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Trevize lancio qualche breve occhiata a Bliss, che sembrava completamente concentrata su Bander: ormai Trevize credeva di sapere cosa stesse succedendo.
Bander, malgrado il suo peana alla liberta, trovava irresistibile l’opportunita che gli si fosse presentata: non poteva parlare coi robot su una base di parita intellettuale, men che meno con gli animali. Parlare coi suoi concittadini Solariani era un’esperienza spiacevole, per lui, e le comunicazioni indispensabili dovevano essere qualcosa di forzato e privo di qualsiasi spontaneita.
Per quanto riguardasse Trevize, Bliss e Pelorat, pur se Bander li considerasse semi-umani, pur se violassero la sua liberta come avrebbero potuto violarla i robot e gli animali, per Bander erano esseri di pari livello intellettuale, o quasi, e la possibilita di parlare con loro era un lusso unico, senza precedenti.
Ecco perche Bander aveva quell’atteggiamento di estrema apertura e loquacita, penso Trevize. E sicuramente Bliss lo stava incoraggiando, spingendo delicatamente la mente di Bander in una direzione che lui comunque aveva gia preso.
Era probabile, inoltre, che Bliss volesse farlo parlare il piu possibile nella speranza che il Solariano rivelasse qualche dato utile riguardo la Terra. Trevize era d’accordo, cosi anche se l’argomento della discussione non lo avesse incuriosito poi tanto sarebbe stato al gioco senza esitare.
— Che funzione hanno quei lobi cerebrali? — chiese.
Bander rispose: — Sono trasduttori. Sono attivati dal flusso termico, e lo trasformano in energia meccanica.
— Non ci credo: il flusso termico e insufficiente.
— Piccolo semi-umano, tu non rifletti… Se vi fossero molti Solariani ammassati insieme, e se ognuno cercasse di sfruttare il flusso termico, in tal caso, si, la riserva calorica non basterebbe. Io, pero, dispongo di oltre quarantamila chilometri quadri esclusivamente miei. Da questi quarantamila chilometri quadri posso ricavare tutta l’energia termica che mi occorra, indisturbato, per cui la quantita e sufficiente. Capisci?
— E cosi semplice raccogliere il flusso termico su un’area tanto vasta? Il solo fatto di concentrarlo richiedera una quantita enorme di energia.
— Puo darsi, ma io non me ne rendo conto. I miei lobi trasduttori concentrano in continuazione il flusso termico, e l’energia meccanica per compiere un lavoro e sempre disponibile. Quando ho sollevato nell’aria le tue armi, una parte dell’atmosfera illuminata dal sole ha perso una percentuale del calore eccedente che riversava nella porzione in ombra dell’atmosfera, dunque per compiere quell’atto ho sfruttato l’energia solare. Invece di usare congegni meccanici od elettronici, pero, mi sono servito di un apparato neuronico. — Bander tocco piano uno dei lobi. — Agisce con rapidita, con efficienza, costantemente… e senza sforzo alcuno.
— Incredibile — mormoro Pelorat.
— Per nulla incredibile — ribatte Bander. — Pensiamo alla finezza dell’occhio e dell’orecchio, al modo in cui siano in grado di mutare piccole quantita di fotoni e di vibrazioni in informazioni. Un fenomeno incredibile, per chi non vi si fosse mai imbattuto… I lobi di trasduzione non sono certo piu incredibili dell’orecchio e dell’occhio: semplicemente, non sono qualcosa di familiare per voi.
Trevize disse: — Cosa fate con quei lobi trasduttori continuamente in funzione?
— Governiamo il nostro mondo — rispose Bander. — Ogni robot di questa ampia tenuta riceve la propria energia da me, o meglio, dal flusso termico naturale. Sia che un robot stia sistemando un contatto, sia che stia abbattendo un albero, l’energia deriva sempre dalla trasduzione mentale… dalla mia trasduzione mentale.
— E quando dormi?
— Il processo trasduttivo continua e durante la veglia e durante il sonno, piccolo semi-umano. Cessi di respirare tu quando dormi? Il tuo cuore cessa di battere? Di notte, i miei robot proseguono nel lavoro, e di conseguenza si verifica un lieve raffreddamento dell’interno di Solaria. Globalmente, si tratta di un cambiamento infinitesimale, e siamo solo milleduecento, pertanto tutta l’energia che usiamo non accorcia in modo apprezzabile la vita del nostro sole ne esaurisce il calore interno del pianeta.
— Non avete mai pensato di impiegarlo come arma?
Bander fisso Trevize come se avesse di fronte un essere completamente alieno. — Vorresti dire, immagino, che Solaria potrebbe affrontare altri Mondi con armi ad energia basate sul processo trasduttivo, vero? Perche mai dovremmo farlo? Anche se potessimo battere le loro armi ad energia, il che non e detto, cosa otterremmo? Il controllo di altri mondi? A che scopo desiderare altri mondi, dal momento che abbiamo un mondo ideale tutto per noi? Dovremmo estendere il nostro dominio sui semi-umani e impiegarli nei lavori pesanti? Per questo abbiamo gia i nostri robot, che sono senza dubbio migliori dei semi-umani. Abbiamo tutto, non vogliamo nulla… Vogliamo solo essere lasciati in pace… Ascoltate… vi raccontero un’altra storia.
— Racconta pure — annui Trevize.
— Ventimila anni fa, quando le semi-creature della Terra cominciarono a sciamare nello spazio e noi ci ritirammo sottoterra, gli altri Mondi Spaziali decisero di opporsi ai nuovi coloni terrestri. Cosi, colpirono la Terra.
— La Terra — ripete Trevize, cercando di mascherare la propria soddisfazione: finalmente la conversazione aveva toccato l’argomento desiderato.
— Si, colpirono il centro. Una mossa abile, in un certo senso. Se si vuole uccidere una persona, non si colpisce un dito o un tallone, si colpisce il cuore. Ed i nostri compagni Spaziali, abbastanza simili agli esseri umani in quanto a passioni, riuscirono ad incendiare radioattivamente la superficie della Terra, mutandola in un mondo praticamente inabitabile.
— Ah, ecco com’e successo! — esclamo Pelorat agitando un pugno, quasi volesse afferrare saldamente una teoria finora incerta. — Lo sapevo che non poteva trattarsi di un fenomeno naturale. Come hanno fatto?
— Non lo so — fu la risposta indifferente di Bander. — E in ogni caso gli Spaziali non ne trassero vantaggio alcuno. E questo il punto saliente della storia… I Coloni continuarono a diffondersi, e gli Spaziali… si estinsero. Avevano cercato di competere, e si estinsero. I Solariani si ritirarono, rifiutandosi di competere, e adesso eccoci ancora qui.
— Come i Coloni, che esistono tuttora — aggiunse Trevize con espressione caparbia.
— Si, ma non per sempre. Simili creature brulicanti devono combattere, devono competere, ed alla fine morranno. Forse saranno necessari diecimila anni, pero noi possiamo aspettare. E quando accadra, noi Solariani, completi, solitari, liberi, avremo la Galassia tutta per noi. Allora, oltre al nostro mondo, potremo usare, o non usare, qualsiasi altro mondo… a nostro piacimento.
— Ma questa storia della Terra — intervenne Pelorat, schioccando le dita con impazienza — … quello che ci hai raccontato e una leggenda o un evento storico reale?
— Chi e in grado di stabilire la differenza, semi-umano Pelorat? — disse Bander. — Tutta la storia e, piu o meno, leggenda.
— Ma cosa dicono i vostri documenti? Posso vedere i vostri documenti storici riguardanti la Terra ?… Cerca di capire… i miti, le leggende, la storia primitiva, sono il mio campo. Sono uno studioso che si occupa proprio di queste cose, e soprattutto dei fatti collegati in qualche modo alla Terra.
— Mi limito a ripetere quello che ho sentito dire. Non esistono documenti a tal proposito: i nostri documenti riguardano esclusivamente gli affari solariani, e degli altri mondi si fa menzione solo in quanto causa di interferenze moleste.
— Be’, la Terra sicuramente e stata un’interferenza molesta per voi — intervenne Pelorat.
— Puo darsi, pero moltissimo tempo addietro… e poi la Terra, di tutti i mondi, era quello piu ripugnante per noi. Se su Solaria esistevano documentazioni storiche riguardanti la Terra, certamente sono state distrutte proprio per la ripugnanza ispirata.
Trevize serro i denti mortificato. — Da voi?
— Chi altri avrebbe dovuto distruggerle?
Pelorat non si arrese. — Cos’altro hai sentito a proposito della Terra?
Bander riflette un attimo. — Quando ero giovane, ho sentito una storia da un robot… riguardava un Terrestre sceso un giorno su Solaria, e una donna solariana che se ne ando con lui e divenne una figura