Un quarto d’ora dopo, a mezzogiorno in punto, il nucleo della squadra era riunito nella hall. L’autopsia era prevista per le due. Thorne avrebbe seguito Hendricks al Wexham Hospital; Brigstocke e gli altri, invece, sarebbero tornati in ufficio.
Mentre l’ispettore capo parlava al telefono prima con Jesmond e poi con Yvonne Kitson, gli altri se ne stavano seduti sulle poltrone in finta pelle, sorseggiando un caffe mentre il cadavere veniva caricato sul furgone dell’obitorio.
Finita la telefonata, Brigstocke li raggiunse, infilandosi il cellulare nella tasca interna della giacca. «Bene, ora dobbiamo correre, tutti quanti, me compreso.»
«Quali parole di saggezza ci invia l’onnisciente sovrintendente?» chiese Thorne.
«I giornalisti piomberanno qui prima ancora che siano state cambiate le lenzuola del letto. Quindi ecco la nostra versione: ufficialmente, noi non possiamo confermare, ne smentire un collegamento con il caso Remfry.» Brigstocke fece una pausa, per assicurarsi che tutti avessero ricevuto il messaggio. «Secondo me ha senso. I giornali scandalistici solleverebbero un fottuto polverone, con una storia del genere tra le mani. Parlerebbero di vigilantes, lancerebbero sondaggi. “L’assassino sta facendo giustizia? Rispondete si o no.”»
«Potrebbe essere davvero l’opera di un vigilante?» chiese Stone.
Thorne allungo una mano verso il bricco e si verso un’altra tazza di caffe. «Questa e una faccenda molto personale. L’uomo che ha ucciso quei due non lo fa certo per me o per te…»
«Forse» disse Brigstocke. «Ma cio nonostante saranno in molti a chiedersi se non dovremmo ringraziarlo, invece di dargli la caccia.»
Il direttore dell’hotel attraverso la hall, parlando sottovoce con un piccolo gruppo di ospiti in tenuta da golf. Poi strinse loro la mano e rimase a guardarli mentre passavano sotto il nastro di protezione teso dalla polizia e si allontanavano scuotendo la testa. Thorne immagino che, durante la partita, avrebbero avuto un buon argomento di conversazione, diverso dalle solite chiacchiere su vacanze e automobili nuove.
Brigstocke si schiari la voce. «Allora, la squadra di medicina legale fara il possibile per darci i risultati al piu presto. Mentre aspettiamo, anche noi abbiamo parecchie cose da fare…»
«Non otterremo nulla» commento Thorne. «La camera e piu pulita dell’altra, ma e pur sempre una stanza d’hotel. Raccoglieranno campioni per una settimana.»
«Potremmo avere fortuna» disse Holland.
«E piu facile che sabato escano tutti e sei i numeri che hai giocato all’Enalotto.»
Brigstocke batte il cucchiaino contro la sua tazza di caffe. «Smettiamo per un attimo di tirarci su di morale a vicenda e parliamo di cio che possiamo fare.»
Holland alzo la mano. «Signore, se i miei numeri sabato escono davvero, chiedo ufficialmente il permesso di abbandonare il caso e tagliare la corda a Rio de Janeiro con due top model.»
La risata che segui fece bene a tutti.
«Voglio sapere con esattezza tutto cio che ha fatto Ian Welch dal momento in cui e uscito di galera» disse Brigstocke. «Dove alloggiava, chi ha incontrato…»
Stone intervenne: «E stato rilasciato come “persona priva di fissa dimora”. La prigione mi ha dato l’indirizzo di un ostello.»
Brigstocke annui. «Ottimo. Ora dobbiamo chiamare un bel po’ di altre prigioni e parlare con tutti i detenuti per reati sessuali con una data di rilascio imminente. Questa e la parte facile. Inoltre dobbiamo rintracciare tutti i violentatori, esibizionisti o palpatori di culi rilasciati negli ultimi sei mesi, assicurarci che non abbiano ricevuto lettere e avvisarli di cosa rischiano nel caso in cui le abbiano ricevute.»
«Di quante persone stiamo parlando?» chiese Holland.
Brigstocke prese un pacchetto di biscotti e lo tenne penzolante tra due dita. «Stando agli ultimi dati del ministero degli Interni, nel paese, in media, ogni giorno viene rilasciato un detenuto condannato per reati sessuali gravi.» Apri il pacchetto con i denti, sputo un pezzetto di plastica e fisso le facce intorno a lui. «Mica male, eh? Se partiamo solo dall’inizio dell’anno, dobbiamo rintracciare circa centocinquanta persone.»
Stone sollevo un sopracciglio. «Almeno in teoria, dovremmo sapere dove trovare la maggior parte di loro. Ma e comunque un lavoro sterminato.»
«Gia» convenne Brigstocke.
«E saremo in grado di giustificarlo? Voglio dire, queste non erano precisamente vittime innocenti…» soggiunse Stone.
Brigstocke sbatte le palpebre e apri la bocca con la chiara intenzione di sbraitare, ma Thorne lo precedette. «Non e un problema tuo, Andy.»
«Lo so, stavo solo dicendo…» Thorne sollevo una mano. «Quello che non possiamo giustificare sono i cadaveri…»
Una volta usciti, si diressero alle rispettive auto. Brigstocke prese Thorne sottobraccio. «Devo parlarti» disse, camminando verso la sua Volvo. «Di Stone.»
Thorne annui. «Non ha fatto altro che ribadire cio che tu stesso avevi messo in evidenza prima, capo. Remfry, Welch, quello che facevano, quello che erano. Alcuni potrebbero senz’altro pensare…»
Brigstocke premette il telecomando dell’auto, disattivando l’antifurto. «Intendevo riferirmi non a cio che ha detto adesso, ma a cio che ha fatto durante l’arresto di Gribbin.»
Thorne se lo aspettava. Sapeva che il comportamento di Stone in quell’occasione non sarebbe passato sotto silenzio. «Capisco…»
«Non preoccuparti, non ci saranno conseguenze. E stato giustificato come un tentativo di proteggere la bambina. Cio nonostante, voglio che tu gli faccia sapere che ha esagerato.»
«Va bene.»
Brigstocke sali in macchina, accese il motore e comincio a fare manovra. «Chiamami dal Wexham appena Phil ha finito.»
Holland raggiunse Thorne mentre stava per entrare nella Corsa. «Le va di venire a bere qualcosa, piu tardi?» chiese.
«Mi va di venire a bere ben piu di qualcosa» replico Thorne.
Holland passo una mano sulla fiancata dell’auto a noleggio. «Questo e il tipo di macchina giusto.»
«Giusto per cosa?»
«Per lei. Sa bene che la sua auto e moribonda. Questa e carina.»
«E bianca. E poi la mia macchina non e affatto moribonda.»
Thorne apri la portiera e sali a bordo. Holland si chino verso di lui. «Pero, se si trattasse di una donna, l’avrebbe gia lasciata.»
Il finestrino elettrico si abbasso lentamente. «Hai uno strano modo di ragionare, Holland.»
«Come va con la fioraia?»
«Fatti gli affari tuoi.»
Il motore si accese con un basso ruggito. Thorne guardo Stone che li osservava, al volante della sua Ford Cougar grigio argento. Indico l’auto a Holland con un cenno del capo. «E della macchina di Stone cosa ne pensi?»
«Un po’ troppo vistosa» fu la risposta.
Thorne vide Stone battere con impazienza la mano sul volante. «Datti una mossa. Mi sembra che Stone non veda l’ora di partire.»
Holland fece un passo indietro, poi si fermo. «Suo padre si e divertito, al matrimonio?»
«Divertito? Si, penso di si.»
«Ah, senta…» disse in fretta Holland, mentre Stone lo chiamava con un colpo di clacson. «Il primo Doctor Who e stato William Hartnell. L’ho scoperto cercando su Internet.»
«Lo riferiro a mio padre.»
Thorne mise in moto, mentre Holland attraversava il parcheggio di corsa e saliva sulla macchina di Stone. La Cougar lo sorpasso con lo stereo a tutto volume, immettendosi nella strada senza quasi rallentare.
Thorne guardo l’orologio e spense il motore. Non era ancora l’una. L’autopsia era fissata per le due e l’ospedale non distava piu di dieci minuti in macchina. Mentre cercava di decidere se fare un pisolino o leggere il giornale, udi in lontananza urla, applausi, cori di tifosi portati dall’aria calda del pomeriggio.
