come salsicce che uscivano da un paio di calzoncini non troppo puliti, o i piedi lividi che premevano contro i sandali di plastica.

Davanti a quel letto aveva ripensato a due ragazze pallide che si contorcevano sulle lenzuola sintetiche. Aveva osservato un tecnico della scientifica raschiare dal materasso qualcosa che era gocciolato dal corpo appeso per aria. Aveva guardato la lingua blu e grossa come una mano che sporgeva dalla bocca di Dodd.

Una volta finito, era stato molto contento di andarsene a casa per cambiarsi, mangiare qualcosa che non era riuscito a finire e passare quattro ore steso sul letto senza dormire, prima di tornare di nuovo sulla scena del delitto.

Di fronte a lui, la ragazza inghiotti l’ultimo boccone di sandwich, si puli la bocca con il dorso di una mano e prese la borsetta che aveva appoggiato per terra. Rivolse a Thorne un’occhiata delusa, poi comincio a mettersi il rossetto.

Thorne si volto sentendo scattare la serratura della porta alle sue spalle. Era Holland, che lo raggiunse aprendo la cerniera della tuta di plastica e respirando aria fresca a pieni polmoni.

«Fa un caldo d’inferno, la dentro.»

Thorne gli passo la bottiglia d’acqua. «Quanto ci vuole ancora?»

«Abbiamo quasi finito, credo.»

Holland si appoggio contro la vetrina della pescheria. Entrambi fissarono l’ingresso del peepshow e la caffetteria dall’altro lato della strada. Un cameriere rivolse loro un sorriso, come se fossero passanti occasionali che potevano farsi tentare da un cappuccino. In fondo, in quella zona le loro tute di plastica non erano certo i vestiti piu strani.

«Probabilmente ha voluto fare piazza pulita intorno a se e assicurarsi che Dodd non parlasse» disse Holland.

«Forse.»

Holland si volto e appoggio le mani sulla vetrina, che era gia stata esaminata in cerca di impronte. Il pescivendolo aveva avuto pochissimo tempo per mettere in frigo la merce e meno ancora per pulire. Holland fisso la scia rosata di sangue e interiora di pesce che galleggiava sull’acqua in un vassoio di metallo. «Sapeva che lei avrebbe capito il significato di quella foto» disse.

Thorne annui. «Certo, sapeva che ero stato qui. Potrebbe avermi seguito, ma probabilmente c’e una spiegazione piu semplice.» Holland si fece attento. «Credo che tu abbia ragione. Dodd e stato ucciso per quello che sapeva. E per quello che deve aver minacciato di rivelare.»

«Pensa che abbia cercato di ricattare l’assassino?»

Thorne incrocio le braccia. «Il problema e che quell’idiota non sapeva che si trattasse di un assassino. Non posso provarlo, ovviamente…»

«Ma sembra sensato» concluse Holland.

«Evidentemente Dodd mentiva, quando mi ha raccontato quella storia sull’uomo che non si era mai tolto il casco e tutto il resto. Avrei dovuto metterlo alle strette.»

«Non poteva sapere che mentiva.»

«Invece si. Quelli come Dodd mentono ogni volta che aprono bocca. Non sapeva chi stavo cercando, ma non gli importava. Anche se si fosse trattato soltanto di uno che non aveva pagato il canone della tivu, avrebbe mentito lo stesso, nella speranza di ricavarne un po’ di soldi.»

Videro un uomo di mezza eta allungare una banconota alla ragazza sulla porta del peepshow ed entrare in fretta. La ragazza colse lo sguardo di Thorne e mimo con la mano il gesto di farsi una sega. Thorne non capi se volesse indicare cio che era andato a fare quell’uomo li dentro, o quello che pensava di loro.

Holland si schiari la voce e bevve un sorso d’acqua. «Quindi, dopo aver ricevuto la sua visita e aver visto la foto di Jane Foley, Dodd contatta l’assassino…»

Thorne si allontano dalla vetrina e guardo in alto, verso la finestra dello studio. «Ho perquisito tutto lo studio e non ho trovato traccia di un’agenda di indirizzi da nessuna parte.»

«Forse l’assassino se l’e portata via» disse Holland.

«Forse» convenne Thorne, riparandosi gli occhi dal sole con una mano. «In ogni modo, meglio guardare di nuovo. Se c’e anche solo un frammento di carta sul pavimento, con un numero di telefono sopra, dobbiamo trovarlo.»

«E l’elenco delle chiamate?»

Thorne annui, soddisfatto della velocita con cui Holland pensava. «Ho gia incaricato Andy Stone di occuparsene. Voglio tutte le telefonate di Dodd, dal fisso e dal cellulare, se ne aveva uno. Ogni singola telefonata dal giorno in cui sono stato qui.»

«Forse e passato di persona, se aveva l’indirizzo…»

«In questo caso, siamo fregati.» Thorne si porto la bottiglia alle labbra e bevve una sorsata d’acqua ormai tiepida, tenendola in bocca per qualche secondo, prima di inghiottirla. «Non sappiamo ancora in che modo l’assassino si sia messo in contatto con lui, all’inizio. Quelli come Dodd non si trovano certo sulle Pagine Gialle. Non investono in pubblicita. Per loro contano solo i contatti personali e il passaparola…»

«Abbiamo gia interrogato tutti quelli che siamo riusciti a trovare» disse Holland. «Chiunque abbia anche solo scattato una foto alle tette della moglie in quello studio ha rilasciato una deposizione.»

«Interrogateli di nuovo. E trovatene altri con cui non avete ancora parlato.» Holland gemette, appoggiando la testa contro il vetro. «Non c’e tempo da perdere, Dave» disse Thorne. «Yvonne puo preparare un’altra lista. Ti raggiungo piu tardi.»

Mentre Holland si toglieva la tuta di plastica, nella caffetteria di fronte due giovani manager di area pubblicitario-televisiva si alzarono da un tavolino. Erano vestiti casual, in calzoncini e scarpe da ginnastica, ma i cellulari ultimo modello e gli occhiali da sole firmati bastavano a tradirli. Forse una campagna pubblicitaria andata bene o un progetto televisivo approvato.

Thorne si domando se sapessero che a poche centinaia di metri da li, sopra un bar di Fritti Street, John Logie-Baird aveva dato la prima dimostrazione pubblica della televisione, circa ottant’anni prima.

Apri la porta e, dopo aver lasciato passare qualche secondo, torno dentro.

Cristo, un intervallo pubblicitario ci sarebbe stato bene. E un assassino di quelli che si fanno catturare, come nei film, ci sarebbe stato ancora meglio. Per l’ennesima volta quel giorno Thorne noto un passante che fissava lui, la tuta di plastica, il nastro azzurro della polizia… E si guardo intorno, in cerca della telecamera.

Dopo l’autopsia all’obitorio di Westminster, andarono in un piccolo ristorante italiano vicino all’abbazia e parlarono di omicidi davanti a una pizza e a una birra Peroni.

«Credo che abbia picchiato Dodd fino a fargli quasi perdere i sensi» disse Hendricks. «Poi gli ha legato la corda intorno al collo, l’ha fatta passare sulle sbarre di metallo per le luci e ha issato il corpo. Deve avere una bella forza.»

Thorne annui e bevve un sorso di birra. «Quindi ora sappiamo che non e un peso piuma. Che altro?»

«E un fottuto bastardo.»

«Questo lo sapevamo gia.»

Hendricks verso dell’altro olio al peperoncino sulla sua pizza. «Dodd ha recuperato brevemente i sensi e si e reso conto di che cosa stava succedendo, ma ormai era troppo tardi. L’assassino ha legato la corda al piede del letto, ha preso la macchina fotografica e ha cominciato a scattare.»

«Quanto tempo e durato?» chiese Thorne.

«Deve aver perso di nuovo i sensi dopo un paio di minuti.» Hendricks infilzo con la forchetta un pezzo di peperone. «La morte per ipossia cerebrale deve essere sopraggiunta di li a poco.»

Dodd era senz’altro un pezzo di merda, penso Thorne, ma non si meritava una fine del genere. Appeso come uno dei pesci nella pescheria accanto. Cercando di allentare il cappio con le mani, graffiandosi il collo, fissando negli ultimi istanti di coscienza il suo assassino che con calma cercava l’inquadratura migliore…

«Parlando di assassini come questo,» disse Thorne «spesso si usano i termini “organizzato” e “disorganizzato”. Due categorie fondamentali. Quelli che pianificano tutto, seguendo un sistema rituale per uccidere e per cancellare le tracce. E quelli che agiscono d’istinto, senza il pieno controllo di cio che stanno facendo.»

«E il nostro a che categoria appartiene?»

Thorne mise giu coltello e forchetta. Aveva mangiato solo mezza pizza, ma era gia sazio. «E appunto cio

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