— E tu daresti la vita per lui, Trevize?

— Potrebbe darsi, se non avessi il tempo di pensarci su. Se mi soffermassi un attimo a riflettere, esiterei, e magari mi tirerei indietro per paura. Non sono buono quanto Janov. E proprio per questo, avverto l’esigenza di proteggerlo, perche rimanga com’e ora. Non voglio che la Galassia gli insegni a cambiare in peggio, capisci? E devo proteggerlo soprattutto da te: non sopporto l’idea che tu possa gettarlo da parte quando avrai finito di divertirti con lui.

— Gia… immaginavo che avresti pensato qualcosa del genere. E se vedessi in Pel quello che vedi tu… anzi, in modo ancor piu approfondito, dal momento che posso entrare in contatto diretto con la sua mente? Da come mi comporto, ti pare che voglia fargli del male? Se me ne infischiassi di lui, perche sarei stata al gioco a proposito del robot funzionante, perche avrei sostenuto la sua illusione? Trevize, sono abituata al sentimento che tu definiresti bonta, perche ogni parte di Gaia e pronta a sacrificarsi per il bene della collettivita. E l’unica linea di condotta che conosciamo e capiamo. Pero comportandoci cosi non rinunciamo a nulla, perche ogni parte e anche l’intero… anche se non pretendo che tu lo capisca… Pel e diverso.

Bliss non stava piu guardando Trevize, sembrava quasi che parlasse tra se. — E un Isolato, non e altruista in quanto parte di un insieme piu grande: e altruista e basta. Mi capisci? Ha tutto da perdere, e nulla da guadagnare, eppure e quel che e. Di fronte a lui mi vergogno… si, perche io non devo vivere con la paura di perdere qualcosa, mentre Pel deve vivere senza alcuna speranza di ottenere qualche vantaggio.

Torno a fissare Trevize, estremamente seria. — Ti rendi conto che sono in grado di capirlo molto meglio di te? E pensi che possa davvero fargli del male?

Trevize disse: — Bliss, oggi mi hai chiesto: «Su, facciamo amicizia», ed io ti ho risposto solo con un: «Se vuoi». Da parte mia c’era una certa riluttanza, perche ero preoccupato per quello che avresti potuto fare a Janov. Adesso sono io a chiedertelo… Su, Bliss, facciamo amicizia… Puoi continuare ad indicarmi i vantaggi di Galaxia, ed io posso continuare a respingere i tuoi punti di vista, ma nonostante questo… facciamo amicizia. — E le tese la mano.

— Certo, Trevize — annui Bliss, e le loro mani si unirono in una stretta vigorosa.

2

Trevize sorrise tra se. Era un sorriso interiore, perche le sue labbra non si spostarono di un millimetro.

Quando aveva impiegato il computer per trovare la fantomatica stella della prima serie di coordinate, Pelorat e Bliss lo avevano osservato assorti, rivolgendogli delle domande. Adesso erano in camera loro e dormivano, o riposavano, e lasciavano che Trevize se la sbrigasse da solo.

In un certo senso, Trevize si sentiva lusingato. Gli sembrava una dimostrazione di fiducia; Bliss e Pelorat ormai si erano resi conto che lui sapeva il fatto suo e non aveva bisogno di supervisori ne di essere incoraggiato. Trevize, a sua volta, dopo la prima esperienza aveva imparato a fare maggiore affidamento sul computer, dato che era in grado di lavorare in perfetta autonomia, o quasi.

Un’altra stella, luminosa e non registrata sulla mappa galattica, apparve sullo schermo. Era piu luminosa della stella di Aurora, quindi il fatto che non figurasse nella memoria del computer era ancor piu significativo.

Trevize si meraviglio delle particolarita della tradizione antica. Interi secoli potevano sparire nell’ignoto. Intere civilta potevano essere confinate nell’oblio. Eppure, di quei secoli e quelle civilta a volte sopravviveva qualche frammento, qualche traccia concreta, ricordata senza distorsioni… come quelle coordinate.

Trevize lo aveva fatto notare a Pelorat qualche tempo prima, e Pelorat gli aveva risposto subito che era proprio quella particolarita a rendere lo studio dei miti e delle leggende cosi gratificante. «Il trucco — aveva detto Pelorat — consiste nell’individuare quali componenti di una leggenda abbiano un sostrato preciso di verita. Non e un compito facile, ed e probabile che mitologisti diversi scelgano componenti diverse… componenti che, di solito, tendono a soddisfare certe loro interpretazioni».

In ogni caso, la stella si trovava nel punto indicato dalle coordinate di Deniador, opportunamente corrette in base al fattore temporale. Trevize era disposto a scommettere una somma ingente sul fatto che anche la terza stella si sarebbe trovata nella posizione indicata. In tal caso, probabilmente, la leggenda rispondeva a verita anche quando affermava che esistessero 50 Mondi Proibiti (nonostante quella cifra tonda suscitasse qualche sospetto).

Un mondo abitabile, un Mondo Proibito, ruotava in effetti attorno alla stella, e questa volta la scoperta non provoco in Trevize alcuna sorpresa. Si era aspettato di trovare il pianeta fin dall’inizio, e la “Far Star” inizio ad orbitare lentamente attorno ad esso.

La coltre di nubi era abbastanza rada ed offriva un discreto panorama della superficie. Era un mondo acquatico, come quasi tutti i mondi abitabili. C’erano un oceano tropicale ininterrotto e due oceani polari simili. In un punto, ad una latitudine mediana, c’era un continente dai contorni serpeggianti, con baie ed istmi lungo le coste. Sul lato opposto, la massa continentale era spezzata in tre tronconi, ognuno dei quali, a differenza dell’altro continente, si restringeva da nord a sud.

Trevize rimpianse di non essere un esperto di climatologia e di non poter quindi predire le temperature e le stagioni partendo dalla sua osservazione dallo spazio. Per un attimo penso di mettere al lavoro il computer e fargli risolvere il problema. Ma il clima era un fattore trascurabile.

Era ben piu importante il fatto che, ancora una volta, il computer non rilevasse alcuna radiazione di origine tecnologica. Il telescopio mostrava un pianeta che non era tarmato, e non si scorgevano zone desertiche. La terra scorreva in varie tonalita di verde, pero non c’era traccia di aree urbane sul lato diurno, e sul lato notturno non brillava alcuna luce.

Un altro pianeta pieno di ogni forma di vita, ad eccezione degli esseri umani?

Trevize busso alla porta dell’altra stanza.

— Bliss? — chiamo sottovoce, e busso di nuovo.

Si udi un fruscio, e la voce della ragazza disse: — Si?

— Potresti venire qui? Mi serve il tuo aiuto.

— Un attimo… Mi rendo presentabile.

Quando finalmente Bliss apparve, a Trevize sembro ne piu ne meno presentabile delle altre volte. Era un po’ seccato per quell’inutile attesa, dal momento che a lui non importava che aspetto avesse. Ma adesso erano amici, cosi represse il proprio disappunto.

Sorridendo, il tono perfettamente cordiale, Bliss gli chiese: — Cosa posso fare per te Trevize?

Trevize indico lo schermo. — Come puoi vedere, stiamo sorvolando la superficie di un mondo che sembra perfettamente sano, con un folto manto di vegetazione sulle aree emerse. Pero non ci sono luci notturne, ne radiazioni tecnologiche. Per favore, ascolta, e dimmi se esista della vita animale. Ad un certo punto mi e parso di vedere delle mandrie di animali che pascolassero, ma non ne sono sicuro. Sai, a volte puo capitare di vedere quello che si vuole vedere a tutti i costi.

Bliss ascolto; almeno, un espressione di grande concentrazione le si dipinse in viso. Disse: — Oh, si… E ricco di vita animale.

— Mammiferi?

— Penso proprio di si.

— Esseri umani?

Bliss sembro concentrarsi ancor di piu. Passo un intero minuto, un altro, infine la ragazza si rilasso. — Non sono in grado di dirlo. Di tanto in tanto mi e sembrato di percepire una traccia di intelligenza sufficientemente intensa da essere considerata umana. Ma era una traccia troppo debole ed irregolare… Puo darsi che anch’io stessi percependo semplicemente quello che desiderassi percepire a tutti i costi. Vedi…

Si interruppe, assorta, e Trevize la sollecito con un: — Be’?

Bliss riprese: — Il fatto e che mi sembra di percepire qualcos’altro. Non si tratta di qualcosa con cui abbia dimestichezza, pero sono sicura che non possano essere che…

— Be’?

Bliss si rilasso. — Non possono essere che dei robot.

— Robot!

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