Vide sua moglie che gli sorrideva in giardino e la donna sotto di lui che cercava di voltare la testa, e poi sua moglie e di nuovo la donna, e infine la donna al posto di sua moglie, che gli diceva che avrebbe fatto freddo.

La donna rideva, raccomandandogli di non dimenticare la sciarpa…

CAPITOLO 10

Carol Chamberlain era sempre stata mattiniera, ma quel giorno, quando il marito entro in cucina ancora mezzo addormentato verso le sette, lei era gia in piedi da almeno un paio d’ore. Lui accese il bollitore, annuendo tra se.

Sapeva che la moglie avrebbe dormito poco, dopo quella telefonata.

Era arrivata la sera prima, durante l’intervallo pubblicitario tra Stars in their eyes e Blind date. Appena l’uomo si era qualificato e aveva iniziato a spiegare il motivo della chiamata, Jack le aveva passato il ricevitore, con un’espressione perplessa.

Carol aveva ascoltato tutto cio che il comandante aveva da dirle, facendo pero troppe domande, come si evinceva dal tono esasperato della voce all’altro capo del filo.

Un quarto d’ora dopo, aveva acconsentito a prendere in considerazione la proposta.

La nuova squadra era stata organizzata, le aveva spiegato il comandante, utilizzando alcune risorse che negli anni precedenti erano state… “sprecate” (si, aveva detto proprio cosi). L’idea di fondo era che ex poliziotti di notevoli capacita avrebbero potuto portare il contributo della loro esperienza pluriennale nel riesame di vecchi casi “freddi”. Sarebbero stati in grado di valutarli con occhi nuovi…

Dopo la telefonata, Carol si era rimessa a guardare lo show del sabato sera. Era indecisa. Si considerava una “risorsa sprecata”, ma, per quanto avesse una gran voglia di rimettersi in gioco, aveva avvertito una nota dubbiosa nella voce di quel giovane comandante. E aveva capito subito che, probabilmente, lui e tanti altri temevano di veder comparire alla centrale schiere di ex poliziotti con occhiali e bastone, che sventolando un distintivo consunto avrebbero detto: «Posso ancora farcela… Ho ottantadue anni».

Jack le mise davanti una tazza di te. «Hai intenzione di accettare, vero, tesoro?»

Lei alzo gli occhi. Per quanto tirato, il suo sorriso era senz’altro il piu ampio degli ultimi tempi.

«Posso ancora farcela» disse.

Mentre Thorne rientrava da Hove a tutta velocita con la Corsa presa a noleggio, Brigstocke aveva isolato la scena del delitto al Greenwood Hotel. Quando Thorne arrivo, erano passate quasi tre ore dal ritrovamento del cadavere, che piu tardi sarebbe stato identificato come quello di Ian Welch, e dovevano esserne trascorse piu di dodici dall’assassinio.

A Thorne non rimase altro da fare che restare a fissare il corpo.

«Se non altro, questo e un hotel un po’ piu decente» osservo Hendricks.

Holland annui. «Ci hanno perfino mandato su il caffe.»

«C’e una tivu a circuito chiuso nella hall» disse Brigstocke. «E un modello base, credo, ma non si sa mai.»

Era un classico hotel da agenti di commercio. Stiracalzoni accanto al letto, bollitore e bustine di te, sapone scadente nel bagno. La stanza, semplice e pulita, era molto diversa da quella di tre settimane prima. A parte ovviamente i macabri particolari che le accomunavano.

Anche in quel caso, il letto era stato disfatto e la biancheria portata via. I vestiti erano sparsi in giro, ma il cadavere era stato messo in posa con precisione. Al centro del letto, con la testa verso la parete, i polsi legati da una cintura, il cappuccio, la corda intorno al collo e le macchie di sangue secco lungo le cosce, come salsa di pomodoro rappresa…

Quest’uomo sembrava piu vecchio di Remfry. Quarantasette anni circa.

Brigstocke riferi a Thorne le poche informazioni di cui erano in possesso e lui lo ascolto fissando fuori dalla finestra. Erano a due minuti dall’autostrada, a cinquanta metri da un grande svincolo, eppure quella domenica mattina Thorne udiva soltanto il cinguettio degli uccelli e il fruscio del sacco di plastica in cui veniva infilato il cadavere.

Stavolta l’assassino aveva ordinato il suo omaggio floreale di persona. L’ordine era stato fatto alle otto e mezzo della sera prima, presso un fioraio aperto ventiquattr’ore, e il pagamento era stato effettuato con il bancomat della vittima. Era stato proprio grazie a questo che la polizia aveva potuto risalire subito alla sua identita.

«Stavolta non ha lasciato un messaggio» disse Brigstocke.

Thorne si strinse nelle spalle. O in questo caso l’assassino aveva imparato dal suo errore, oppure nel caso precedente l’aver lasciato la sua voce sulla segreteria di Eve Bloom era stato un atto intenzionale.

«Un fioraio aperto ventiquattr’ore? Ma chi cavolo puo aver bisogno di fiori in piena notte?»

«Non e aperto davvero tutto il tempo» spiego Brigstocke. «Ma c’e sempre qualcuno in negozio almeno fino alle dieci. Non garantiscono la consegna entro la mattina successiva, ma in questo caso l’hanno fatto, data la natura dell’ordine…»

Alle nove del mattino, un fattorino si era presentato alla reception con una corona funebre. La ragazza al banco, sorpresa, aveva telefonato alla stanza 313. Non ricevendo risposta, aveva chiesto al fattorino di aspettare ed era salita al terzo piano. Cinque minuti dopo, le sue grida avevano svegliato tutto l’hotel.

«Capo…?»

Thorne si volto e vide entrare Andy Stone, che sorrideva sventolando un pezzo di carta. «La vittima si e registrata con il suo vero nome» disse.

«Perche non avrebbe dovuto farlo?» chiese Brigstocke. «In fondo pensava di venire qui a farsi una scopata.»

«E venuto per fottere ed e stato fottuto» commento Holland.

Quando Stone ebbe smesso di ridere, Thorne gli disse: «Continua».

Stone getto un’occhiata al foglio. «Ian Anthony Welch. Rilasciato otto giorni fa dalla prigione di Wandsworth. Condannato a cinque anni per stupro, ne ha scontati tre.»

«Non so perche non ci abbiamo pensato prima» disse Thorne, senza rivolgersi a nessuno in particolare. «Remfry non e stato ucciso per ragioni personali. Lui e questo qui sono stati assassinati a causa di cio che hanno fatto. Cristo, e il genere di caso per cui normalmente veniamo tirati dentro…»

Brigstocke si stiro, facendo frusciare la tuta sterile di plastica. «Be’, stavolta ce lo siamo procurati da soli.»

Ora tutto sarebbe cambiato. Negli ultimi dieci giorni le priorita erano state riviste. Dopo tre settimane di indagini infruttuose sull’omicidio Remfry, vecchi casi finiti in coda erano stati riportati in cima alla lista. I membri della squadra si erano trovati immersi fino al collo nei preparativi per il processo a un adolescente che aveva accoltellato un amico durante una lite per un videogioco e avevano dovuto occuparsi di raccogliere la documentazione su una sparatoria per questioni di droga. E ora bisognava sconvolgere di nuovo il ruolino di marcia. Adesso che il caso Remfry era diventato il caso Remfry-Welch, gli altri sarebbero scesi a priorita zero.

Ora la Squadra 3 non si sarebbe occupata d’altro…

«Uno, due, tre!»

Thorne rimase a guardare mentre quattro agenti sollevavano il cadavere dal materasso per sistemarlo nell’apposito sacco aperto sul pavimento. La cintura era stata tolta, ma a causa del rigor mortis le mani erano rimaste strette dietro la schiena, con le dita intrecciate. Il corpo cadde goffamente di lato, con le ginocchia contro il petto. Gli agenti si guardarono senza sapere cosa fare e un sergente si fece subito avanti. Mise il cadavere supino, gli appoggio una mano sul petto e con l’altra gli stese il piu possibile le gambe, raddrizzandolo in modo da poter chiudere la cerniera del sacco.

«Ho dimenticato di chiedertelo» disse Brigstocke. «Com’e stato il matrimonio?»

Thorne stava ancora guardando il sergente, che, tenendo gli occhi chiusi, sistemava quel cadavere nudo. «Non molto piu divertente di tutto questo» disse.

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