Trevize stava gia occupandosi dello schermo mentre parlava. Normalmente il computer operava nelle quattro dimensioni dello spazio-tempo, ma per l’utilizzo da parte degli esseri umani di solito lo schermo veniva usato bidimensionalmente. Ora lo schermo sembro dilatarsi in un volume scuro dotato di profondita, oltre che di altezza e ampiezza. Trevize abbasso le luci quasi del tutto, perche le stelle risaltassero con maggior facilita all’osservatore.
— Adesso comincia — sussurro.
Un attimo dopo, apparve una stella… poi un’altra… poi un’altra ancora. La panoramica cambiava ad ogni nuova aggiunta, era come se lo spazio stesse spostandosi all’indietro per offrire all’occhio una vista sempre piu ampia. C’erano inoltre gli spostamenti verso l’alto o verso il basso, verso destra o sinistra…
Alla fine, sospesi nello spazio tridimensionale, apparvero cinquanta puntini luminosi.
Trevize commento: — Avrei gradito una disposizione sferica perfetta. Questa sembra la struttura di una palla di neve compressa malamente, in fretta e furia.
— E questo fatto rovina tutto?
— Crea qualche difficolta… ma era inevitabile, immagino. Le stelle stesse non sono distribuite uniformemente, quindi nemmeno i pianeti abitabili, cosi deve esserci per forza una certa irregolarita nella fondazione di nuovi mondi. Il computer portera ognuno di questi puntini nella sua posizione attuale, tenendo conto dello spostamento probabile degli ultimi ventimila anni, il che non comportera che una correzione minima, poi li disporra in modo da formare una sfera ideale. Trovera, in altre parole, una superficie sferica da cui la distanza di tutti i punti luminosi sia minima. Poi troveremo il centro della sfera e la Terra dovrebbe essere abbastanza vicina al centro… Almeno, speriamo… Non ci vorra molto.
2
Non ci volle molto. Trevize, abituato ai miracoli del computer, rimase comunque stupito per la sua rapidita.
Aveva istruito il computer perche emettesse una nota bassa e reverberante dopo avere calcolato le coordinate del centro ideale. Non c’era alcun motivo di farlo… solo la soddisfazione di sentire quel suono e sapere che forse la ricerca era terminata.
La nota arrivo nel giro di pochi minuti, e fu come un lieve colpo di gong. Crebbe di intensita fino a creare una vibrazione avvertibile fisicamente, e progressivamente, si spense.
Bliss apparve quasi subito sulla soglia. — Cosa succede? — chiese, spalancando gli occhi. — Un’emergenza?
Trevize rispose: — Niente affatto.
Pelorat aggiunse smanioso: — Forse abbiamo localizzato la Terra, Bliss: quel suono era il computer che ci avvertiva.
Bliss entro. — Avreste potuto avvertire anche me.
— Mi dispiace, Bliss — si scuso Trevize. — Non pensavo che sarebbe stato cosi forte.
Fallom aveva seguito Bliss nella stanza, e disse: — Perche c’e stato quel suono, Bliss?
— Vedo che conosce il tuo nome — commento Trevize, appoggiandosi allo schienale, stremato. Ora si trattava di controllare se quanto avesse scoperto esistesse anche nella Galassia reale, di vedere se alle coordinate del centro dei Mondi Spaziali corrispondesse davvero una stella di tipo G. Anche questa volta, Trevize era restio a procedere, a compiere la verifica finale.
— Si — disse Bliss. — Conosce il mio nome. Ed anche il tuo e quello di Pel. Che c’e di strano: noi conosciamo il suo.
— Nulla in contrario — fece Trevize distrattamente. — Solo che questa bambina mi preoccupa… puo solo crearci dei problemi.
— Che ha fatto di male finora? — replico Bliss.
Trevize allargo le braccia. — E solo una sensazione, la mia.
— Bliss gli rivolse un’occhiata sprezzante, e spiego a Fallom: — Stiamo cercando di trovare la Terra, Fallom.
— Cos’e la Terra ?
— Un altro mondo, ma un mondo speciale. E il mondo da cui provenivano i nostri antenati. Sai cosa significhi la parola “antenati” dopo le tue letture, Fallom?
— Significa…? — Ma l’ultima parola non era in galattico.
Pelorat intervenne: — E un termine arcaico per “antenati”, Bliss. La nostra parola “progenitori” ci si avvicina di piu.
— Molto bene — sorrise Bliss. — La Terra e il mondo da cui provenivano i nostri progenitori, Fallom. I tuoi, i miei, quelli di Pel e di Trevize.
— I tuoi, Bliss… e anche i miei. — Fallom sembrava perplessa. — Tutti e due i tipi?
— C’e un solo tipo di antenati — disse Bliss. — Abbiamo gli stessi progenitori, noi… tutti quanti.
Trevize commento: — Mi sembra che si renda conto perfettamente di essere diversa da noi.
Bliss fece sottovoce: — Non dirlo. Dobbiamo fare in modo che si senta uguale a noi… Nei tratti essenziali, almeno.
— L’ermafroditismo e un tratto essenziale, direi.
— Parlo della mente.
— Anche i lobi trasduttivi sono tratti essenziali.
— Via, Trevize, non essere cosi pignolo. Fallom e intelligente ed umana se mettiamo da parte certi dettagli.
Bliss torno a rivolgersi a Fallom alzando la voce. — Rifletti su questo punto, Fallom… I tuoi progenitori e i miei sono gli stessi. Tutta la gente di tutti i mondi… molti, moltissimi mondi… ha gli stessi progenitori, e questi progenitori vivevano in origine sul mondo chiamato Terra. Questo significa che siamo tutti parenti, no?… Ora torna nella nostra stanza e pensaci.
Fallom, dopo un’occhiata pensosa a Trevize, si giro e corse via, incoraggiata da una pacca affettuosa di Bliss.
Bliss disse quindi a Trevize: — Per favore, promettimi che in sua presenza eviterai qualsiasi commento che possa farle credere di essere diversa da noi.
— Te lo prometto. Non intendo intralciare il processo educativo, ne sovvertirlo… comunque, lei e diversa da noi.
— Sotto certi aspetti. Come io sono diversa da te, e come Pel e diverso da te.
— Non essere ingenua, Bliss: nel caso di Fallom le differenze sono molto piu grandi.
— Un
— D’accordo. Non discutiamo. — Trevize si giro verso il computer senza troppo entusiasmo. — Intanto, devo controllare la posizione ipotetica della Terra nello spazio reale, ho paura.
— Paura?
— Be’ — Trevize si strinse nelle spalle ostentando un’aria di noncuranza — e se non ci sara alcuna stella adatta vicino a quel punto?
— Non ci sara, e basta — rispose Bliss.
— Forse e inutile controllare adesso… Tanto potremo effettuare il Balzo solo tra parecchi giorni.
— Giorni che trascorrerai tormentandoti: controlla subito, aspettando non cambiera nulla.
Trevize serro le labbra e un attimo dopo annui. — Hai ragione. Benissimo, allora… Facciamolo.
Appoggio le mani entro i contorni di contatto della scrivania, e lo schermo si oscuro.
Bliss disse: — Io esco. Se resto ti innervosiro. — E con un cenno della mano se ne ando.
— Il fatto e — borbotto Trevize — che prima controlleremo la mappa galattica del computer, e anche se il sole della Terra si trovasse nella posizione calcolata la mappa non dovrebbe includerlo. E in tal caso noi…
Si interruppe sbalordito mentre sullo schermo appariva un ammasso di stelle. Erano piuttosto numerose e fioche, con qualche scintillio piu vivido sparso qui e la, disseminate abbastanza uniformemente sullo schermo. Ma