Trevize sorrise tra se. Chiaramente, la giovane Alphana non immaginava nemmeno quanto fosse grande in realta la Galassia.
Disse: — Quest’isola e chiamata Nuova Terra, Hiroko. Dove puo essere allora la Vecchia Terra ?
Lei lo fisso confusa. —
Trevize spiego: — Prima che ci fosse una Nuova Terra, il tuo popolo deve aver vissuto altrove: dov’e questo posto da cui proviene il tuo popolo?
— Di questo non so nulla, stimato signore — rispose Hiroko, l’espressione solenne e turbata. — Da una vita questa e la mia terra… e di mia madre, e della di lei madre, e delle madri venute prima… Di un’altra terra, non so nulla.
— Ma — insiste Trevize con garbo — perche chiamate questo posto
— Perche, stimato signore — rispose Hiroko altrettanto garbatamente — E da tutti chiamato cosi, da che mente di donna abbia raziocinio.
— Ma e una
— No, stimato signore. So soltanto come questa terra e chiamata. Null’altro io so, ne seguo questo tuo ragionare, che noi qui chiameremmo astruso. Senza offesa.
Trevize scosse la testa, frustrato.
9
Trevize mormoro a Pelorat: — Ovunque andiamo, qualsiasi cosa facciamo, non otteniamo alcuna informazione.
— Sappiamo dove sia la Terra… quindi, che importa? — fece Pelorat muovendo appena le labbra.
— Voglio sapere qualcosa sulla Terra.
— Hiroko e giovanissima: non puo essere un pozzo di informazioni.
Trevize riflette un istante, ed annui. — Giusto, Janov.
Rivolgendosi ad Hiroko, disse: — Hiroko, non ci hai chiesto perche siamo qui sul vostro mondo.
Hiroko abbasso gli occhi. — Sarebbe scortese chiedere prima che abbiate mangiato e riposato, stimato signore.
— Ma adesso abbiamo mangiato, o quasi, e ci siamo riposati di recente, quindi ti diro perche siamo qui. Il mio amico, dottor Pelorat, e uno studioso sul nostro mondo, un dotto: e un mitologo. Sai cosa significhi?
— No, stimato signore.
— Il mio amico studia le vecchie storie che si raccontano su ogni mondo. Queste storie si chiamano anche miti e leggende, ed e di questo che si interessa il dottor Pelorat. Su Nuova Terra ci sono dei dotti che conoscano le vecchie storie di questo mondo?
Hiroko si concentro corrugando leggermente la fronte. — Non e una materia di mia conoscenza. Abbiamo nei dintorni un vecchio che ama parlare dei giorni antichi. Dove possa avere appreso queste cose, non so, e ritengo possa averle inventate di sana pianta, o le abbia udite da qualcuno che a sua volta le abbia inventate cosi. Forse e questa la materia di cui il tuo dotto compagno gradirebbe sentire parlare, ma non intendo fuorviarvi. E mio parere — e si guardo attorno come se volesse assicurarsi che nessuno la sentisse — che il vecchio sia solo un blaterone, quantunque in molti lo ascoltino volentieri.
Trevize annui. — A noi interessano proprio questi blateramenti. Non sarebbe possibile portare il mio amico da questo vecchio…
— Monolee e il suo nome.
— …portarlo da Monolee, allora? Pensi che Monolee sia disposto a parlare col mio amico?
— Disposto a parlare? Dovresti chiedere, se mai, se sara disposto a cessare di parlare. E solo un uomo, e dunque potendo parlera senza pausa per mezzo mese… Senza offesa, stimato signore.
— Assolutamente. Adesso vorresti accompagnare il mio amico da Monolee?
— E sempre possibile farlo. Il vecchio e sempre a casa, e sempre ben disposto a salutare orecchie attente.
Trevize suggeri: — E forse una donna anziana potrebbe essere disposta a venire a sedersi con Bliss… Lei deve badare alla bambina e non puo muoversi troppo. Ma le farebbe piacere un po’ di compagnia, perche si sa, alle donne piace…
— Blaterare? — disse Hiroko divertita. — Cosi dicono gli uomini, quantunque io abbia notato che gli uomini sono sempre i piu grandi chiacchieroni. Quando tornano dalla pesca, fanno gara l’un l’altro per vedere chi ingigantisce di piu con la fantasia le proprie imprese e le prede. E pur se nessuno bada loro, pur se non sono creduti, non cessano. Ma, basta, io stessa sto blaterando… Chiamero un’amica di mia madre, una donna che ora scorgo attraverso la finestra, perche resti con la signora e la bambina dopo aver guidato il tuo amico, lo stimato dottore, da Monolee. Se il tuo amico sara avido d’ascolto come Monolee lo sara di parola, faticherai a separarli. Vogliate perdonare la mia momentanea assenza, ora.
Quando Hiroko fu uscita, Trevize si rivolse a Pelorat. — Senti, cerca di scoprire il piu possibile da quel vecchio, e Bliss anche tu cerca di sapere il piu possibile dalla donna che verra qui… Ci occorrono informazioni sulla Terra.
— E tu? Cosa farai? — domando Bliss.
— Io rimarro con Hiroko, e vedro di trovare una terza fonte di informazioni.
Bliss sorrise. — Ah, certo… Pel sara con il vecchio; io con una vecchia. Tu ti sacrificherai e rimarrai con questa giovane seducente e seminuda: mi sembra un’equa suddivisione dei compiti.
— Guarda caso, Bliss, e
— Gia, dal tuo punto di vista, certamente!
Hiroko rientro e si sedette di nuovo. — E tutto approntato. Lo stimato dottor Pelorat verra portato da Monolee, e la stimata signora Bliss, insieme alla bambina, avra compagnia. Mi vuoi dunque concedere, stimato signor Trevize, l’onore di proseguire con te la conversazione, forse riguardo questa Vecchia Terra di cui…
— Blatero? — fece Trevize.
— No — disse Hiroko ridendo. — Ma e stato giusto burlarmi. Ho mostrato solo scortesia sino ad ora nel rispondere alla tua domanda. Mi aggraderebbe fare ammenda.
Trevize chiese a Pelorat: — Aggraderebbe?
— Le piacerebbe molto, — mormoro Pelorat.
Trevize disse: — Hiroko non c’e stata scortesia, ma se servira a tranquilizzarti, parlero volentieri con te.
— Ti ringrazio per la tua bonta — fece Hiroko, alzandosi.
Anche Trevize si alzo. — Bliss, controlla che Janov non si trovi in pericolo.
— Ci penso io. Tu invece hai le tue… — Bliss indico con un cenno le fondine.
— Non credo che ne avro bisogno — rispose Trevize impacciato.
Segui Hiroko all’esterno. Il sole era alto nel cielo, e c’era ancor piu caldo. Come sempre, nell’aria si avvertiva un profumo strano. Trevize ricordava quello debole di Comporellen, quello leggermente muschiato di Aurora, quello delizioso di Solaria. (Su Melpomenia indossavano le tute spaziali, all’interno delle quali si sentiva solo l’odore del proprio corpo.) In ogni caso, il profumo scompariva in poche ore per la saturazione dei centri olfattivi del naso.
Su Alpha si sentiva una calda fragranza di erba, e Trevize provo un certo disappunto al pensiero che sarebbe durata cosi poco.
Stavano avvicinandosi ad una piccola costruzione che sembrava fatta di malta rosa chiaro.
— E la mia casa — disse Hiroko. — Apparteneva un tempo alla sorella minore di mia madre.
Entro, invitando Trevize a seguirla. La porta era aperta… o meglio, non c’era alcuna porta per la