precisione, noto Trevize.
Disse: — Cosa fate quando piove?
— Siamo preparati. La pioggia dura sempre due giorni, fino a tre ore avanti l’alba, quando e maggiore il fresco, ed il terreno si bagna meglio. Quando piove, mi basta tirare attraverso la porta questa tenda robusta ed impermeabile.
Mentre parlava, Hiroko tiro la tenda: sembrava fatta di una specie di tela spessa.
— La lascero cosi, adesso — prosegui Hiroko. — Tutti cosi sapranno che sono in casa ma non a disposizione, in quanto addormentata od impegnata in cose di importanza.
— Non sembra granche come mezzo per proteggere la propria intimita.
— E un’ottima protezione. Vedi, l’entrata e coperta.
— Ma chiunque potrebbe spingerla da parte.
— In spregio ai desideri dell’occupante? — fece Hiroko confusa. — Si fanno cose simili sul tuo mondo? Sarebbe barbaro.
Trevize sorrise. — Chiedevo soltanto.
Hiroko lo condusse nella seconda delle due stanze, e lo invito ad accomodarsi su una sedia imbottita. Erano stanze anguste e spoglie che trasmettevano un lieve senso di claustrofobia, ma sembrava fosse destinata ad essere soltanto un luogo dove appartarsi e riposare. Le aperture delle finestre erano piccole e vicine al soffitto, ma disposte con cura lungo le pareti c’erano delle strisce di materiale speculare che diffondevano la luce. Nel pavimento c’erano delle fessure da cui si alzava una corrente lieve e fresca. Non c’era traccia di illuminazione artificiale, e Trevize si chiese se gli Alphani dovessero alzarsi all’alba ed andare a letto al tramonto.
Stava per domandarlo, quando Hiroko lo precedette dicendo: — La signora Bliss e la tua compagna?
Trevize rispose cauto: — Mi chiedi, cioe, se sia la mia compagna sessuale?
Hiroko arrossi. — Ti scongiuro, abbi riguardo per le convenienze della conversazione educata… Comunque, si… mi riferivo alle piacevolezze private.
— No, e la compagna del mio amico studioso.
— Eppure sei tu il piu giovane, ed il piu piacente.
— Be’, grazie, ma Bliss e di un altro avviso: lei preferisce di gran lunga il dottor Pelorat.
— Cio mi sorprende molto… Lui non ti rende partecipe?
— Non gli ho mai fatto una richiesta del genere, ma sono certo che risponderebbe di no. Ne vorrei una risposta diversa.
Hiroko annui. — Capisco. E il suo deretano.
— Il suo deretano?
— Sai… Questo. — Ed Hiroko si batte una mano sul grazioso posteriore.
— Ah, quello! Capisco. Si, Bliss ha proporzioni generose nella regione pelvica. — Trevize traccio una curva con le mani e strizzo l’occhio. (Ed Hiroko rise.)
Trevize disse: — Comunque, a molti uomini piace quel genere di abbondanza fisica.
— Stento a crederlo. E da ingordi desiderare in eccesso cio che sia piacevole se preso con moderazione. Mi preferiresti, tu, se avessi seni grossi e penzolanti, coi capezzoli rivolti ai piedi? In verita, ho visto seni simili, ma non ho visto frotte di uomini accorrenti. Le poverette afflitte da tale sventura devono coprire le loro mostruosita… come la signora Bliss.
— Le dimensioni eccessive non attraggono nemmeno me, comunque sono sicuro che se Bliss copre i seni non lo fa per nascondere qualche imperfezione.
— Dunque, tu, non disapprovi il mio aspetto e la mia forma?
— Sarei un pazzo se lo facessi: sei molto bella.
— E sulla tua nave, andando di mondo in mondo, cosa fai per procurarti piacere… essendo a te negata la signora Bliss?
— Nulla, Hiroko. Non c’e nulla che possa fare. Di tanto in tanto penso al piacere, e questo crea dei disagi, ma chi viaggia nello spazio sa benissimo che certe volte si debbano fare delle rinunce: ci ripaghiamo dei disagi in altre occasioni.
— Se e un disagio, in che modo e possibile rimediare?
— Ora che ne parli, il disagio che avverto e aumentato. Ma non credo che sarebbe cortese suggerire quale potrebbe essere per me la cura migliore.
— Sarebbe scortese se a suggerirla fossi io?
— Dipende dal suggerimento.
— Io suggerirei di procurarci piacere a vicenda.
— Hiroko, mi hai portato qui perche arrivassimo a questo?
Hiroko sorrise. — Si. E il mio dovere di padrona di casa, ed e anche cio che desidero.
— In tal caso, ammetto che anch’io lo desidero. Anzi, mi… mi aggraderebbe molto procurarti piacere.
18. Lo spettacolo musicale
10
Pranzarono nella stessa sala in cui avevano fatto colazione. Era piena di Alphani, e con loro c’erano Trevize e Pelorat, graditi ospiti. Bliss e Fallom mangiavano separate, piu o meno in privato, in una piccola
C’erano parecchi tipi di pesce, ed una zuppa in cui galleggiavano pezzetti di carne, forse capretto bollito. C’erano pagnotte da affettare, burro e marmellata; un’insalata abbondante; niente dessert, ed un’infinita di brocche di succhi di frutta. Trevize e Pelorat, dopo la sostanziosa colazione, si limitarono ad un pasto frugale, a differenza di tutti gli altri.
— Come faranno a non ingrassare? — si chiese Pelorat a mezza voce.
Trevize si strinse nelle spalle. — Molti lavori pesanti, forse.
Chiaramente era un societa in cui il decoro a tavola non avesse molto valore. C’era un frastuono di grida, risate, tazze battute con forza sul tavolo… tazze solide evidentemente infrangibili. E le donne erano chiassose quanto gli uomini, per quanto in modo piu stridulo.
Pelorat era frastornato, ma Trevize, che almeno per ora non avvertiva la benche minima traccia del disagio di cui avesse parlato con Hiroko, si sentiva rilassato e di ottimo umore.
Disse: — Niente male, questo ambiente. Sembra che questa gente si goda la vita e non abbia eccessive preoccupazioni. Controllano il tempo, hanno cibo a volonta. Per loro questa e una specie di epoca aurea che non termina mai.
Dovette gridare per farsi sentire, e Pelorat gli urlo di rimando: — Ma tutto questo baccano!
— Ci sono abituati.
— Non vedo come facciano a capirsi in mezzo a tanto chiasso!
Sicuramente, i due ospiti non capivano nulla. A un volume cosi alto, la strana pronuncia, la grammatica arcaica e l’ordine delle parole della lingua alphana formavano un miscuglio incomprensibile. Per Trevize e Pelorat era come ascoltare i rumori di uno zoo spaventato.
Solo dopo il pranzo si riunirono a Bliss in una piccola costruzione che a Trevize parve quasi identica alla casa di Hiroko, e che era stata assegnata agli ospiti come alloggio provvisorio. Fallom era nella seconda stanza, finalmente sola, e stava cercando di fare un sonnellino, spiego Bliss.
Pelorat guardo l’apertura murale che fungeva da porta e disse incerto: — Non c’e molta privacy qui. Come possiamo parlare liberamente?
Trevize disse: — Ti assicuro che una volta tirata la tenda non saremo disturbati da alcuno: la tenda e una barriera impenetrabile che ha la solidita di una consuetudine sociale.
Pelorat alzo lo sguardo verso le finestre aperte. — Possono sentirci.