radio accesa…
Thorne raggiunse gli agenti davanti alla porta, si acquatto a terra, pronto a scattare, e fece un cenno di assenso con la testa.
L’agente grosso strinse i denti e picchio contro la porta con l’ariete.
«Polizia!»
Thorne udi delle grida provenire dall’interno della casa e dal retro. La porta non aveva ceduto. Comincio a prenderla a calci, poi si sposto per permettere un altro colpo d’ariete. Stavolta la porta si spalanco e Thorne si precipito dentro.
«Polizia! Chiunque sia in casa si faccia vedere. Ora!»
Dietro di se, udi il rumore metallico dell’ariete che cadeva sul pavimento. Da qualche parte arrivo un tonfo e un urlo di donna.
“Una donna” penso Thorne. “Non una bambina.”
«Chiunque sia in casa si faccia vedere!»
Davanti a lui c’era un lungo corridoio. Due, tre porte alla sua destra…
«Dentro!»
Con la coda dell’occhio scorse, sulla sinistra, l’ampia schiena dell’agente che correva su per le scale, diretto al piano superiore. All’estremita opposta del corridoio c’era la cucina affacciata sul retro. Holland gli saetto accanto e ando ad aprire la porta posteriore a Brigstocke e Stone.
Thorne inizio a spalancare violentemente gli usci. Nella prima stanza, niente… Torno nel corridoio e vide Brigstocke e Stone correre verso di lui. Dalla seconda stanza, un urlo…
«Qui!»
Thorne spinse da parte l’agente sulla soglia ed entro. Era un piccolo soggiorno: un divano, una poltrona, un televisore a grande schermo ancora acceso e, sulla parete di fronte, un passaggio ad arco che immetteva in un’altra stanza. La sala da pranzo, probabilmente.
Gribbin era accanto alla poltrona, con le mani alzate e il viso impassibile. I suoi occhi fissavano alternativamente Thorne e la porta dalla quale uno degli agenti locali stava entrando con Sandra Cook. Lei diede uno spintone a Brigstocke e a Stone e per poco non riusci a togliere di mezzo anche Holland. «Che cazzo volete?» urlo.
Thorne la ignoro e si rivolse a Gribbin. «Raymond Gribbin, sei in arresto per violazione della liberta vigilata, che…»
Si interruppe, fissando il passaggio ad arco. Una dopo l’altra, tutte le teste si voltarono a guardare la ragazzina che ne era emersa.
«Che cosa succede, Ray? Ho paura…»
Gribbin abbasso le mani, aprendo le braccia e facendo un passo verso la bambina. «Non devi preoccuparti, dolcezza…»
Tutto accadde in pochi secondi. Stone, dando prova di prontezza di riflessi e velocita, si butto addosso a Gribbin prima che Thorne, Holland e Sandra Cook potessero fare una mossa per impedirglielo. «Non toccarla, bastardo!»
Gribbin stava per attirare a se la bambina, quando fu costretto a voltarsi per difendersi. Afferro Stone per il colletto, barcollando all’indietro e sbattendo contro il televisore. Stone si libero dalla presa e colpi l’uomo con una testata in faccia. Soltanto allora tre paia di mani calarono su di lui e lo trascinarono via, mentre Gribbin cadeva in ginocchio e la bambina correva a rifugiarsi singhiozzando tra le braccia della madre.
Stone cerco di tenersi in piedi e di assicurare agli altri che si era calmato e che potevano togliergli le mani di dosso.
Thorne attraverso la stanza e si chino su Gribbin.
L’uomo aveva la testa appoggiata contro il televisore, una mano stretta a pugno e l’altra sanguinante. Dallo schermo dietro di lui provennero un applauso e la voce di una presentatrice che invitava gli spettatori in studio a raccontare le loro vacanze da incubo.
Venti minuti dopo, sotto gli sguardi curiosi di tutti gli abitanti del complesso residenziale, Gribbin fu portato via, con un fazzoletto insanguinato premuto contro cio che restava del suo naso.
All’ora del te gli interrogatori preliminari erano finiti.
E anche se c’erano ancora alcuni controlli da fare, era chiaro, almeno per Thorne, che Gribbin non aveva nulla a che fare con l’omicidio di Douglas Remfry.
Il telefono squillo poco prima delle undici. E la voce poteva appartenere soltanto a una persona.
«Forse ha avuto fortuna, signor Thorne.»
«Ti ascolto, Kodak.»
«Non si ecciti troppo, perche in ogni caso dovremo aspettare alcuni giorni, ma la cosa sembra promettente. Si ricorda quando ho detto che mi sarebbe toccato fare il poliziotto al posto suo…?»
Thorne ascolto.
Pareva davvero una buona pista, ma, dopo il fiasco con Gribbin, l’ottimismo era quasi completamente svanito.
Finita la telefonata, Thorne ando a stendersi a letto.
L’aria cominciava a rinfrescare.
Sotto di lui, le felci erano umide e, sopra, il cielo imbruniva.
CAPITOLO 8