pollice.
Bliss guardo e rispose: — Direi che si tratta del piccolo solariano che abbiamo portato a bordo ieri.
— Che
— Pensavo che avresti gradito l’idea. E una creatura molto brillante, sta imparando rapidamente tante parole in galattico, sai? Una volta che gli ho spiegato qualcosa, non la dimentica piu. Naturalmente, c’entra anche il mio aiuto.
— Naturalmente.
— Si, lo mantengo calmo. Durante gli eventi piu sconvolgenti sul pianeta, l’ho protetto con una specie di trance. A bordo della nave ho fatto in modo che dormisse, e adesso sto cercando di distrarlo un po’ perche non pensi in continuazione a Jemby, il robot che ha perso, e che evidentemente amava parecchio.
— Insomma, vuoi fare in modo che alla fine si trovi bene tra noi, eh?
— Lo spero. E adattabile, dato che e giovane, ed io cerco di favorire il suo adattamento influenzando per quanto possibile la sua mente. Gli insegnero a parlare in galattico.
— Allora, lavalo tu! Chiaro?
Bliss si strinse nelle spalle. — Lo faro, se proprio insisti… ma vorrei che si sentisse benvoluto da tutti noi. Sarebbe utile se ognuno di noi svolgesse certe mansioni da genitore nei suoi confronti. Mi pare che anche tu potresti collaborare.
— Solo entro certi limiti. E quando avrai finito di lavarlo, liberatene. Voglio parlarti.
Bliss, con un tono di colpo aggressivo, ribatte: — Liberarmene? Cosa vorresti dire?
— Non dico di gettarlo all’esterno… Portalo in camera tua e fallo sedere in un angolo: devo parlare con te.
Trevize la fisso incollerito per un attimo, quindi si sposto nella sala comandi ed accese lo schermo.
Solaria era un disco scuro con una striscia ricurva di luce sulla sinistra. Trevize mise le mani sulla scrivania per entrare in contatto con il computer, e si accorse che la sua rabbia svaniva all’istante. Bisognava essere calmi per un collegamento mentale efficace col computer, ed a lungo andare per un riflesso condizionato bastava il contatto manuale per ripristinare la serenita.
Non c’erano oggetti artificiali attorno alla nave, in alcuna direzione, fino al pianeta stesso. I Solariani (od i loro robot, piu probabilmente) non potevano, o non intendevano, lanciarsi all’inseguimento.
Bene. Allora Trevize poteva uscire tranquillamente dall’ombra notturna. Continuando ad allontanarsi, sarebbe svanita comunque, ed il disco di Solaria sarebbe progressivamente diventato piu piccolo di quello del suo sole, piu lontano ma molto piu grande del pianeta.
Programmo il computer in modo che allontanasse la nave anche dal piano planetario, cosi avrebbero potuto accelerare con sicurezza maggiore. Dopo di che avrebbero raggiunto piu in fretta una regione dove la curvatura dello spazio fosse abbastanza bassa da consentire un balzo senza grossi rischi.
Come gli capitava spesso in circostanze simili, Trevize si ritrovo a studiare assorto le stelle. Erano quasi ipnotiche nella loro silenziosa immutabilita. La distanza annullava qualsiasi turbolenza e instabilita, facendole apparire come semplici punti luminosi.
Forse uno di quei punti era il Sole attorno al quale ruotava la Terra… Il Sole originale (con la S maiuscola), che con i suoi raggi aveva favorito l’inizio della vita, l’evoluzione dell’umanita.
I Mondi Spaziali orbitavano attorno a stelle vivide, a ragguardevoli esemplari della famiglia stellare, eppure quelle stelle non figuravano nella mappa galattica del computer: nulla escludeva che fosse cosi anche per il Sole.
O mancavano solo i soli dei mondi Spaziali, in seguito a qualche trattato antichissimo per la tutela del loro isolamento? Forse il Sole della Terra era compreso nella mappa galattica, pero senza alcuna indicazione che permettesse di distinguerlo dalla miriade di stelle del suo stesso tipo, stelle prive comunque di pianeti abitabili nel loro sistema…
Nella Galassia c’erano circa trenta miliardi di stelle simili al Sole, e solo una su mille aveva un pianeta abitabile orbitante. Forse c’erano un migliaio di pianeti del genere in un raggio di qualche centinaio di parsec rispetto alla posizione attuale della “Far Star”? Trevize doveva allora esaminare le stelle della classe del Sole ad una ad una, affrontando una ricerca minuziosa?
Od il Sole originale non si trovava neppure in quel settore galattico? Quanti altri settori erano convinti che il Sole fosse nelle loro vicinanze, quanti erano convinti di appartenere al gruppo piu antico di Coloni…?
Trevize aveva bisogno di informazioni, e finora non aveva raccolto alcun dato utile.
Anche un attento esame delle rovine di Aurora non avrebbe dato alcun risultato, ne era certo. Ed era certissimo che dai Solariani non avrebbero mai cavato nulla.
E se avesse trovato il Sole, e quindi la Terra, per un incredibile colpo di fortuna… chissa se qualche forza misteriosa gli avrebbe impedito di rendersene conto? Forse le difese della Terra erano totali… Forse l’accanimento con cui la Terra voleva rimanere nascosta era un ostacolo insuperabile…
Ma lui cosa cercava, in sostanza?
La Terra ? O la pecca del Piano Seldon, che pensava (senza alcuna ragione precisa) di poter trovare appunto sulla Terra?
Il Piano Seldon operava ormai da cinque secoli, ed avrebbe condotto finalmente il genere umano al sicuro (cosi si diceva) nel grembo di un Secondo Impero Galattico, piu vasto del Primo, piu nobile e piu libero… eppure lui, Trevize, aveva votato contro tale soluzione, optando per Galaxia.
Galassia, un unico immenso organismo… mentre il Secondo Impero Galattico, per quanto grande e vario, sarebbe stato semplicemente una unione di organismi individuali di entita microscopica rispetto al totale. Il Secondo Impero Galattico sarebbe stato l’ennesimo esempio del genere di unione di individui che caratterizzava l’umanita fin dai primordi… l’esempio piu grande e migliore, ma pur sempre una ripetizione del medesimo tipo di organizzazione.
Perche Galaxia, incarnazione di un tipo di organizzazione completamente diverso, fosse una soluzione migliore del Secondo Impero Galattico, doveva esserci un difetto nel Piano, qualcosa che il grande Hari Seldon stesso si fosse lasciato sfuggire.
Ma se a Seldon era sfuggito qualcosa, Trevize come poteva intervenire per rimediare? Non era un matematico, non sapeva nulla, proprio nulla, dei meccanismi del Piano; anzi, anche se glieli avessero spiegati non avrebbe capito nulla.
Conosceva solo gli assiomi fondamentali… cioe, che l’indagine doveva occuparsi di un numero molto elevato di esseri umani, e che gli esseri umani non dovevano essere al corrente delle conclusioni raggiunte. Il primo assioma era evidentissimo e non presentava problemi, considerando il numero enorme degli abitanti della Galassia; e il secondo assioma era piu che fondato dal momento che solo i membri della Seconda Fondazione erano al corrente dei particolari del Piano e li custodivano gelosamente.
Dunque non restava che un presupposto implicito, scontato, talmente scontato da non venire mai citato, mai considerato… ma che poteva essere falso… Un presupposto che, se fosse stato errato veramente, avrebbe alterato l’esito grandioso del Piano, di modo che Galaxia sarebbe stata preferibile all’Impero.
Ma se era cosi evidente, cosi scontato da non venire mai menzionato, com’era possibile che quel presupposto fosse errato? E se nessuno ne parlava mai, se nessuno lo prendeva mai in considerazione, come faceva Trevize a sapere che ci fosse? Come poteva intuirne la natura una volta intuito che esisteva?
Era davvero Trevize, l’uomo dall’intuizione infallibile… come sosteneva Gaia? Sapeva davvero quale fosse la cosa migliore da fare in qualsiasi circostanza, anche se non sapeva perche la stesse facendo?
Adesso stava visitando tutti i Mondi Spaziali di cui aveva notizia… Era la strategia giusta? I Mondi Spaziali racchiudevano la risposta che cercava? O almeno l’inizio di una risposta…?
Che c’era su Aurora, se non ruderi e cani selvatici? (E presumibilmente altre creature pericolose… Tori feroci? Topi giganteschi? Gatti predatori?) Solaria era un pianeta vivo, ma ospitava solo robot ed esseri umani che trasformavano l’energia col cervello. Che c’entravano questi due mondi con il Piano Seldon, a meno di non racchiudere il segreto della posizione della Terra?
Ed in caso di risposta affermativa, che c’entrava la Terra con il Piano Seldon? Era tutta una sua costruzione assurda? si chiese Trevize. Aveva finito col prendere troppo sul serio la storia della propria infallibilita?
Un senso opprimente di vergogna calo su di lui, impedendogli quasi di respirare. Guardo le stelle… remote, insensibili… e penso: «Devo essere il Piu Grande Sciocco della Galassia».