Brigstocke sbuffo. Thorne seguiva il discorso a fatica.

«Alcuni usano ancora sistemi manuali, basati sull’utilizzo di documenti cartacei» continuo Jesmond. «E tutti sappiamo quanto siano sicuri…»

Brigstocke annui. «Ormai nulla e sicuro.»

Il cervello di Thorne ormai era da un’altra parte. Pensava al tamtam…

«Il fatto e che l’intero sistema e un casino» sentenzio Jesmond. «Non c’e un’unica strategia per gestire e condividere le informazioni sui condannati per reati sessuali. Alcuni credono nell’importanza di garantire ai funzionari locali il pieno accesso al servizio, perche esso possa dirsi davvero utile. Altre zone, altri commissariati hanno semplicemente un agente incaricato che viene informato ogni volta che il Registro subisce un aggiornamento…»

Thorne cominciava a sentire l’odore di un’altra merda nel suo letto.

«E non si tratta soltanto di noi» intervenne Brigstocke. «I tribunali devono notificarci quando e necessario iscrivere qualcuno nel Registro e per quanto tempo. Inoltre, quando viene rilasciato, il carcere, o l’ospedale, o chi per essi, devono darcene conferma. Questo, almeno, in teoria. In pratica, spesso scopri che hai tra le mani un condannato per reati sessuali solo quando e lui stesso a dirtelo.»

Jesmond sorrise a occhi chiusi. «Ora potete vedere che, quando dico che sarebbe meglio trovare un’altra linea di indagine, vi sto dando semplicemente un suggerimento pratico. Penso che il modo migliore, il modo piu rapido di prendere quell’uomo…»

Thorne annui e mormoro a bassa voce: «Ooh, Whahay, Clack! ».

Nella sala di pronto intervento, l’attivita procedeva con il consueto ritmo, ma nell’aria si percepiva la sensazione che le cose stessero per cambiare.

Per quanto impegnato al telefono o chino su una pila di scartoffie, ognuno dei presenti di tanto in tanto lanciava un’occhiata in direzione dell’ufficio di Brigstocke, sapendo che dietro quella porta chiusa si stavano prendendo decisioni che avrebbero avuto un impatto su tutti.

In ogni conversazione casuale c’era una nota di preoccupazione. Per le ore di straordinario, per il lavoro in generale…

«Jesmond aveva una brutta faccia, quando e entrato li dentro» osservo Yvonne Kitson.

Holland sollevo lo sguardo dal computer. «A me e sembrato che avesse la stessa faccia di sempre…»

«Gia» disse Yvonne. «E un miserabile idiota. Sono sicura che stanno discutendo di qualche errore che abbiamo commesso. E sono chiusi li dentro da un pezzo.» Guardo verso il corridoio che portava alla piccola area degli uffici: quello di Brigstocke, quello suo e di Thorne, quello di Holland e Stone.

Si sedette sul bordo della scrivania dove Holland stava lavorando e appoggio una mano sul computer. «Non puoi fare questo lavoro nel tuo ufficio?»

«C’e dentro Andy» rispose Holland, fissando lo schermo.

Yvonne prese un fazzoletto di carta, ci sputo sopra e inizio a sfregarsi la mano che si era impolverata toccando il computer. «Non ci sara qualche problema, vero?»

Ora Holland la guardo. «No, tutto a posto. E solo che a volte mi e piu facile concentrarmi qui.»

Yvonne annui, continuando a sfregarsi la mano anche se ormai era pulita. «Sam Karim mi ha detto che ultimamente ti sei offerto volontario per un bel po’ di straordinario. Lavori a tutte le ore…»

Holland clicco furiosamente sul tasto del mouse. «Merda!» Alzo di nuovo lo sguardo. «Chiedo scusa…»

«E una buona idea quella di mettere da parte un po’ di soldi prima dell’arrivo del bambino.»

Il viso di Holland si rannuvolo per un attimo. E il sorriso che segui non riusci a dissipare del tutto le ombre intorno ai suoi occhi.

«Gia» disse. «I figli costano.»

«Se pensi che i pannolini siano cari, aspetta quando vorra i CD e l’ultimo modello di scarpe da jogging. E maschio o femmina?»

«Sophie non vuole saperlo.»

«Per me, invece, e stato il contrario» disse lei, abbassando la voce. Apri il fazzoletto di carta e comincio a strapparlo in piccoli pezzi. «Mio marito preferiva non sapere niente fino al parto, ma io non ho mai amato le sorprese e cosi, dopo l’ecografia, l’ho fatto uscire dalla stanza e mi sono fatta dire dal medico il sesso del nascituro. L’ho fatto con tutti i nostri figli e l’ho tenuto segreto fino al momento della nascita.»

Holland sorrise. Yvonne Kitson strinse nel pugno i pezzetti di carta e si alzo in piedi. «Ti prenderai qualche giorno, dopo?»

«Dopo?»

«Con tutti gli straordinari che stai accumulando, potrai senz’altro permetterti di passare un po’ di tempo con Sophie e il bambino. Anche se la Federazione sta ancora lottando per ottenere che la licenza di paternita venga prolungata oltre i due giorni attuali. Due giorni! E un’assurdita.»

«Non ne abbiamo ancora parlato.»

«Scommetto che a tua moglie piacerebbe parlarne.» Yvonne vide qualcosa negli occhi di Holland e scosse la testa con simpatia. «Sono certa che detesta il lavoro extra che stai facendo ora…»

Holland si strinse nelle spalle, tornando a fissare lo sguardo sul monitor. «Oh, sai com’e…»

Yvonne Kitson si alzo dalla scrivania, apri la mano e lascio cadere i pezzetti di carta in un cestino.

Holland la guardo allontanarsi. “No, probabilmente non sai com’e.”

Thorne si affaccio nella sala di pronto intervento e fu investito da una zaffata di aria calda e odore stantio di dopobarba.

Reprimendo un conato, fece un cenno a Yvonne Kitson, la quale si avvicino rapidamente.

«Riunisci tutti all’altra estremita della sala» disse Thorne. «Ci sara un briefing tra quindici minuti.»

Senza attendere risposta, Thorne si volto e torno verso il suo ufficio.

Sentiva che Jesmond probabilmente non aveva tutti i torti. E, per quanto sapesse di avere ragione riguardo al Registro, si rendeva anche conto che se l’assassino era un assistente sociale, un funzionario addetto alla liberta vigilata o un poliziotto, probabilmente avrebbero dovuto seguire un’altra strada per prenderlo.

Getto la giacca sulla scrivania e si sedette a smistare della posta che non aveva ancora letto.

E se fosse stato davvero un poliziotto?

Thorne non era pronto a scommetterci. In tutti quegli anni di servizio aveva conosciuto parecchie mele marce, ma nessun assassino.

Era un’idea interessante, perfino seducente, in un certo senso, ma non aveva molto senso fuori da un serial televisivo.

Butto un fascio di buste nel cestino senza neppure aprirle. Erano tutte circolari e comunicazioni interne. Lasciava sempre le lettere piu interessanti per ultime.

C’erano alcuni aspetti di quel caso che lo lasciavano perplesso e intendeva farlo presente durante il briefing. Uno era il fatto che l’assassino si portasse via lenzuola, federe e copriletto. E l’altro era un pensiero indefinito, cui non riusciva a dare forma.

Qualcosa che aveva letto e qualcosa che non aveva letto…

Comunque, restava il fatto che non avevano neppure una pista decente. Sperava solo che qualche testa pensante se ne venisse fuori con un’idea brillante.

Quando dalla busta bianca uscirono le foto, Thorne ci mise qualche istante a capire che cosa aveva davanti agli occhi. Poi il suo cuore comincio a galoppare.

Come le pulsazioni di un atleta diminuiscono con l’aumentare del suo grado di allenamento, cosi la reazione emotiva che foto come quelle suscitavano in Thorne era sempre meno intensa. Si era gia calmato quando prese un paio di forbici da un cassetto e taglio l’elastico che teneva insieme le immagini. Le separo una dall’altra con la punta di una matita e, quando decise di esaminarle piu da vicino e si alzo per andare a prendere i guanti di lattice, le sue pulsazioni erano tornate regolari.

Thorne attraverso il corridoio, sentendosi stranamente calmo. Nella sua mente fluttuavano pensieri di varia natura. L’assassino aveva piu sangue freddo di quanto avesse creduto. Piu tardi doveva vedersi con Eve, ma avrebbe dovuto chiamarla per cancellare l’appuntamento. Chissa se lei sarebbe stata libera il giorno dopo.

Nella sala di pronto intervento, Yvonne Kitson si diresse verso di lui, con l’aria di volergli dire qualcosa.

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