«Ed e rimasto in contatto con loro?»

«Si, certo.»

«Li vede spesso?»

«Ora non piu. Hanno cambiato casa diverse volte e alla fine ci siamo persi di vista.»

«Ha nomi e indirizzi delle famiglie che li hanno ricevuti in affido? Ha detto che hanno cambiato casa varie volte. Sono passati da una famiglia all’altra?»

«Credo di si.»

«E non ha i loro recapiti?»

«Non piu. In passato si. Sa com’e, i biglietti di auguri per Natale, i compleanni…»

«E poi, a un tratto, e finito tutto.»

«Cose che succedono, che ci vuol fare…»

«Quindi lei non ha idea di dove vivano ora Mark e Sarah?»

Foley sbatte le palpebre, poi rise, sorpreso. «Sta cercando di dirmi che non lo sapete neppure voi?»

«Abbiamo rintracciato tutti i Mark Foley, le Sarah Foley e le Sarah che prima di sposarsi si chiamavano Foley. Nessuno di loro ricorda di aver visto il padre appeso per il collo a un cavo da traino, o la madre in una pozza di sangue con il cranio fracassato. Magari io sono un po’ vecchio stile, ma continuo a credere che una cosa del genere sia difficile da dimenticare.»

Foley scosse la testa. «Non posso aiutarvi. E comunque, anche se potessi, sarebbe contro i miei principi.»

Thorne guardo Holland. Era ora di andare.

«Prima di quella storia, Jane e Den erano una coppia normale» disse Foley. «Lavoro, casa, macchina e due bambini. E stavano bene insieme. Sono certo che alla fine sarebbero riusciti a lasciarsi alle spalle cio che quel bastardo aveva fatto a Jane. Ma quello che e accaduto dopo, in tribunale e anche per strada, e qualcosa che lascia il segno. Ed e stata tutta colpa vostra.»

Foley parlava di un fatto avvenuto molto tempo prima, di errori cui non era piu possibile rimediare e di poliziotti ormai in pensione.

Ma con il dito indicava Thorne.

CAPITOLO 18

A Thorne piaceva bere vino costoso, ma, soprattutto, birra economica. Come quella che aveva attirato la sua attenzione in una rivendita di alcolici: la stessa che aveva visto in mano a Peter Foley…

Un altro sabato in cui era rincasato dopo le dieci di sera. Eve probabilmente era ancora sveglia e lui avrebbe potuto chiamarla, ma aveva preferito non farlo. Nelle ultime due settimane si erano visti solo una volta. E, anche se si sentivano spesso al telefono, Thorne aveva notato che tra loro cominciava a insinuarsi un po’ di tensione, per il fatto che lui si trincerava spesso dietro la scusa del superlavoro.

Nei rapporti con le donne Thorne era molto pigro. Era sempre stato cosi, fin dai tempi della scuola. Gli piaceva seguire uno schema collaudato e diffidava dei cambiamenti. Alla fine, Jan aveva provveduto da sola a dare una svolta alla propria vita, con il suo professore di scrittura creativa…

Era successo perche lui amava l’inerzia e adesso con Eve stava accadendo la stessa cosa.

Tanto per cominciare, c’era la questione del letto. Sdraiato sul divano su cui avrebbe dormito anche quella notte, Thorne penso a com’era assurdo che non fosse ancora riuscito a comprare un materasso nuovo. L’appuntamento che aveva con Eve la settimana prima era stato annullato, per ovvie ragioni. Thorne aveva scherzato al telefono, dicendo che scassinatori e assassini sembravano far di tutto per ostacolarli, ma in realta riteneva quelle dilazioni… opportune.

Una parte di lui, una parte odiosa che lui accettava con riluttanza, si chiedeva quanto sarebbe durato il suo interesse per Eve una volta che l’avesse portata a letto. Ma non era quello il vero problema. Alla fin fine, c’era solo la sua maledetta pigrizia…

Dalle casse dello stereo nuovo si diffondeva la voce triste di Johnny Cash che interpretava Highway Patrolman di Springsteen. Thorne penso che se c’era una voce in grado di esprimere l’amore e la sofferenza, l’odio e la gioia dei legami familiari, quella era proprio la voce di Cash.

Elvis miagolo per attirare la sua attenzione. Thorne si chino, appoggiando la birra sulla moquette, e prese in grembo la gatta.

Spesso tutto si riconduceva alla famiglia…

Penso a Sarah e Mark Foley, la cui famiglia all’improvviso era andata in pezzi, lasciandoli soli. A una generazione di distanza, quei due erano diventati introvabili. Poteva essere solo perche erano stati loro a volerlo.

Mark Foley, ora un uomo sulla trentina, era stato un bambino traumatizzato, bisognoso di assistenza psicologica. L’orrore che aveva vissuto poteva essersi trasformato in odio, dentro di lui, una volta diventato adulto? Poteva aver aspettato vent’anni per uccidere l’uomo che aveva violentato sua madre, l’uomo che lui riteneva responsabile di cio che era accaduto ai suoi genitori? In quel momento Mark Foley era il loro principale sospettato, ma che cos’era successo tra il 1996, anno dell’omicidio di Franklin, e l’attuale ondata di delitti? Qual era la scintilla che aveva provocato l’incendio?

Thorne era sempre stato convinto che la chiave del caso fosse lo stupro. Non aveva, forse, cercato di spiegarlo anche a Hendricks? L’elemento della violenza negli omicidi di Remfry, Welch e Southern gli era sempre sembrato significativo. Ancor piu significativo dell’omicidio stesso. E ora sapeva perche, anche se non aveva ancora ricostruito tutti i nessi.

E poi l’atteggiamento di tutti coloro che erano coinvolti nell’indagine era cosi ambiguo… Le vittime erano uomini di cui quasi nessuno avrebbe sentito la mancanza.

Secondo me chi ha ucciso Remfry ha fatto un favore alla societa…

Saranno in molti a chiedersi se non dovremmo ringraziarlo…

In fondo non fa a pezzi vecchiette indifese, no?

Thorne avvertiva anche in se stesso un’ambiguita latente, che gli impediva di essere del tutto in disaccordo con simili opinioni. Eppure, doveva continuare a credere che l’omicidio fosse di per se una cosa sbagliata.

C’erano casi in cui la scelta era facile. Odiare l’assassino, amare la vittima. Thorne non avrebbe mai dimenticato i mesi passati a dare la caccia a un uomo che uccideva le donne cercando di farle andare in coma, di trasformarle in cadaveri viventi. O il caso dei due assassini che uccidevano in coppia: l’uno perche era psicopatico e l’altro perche aveva ricevuto l’ordine di farlo.

Ma c’erano anche casi in cui una scelta tanto netta non era possibile. La moglie esasperata che uccideva il marito violento. Il rapinatore ucciso per aver tradito i compagni. Lo spacciatore accoltellato da un rivale…

E poi c’era quell’ultimo caso…

Quando Thorne si alzo in piedi, Elvis salto a terra e si avvio verso la cucina, facendo le fusa. Thorne le ando dietro, butto nella spazzatura le lattine vuote e rimase a fissare l’interno del frigorifero per mezzo minuto.

Quindi, ando in camera da letto e prese coperta e cuscino dall’armadio.

Detestava gli stupratori e detestava gli assassini. E cercare di decidere quale delle due categorie disprezzava di piu era uno sforzo inutile.

Le risate di Eve e Denise si erano fatte piu rumorose e il loro linguaggio piu colorito, dopo che avevano finito la pizza e stappato la seconda bottiglia di vino rosso.

«Mandalo a farsi fottere, se non e interessato» suggeri Denise.

Eve fisso il bicchiere pieno. «Il fatto e che io gli piaccio. Lo so.»

«Ne sei proprio sicura?»

Eve fini il suo vino, poi si alzo e comincio a raccogliere i cartoni della pizza. «Quello di cui non sono sicura e che cos’ha in mente. Penso che non lo sappia neppure lui.»

Denise afferro un pezzo di crosta di pizza prima che Eve sparecchiasse del tutto la tavola. «Forse e uno schizofrenico, come quei matti a cui da la caccia.»

«Gia.»

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