— In una situazione in cui si trattava di uccidere per non essere uccisi.
— Non importa. Sono stata io ad uccidere quel genitore. Non potevo assistere passiva e consentire che il bambino venisse ucciso in conseguenza di una mia azione… E poi, la sua presenza permette di studiare un tipo di cervello mai studiato da Gaia.
— Un cervello infantile.
— Non rimarra infantile in eterno. Senza contare che ci sara anche lo sviluppo dei due lobi trasduttivi laterali. Grazie a quei lobi un Solariano possiede capacita che tutta Gaia non potra mai eguagliare. Per tenere accesa qualche luce, per attivare il congegno di apertura di un passaggio, mi sono logorata. Bander riusciva a rifornire di energia una tenuta complessa quanto la citta che abbiamo visto su Comporellen, una tenuta molto piu estesa di quella citta… e ci riusciva anche nel sonno.
Trevize disse: — Dunque, consideri il bambino un esemplare importante per uno studio scientifico sul cervello.
— In un certo senso, si.
— Io non la penso cosi. Secondo me abbiamo portato a bordo un pericolo: un grande pericolo.
— Pericolo, in che senso? Si adattera benissimo… col mio aiuto. E intelligente, e dimostra gia un certo affetto per noi. Mangera quello che mangiamo noi, andra dove andremo noi, ed io/noi/Gaia ricaveremo conoscenze di valore inestimabile sul suo cervello.
— E se si riproducesse? Non ha bisogno di un compagno: e autosufficiente.
— Non sara in eta feconda ancora per molti anni. Gli Spaziali vivevano diversi secoli, ed i Solariani non desiderano affatto incrementare il loro numero. Probabilmente la riproduzione tardiva e una caratteristica di base della popolazione di Solaria: Fallom non avra figli per parecchio tempo.
— Come lo sai?
— Non lo so, sto solo usando la logica.
— Ed io ti dico che Fallom si rivelera pericoloso.
— Non lo sai, e non stai nemmeno usando la logica.
— Lo sento, Bliss… senza alcun motivo particolare. E non sono io ad insistere sull’infallibilita della mia intuizione: sei tu ad insistere.
Bliss corrugo la fronte, assumendo un’espressione turbata.
4
Pelorat si fermo sulla soglia della sala comandi e guardo dentro, imbarazzato. Evidentemente, stava cercando di decidere se Trevize fosse assorto nel lavoro o meno.
Trevize aveva le mani sulla scrivania, come faceva sempre quando entrava in contatto diretto col computer, e gli occhi fissi sullo schermo. Pelorat allora dedusse che fosse impegnato, ed attese pazientemente, cercando di non muoversi e di non disturbarlo in nessun altro modo.
Infine, Trevize alzo lo sguardo verso Pelorat. Non sembrava del tutto consapevole della presenza dell’amico. Gli occhi di Trevize erano sempre un po’ appannati, vacui, durante la comunione col computer, quasi stesse vivendo in una dimensione diversa dalla normalita.
Comunque, Trevize rivolse a Pelorat un cenno di assenso, lentamente, come se l’immagine con una certa difficolta avesse raggiunto finalmente i centri ottici. Poco dopo, stacco le mani, sorridendo, e torno ad essere il Trevize abituale.
L’aria di volersi scusare, Pelorat disse: — Temo di esserti d’impaccio, Golan…
— Nulla di grave, Janov. Stavo solo controllando, verificando se siamo pronti per il balzo. Lo siamo, quasi… ma penso che attenderemo ancora alcune ore, solo per scaramanzia.
— La scaramanzia… o dei fattori casuali… possono influire?
— Era semplicemente un modo di dire — sorrise Trevize. — Comunque, in teoria, i fattori casuali hanno un certo peso… Cosa volevi?
— Posso sedermi?
— Certo, ma andiamo in camera mia… Come sta Bliss?
— Benissimo. — Pelorat si schiari la voce. — Sta dormendo di nuovo. Ha bisogno di dormire, sai…
— Lo so, e per via della separazione iperspaziale.
— Esattamente, vecchio mio.
— E Fallom? — Trevize si sistemo sul letto, lasciando a Pelorat la sedia.
— Quei libri della mia biblioteca che hai fatto stampare per me dal computer, le leggende popolari: be’, le sta leggendo. Certo, non che capisca granche di galattico, pero pare che gli piaccia il suono delle parole. Lui… Continuo ad usare il pronome maschile anche se non e esatto… Chissa perche, vecchio mio?
Trevize si strinse nelle spalle. — Forse perche tu stesso sei un maschio.
— Gia… Comunque, Fallom e intelligentissimo, sai…
— Non ne dubito.
Pelorat esito. — Mi pare di capire che Fallom non ti e molto simpatico.
— Nulla di personale, Janov. Non ho mai avuto dei bambini ed in generale non mi sono mai piaciuti tanto. Invece, se ben ricordo, tu hai avuto dei bambini.
— Un figlio… Ricordo che era bellissimo stare con lui quando era piccolo. Forse e per questo che preferisco usare il pronome maschile per Fallom. Mi riporta indietro di un quarto di secolo.
— Non ho nulla in contrario se ti piace, Janov.
— Piacerebbe anche a te, se provassi ad apprezzarlo.
— Certamente, Janov… e forse un giorno ci provero.
Pelorat esito di nuovo. — So anche che devi essere stanco di discutere con Bliss…
— A dire il vero, non credo che discuteremo poi tanto, Janov. Lei ed io cominciamo ad andare d’accordissimo. L’altro giorno c’e stata tra noi una discussione ragionevole, senza grida e senza accuse, circa la scarsa tempestivita con cui abbia disattivato i Robot Guardiani… In fin dei conti, Bliss continua a salvarci la vita, quindi il minimo che possa fare e assumere un atteggiamento amichevole verso di lei, no?
— Si, capisco… ma non intendevo dire “discutere” nel senso di “litigare”… Mi riferivo a questo continuo dibattito a proposito di Galaxia contrapposta all’individualita.
— Oh, intendevi questo! Immagino che il dibattito continuera, allora… educatamente.
— Golan, ti spiace se affronto l’argomento al posto di Bliss?
— Fai pure… Accetti personalmente l’idea di Galaxia, o lo fai solo perche sei piu felice se sei d’accordo con Bliss?
— In tutta onesta, e una mia convinzione personale. Secondo me Galaxia e la soluzione che tutti dovremmo augurarci. Tu stesso hai fatto questa scelta, e sono sempre piu convinto che sia quella giusta.
— Perche l’ho fatta io? Non e un motivo valido. Sai, qualunque cosa sostenga Gaia, puo darsi che io sbagli. Quindi non lasciare che Bliss ti persuada in favore di Galaxia basandoti solo su questo.
— Secondo me non ti sbagli: e stata Solaria a dimostrarmelo, non Bliss.
— Come?
— Be’, innanzitutto, siamo Isolati tu ed io…
— Un termine di Bliss. Preferisco che ci consideriamo individui.
— Semplice questione semantica, vecchio mio. Indipendentemente dal termine che preferiamo usare, siamo chiusi nei nostri involucri privati che racchiudono i nostri pensieri privati, e pensiamo innanzitutto a noi stessi. La nostra legge naturale primaria e quella dell’autodifesa, anche se questo puo comportare l’offesa di tutti quelli che abbiamo attorno.
— Certe persone, e risaputo, hanno dato la vita per gli altri.
— Un fenomeno raro. E ben piu grande il numero delle persone che per qualche stupido capriccio privato abbiano calpestato le esigenze ed i bisogni altrui. Anche questo e risaputo.
— E questo che c’entra con Solaria?
— Perbacco, su Solaria vediamo cosa possono diventare gli Isolati… o gli individui, se preferisci. I Solariani accettano a malincuore l’idea di dividere un intero pianeta tra loro. Per loro una vita di isolamento completo