«E vero, e un pazzo» disse Holland. «E lo stiamo braccando. Il che vuol dire che non lo abbiamo ancora preso.»

«Sembra uno dalla psiche piuttosto contorta» intervenne Jameson. «Ma in un certo senso e affascinante.»

Denise si chino verso Holland. «Ci sono persone cosi in giro, questo lo sappiamo tutti, ma l’idea di venire in contatto con lui, o con un suo simile, mi da i brividi.»

«Non preoccuparti» la rassicuro Holland. «Non sei il suo tipo.»

«Lo so. Lui uccide solo uomini, no? Uomini che hanno fatto del male a delle donne.»

Segui un silenzio imbarazzato, che Denise ruppe con disinvoltura. «La gente e sempre affascinata da cose del genere. Fanno accapponare la pelle, ma sono comunque piu interessanti che starsene a fissare un computer…»

Thorne approfitto dell’occasione per fare una battuta in proposito. Gli altri fecero una risatina di cortesia, e poi Denise e Ben ripresero a parlare con Holland. Che lo facessero perche Holland piaceva loro davvero, o solo per non dargli l’impressione di essere li a reggere il moccolo, a Thorne non interessava. L’importante era che cosi lui aveva la possibilita di parlare con Eve. Accosto la poltrona alla sua e si piego verso di lei.

«E stata una bella idea» disse.

«Ma non ne eri sicuro, vero?» disse lei, indicando Holland con un cenno del capo. «Percio ti sei portato i rinforzi.»

«Sei arrabbiata con me?»

«Un’ora fa lo ero. Adesso non piu.»

Thorne allungo una mano verso la sua birra. «Volevo solo mostrargli la macchina…»

Eve lo fisso a lungo. Era chiaro che non gli credeva. «E a parte il tuo caso, che diventa sempre piu complicato, che altro e successo?»

Thorne abbasso gli occhi, fece ondeggiare la birra nel bicchiere e rimase in silenzio.

«Credevo che ci tenessi. Me lo hai detto tu stesso.»

«E vero.»

«Ma sei strano. Anche la notte in cui mi hai riaccompagnata a casa eri strano. Ti comporti in modo strano fin da quando sei tornato da quel matrimonio…»

Thorne chino la testa e abbasso la voce. «Ascolta, io tendo ad agitarmi quando una storia comincia a sembrarmi una cosa seria. Non so piu quello che voglio e comincio a…»

«Seria? Ma se non abbiamo neppure ancora dormito insieme.»

«E proprio quello che voglio dire. Sembrava una cosa programmata, inevitabile… E cosi forse mi sono tirato un po’ indietro.»

«Tutte quelle storie sulla difficolta di comprare un letto nuovo…»

«Gia.»

Eve continuo a fissarlo finche Thorne non alzo gli occhi su di lei. «E ora, hai finalmente capito cosa vuoi?»

Sul viso di Thorne si allargo un sorriso. Infilo una mano tra lo schienale della poltrona e la schiena di Eve. «Si, voglio andare in un hotel…»

Per un attimo Eve sembro quasi sconvolta, poi sorrise anche lei. «Stanotte?»

«Perche no? Domani non lavori e io ho una bella macchina parcheggiata proprio qui fuori.»

Eve getto un’occhiata a Denise e Ben, immersi in un’animata conversazione con Holland. «L’idea e fantastica, ma e il compleanno di Denise…»

«Fa’ finta che sia il mio.»

«Non so, non posso tagliare la corda cosi.»

«Non credo che le importera.»

Eve strinse il braccio di Thorne. «Lasciami vedere che cosa posso fare…»

Un’ora dopo, fuori dal pub, Eve prese Thorne da parte. «Stanotte e meglio evitare» disse.

«Hai litigato con Denise?» In quel momento l’amica stava baciando Holland su entrambe le guance, mentre Ben Jameson aspettava in disparte, con le mani in tasca. Denise incrocio lo sguardo di Thorne e gli rivolse uno strano sorriso.

«Non mi sento in forma» rispose Eve. «Prima della tua proposta, mi ero gia scolata una bottiglia di vino.»

Thorne sorrise. «Credimi, piu sei ubriaca, meglio ti sembrera.»

«Che ne dici del fine settimana? Potremmo passare un paio di giorni in qualche alberghetto sulla costa…» Si interruppe, vedendo la sua espressione. «Gia, capisco…»

«Mi dispiace» disse Thorne. «Finche questo caso non sara chiuso, non posso promettere nulla. Merda, un intero weekend di vacanza. E semplicemente impossibile.»

«Lo so, e stata un’idea stupida.»

«Niente affatto. Perche non facciamo una sera della prossima settimana? Sabato prossimo, per esempio, o anche prima…»

«Sabato prossimo va benissimo.»

«Allora d’accordo.» Si allontanarono di qualche passo lungo il marciapiede. «Eve, non e ancora troppo tardi. Ti porto in un bell’albergo, nel West End, colazione inclusa…»

Lei gli prese la testa tra le mani e lo attiro a se. «Sabato…» gli sussurro all’orecchio, prima di baciarlo sulla guancia.

Mentre stavano per separarsi, Thorne lancio un’occhiata agli altri, che stavano ancora chiacchierando davanti all’ingresso del locale, e colse un’espressione di disgusto delinearsi sul volto di Ben. Quando si volto, vide che Keith si stava avvicinando a passo svelto al gruppo, con una borsa di plastica in mano.

Thorne era troppo lontano per sentire cosa dicevano, ma vide Keith estrarre dalla borsa un pacchetto avvolto nella carta da regalo rossa. Denise lo apri e parve deliziata alla vista di quella che sembrava una scatoletta ornamentale. Abbraccio Keith e poi si giro per mostrare il regalo a Holland e Jameson.

Keith, rosso in volto, guardo nella direzione di Eve, che si trovava ancora accanto a Thorne. Lei gli fece un cenno di saluto e si avvio verso di lui. Holland invece si avvicino a Thorne e sembro un po’ sorpreso quando l’ispettore gli appoggio una mano sulla spalla, dicendo: «Ti accompagno a casa, Dave».

Holland si volto a guardare Eve, che ormai aveva raggiunto i suoi amici. «Non c’e problema, sul serio. Posso prendere un taxi…»

«Non e necessario.»

Thorne prese la Whitechapel Road, diretto a sud verso Tower Bridge. Andava piano, per abituarsi alla nuova auto ma anche per godersi il piacere di guidarla. Mentre attraversavano l’intrico di sensi unici intorno ad Aldgate, ascoltavano Merle Haggard.

«Non ho capito bene cosa e successo, stasera» disse Holland.

«A volte Keith da una mano a Eve in negozio. Credo sia un po’…»

«No, intendevo l’idea di invitarmi a reggere il moccolo.»

Thorne guardo nello specchietto retrovisore. «Volevo farti vedere la macchina.» Neppure lui credeva piu a quella scusa.

«Va tutto bene con Eve?»

Thorne esito. Parlare di argomenti come quello era insolito per loro ed era impossibile prevedere dove sarebbero potuti arrivare. Se Holland non avesse bevuto un paio di bicchieri di troppo, probabilmente non avrebbe fatto quella domanda. Anche nelle serate di svago, la differenza gerarchica tra loro non veniva meno e li induceva a mantenere le distanze.

Ma quella sera erano solo due amici che tornavano a casa e Thorne decise di rilassarsi.

«Ho paura di averla fottuta un bel po’, Dave.»

«Cosa?»

«No, non in quel senso… In realta, noi due non abbiamo ancora mai…»

«Ah…»

«E una lunga storia, ma il nocciolo e che lei e convinta che io la stia prendendo in giro e ha ragione. Un

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