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Durante la cena, Trevize era immerso nei propri pensieri, mentre l’attenzione di Bliss era concentrata sul cibo.
Pelorat, l’unico che sembrava ansioso di parlare, osservo che se il mondo su cui si trovavano era Aurora, e se era davvero il primo mondo colonizzato, allora doveva essere abbastanza vicino alla Terra.
— Forse sarebbe il caso di esplorare lo spazio circostante — suggeri. — In fondo si tratterebbe solo di esaminare poche centinaia di stelle.
Trevize borbotto che le ricerche a casaccio erano un sistema da adottare come ultima risorsa, e che voleva il maggior numero di informazioni possibili riguardo la Terra prima di tentare di avvicinarsi ad essa, anche se l’avesse trovata. Non aggiunse altro e Pelorat, chiaramente deluso, rimase zitto a sua volta.
Terminato il pasto, visto che il mutismo di Trevize continuava, Pelorat domando incerto: — Restiamo qui, Golan?
— Per questa notte, almeno. Ho bisogno di riflettere un po’.
— Ma… siamo al sicuro?
— A meno che non ci sia in giro qualcosa di peggio dei cani, sulla nave siamo al sicuro, direi.
— Ma quanto ci vorrebbe per decollare, se ci fosse in giro qualcosa di peggio dei cani?
Trevize rispose: — Il computer e pronto al lancio. Dovremmo riuscire a decollare in due o tre minuti. E se dovesse accadere qualcosa di insolito, il computer ci avvertira, quindi suggerirei a tutti di dormire un po’. Domattina decidero la prossima mossa.
Facile a dirsi, penso Trevize, ritrovandosi a contemplare l’oscurita. Era rannicchiato, semisvestito, sul pavimento della sala comandi. Non era un posto comodo, ma Trevize era certo che non sarebbe riuscito ad addormentarsi nemmeno a letto, e li per lo meno avrebbe potuto entrare subito in azione se il computer avesse dato l’allarme.
Poi senti dei passi ed automaticamente si drizzo a sedere, battendo la testa contro il bordo della scrivania… non tanto forte da ferirsi, ma abbastanza forte da doversi massaggiare e fare delle smorfie.
— Janov? — chiamo con voce soffocata, mentre gli occhi gli lacrimavano.
— No, sono Bliss.
Trevize allungo una mano oltre l’orlo della scrivania per un contatto parziale col computer, ed una luce tenue si diffuse nella stanza rivelando Bliss avvolta in una specie di vestaglia rosa chiaro.
— Che c’e? — chiese Trevize.
— Ho guardato nella tua stanza ma non c’eri. Comunque ho seguito le tracce inconfondibili della tua attivita neuronica. Ho capito che eri sveglio, e sono entrata.
— Si, ma cosa vuoi?
Bliss si sedette appoggiandosi alla parete e rannicchio le ginocchia, abbassando il mento su di esse. — Non preoccuparti: non intendo minacciare quel che rimane della tua verginita.
— Su questo non ho alcun dubbio — replico Trevize sardonico. — Perche non dormi? Hai bisogno di riposo piu di noi due.
— Credimi — disse Bliss con voce bassa e sincera — l’episodio con i cani e stato molto stressante.
— Ci credo.
— Ma dovevo parlarti mentre Pel dormiva.
— Parlarmi di che?
— Quando Pel ti ha spiegato del robot, tu hai detto che questo fatto cambiava tutto. In che senso?
— Non ci arrivi da sola? Abbiamo tre serie di coordinate. Tre Mondi Proibiti. Voglio visitarli tutti e tre per scoprire il piu possibile riguardo la Terra prima di cercare di raggiungerla.
Trevize si avvicino un po’ a lei, per poter parlare ancor piu sottovoce, poi si ritrasse di colpo. — Senti, non voglio che Janov venga qui a cercarti. Chissa cosa potrebbe pensare…
— Improbabile che venga. Dorme, e io ho rinforzato leggermente il suo sonno. Se accennera a svegliarsi, lo sapro… Continua… Vuoi visitare tutti e tre i mondi. E cos’e cambiato?
— Non rientrava nei miei piani sprecare tempo senza motivo su questi mondi. Visto che questo mondo, Aurora, e stato abbandonato dagli esseri umani ventimila anni fa, dubito che si possano trovare ancora informazioni preziose. Non voglio perdere settimane o mesi setacciando la superficie del pianeta, affrontando cani e gatti e tori e chissa quali altri animali divenuti nel frattempo pericolosi, nella speranza vaga di trovare un misero indizio in mezzo ai ruderi, alla ruggine e alla polvere. Sugli altri due mondi, del resto, potremmo trovare invece degli esseri umani e delle biblioteche ancora intatte… in base a questo ragionamento, intendevo partire subito da Aurora. Se l’avessi fatto, adesso saremmo nello spazio, e dormiremmo tranquilli.
— Ma?
— Ma se esistono ancora dei robot funzionanti su questo mondo, potrebbero avere informazioni utili. Ed affrontare dei robot dovrebbe essere meno rischioso che affrontare degli esseri umani perche, stando a quel che ho sentito, i robot devono obbedire agli ordini e non possono fare del male all’uomo.
— Cosi hai modificato i tuoi piani, e adesso resterai su questo mondo in cerca di robot.
— Sono un po’ restio a farlo, Bliss. Stento a credere che dei robot possano durare ventimila anni senza manutenzione… Eppure, dato che tu ne hai visto uno che aveva ancora una scintilla di attivita neuronica, e chiaro che non posso basarmi sulle mie opinioni personali in fatto di robot. Non devo lasciarmi condizionare dall’ignoranza: puo darsi che i robot siano piu longevi di quanto immaginavo, o che abbiano capacita di auto- manutenzione.
Bliss disse: — Ascolta, Trevize, e per favore, rimanga tra noi…
— Tra noi? — fece Trevize, alzando la voce sorpresa. — Noi due?
— Shhh! Certo, tra noi due. Pelorat non deve saperlo. Senti, non devi modificare i tuoi piani. Avevi ragione fin dall’inizio: non ci sono robot funzionanti su questo mondo. Io non percepisco nulla del genere.
— Hai individuato l’attivita neuronica di un robot, pero… e se ce n’e uno che funziona puo darsi che…
— Non ho individuato un bel niente. Quel robot non funzionava… non funzionava da un pezzo!
— Ma hai detto…
— Lo so cosa ho detto. Pel credeva di aver visto del movimento, di aver sentito un suono. Pel e un romantico, e una vita che lavora dedicandosi alla raccolta di dati, ma in questo modo non si diventa famosi nel mondo della cultura. Gli piacerebbe, tanto fare un’importante scoperta da solo. La parola “Aurora” l’ha trovata lui, e un suo merito legittimo, e non immagini quanto fosse felice. Moriva dalla voglia di scoprire qualcos’altro.
— Mi stai dicendo che desiderava a tal punto fare una scoperta valida che si e convinto di essersi imbattuto in un robot funzionante, mentre in realta il robot non funzionava?
— Gia, si e imbattuto in un ammasso di ruggine che non possedeva piu coscienza della roccia a cui era appoggiato.
— Ma tu hai confermato la sua versione.
— Non sono riuscita a privarlo della sua scoperta: Pel significa tanto per me.
Trevize la fisso a lungo, poi disse: — Ti spiace spiegarmi perche significa tanto per te? Voglio saperlo. Mi pare che dovresti vedere in lui nient’altro che un uomo anziano, senza alcun lato romantico. E un Isolato, poi, e tu disprezzi gli Isolati. Sei giovane e bella, Bliss, e ci saranno indubbiamente altre parti di Gaia rappresentate da bei giovani dal corpo vigoroso. Con loro puoi avere relazioni fisiche capaci di risuonare in tutta Gaia e raggiungere vertici estatici. Dunque, che ci trovi di speciale in Janov?
Bliss lo guardo con espressione solenne. — Tu non lo ami?
Trevize si strinse nelle spalle. — Gli sono affezionato. Si potrebbe dire, esulando dall’ambito sessuale, che lo amo, immagino.
— Non lo conosci da molto, Trevize. Perche lo ami, allora, esulando dall’ambito sessuale?
Senza accorgersene, Trevize sorrise. — E un tipo cosi strano. Credo davvero che nella sua vita non abbia mai pensato una sola volta a se stesso. Gli e stato ordinato di partire con me, e l’ha fatto. Senza obiettare. Voleva che andassi su Trantor, ma quando gli ho detto che intendevo andare su Gaia non ha protestato. Ed adesso mi sta seguendo in questa ricerca della Terra, pur sapendo probabilmente che sia un’impresa pericolosa. Sono certo che se dovesse sacrificare la sua vita per me… o per qualcun altro… lo farebbe, senza lamentarsi.