quella direzione.
«Purtroppo, ci tocca setacciare tutto lo stesso» disse, in tono rassegnato.
La pista dell’adozione, delle molestie e della fuga cominciava a sembrare un altro vicolo cieco. Se era abbastanza difficile cercare di immaginare i movimenti di una ragazzina scappata di casa da sei mesi, cercare di ricostruire la fuga di due adolescenti scomparsi da Romford da quasi venti anni era pressoche impossibile.
Tuttavia non avevano scelta. Mentre Holland, Stone e il resto della squadra si davano da fare come potevano, Thorne riesaminava da capo cio che avevano gia in mano, sicuro che fosse abbastanza.
All’ora di pranzo non aveva ancora trovato nulla e si sentiva come se avesse analizzato tutti gli omicidi del mondo. Aveva visto le mani del patologo frugare in ogni cavita toracica, nelle umide profondita di ogni intestino. Aveva ascoltato le parole inutili di chiunque avesse incontrato le vittime, anche solo alla fermata dell’autobus.
Non ne poteva piu.
«Che cosa c’e nei tuoi sandwich, oggi?»
Yvonne scosse la testa senza distogliere gli occhi dal computer. «Oggi non ho avuto tempo. I ragazzi mi davano il tormento e tutto e diventato…»
Non fini la frase e Thorne ne approfitto per intervenire: «Non puoi tenere tutto sotto controllo, Yvonne. Se ogni tanto abbassi un po’ la guardia, non c’e niente di male». Lei gli rivolse un sorriso tirato. «Va tutto bene, Yvonne?»
«Qualcuno ti ha detto qualcosa?» chiese lei.
«No, e solo che ultimamente non sembri piu tu.»
Il sorriso di Yvonne Kitson si allargo e per un attimo lei torno a essere la stessa di sempre. Il tipo di persona a cui Thorne poteva lanciare una pallottola di carta senza problemi. «Sono solo stanca» disse.
Il prossimo omicidio sarebbe stato l’ultimo, almeno per un po’. Sarebbe servito a concludere in bellezza. Poi l’indagine della polizia avrebbe subito un’accelerazione e, statisticamente, il rischio di farsi beccare sarebbe aumentato.
Se lo avessero preso e processato per i suoi crimini, quest’ultimo omicidio lo avrebbe portato dritto alla crocifissione. Finora era stato tutto diverso. Se lo avessero processato per l’assassinio di Remfry, Welch e Southern… chissa, forse avrebbe anche potuto cavarsela con poco.
I giornali scandalistici lo avrebbero senz’altro appoggiato, ne era sicuro. Forse avrebbe anche potuto persuadere uno di quelli piu popolari a pagargli un avvocato famoso. Aveva gia deciso che, se mai quel momento fosse arrivato, lui avrebbe confessato tutto in pubblico, spiegando esattamente che cosa aveva fatto e perche. Era convinto che solo un giudice davvero coraggioso avrebbe osato mandarlo in galera per molto tempo, dopo la sua confessione.
Certo, non tutti sarebbero stati d’accordo. Alcuni avrebbero sostenuto che lui doveva pagare il suo debito con la societa, proprio come avevano fatto le persone che lui aveva assassinato.
Che protestassero pure. Che parlassero pure di “perversione” e “giustizia”, come se avessero la minima idea del significato di quelle parole.
Perversione e giustizia. La degradazione e la speranza frustrata. La sporca commedia che aveva dato inizio a tutto…
Ma quelle erano tutte fantasie, destinate ad avverarsi solo nel caso improbabile che la polizia bussasse alla sua porta nei successivi due giorni. Dopo l’ultimo omicidio, nulla avrebbe potuto salvarlo.
E anche la stampa scandalistica gli avrebbe voltato le spalle, una volta che fosse stata scoperta la sua ultima vittima.
Tutt’altra cosa rispetto a uno stupratore.
Thorne stava inserendo alcune monete nella macchina del caffe, quando Sam Karim gli si avvicino.
«La signorina Bloom per lei, signore…»
Un po’ confuso, Thorne si tasto le tasche dei pantaloni in cerca del cellulare, scoprendo di averlo dimenticato sulla scrivania. Evidentemente Eve, non avendo ricevuto risposta sul telefonino, aveva pensato di provare a cercarlo al numero d’ufficio.
Thorne si avvicino a una scrivania e sollevo la cornetta, tenendola contro il petto finche Karim non fu abbastanza lontano.
«Eccomi. Cosa c’e?»
«Niente di importante. Solo una piccola variazione di orari per sabato. Avevo detto che sarei uscita prima e Keith mi aveva assicurato che avrebbe chiuso il negozio al mio posto. Adesso, invece, e saltato fuori che lui dovra uscire ancora prima di me, quindi sono un po’ incasinata.»
«Non importa, vieni appena puoi.»
«Certo. Era solo che avrei preferito arrivare da te presto e rilassarmi un po’, prima di uscire a cena…»
«Sembra interessante.»
«Ma a questo punto non saro li prima delle sette, visto che devo chiudere il negozio e passare da casa.»
«Anch’io non credo che arrivero molto prima di quell’ora.»
«Mi dispiace dover cambiare i nostri accordi, ma non e colpa mia. Keith di solito e affidabile e… Tom?»
La voce di Eve gli arrivava come da lontano. Thorne non l’ascoltava piu.
La certezza lo afferro e gli si strinse addosso come un cappio. In un secondo, Thorne capi esattamente che cosa aveva mancato di notare. Il particolare che era sempre rimasto nell’ombra e che ora emergeva in piena luce.
Qualcosa che aveva letto e qualcosa che non aveva letto.
Avevano trovato tutte le lettere di Jane Foley a Remfry, quelle inviate in carcere e quelle spedite a casa dopo il rilascio. Nulla lasciava pensare che ci fossero lettere mancanti. Eppure mancava qualcosa.
Thorne aveva letto e riletto tutte le lettere almeno una dozzina di volte e in nessuna di esse Jane si era accordata con Remfry per incontrarlo da qualche parte. Non si era mai parlato di un appuntamento, almeno non in termini di ora e data. Non era mai stato fatto il nome di un hotel…
Percio in quale modo si erano accordati?
Dave Holland aveva scritto qualcosa che Thorne ricordava di aver letto. Era nel primo rapporto redatto da Holland dopo la visita a casa di Remfry. Quel giorno, poco prima che le lettere venissero ritrovate sotto il letto, Mary Remfry aveva voluto ribadire che il figlio aveva successo con le donne. Che c’erano donne che gli ronzavano intorno, dopo il suo rilascio, donne che gli telefonavano…
Remfry, Welch e Southern non erano entrati in quelle stanze d’albergo semplicemente pensando che avrebbero incontrato Jane Foley. Ne erano certi.
Avevano parlato con lei.
CAPITOLO 25
«E non solo per telefono» disse Holland. «Gli altri non so, ma Southern potrebbe perfino averla incontrata.»
Erano nell’ufficio di Brigstocke, prima di un briefing convocato d’urgenza, diciotto ore dopo la scoperta di Thorne che c’era anche una lei.
«Continua, Dave» disse Brigstocke.
«Ho parlato con l’ex ragazza di Southern…»
Thorne ricordava di aver letto la deposizione della donna. «Si erano lasciati poco prima che fosse ucciso, se non sbaglio.»
«Esatto. E lei ha raccontato che il motivo principale per cui lo ha lasciato e che aveva sentito parlare di un’altra donna. Sembra che Southern si fosse vantato al pub, con gli amici, di aver rimorchiato una tipa fantastica. Anzi…»