— Gli Isolati. Nuova Terra non era un paradiso, per quanto potesse sembrarlo. La loro ospitalita, la loro amicizia immediata, servivano solo a prenderci alla sprovvista per potere contagiare facilmente uno di noi. E poi tutte quelle feste miravano a tenerci la in attesa del ritorno delle flotte di pescherecci e dell’attivazione del virus. Ed il loro piano avrebbe funzionato se non fosse stato per Fallom e la sua musica. Forse avevi ragione anche su questo.
— Riguardo Fallom?
— Si. Io non volevo prenderla a bordo, e la sua presenza a bordo mi ha sempre innervosito. Se adesso lei e qui, Bliss, e perche tu hai voluto… ed e stata lei involontariamente a salvarci. Eppure…
— Eppure?
— Nonostante tutto, la presenza di Fallom continua a preoccuparmi. Non so perche.
— Se puo consolarti, Trevize, non credo che dobbiamo attribuire tutto il merito a Fallom. Commettendo quello che gli altri Alphani considererebbero certo un atto di tradimento, Hiroko ha adottato come giustificazione la musica di Fallom. Forse ne era davvero convinta, ma c’era qualcos’altro nella sua mente, qualcosa che ho percepito in modo vago e non ho potuto identificare di preciso, qualcosa di cui forse si vergognava e che respingeva inconsciamente. Ho l’impressione che Hiroko provasse una specie di affetto per te, che non volesse vederti morto indipendentemente da Fallom e dalla sua musica.
— Lo credi davvero? — Trevize sorrise per la prima volta da quando avevano lasciato Alpha.
— Si. Devi essere abbastanza abile con le donne. Hai convinto il Ministro Lizalor a lasciarci prendere la nave e a partire da Comporellen, ed hai contribuito alla nostra salvezza influenzando Hiroko… Onore al merito.
Il sorriso di Trevize si allargo. — Be’, se lo dici tu… Puntiamo sulla Terra, allora. — E scomparve nella sala comandi con passo quasi spavaldo.
Pelorat indugio un attimo e si rivolse a Bliss. — Lo hai calmato, eh, Bliss?
— No, Pel, non ho mai toccato la sua mente.
— Oh, sicuramente lo hai fatto quando hai solleticato cosi sfacciatamente la sua vanita maschile.
— E stato un intervento del tutto indiretto — sorrise Bliss.
— Comunque, grazie, Bliss.
17
Dopo il balzo, la stella che avrebbe potuto essere il sole della Terra era ancora a un decimo di parsec. Era il corpo celeste piu luminoso che ci fosse, ma continuava a essere una stella come tante.
Tenendo inseriti i filtri per facilitare l’osservazione, Trevize la studiava con espressione cupa.
Disse: — Non ci sono dubbi… sembra proprio la gemella di Alpha. Eppure, Alpha e nella mappa del computer, mentre questa stella non c’e. Non sappiamo il suo nome, non abbiamo alcun dato, nessuna informazione sul suo sistema planetario, ammesso che ne abbia uno.
Pelorat osservo: — Se la Terra ruota attorno a questo sole, mi pare logico trovarsi di fronte a questa assenza completa di informazioni, visto che le informazioni riguardanti la Terra sono state cancellate tutte, no?
— Gia, ma questo fatto potrebbe anche avere un significato diverso… Potrebbe trattarsi semplicemente di un Mondo Spaziale non incluso nell’elenco sulla parete dell’edificio di Melpomenia… O forse questa stella non ha pianeti, e quindi non valeva la pena di inserirla in una mappa galattica che ha un uso prevalentemente militare e commerciale… Janov, non c’e qualche leggenda secondo cui il sole della Terra si trovi ad un solo parsec da una stella gemella?
Pelorat scosse il capo. — Spiacente, Golan… per quel che ricordi, non c’e. Comunque, potrebbe esserci. La mia memoria non e perfetta: controllero.
— Non ha importanza. Il sole della Terra ha qualche nome particolare?
— Esistono diversi nomi: uno per ogni lingua, suppongo.
— Continuo a scordarmi che la Terra aveva molte lingue.
— Doveva averle per forza: e l’unico modo per spiegare l’esistenza di tante leggende.
— Be’, che facciamo, allora? Da questa distanza e impossibile sapere qualcosa del sistema planetario: dobbiamo avvicinarci. Mi piacerebbe essere prudente, ma a volte si puo esagerare con la prudenza e non vedo alcun segno di pericolo potenziale. Un’entita tanto potente da cancellare in tutta la Galassia le informazioni riguardanti la Terra dovrebbe essere in grado di spazzarci via anche a questa distanza, se non volesse proprio essere individuata… eppure non e successo nulla. E irrazionale rimanere qui in eterno solo perche avanzando potrebbe accadere qualcosa, vero?
Bliss disse: — Dunque il computer non rileva nulla che possa essere interpretato come pericoloso, eh?
— Quando dico che non vedo alcun segno di pericolo, mi riferisco al computer: ad occhio nudo e impossibile vedere qualcosa, ovvio.
— Allora, mi sembra di capire che cerchi solo un appoggio morale prima di prendere una decisione che consideri rischiosa. D’accordo, hai il mio appoggio: non abbiamo attraversato la Galassia per fare dietro-front senza una ragione precisa, no?
— No — rispose Trevize. — Tu cosa dici, Janov?
Pelorat rispose: — Sono pronto a proseguire, se non altro per curiosita. Sarebbe insopportabile tornare indietro senza sapere se la Terra sia qui o meno.
— Bene, tutti d’accordo, dunque — fece Trevize.
— Non tutti — disse Pelorat. — C’e Fallom.
Trevize sgrano gli occhi. — Intendi dire che dovremmo consultare la bambina? E che valore avrebbe la sua opinione, sempre che ne abbia una? Al massimo, insisterebbe per tornare sul suo mondo.
— Non puoi fargliene una colpa — disse Bliss infervorandosi.
E visto che avevano tirato in ballo Fallom, Trevize si soffermo ad ascoltare il suo flauto, che stava suonando un ritmo di marcia trascinante.
— Ascoltate — disse. — Dove puo aver sentito un brano e ritmo di marcia?
— Forse Jemby le suonava delle marce.
Trevize scosse il capo. — Ne dubito. Le avra suonato ritmi di danza, se mai, ninne-nanne… Sentite, Fallom mi preoccupa… Impara troppo in fretta.
— Io l’aiuto — disse Bliss. — Tienilo presente. E poi e molto intelligente e da quando e con noi ha ricevuto tantissimi stimoli. Nuove sensazioni le hanno invaso la mente. Ha visto lo spazio, nuovi mondi, tanta gente… per la prima volta.
La marcia di Fallom divento ancor piu scatenata, irruente.
Trevize sospiro. — Be’, e qui, e sta suonando della musica che sembra esprimere ottimismo e voglia d’avventura. La considerero una specie di voto a favore… D’accordo, avanziamo, allora… e diamo un’occhiata al sistema planetario di questo sole.
— Se ci sara — fece Bliss.
Trevize abbozzo un sorriso. — C’e un sistema planetario, sono disposto a scommettere. Scegli tu la somma.
18
Hai perso — disse Trevize assorto. — Quanto denaro avevi deciso di scommettere?
— Nemmeno un soldo: non ho mai accettato la scommessa — rispose Bliss.
— Meno male. Non lo prenderei volentieri il tuo denaro.
Erano a circa dieci miliardi di chilometri dal sole, ma la sua luminosita ormai era pari a quella di sole vero e proprio osservato da un pianeta abitabile.