conto, la tua storia e diventata solo una diceria.» Thorne bevve un sorso di birra. Sapeva che avrebbe dovuto parlare con suo padre. Avrebbe voluto conoscere piu cose sui suoi genitori e sui loro genitori. Ma ormai era tardi.

«Merda» disse Hendricks. «Tutte queste profonde verita in una sola canzone?»

«Sei proprio una testa di cazzo…»

Si spostarono dal bancone per lasciare spazio a un gruppo di ragazzi e finirono le birre in piedi accanto alla porta.

«Comunque sia, che mi dici di Mark Foley?»

«E sempre il sospettato numero uno.»

«Chiunque egli sia…»

«Gia. E dovunque sia. Non mi sta rendendo la vita facile.»

«Prima o poi fara un passo falso e lo inchioderemo…»

«Non mi riferisco al fatto di prenderlo.» Thorne faceva fatica a immaginarsi quel serial killer con una faccia da adulto, invece che da ragazzino di quindici anni. Vedeva un adolescente che proteggeva la sorella, portandola via da un posto dove lei, e forse anche lui, subivano violenze. «Sto ancora cercando di capire che tipo e.» Thorne si volto a guardare Hendricks. «Tutta questa faccenda e un gran casino, sai, Phil? Mark Foley, o Mark Noble, o comunque si faccia chiamare, adesso e un assassino e al tempo stesso una vittima.»

Hendricks scrollo le spalle. «E allora?»

«Allora, c’e una parte di lui che una parte di me non vuole davvero catturare…»

Thorne accompagno Hendricks alla stazione della metropolitana. L’amico gli chiese di Eve, fece una battuta salace quando seppe del loro appuntamento bollente per il sabato successivo, e si lamento della propria vita amorosa, movimentata ma triste.

Thorne lo ascoltava solo con un orecchio. Era stanco e si vedeva planare lentamente tra le felci ondeggianti della sua collina. All’improvviso accanto a lui apparve Jane Foley e, benche Thorne non riuscisse a vederla chiaramente in viso, se l’immagino distrutta dal dolore. Dolore per se stessa e per i suoi figli.

Thorne sapeva che, una volta toccata terra, i loro corpi sarebbero affondati tra le felci, la collina sarebbe franata sotto il loro peso e loro sarebbero sprofondati, attraverso acqua e terra e legno marcio di vecchie bare e ossa ridotte in polvere, fino a un’oscurita priva di suoni, circondati dal terreno umido.

CAPITOLO 24

Sulla segreteria di Irene Noble la sua voce affettata risultava ancora piu marcata. Holland lascio un messaggio dopo il segnale acustico. «Sono l’agente Holland, dell’Unita per i Reati Gravi. Ieri, durante il colloquio, l’ispettore Thorne e io ci siamo dimenticati di chiederle alcune foto dei ragazzi. Ci sarebbero molto utili. Naturalmente gliele restituiremo presto. Per favore, mi chiami appena possibile a uno dei numeri riportati sul biglietto da visita che le ho lasciato. Grazie mille…»

Holland riaggancio e alzo gli occhi. Andy Stone lo stava fissando, da dietro la sua scrivania. «Foto dei ragazzi?» chiese.

«L’ispettore capo vuole provare a invecchiare i volti dei ragazzi al computer.»

Stone scosse la testa. «E una perdita di tempo. Non ci sara alcuna somiglianza con i Foley, se mai salteranno fuori.»

«Se le foto risalgono a poco prima della fuga, si tratta di due ragazzi di quindici e tredici anni. Non possono essere cambiati troppo.»

«Davvero? Non ti e mai capitato di incontrare qualcuno che non vedevi da qualche anno e di non riconoscerlo affatto? E parlo solo di qualche anno…»

Holland penso un attimo e ammise che il collega aveva ragione. Inoltre, durante le indagini sul caso degli assassini che agivano in coppia, di cui si era occupato con Thorne l’anno prima, aveva scoperto che cambiare aspetto non era poi cosi difficile. Comunque, se c’era una tecnica per invecchiare le persone nelle foto, tanto valeva usarla.

Stone era scettico. «Si tratta di un software che agisce in base a una serie di ipotesi e congetture. Come fai a sapere con certezza se una persona perdera i capelli, o se ingrassera di venti chili?»

«Ho visto casi in cui l’invecchiamento sembrava piuttosto realistico» disse Holland.

Stone si strinse nelle spalle. «E, poi, siamo sicuri che la signora Noble abbia delle foto dei ragazzi?» chiese, senza alzare gli occhi.

«No, non lo siamo. Ma sarebbe strano che non ne avesse, visto che li amava tanto.»

«Manderai qualcuno a prenderle, o ci andrai di persona?» chiese Stone.

«Non ci ho ancora pensato. Aspettero di sentire che cosa mi risponde prima di decidere. Verresti con me, nel caso?»

«No…»

«E single… ma forse e un po’ troppo anziana, perfino per te.»

«Allora meglio lasciar perdere.»

«Come vuoi.» Holland appunto data e ora della telefonata: mercoledi 7, ore 10.40. Se Irene Noble non si fosse fatta viva entro la fine della giornata, l’avrebbe richiamata. Quando Stone gli rivolse la parola, Holland era appoggiato allo schienale della sedia e fissava nel vuoto con gli occhi socchiusi.

«Tu dici che li amava tanto. A me sembra un po’ esagerato.»

«Io credo che volesse davvero molto bene ai ragazzi» dichiaro Holland. «Ma e una donna ingenua. Anzi, stupida, se vuoi.»

Stone giro di scatto lo sguardo verso Holland. «Se l’amore e cieco, allora si, forse li amava davvero.»

Chi aveva creduto che i computer avrebbero eliminato la parte cartacea del lavoro d’ufficio si era sbagliato di grosso. La pila di scartoffie sulle scrivanie era la stessa di sempre. Con la differenza che adesso si trattava di documenti stampati dal computer.

Thorne era seduto e stava leggendo le storie di quattro omicidi.

Tutte le informazioni e i particolari che gli intasavano il cervello erano stati riportati su carta. Su fogli A4 usciti da una stampante laser, su carta chimica da fax, su Post-it e su foglietti strappati da un taccuino. L’intero caso era davanti a lui, montagne di fogli spiegazzati legati con un elastico, o tenuti insieme da punti metallici e infilati in raccoglitori di cartone.

Thorne si tuffo in ogni singolo pezzo di carta, come un gabbiano in una discarica di rifiuti, alla ricerca di una risposta che doveva essere li, nascosta da qualche parte. Un occhio nero e fisso in cerca di un bocconcino appetitoso.

Sentiva ancora la voce di Carol Chamberlain, che diceva, con il suo accento dell’Essex: «Se esiste, si trova nei dettagli».

Seduta alla scrivania di fronte alla sua, dietro a una pila di carte, Yvonne Kitson era intenta a scrivere. Stava ancora lavorando sulla ricerca Foley/Noble, setacciando migliaia di indirizzi, numeri della previdenza sociale e registrazioni di auto. E allo stesso tempo riceveva e catalogava le informazioni sul caso Southern.

Thorne penso di lanciarle una pallottola di carta, pe’r catturare la sua attenzione. Poi decise che non era il caso.

«A parte tutto il resto,» disse «gli assassini danneggiano anche le foreste.»

Yvonne Kitson alzo gli occhi. «Che cosa?»

Thorne sollevo un grosso pacco di referti di autopsie e lei annui.

«Come sta andando, Yvonne?»

«Non credo che la ricerca di Mark Noble avra piu successo di quella di Mark Foley. E un nome che deve aver usato per pochissimo tempo.»

«Il nome di un uomo che sicuramente odiava.»

«Gia. Al suo posto, io l’avrei cambiato subito dopo aver lasciato quella casa.»

Thorne non poteva che essere d’accordo. Sarebbe andato subito da Brigstocke per consigliargli di concentrare le loro risorse in una direzione piu produttiva, se solo avesse avuto la minima idea di quale fosse

Вы читаете Maestro di morte
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату