Erano seduti a un tavolino all’ombra, fuori dalla piccola caffetteria vegetariana nel parco di Highgate Woods. Era tutto un po’ troppo biologico e alla moda per i gusti di Thorne, ma Carol aveva voluto mangiare fuori e in fondo quel locale andava bene come qualunque altro.
E anche se ogni fetta di pane integrale costava una cifra assurda, il pranzo poteva finire nel rimborso spese.
Il caso “freddo” di Carol Chamberlain era diventato di nuovo “caldo” e le era stato tolto di mano. Lei non aveva avuto scelta ed era passata a lavorare a qualcos’altro. Ma Thorne sapeva quanto le dovevano e il minimo che poteva fare era tenerla aggiornata. Inoltre le piaceva parlare con lei. Dopo il loro primo incontro, nell’ufficio di Thorne, avevano gia avuto diverse occasioni di discutere, di persona o al telefono, su vari argomenti. Si scambiavano pettegolezzi, idee, battute…
«Almeno la stampa per il momento non sa di Mark e Sarah Foley» disse Carol.
Thorne prese il giornale e lo giro, dando una rapida occhiata alle cronache calcistiche nell’ultima pagina. «E solo questione di tempo.»
«Potrebbe anche essere un bene, dopotutto.»
«In che senso?»
«Potrebbe essere un modo per trovarli.»
«O per spingerli a nascondersi ancora meglio.»
Finito il caffe e rifiutato il dolce, Carol Chamberlain si alzo in piedi. «Facciamo il percorso lungo per tornare alle nostre macchine» suggeri, battendosi una mano sulla pancia. «Una bella passeggiata e quello che ci vuole per digerire.»
«Ha chiesto di te, Dave» disse Karim, indicando a Holland la donna in attesa nella sala di pronto intervento. Stone si materializzo silenziosamente alle spalle di Holland e tutt’e due fissarono Joanne Lesser, seduta accanto alla finestra.
«Una fighetta nera» mormoro Stone.
Holland annui, voltandosi verso di lui. «Razzista e sessista» disse. «E un bel primato anche per te, Andy.»
«Vaffanculo.»
«Sei suscettibile, eh?»
«Sul serio, e proprio carina. Sei fortunato.» Holland lo guardo in silenzio, e Stone continuo: «E evidente che le interessi. Prima ti chiama al telefono, poi viene qui di persona. Piu chiaro di cosi…».
Si avviarono insieme a salutarla e Joanne Lesser si alzo in piedi sorridendo appena li vide. Holland era certo che l’idea di Stone fosse solo un parto della sua mente fissata sul sesso. Tuttavia, per ragioni che non erano solo quelle di servizio, sperava che Joanne Lesser avesse davvero qualcosa di importante da riferire.
Cinque minuti dopo erano seduti tutti e tre nell’ufficio di Holland e Stone, con i bicchieri di plastica appoggiati sul bordo delle scrivanie.
«Sono le date che mi disturbano» affermo Joanne Lesser.
«Le date di affido alle famiglie?» Holland comincio a sfogliare i suoi appunti.
«Adesso le cose vanno diversamente, ma a quell’epoca si smetteva di occuparsi dei ragazzi dopo i sedici anni. Passata quell’eta, non erano piu considerati una responsabilita dei servizi sociali.»
«Capisco» commento Holland, sempre sfogliando gli appunti.
«Ho controllato i dati sulle schede informative dei ragazzi Foley,» disse Joanne «e c’e qualcosa che non torna.»
«Che cosa?» chiese Stone.
«L’ultima visita di controllo risale al febbraio del 1984. Probabilmente una visita a domicilio, o almeno una telefonata.»
Holland aveva trovato la pagina che cercava. Fece scorrere il dito sulla lista, fermandosi alla data del 1984. «Il signore e la signora Noble» disse. Dovevano essere ormai tornati dalle vacanze. Holland aveva lasciato loro un messaggio, ma non era stato ancora richiamato.
Joanne Lesser si sporse in avanti sulla sedia, spostando lo sguardo da Stone a Holland mentre parlava. «Ho controllato anche la data di nascita dei ragazzi, tanto per essere sicura, ma il problema rimane.»
Holland confronto le date sui suoi appunti. «Non erano abbastanza grandi» disse alla fine.
Lesser annui, iniziando ad arrossire intorno al collo. Holland senti che in realta avrebbe dovuto essere lui ad arrossire: avrebbe dovuto notare quel particolare, e lo avrebbe notato senz’altro, se non avesse considerato quella pista una totale perdita di tempo. Avrebbe dovuto permettere a Stone di dargli una mano, quando gliel’aveva offerta. Ora Stone sicuramente si stava divertendo un mondo, vedendo un’addetta dei servizi sociali che indicava a Holland i collegamenti tra una serie di dati.
«1984?» intervenne Stone. «All’epoca i ragazzi avevano…»
«Quindici e tredici anni» rispose la donna. «Mark stava per compierne sedici, in realta, e se si fosse trattato soltanto di lui non mi sarei posta il problema. Ma e impossibile che siano stati interrotti i controlli per una ragazzina di tredici anni. Percio ho pensato che potesse essere un dettaglio importante…»
«Quali sono i motivi per cui di solito si interrompono i controlli su un affido?» chiese Holland.
«Solo due, credo. Se la famiglia cambia residenza, tutto dovrebbe essere trasferito a una diversa zona o addirittura a un diverso stato.»
«Credo sia questo il caso» disse Holland. Sfoglio di nuovo gli appunti, fino a trovare l’indirizzo attuale dei Noble. «Romford e abbastanza lontano per cadere sotto la competenza di un altro ufficio?»
Joanne Lesser annui.
«Ma sappiamo da quanto vivono a Romford?» chiese Stone.
«No, devo controllare. Il 1984 e anche l’ultimo anno in cui esistono dati riguardanti Mark e Sarah Foley nelle scuole locali, percio probabilmente si sono trasferiti in quell’anno.» Si volto verso Joanne. «Lei ha parlato di due motivi. Uno e il trasferimento in un’altra zona. L’altro…»
«L’adozione.» Holland e Stone la fissarono senza capire. «Lo ripeto, adesso e tutto piu rigoroso, ma a quell’epoca, una volta firmate le carte per l’adozione, la faccenda finiva li. Non era piu di nostra competenza.»
«Ho la sensazione che lei abbia gia controllato anche questo…»
La donna si strinse nelle spalle. «Ho chiamato una amica all’ufficio Adozioni. I loro schedari sono un po’ meglio organizzati dei nostri. Se volete prendere un appunto…»
Holland non pote evitare di sorridere. Prese una penna dalla scrivania e disse: «Dica pure…».
«Irene e Roger Noble hanno adottato formalmente Mark e Sarah Foley il 12 febbraio 1984. Forse si sono trasferiti subito dopo, o forse no, ma quello e stato l’ultimo contatto che i due ragazzi hanno avuto con i servizi sociali dell’Essex.»
Holland scarabocchio in fretta le informazioni. Stando ai dati in loro possesso, quello sembrava essere l’ultimo contatto che Mark e Sarah Foley avessero avuto con chiunque.
Fecero lentamente il giro del campo da cricket, verso il campo giochi per bambini. Il sentiero era ombreggiato da querce e carpini. Le scuole erano chiuse, quindi c’era parecchia gente in giro. La temperatura stava scendendo a mano a mano che il cielo si rannuvolava, ma qua e la c’erano sprazzi di blu, come lividi sulla carne gonfia.
«Mark Foley per me e il sospettato numero uno.»
«Anch’io sono di questo parere» disse Thorne. «Vorrei solo che riuscissimo a trovarlo.»
«Lo troverete. Non puo restarsene nascosto per sempre.»
«Inoltre, manca ancora un movente.»
Carol Chamberlain gli rivolse uno sguardo di sorpresa un po’ teatrale. «Oh, ero convinta che fossi il tipo a cui non importa nulla del perche…»
«In senso stretto, la cosa non mi riguarda. Ma se puo aiutarmi a prendere quell’uomo…»
«Continua.»
«Riesco a immaginare il movente dell’omicidio di Alan Franklin…»
«Gia. Franklin e il responsabile di tutto. Praticamente e stato lui la causa della morte dei coniugi Foley. Ma se e cosi, Mark ha aspettato un bel po’, prima di vendicarsi.»