soluzioni non sarebbero state applicabili al comportamento dei singoli esseri umani.
— Puo darsi… ma gli esseri umani non sono atomi.
— E vero — annui Pelorat. — Un essere umano possiede la coscienza, ed il suo comportamento e abbastanza complesso da indurre a credere che esista il libero arbitrio. Non ho idea di come si sia regolato Seldon, e sicuramente non capirei anche se qualcuno cercasse di spiegarmi… comunque, Seldon ci e riuscito.
Trevize disse: — E perche l’intera costruzione si regga in piedi e necessario che consideri gli esseri umani in base al loro numero e alla loro inconsapevolezza. Non ti sembrano delle fondamenta un po’ traballanti per una struttura matematica cosi imponente? Se non si soddisfano pienamente queste due premesse, tutto quanto crolla.
— Ma dal momento che il Piano non e crollato…
— O se i requisiti di base non sono del tutto falsati od inadeguati, ma semplicemente piu deboli del dovuto, la Psicostoria funzionera forse per qualche secolo e poi, raggiungendo una particolare crisi, crollera… come si e verificato temporaneamente all’epoca del Mulo… E se poi esistesse un terzo requisito di base?
— Che terzo requisito? — chiese Pelorat corrugando leggermente la fronte.
— Non lo so — rispose Trevize. — Un’argomentazione puo sembrare perfettamente logica e completa, e contenere tuttavia presupposti impliciti. Forse il terzo requisito e un presupposto talmente scontato che nessuno pensi mai di citarlo.
— Un presupposto tanto scontato di solito possiede una certa validita, o non sarebbe tanto scontato.
Trevize sbuffo. — Se tu conoscessi la storia scientifica come conosci quella tradizionale, Janov, capiresti la portata di un simile errore d’impostazione… Ma vedo che siamo in prossimita del sole del Mondo Proibito.
Infatti, sullo schermo si notava ora una stella molto luminosa… talmente luminosa che lo schermo filtrava automaticamente la sua luce, arrivando addirittura a far scomparire tutte le altre stelle.
2
I servizi igienici sulla “Far Star” erano angusti, e l’uso dell’acqua veniva sempre limitato entro un limite ragionevole per non sovraccaricare gli impianti di riciclaggio. Trevize lo aveva ricordato spesso con severita a Pelorat e Bliss.
Malgrado cio, Bliss aveva sempre un aspetto fresco, ed i suoi lunghi capelli neri erano immancabilmente lucenti, come le sue unghie.
Bliss entro nella sala comandi e disse: — Eccovi qui!
Trevize sollevo lo sguardo. — Non mi pare il caso di stupirsi. Non possiamo certo abbandonare la nave, ed una ricerca di pochi secondi ti avrebbe rivelato per forza la nostra posizione sulla nave, anche se non fosse riuscita a individuare mentalmente la nostra presenza.
Bliss ribatte: — L’espressione era semplicemente una forma di saluto, da non prendere alla lettera, come sicuramente sai… Be’, dove siamo?… E non dirmi: «Nella sala comandi».
— Bliss, cara — disse Pelorat tendendo un braccio — siamo alla periferia del sistema planetario del piu vicino dei tre Mondi Proibiti.
Bliss gli si affianco, posandogli una mano sulle spalle, mentre lui le cingeva la vita. — Non puo essere tanto Proibito: nulla ci ha ostacolato.
Trevize disse: — E Proibito solo perche Comporellen e gli altri mondi della seconda ondata di colonizzazione hanno volontariamente dichiarato zona vietata i mondi della prima ondata, cioe quelli degli Spaziali. Visto che noi non ci sentiamo in obbligo di rispettare quell’accordo, cos’altro potrebbe ostacolarci?
— Gli Spaziali, ammesso che ne siano rimasti, a loro volta potrebbero aver dichiarato zona vietata i mondi della seconda ondata. D’accordo, noi ci spingiamo nella loro zona senza problemi, ma non e detto che loro