dover cambiare sistema. Ora che le prigioni erano in all’erta, non poteva piu mandare lettere.

«Cristo…»

La donna aveva la testa rasata ed era in ginocchio, con un collare collegato da una catena al laccio di pelle che le bloccava le caviglie. Sul viso aveva una maschera di pelle che l’avvolgeva come una ragnatela lasciandole scoperta solo la bocca, in cui era infilata una palla rossa.

Era proprio un peccato. Se avesse potuto usare altre foto, si sarebbe orientato verso roba del genere. Ma ormai era inutile pensarci. Con Remfry e Welch era stato un gioco lento e piacevole. Con il prossimo sarebbe stato tutto piu semplice e diretto.

Sperava che sarebbe stato ugualmente piacevole.

CAPITOLO 12

Carol Chamberlain si sentiva ringiovanita di vent’anni. I suoi pensieri erano piu rapidi, le sue sensazioni piu forti. Si sentiva piu sveglia, aveva piu appetito. La notte prima, a letto, si era “servita da sola”, cosa che aveva sorpreso ed eccitato il marito. Forse quella cartellina verde che aveva in grembo sarebbe stata la salvezza di entrambi.

Jack sorrideva ancora, dodici ore dopo, quando le porto un piatto di tramezzini. Lei gli mando un bacio sulla punta delle dita. Lui prese la giacca a vento dall’attaccapanni e usci a comprare il giornale.

Carol aveva cinquantadue anni ed era ispettore capo da dieci quando l’assurda politica della pensione forzata dopo trent’anni di servizio l’aveva costretta a lasciare la polizia. Da allora erano passati tre anni. Tre anni di amarezza, fino a quella telefonata.

Carol sapeva di avere ancora molto da dare e si rendeva conto che quella possibilita era arrivata proprio in extremis. Se doveva essere sincera, negli ultimi tempi si era sentita sempre piu vicina a gettare la spugna, cosi come aveva fatto suo marito.

Udi chiudersi il cancello e si volto a guardare Jack che si allontanava lungo il marciapiede. Gia vecchio a cinquantasette anni.

Carol prese la cartellina verde. Il suo primo caso “freddo”. Sull’etichetta autoadesiva in alto a destra c’era scritto URCI, Unita Riesame Casi Insoluti. Loro, pero, preferivano chiamarsi SCF, Squadra Casi Freddi. Al pub, invece, erano semplicemente la Squadra dei Ripescati.

Si chiamassero pure come volevano.

Lei avrebbe fatto comunque un buon lavoro, come sempre.

Il giorno prima, quando era andata a prendere il dossier all’ufficio registri, aveva notato subito che era gia stato consultato tre settimane prima da un agente dell’Unita per i Reati Gravi. Interessante. Aveva preso nota del nome dell’agente, pensando di chiamarlo per chiedergli cosa stesse cercando di preciso.

Tre anni fuori servizio. Tre anni passati a leggere montagne di libri, a cucinare, a occuparsi del giardino e a riallacciare i contatti con gli amici di un tempo, provando una fitta di malumore ogni volta che in tivu trasmettevano Crimewatch. Tre anni lontana, ma quel solletico allo stomaco, come un volo di farfalle, era ancora li. Apri il dossier e inizio a leggere.

Un uomo strangolato in un parcheggio deserto, sette anni prima…

Quarantatre anni compiuti da una settimana. Il ritrovamento della sua auto bruciata non era ancora il peggio. Tom Thorne era sicuro che quello non sarebbe stato uno dei suoi anni migliori. Sette giorni da quando era corso via da una festa di matrimonio per assistere a un’autopsia. Sette giorni durante i quali gli unici sviluppi del caso erano stati piacevoli piu o meno come la merda che aveva trovato sul suo letto.

La ricostruzione dei movimenti di Welch dal momento in cui era uscito di prigione al ritrovamento del cadavere non aveva rivelato nulla. Le foto trovate nel suo armadietto all’ostello erano un buco nero, dal punto di vista delle indagini.

Oltre cento interrogatori di chiunque potesse aver visto qualunque cosa, e neppure una parola che avesse fatto salire un po’ la pressione alla squadra.

Le “azioni” scritte sulla lavagna bianca erano state assegnate e portate a termine con diligenza una dopo l’altra. I detenuti per reati sessuali che avevano firmato il Registro erano stati tutti contattati. Quelli meno scrupolosi, che si erano dimenticati di firmare, o si erano trasferiti in un’altra citta, erano stati rintracciati. Le dichiarazioni di tutti erano state controllate e ricontrollate, a partire da quella della ragazza della reception del Greenwood Hotel fino a quella del vagabondo che aveva occupato il letto accanto a Welch nei giorni precedenti l’omicidio.

Tutto cio rappresentava il novantanove per cento del lavoro di polizia. Erano sistemi come quelli, con l’aggiunta di un piccolo colpo di fortuna, che alla fine potevano portare a un risultato. E Thorne naturalmente, odiava ogni minuto di quella procedura.

Mentre aspettava l’arrivo di quel famoso piccolo colpo di fortuna, anche il suo unico momento di autentica ispirazione si stava rivelando un insuccesso.

Seduto nell’ufficio di Brigstocke, con una faccia da lunedi mattina, Thorne ascoltava il sovrintendente Jesmond che gli spiegava la completa inutilita di tutto cio che avevano fatto. Aveva sperato che scoprire che l’assassino aveva accesso al Registro dei Condannati per Reati Sessuali fosse la chiave che avrebbe portato alla sua cattura. Ma il sovrintendente era stato felice di disilluderlo.

«Il fatto e,» disse Jesmond «che queste informazioni sono gia a disposizione di tutti. Le forze di polizia seguono una politica di notifica comune. Le informazioni vengono trasmesse, a seconda dei casi, a scuole, centri giovanili e cosi via, ma, come per tutto il resto, non abbiamo modo di sapere dove vadano a finire dopo.»

Brigstocke lancio un’occhiata a Thorne, sollevando le sopracciglia. Jesmond si stava scaldando…

«Certo, il nostro uomo potrebbe essere un secondino. Ma potrebbe anche essere l’amico di un amico di un maestro di scuola chiacchierone. O il vicino di casa di un’assistente sociale indiscreta…»

«Sta dicendo che non abbiamo fatto altro che perdere tempo per una settimana?» chiese Thorne.

Il sovrintendente si strinse nelle spalle, come se gli avessero chiesto se era dimagrito o se aveva preso il sole. «Mi faccia la domanda quando lo avremo preso.»

Jesmond sembrava assaporare i momenti come quello.

“Ti diverti a pisciare sulle mie carte, eh?” penso Thorne. «Capisco il suo punto di vista, signore» disse poi. «Ma il fatto di presumere, almeno per il momento, che l’assassino abbia un contatto diretto con una delle istituzioni in questione, cioe i servizi sociali, l’ufficio per la liberta vigilata, eccetera, potrebbe rivelarsi utile.»

Jesmond piego la testa di lato, poco convinto. Brigstocke provo a venire in aiuto di Thorne. «E una buona linea d’indagine, signore» disse.

«La nostra unica linea d’indagine» aggiunse Thorne.

«Allora penso che sia necessario trovarne un’altra, non crede?» commento Jesmond.

Thorne non rispose. Osservo la mano del sovrintendente che spingeva indietro una ciocca di capelli color sabbia, la strana zona ai lati del naso, dove un reticolo di vene si mescolava a spruzzi di lentiggini. Guardo le labbra secche allargarsi in un sorriso e si stupi, come sempre, del fatto che Jesmond sorridesse a occhi chiusi.

Thorne sorrise a propria volta, ricordando la descrizione della faccia di Jesmond che una volta aveva fatto a Holland: «Il tipo di faccia che non vorresti mai smettere di prendere a cazzotti, dopo che gliene hai dato uno».

Jesmond si chino sulla scrivania. «Proviamo a riflettere seriamente su quel che lei sta dicendo. Per esempio, perche non considerare la possibilita che l’assassino abbia un collegamento diretto con il servizio di polizia…?»

«Un poliziotto» disse Thorne.

«Un collegamento diretto con il servizio di polizia» ripete Jesmond prima di continuare: «Ora, a parte il notevole numero di persone coinvolte, i metodi per l’accesso e l’utilizzo del Registro dei Condannati per Reati Sessuali variano molto da una forza all’altra. Alcuni lo consultano attraverso il Sistema Computerizzato Nazionale della Polizia. Altri acquisiscono dati dal Registro e li copiano su altri sistemi, oppure creano database dedicati…».

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