equivale alla liberta perfetta. Non hanno alcun legame affettivo verso i loro figli, anzi li uccidono se sono troppo numerosi. Si circondano di robot schiavi ai quali forniscono l’energia, in modo che quando muoiono anche le loro immense tenute muoiano simbolicamente. Ti pare un sistema ammirevole, Golan? Puoi paragonarlo a Gaia, in quanto a giustizia, sollecitudine reciproca e bonta?… Non ne ho affatto discusso con Bliss: e quel che penso io.

Trevize disse: — Ed e logico, conoscendoti, che tu la pensi cosi, Janov. Condivido il tuo parere. Secondo me la societa solariana e orribile, ma non e sempre stata cosi. I Solariani discendono dai Terrestri, e piu recentemente, dagli Spaziali, che vivevano in modo molto piu normale. Per qualche motivo, i Solariani hanno scelto una via che ha portato a conseguenze estreme. Ma non si puo giudicare in base ad una situazione limite. In tutta la Galassia, con milioni di mondi abitati, ti risulta che ce ne sia uno che abbia avuto in passato, o che abbia attualmente, una societa come quella di Solaria, od una societa che si avvicini anche lontanamente alla solariana? E Solaria sarebbe arrivata a tanto se non fosse minata da una presenza cosi massiccia di robot?

Pelorat accenno una piccola smorfia. — Riesci a demolire qualsiasi ragionamento, Golan… o meglio, sei sempre a tuo agio quando si tratta di difendere il tipo di Galassia contro cui hai votato.

— Non intendo demolire proprio tutto. In effetti, c’e un fondamento logico alla base della scelta di Galaxia, e quando lo scopriro… cioe, se lo scopriro… me ne rendero conto, e mi calmero.

— Se, dici? Puo darsi che tu non lo scopra?

Trevize scrollo le spalle. — Chi puo dirlo?… Sai perche sto aspettando qualche ora prima di effettuare il balzo, perche sarei tentato di rimandare addirittura di alcuni giorni?

— Hai parlato di ragioni di sicurezza.

— Certo, l’ho detto, pero anche adesso il balzo sarebbe abbastanza sicuro… No, in realta ho paura che i Mondi Spaziali di cui abbiamo le coordinate si rivelino una delusione completa… Tre mondi, e due li abbiamo gia esaminati, rischiando la vita entrambe le volte. Eppure non abbiamo trovato il minimo indizio utile circa la posizione della Terra, anzi il minimo indizio circa l’esistenza della Terra. Adesso siamo di fronte alla terza possibilita, l’ultima… E se facessimo fiasco anche questa volta?

Pelorat sospiro. — Sai, ci sono dei vecchi racconti popolari… uno e proprio tra quelli che ho dato a Fallom perche si esercitasse… ci sono dei vecchi racconti popolari, dicevo, in cui a una persona sono concessi tre desideri, solo tre. Pare che il “tre” sia un numero significativo in queste cose, forse perche e il primo numero dispari, e quindi il numero determinante piu piccolo. Sai, la vincita con due vittorie su tre possibilita… Comunque, il fatto e che in queste storie i desideri sono sempre inutili. Nessuno esprime mai quelli giusti, il che a mio avviso e un esempio di saggezza antica, che ci insegna che per ottenere qualcosa dobbiamo impegnarci e guadagnarcela, e non…

S’interruppe di colpo, avvilito. — Scusa, vecchio mio, ti sto facendo perdere tempo. Ho il vizio di divagare quando comincio a parlare della mia materia…

— Dici sempre cose interessanti, Janov. Comunque, capisco l’analogia: ci sono stati concessi tre desideri, ne abbiamo espressi due finora, senza ottenere nulla. Ora ne rimane uno solo. Non so perche, ma sono sicuro di un nuovo fallimento, ed e appunto per questo che voglio rimandarlo il piu possibile, che indugio tanto prima del balzo.

— Cosa farai se falliremo ancora? Tornerai su Gaia? Su Terminus?

— Oh, no — rispose Trevize sottovoce. — La ricerca deve continuare… Non so come, ma deve continuare.

14. Pianeta morto

5

Trevize era depresso. Le poche vittorie conseguite dall’inizio della ricerca non erano mai state definitive, erano servite solo a rimandare momentaneamente la sconfitta.

Ora aveva prolungato eccessivamente l’attesa, prima del balzo verso il terzo Mondo Spaziale, ed era riuscito a contagiare col suo nervosismo i compagni di viaggio. Quando decise finalmente di ordinare al computer di proiettare la nave attraverso l’iperspazio, Pelorat era fermo sulla soglia della sala comandi, Bliss era dietro di lui, e c’era anche Fallom che stringeva la mano della ragazza e fissava Trevize con espressione di grottesca solennita.

Sollevando lo sguardo, Trevize commento piuttosto irascibile, sfogando la propria inquietudine: — Bel quadretto familiare!

Ordino al computer di effettuare il balzo in modo tale da rientrare nello spazio ad una distanza dalla stella piu grande del necessario. Si disse che stesse comportandosi cosi perche dopo gli episodi successi sui primi due Mondi Spaziali stava imparando ad essere prudente, ma non ci credeva. Sotto sotto, e lo sapeva, si augurava di arrivare nello spazio normale ad una distanza notevole dalla nuova stella, cosi sarebbe stato impossibile stabilire subito con precisione se avesse o meno un pianeta abitabile. E gli sarebbero rimasti alcuni giorni di viaggio prima di appurare la verita… e di dover fare i conti (forse) con la sconfitta.

Mentre il “quadretto familiare” lo osservava, Trevize inspiro a fondo, emise un sibilo a denti stretti, e imparti al computer le istruzioni finali.

La disposizione delle stelle subi un mutamento silenzioso, e lo schermo offri un panorama piu spoglio, perche erano giunti in un settore in cui le stelle erano piu rade. E davanti a loro, quasi al centro, spiccava una stella dallo sfolgorio intenso.

Trevize sorrise: era gia una specie di vittoria. In fin dei conti la terza serie di coordinate avrebbe potuto essere sbagliata… Invece, ecco una stella di tipo G, dalle caratteristiche adatte.

Si giro verso gli altri e annuncio: — Eccola. La terza stella.

— Sei sicuro? — domando sottovoce Bliss.

— Guarda! — disse Trevize. — Adesso passero all’immagine equivalente della mappa galattica del computer… se quella stella sparira, se non figurera sulla mappa, allora non avremo piu dubbi.

Il computer esegui il suo ordine, e la stella si spense di colpo, scomparve come se non fosse mai esistita, mentre il resto del campo stellare resto identico a prima, maestoso ed indifferente.

— Ci siamo — annui Trevize.

Eppure fece procedere la “Far Star” ad una velocita dimezzata rispetto a quella che avrebbe potuto facilmente mantenere. Restava ancora l’interrogativo della presenza o meno di un pianeta abitabile, e Trevize non aveva alcuna fretta di conoscere la risposta. Dopo tre giorni di avvicinamento, la questione era ancora in sospeso…

Non del tutto, forse… Perche attorno alla stella ruotava un gigante gassoso. Era molto lontano dalla stella, sfumato di un giallo pallidissimo sul suo lato diurno, che dalla posizione della “Far Star” appariva come uno spesso spicchio.

A Trevize non piaceva il suo aspetto, ma cerco di mascherare la cosa mentre parlava asciutto e conciso come una guida.

— C’e un grande gigante gassoso davanti a noi. E abbastanza spettacolare: ha un paio di anelli sottili e due satelliti di considerevoli dimensioni visibili in questo momento.

Bliss disse: — Quasi tutti i sistemi solari comprendono giganti gassosi, no?

— Certo, pero questo e un gigante gassoso molto grande. A giudicare dalla distanza dei suoi satelliti, e dai loro periodi di rivoluzione, questo gigante gassoso dovrebbe avere una massa duemila volte superiore a quella di un pianeta abitabile.

— Che differenza c’e? — osservo Bliss. — I giganti gassosi sono giganti gassosi, e le loro dimensioni non hanno importanza, vero? Si trovano sempre a notevole distanza dalla stella attorno alla quale orbitano, e non sono abitabili, per la loro mole e questa distanza. Dobbiamo esplorare la regione piu vicina alla stella se vogliamo trovare un pianeta abitabile.

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