di indizi, si riempiono la vita di speculazioni e di congetture e nove volte su dieci fanno fiasco. La critica d'arte e per i falliti», aveva detto, «non solo artisti falliti, ma esseri umani falliti.» Quali riserve di derisione aveva suo padre per quella gente! E cosi era entrato nella polizia. No, non era del tutto vero nemmeno questo. Era andato a Madrid all'universita e aveva studiato inglese (il solo popolo, a parte lo spagnolo, che suo padre tollerasse in certa misura) e aveva cominciato ad appassionarsi ai film
Provo un senso di precipitazione, come avesse dormito e stesse affiorando rapidamente dal sonno, ma era sveglio e i pensieri gli guizzavano intorno, lucenti e veloci come sardine. Scosse il capo, torno con un brivido alla vita reale, ai sedili dell'auto, alla plastica, al vetro e alle altre cose solide, fatte dall'uomo.
«Serrano ha trovato qualcosa sul cloroformio e gli strumenti chirurgici?» domando, ritrovando l'equilibrio grazie alle parole.
«Fino a questo momento niente.»
Fermarono l'auto davanti al cimitero. Ramirez prese la videocamera sul sedile posteriore, Falcon esito sul marciapiede osservando la folla numerosa, il muro di fiori all'esterno della cappella, il cielo azzurro che quasi rendeva allegra la scena. Consuelo Jimenez era al centro del gregge, i suoi tre figli un po' stralunati nella foresta di gambe degli adulti. Falcon era alto come loro, a un altro funerale.
La funzione doveva essere gia finita, stavano caricando la bara sul carro funebre fuori dalla cappella. Il conducente si diresse al cancello e i partecipanti si avviarono in lenta processione verso il centro del cimitero, lungo il vialetto fiancheggiato da siepi di bosso al di la delle quali si allineavano le cappelle e le tombe; superarono un enorme monumento in bronzo del torero Francisco Rivera nel suo costume, un toro immaginario galoppante in sempiterno alle sue spalle, una mano del torero sull'elsa della spada spezzata, nell'altra una cappa altrettanto immaginaria.
Il carro funebre arrivo a Jesus de la Pasion. La bara venne scaricata e trasportata al mausoleo di granito dove venne deposta di fronte all'unico altro occupante: la prima moglie. Consuelo Jimenez ricevette le condoglianze di quelli che non aveva ancora potuto salutare. Falcon controllo l'interno della cappella. Il ripiano di marmo sotto a quello della prima moglie di Jimenez non era completamente vuoto: in un angolo si vedeva una piccola urna, troppo piccola per contenere ceneri. La illumino con la pila inserita nella penna e lesse la placchetta d'argento: ARTURO MANOLO JIMENEZ BAUTISTA. Forse era quella la conclusione di cui aveva parlato Jose Manuel.
Falcon raggiunse gli altri, porse le sue condoglianze e si avvio lentamente all'uscita mentre Ramirez si aggirava tra le tombe con la videocamera.
«Naturalmente lo conoscevi, non e vero?» disse una voce vicino all'orecchio di Falcon mentre una mano gli stringeva il gomito.
La faccia da cane triste di Ramon Salgado si insinuo nella visione periferica di Falcon. Ecco un individuo della specie che suo padre disprezzava cordialmente. Non lo derideva apertamente, certo, perche, pur essendo un critico d'arte, Salgado era piu conosciuto come il gallerista che aveva reso suo padre famoso. Aveva un elenco di clienti ricchissimi e, fino al primo infarto di suo padre, li aveva indirizzati regolarmente a calle Bailen, perche potessero liberarsi di quegli inutili pacchi di denaro che intasavano il loro conto in banca.
«No, non lo conoscevo», rispose Falcon, ricorrendo alla freddezza che in genere riservava a quell'uomo. «Avrei dovuto?»
Gli tese la mano e Salgado la strinse tra le sue. Falcon la ritiro. Salgado si passo le dita tra i capelli lunghi, pretenziosi, il cui biancore argenteo si arricciava sul colletto dell'abito blu scuro. «Salgado… gli brilla perfino la forfora», soleva dire suo padre.
«No, e possibile che tu non l'abbia conosciuto, a ben pensarci», disse Salgado. «Non veniva mai a casa vostra, proprio cosi, ora ricordo. Mandava sempre Consuelo da sola.»
«Mandava?»
«Ogni volta che apriva un nuovo ristorante voleva sempre che vi fosse un Falcon. Sinonimo di Siviglia, capisci, con quel che segue.»
«Ma perche mandare
«Penso che forse sapesse del modo di fare piuttosto particolare di Falcon ed essendo un importante uomo d'affari non era disposto a sopportare il… come posso dire, il suo atteggiamento sarcastico, si, sarcastico.»
Naturalmente intendeva parlare del disprezzo assoluto con cui suo padre faceva a pezzi gli eventuali compratori, ricavandone palesemente piacere.
Si avvicinarono al cancello del cimitero. I cerchi rossi davano l'impressione che gli occhi afflosciati di Salgado fossero stati appena asciugati dopo un pianto dirotto; secondo Javier un tempo quell'uomo era stato ben diverso dallo stecco che era diventato e il peso perduto, per forza di gravita, aveva reso cascante la pelle sotto gli occhi e gli zigomi. Suo padre diceva sempre che gli ricordava un segugio, ma che perlomeno non sbavava. Un complimento velato. Suo padre odiava gli atteggiamenti deferenti, a meno che non fossero da parte di una bella donna o di qualcuno di cui ammirava il talento.
«Come mai conosceva Jimenez?» domando.
«Come sai, io abito a El Porvenir. Quando ha aperto quel suo ristorante, sono stato uno dei primi clienti.»
«Non lo conosceva gia?»
Camminavano a passo svelto e le lunghe gambe di Salgado avevano una certa tendenza a muoversi disordinatamente; il piede urto la gamba di Falcon e il gallerista sarebbe finito lungo disteso per terra, se l'ispettore capo non lo avesse trattenuto.
«Mio Dio, grazie, Javier! Non voglio cadere, alla mia eta mi romperei il femore e finirei confinato in casa con la testa che mi svanisce.»
«Lei e in gamba, Ramon.»
«No, no, questa e una mia grande paura. Un unico stupido errore e pochi mesi piu tardi eccomi diventato un vecchio rimbambito e solo, in un angolo buio di una casa dove non viene nessuno.»
«Non sia sciocco, Ramon.»
«E accaduto a mia sorella. La settimana prossima vado a San Sebastian per portarla a Madrid. Proprio cosi. E caduta, ha battuto la testa, si e rotta un ginocchio e hanno dovuto ricoverarla in un istituto. Io non posso andare la a trovarla ogni mese, preferisco che sia piu vicina. Terribile. Ma non pensiamoci, senti, perche non andiamo a berci un
Falcon gli batte una mano sulla spalla. Non aveva nessuna voglia di trattenersi in sua compagnia, ma in quel momento provava una certa compassione per lui, il che probabilmente era nelle intenzioni di Salgado.
«Sono in servizio.»
«Di sabato pomeriggio?»
«Mi trovo qui per lavoro.»
«Ah, si, dimenticavo», disse Salgado, guardando i partecipanti al funerale che gli sfilavano accanto. «Avrai il tuo da fare solo per compilare l'elenco dei suoi nemici, non parliamo poi per interrogarli tutti.»
«Davvero?» Falcon conosceva il grado di esagerazione a cui poteva arrivare Salgado.
«Un uomo d'affari potente come lui non se ne va all'altro mondo senza trascinarsi dietro qualcuno.»
«L'omicidio e un passo grave.»
«Non per la gente con cui era abituato a trattare.»
«E chi e questa gente?»
«Non possiamo parlarne qui davanti al cimitero, Javier.»
Falcon scambio qualche breve parola con Ramirez e sali sulla grossa Mercedes di Salgado che si diresse verso la calle Betis, sul lungofiume, tra i ponti, dove Salgado parcheggio spingendo una vecchia Seat in avanti di mezzo metro per inserirsi. Camminarono per un po' sul marciapiede alto sull'acqua finche Salgado si fermo per inspirare con espressione drammatica l'aria di Siviglia, non proprio pura in quel punto.
«
«Si, lo ricordo, Ramon», rispose Falcon, depresso all'idea di aver offerto volontariamente a Salgado l'opportunita di circuirlo, come cercava sempre di fare.
«Sento la sua mancanza, Javier, la sento molto. Aveva uno sguardo cosi penetrante, sai. Una volta mi disse: 'Siviglia e fatta di due odori, Ramon, e il mio trucco… no, il mio grande segreto svelato, e che ora, alla fine della